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[Fantascienza con personaggi lgbt]
Recensione di Giovanni Dall'Orto
L'omosessualità come metafora dell'estraniamento.
Romanzo di fantascienza.
Viaggiando alla velocità della luce, le astronavi terrestri impegnate in una guerra galattica ritornano sempre alla base, per la dilatazione del tempo che si verifica a tale velocità, anche secoli dopo la partenza. Ed ogni volta il pianeta è cambiato.
La
sorpresa più grande arriva quando, per controllare la sovrappopolazione,
i terrestri incoraggiano il condizionamento omosessuale.
In
"breve tempo" (soggettivo) i veterani, vecchi ormai di 1200 anni, si trovano
ad essere "diversi", quasi relitti del passato. Ed è divertente
leggere di come i vecchi soldati vengano ammoniti perché non si
azzardino a molestare, da maialoni, le povere innocenti reclute di sesso
femminile, sanamente lesbiche...
L'ultima
missione li riporterà su una Terra del 3100, popolata da cloni
omosessuali (sia lesbiche che gay) che hanno cambiato mentalità,
avvicinandosi all'analoga condizione del nemico, con cui non a caso sono
riusciti infine a concludere la pace.
I
nuovi terrestri mettono comunque a disposizione dei reduci un pianeta (sul
quale si svolge il mediocre sequel di quest'opera, Missione
eterna), riservato agli eterosessuali e a coloro che amano la "vecchia
maniera" di vivere, e che svolge anche il ruolo di "riserva genetica".
Il
romanzo, che è una metafora del rapporto fra gli Usa e i reduci
della guerra del Vietnam, è d'azione, ma raramente l'omosessualità
è stata trattata in modo così divertente e positivo (cfr.
soprattutto in questa edizione le pp. 83-85, 105, 109, 123-125, 129, 139-141,
145, 179).
La
trasformazione dell'intero pianeta in qualcosa di totalmente "altro" mentre
i soldati erano altrove a combattere, racconta meglio di mille saggi lo
sconcerto di chi era partito a combattere, come Haldeman, per un Paese
e una visione del mondo che al proprio ritorno non aveva trovato più.
Raccomando la lettura di questo romanzo sia a chi ama la fantascienza, sia a chi è in grado di apprezzare questo originale e divertente uso letterario dell'omosessualità quale metafora politica.
Guerra
eterna è oggi considerato un classico della fantascienza,
ed è stato ristampato più volte (anche nella traduzione
italiana).
"Curiosamente",
nei riassunti che se ne leggono (anche online, Anobii
inclusa), l'aspetto omosessuale che è essenziale per la satira
dell'autore, "sparisce" sempre. Chissà come mai!