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[Fantascienza con personaggi lgbt]
Recensione di Giovanni Dall'Orto
Con un racconto sulla gravidanza omosessuale...
Antologia
di fantascienza, a cura di David Hartwell e Kathryn Cramer (e sul fatto
che questi siano racconti "migliori" avrei qualche dubbio, visto il livello
medio di noia che genera l'insieme).
Contiene
due racconti "a tema" gay.
Il
primo è, di Geoff Ryman, "I giorni di nascita" ("Birth days",
2003), alle pp. 43-57.
È
un racconto incentrato sul tema dell'omosessualità, con la palese
intenzione di intrattenere e scioccare al tempo stesso il lettore.
Nel
mondo del futuro s'è trovato il modo d'individuare l'omosessualità
prima della nascita, e i feti di omosessuali vengono abortiti ovunque,
salvo (paradossalmente) fra i cristiani rigoristi.
Il
protagonista, uno degli ultimi omosessuali, viene presentato attraverso
il diario dei suoi 16, 26, 36 e 46 anni.
Il
primo scritto risale al giorno del suo coming out (che il traduttore,
che al solito non comprende ciò di cui si sta parlando, trasforma
in un "outing"), alla prese con una mamma neocristiana ed un fidanzatino
un po' troppo politicizzato per i suoi gusti.
Dieci anni dopo, trasferitosi in Brasile dove sopravvive ancora una comunità omosessuale e fidanzato con Joao, è un giovane ricercatore che lavora per trovare la cura dell'omosessualità anche per gli adulti. Dopo tutto, a cosa serve, biologicamente parlando, l'omosessualità? È una tendenza che avrebbe dovuto sparire dalla specie, in quanto inutile, anzi dannosa alla propagazione.
A
36 anni, però, la sorpresa. Stufatosi della sua vita precedente,
e rifugiatosi fra gli indigeni (che continuano ad avere imperterriti la
loro quota del 4% di omosessuali), il protagonista ha trovato il modo
di dar vita alla gravidanza maschile, mescolando gli spermatozoi. Lui
è la prima cavia.
L'unica
cosa che lo rende perplesso, è che aveva impiantato solo un embrione
creato da lui e Joao, e dopo una scappatella sessuale con un indigeno,
di feti in pancia se ne ritrova due... Da dove viene il secondo?
Infine,
a 46 anni, vediamo il protagonista in un momento di sconforto: ha appena
avuto un aborto spontaneo, causato dal fatto di essersi ostinato a portare
avanti una gravidanza a un'età troppo avanzata.
Lui
e Joao, ed il terzo non più incomodo, sono ora una famiglia, con
una nidiata di bambini molto numerosa.
Adesso
è stato scoperto il ruolo dell'omosessualità in natura: la
fusione degli spermatozoi di Joao e dell'altro amante era stata spontanea.
Si
tratta quindi di un metodo alternativo di riproduzione per salvare
la specie in caso di sparizione delle donne. Ed è un metodo maledettamente
più efficiente di quello eterosessuale...
Non
mi è chiaro fino a che punto questo sia un racconto satirico e quanto
sia invece un tentativo gratuito di scioccare il lettore.
Se
è satirico, mi sfugge quale sia il suo bersaglio, a parte gli omosessuali...
mentre il tono, almeno nelle intenzioni, sembrerebbe essere pro-gay.
Il
mio parere è che l'autore abbia maldestramente pasticciato con
ingredienti esplosivi, vedendosi scoppiare in mano il risultato della
sua pozione.
Il
racconto non è infatti né divertente né satirico:
assomiglia più a un incubo che ad un'utopia negativa, e suscita
più raccapriccio che divertimento.
Forse il fine di scioccare il lettore era fine a se stesso... e se vi piace farvi scioccare, questo racconto è per voi. In caso contrario... boh, lascia molto perplessi...
Il secondo racconto è quello di Rick Moody, "Dossier albertina" ("The albertine notes", 2003), alle pp. 427-496.
In un'America post-atomica, la gente si rifugia in una nuova droga che permette di rivivere all'infinito momenti del passato pre-catastrofe, e quindi meno infelici del presente.
Il
solo problema è che i momenti possono essere tanto felici, che infelici.
E
a p. 430 si racconta il caso d'una persona a cui la droga ha restituito
la continua memoria della gelosia provata quando la sua amica Nina gli
aveva raccontato che sua moglie aveva una relazione con lei.