Il barone Richard
von Krafft-Ebing (Mannheim, 14 agosto 1840-Graz, 22 dicembre 1902), è
stato un neurologo, psichiatra e sessuologo austro-tedesco.
Vita.
Nato in Germania, Krafft-Ebing
studiò medicina all'Università di Heidelberg, specializzandosi
in psichiatria, iniziando la carriera nei manicomi. Insoddisfatto della
pratica manicomiale, che giudicò inadatta a comprendere la natura
e le cause delle "malattie nervose", si dedicò all'insegnamento,
carriera nella quale avrebbe proseguito senza eventi di rilievo fino all'anno
precedente la morte, avvenuta nel 1902.
Dopo avere insegnato all'università
di Strasburgo, allora governata dalla Prussia, reagì al clima restrittivo
che vi si respirava accettando una posizione a Graz, e successivamente
a Vienna, trascorrendo così il resto della sua vita in Austria-Ungheria.
Nel 1885 fondò
una clinica privata per le "malattie nervose" nei pressi di Graz, destinata
ai "nevropatici" dell'aristocrazia e dell'alta borghesia, inoltre gestì
uno studio privato a Vienna e lavorò come medico-legale.
Nonostante Krafft-Ebing
producesse diversi lavori sulla classificazione delle malattie mentali
e sulle malattie neurologiche, essi sono ormai inevitabilmente superati
dal progresso scientifico successivo, cosicché la sua fama postuma
è interamente dovuta alla sola opera intitolata: Psychopathia
sexualis.
La Psychopathia
sexualis.
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Copertina de L'inversione
sessuale (1897). |
La Psychopathia sexualis
(edizione originale in tedesco: 1886), fu il primo tentativo riuscito di
studio psichiatrico sistematico, quasi "enciclopedico", di tutti i comportamenti
sessuali devianti, compiuto dalla medicina ottocentesca [2].
Fu in quest'opera che apparvero per la prima volta parole e concetti oggi
correnti nel linguaggio quotidiano come "sadismo", "masochismo" o "feticismo".
Lo stesso termine "omosessualità" (sia pure usato in alternanza
con altri, come "uranismo")
si diffuse inizialmente in Europa per il tramite di quest'opera.
Benché l'autore l'avesse
destinata, nelle sue intenzioni, alla sola comunità scientifica,
la Psychopathia sexualis ebbe un enorme successo di pubblico, nonostante
il fatto che i passi giudicati "scabrosi" fossero stati pudibondamente
tradotti in latino. La versione rivista ed aggiornata da Albert Moll (1862-1939)
nel 1924 è stata ristampata ininterrottamente fino ad oggi.
Il successo di pubblico
valse all'autore critiche che in parte nascevano da invidia professionale,
e rese "imperdonabile" per i cattolici la sua trattazione del desiderio
di santità e martirio come espressione d'isteria e masochismo: ciò
gli valse la collocazione dell'opera nell' Indice dei libri proibiti.
L'accusa più frequente
degli avversari fu che Krafft-Ebing aveva avuto successo solo perché
aveva scritto volgare pornografia camuffandola da discorso scientifico,
mentre invece questo autore era stato il primo a comprendere l'importanza
di raccogliere le storie personali dai pazienti stessi, dando loro la parola.
Era proprio questo da un lato a entusiasmare il grande pubblico, che vi
si riconosceva, e contemporaneamente a infastidire quanti avrebbero voluto
che su questo argomento fosse mantenuta la più ferrea censura.
Le storie umane raccolte
da Krafft-Ebing sono di tale interesse che nel XXI secolo sono state estratte
dall'opera e pubblicate come opera a sé [3].
Eppure la Psychopathia
sexualis era nata solo come tentativo di catalogazione delle perversioni
sessuali, e partendo da una mentalità decisamente ristretta.
Krafft-Ebing era infatti convinto dell'inferiorità biologica della
donna, accusata di avere un cervello più piccolo e un sistema nervoso
più infantile di quello maschile, inoltre per lui solo la sessualità
mirata alla procreazione era "normale", al punto che utilizzò il
termine "eterosessualità" per indicare la "perversione" (!) costituita
dai rapporti sessuali fra uomo e donna in età o in condizioni tali
per cui la procreazione non era possibile.
Nonostante questi handicap
ideologici l'autore seppe compensare attraverso un atteggiamento di apertura
che lasciava spazio, pur criticandoli liberamente, ai punti di vista dei
suoi "pazienti" (cosa che gli causò la critica del suo collega Albert
Moll, che lo accusò di credulità acritica nei confronti
dei pazienti). Fu questo atteggiamento a fare di lui e non di altri il
punto di riferimento per migliaia di persone, soprattutto omosessuali,
che lo individuarono come interlocutore.
Alla morte i casi raccolti
per il suo lavoro, in massima parte rimasti inediti, avevano raggiunto
i 20.000: in buona parte erano stati inviati spontaneamente da "pazienti"
che desideravano contribuire con la loro storia alla ricerca.
Alex Hunnicutt ha osservato
in proposito:
«Krafft-Ebing si
trovò inondato di risposte da parte di persone che, per la prima
volta, scoprivano che esistevano altri che condividevano le loro proclività,
e che non erano completamente sole e senza nessuno a cui ricorrere.
(...)
Man mano che il suo libro
raggiungeva cerchie sempre più ampie di lettori, uomini che fin
lì avevano avuto poche o punte possibilità di discutere dei
loro sentimenti contattarono Krafft-Ebing e servirono volontariamente da
soggetti per i suoi studi. Egli scoprì così che, contrariamente
alla sua credenza originale secondo cui questi uomini erano degenerati
morali, esemplari inferiori della razza umana, affetti da malattie mentali,
la maggior parte dei soggetti esibiva caratteristiche di sanità
morale, fisica, mentale altrettanto solida di quella degli uomini "normali".
Addirittura, osservò che le sofferenze mentali che costoro manifestavano
avevano origine dalla costante disapprovazione sociale e culturale che
sperimentavano. In altre parole, la loro omosessualità non era causata
da malattia mentale, ma piuttosto, la loro malattia mentale era causata
dal trattamento spietato o alla vita di sotterfugi che dovevano sopportare
a causa della loro omosessualità.[4].»
Krafft-Ebing e l'omosessualità:
un atteggiamento in evoluzione.
Nella prima edizione della
Psychopathia Krafft-Ebing condivideva in pieno il punto di vista
prevalente all'epoca, secondo cui l'omosessualità era l'espressione
d'una
degenerazione psico-fisica, e l'opera rispecchia in pieno questo punto
di vista.
Secondo Mauro Giori,
«le tipologie di
omosessuale presenti nell'opera sono quattro:
-
Semplice inversione dell'attrazione
sessuale. In questo caso fisicamente non ci sono particolarità notevoli
(...);
-
Evirazione e defemminizzazione.
I due vocaboli (rispettivamente per maschi e femmine) non vanno presi alla
lettera, stanno semplicemente a indicare perdita dei caratteri fisici propri
del genere biologico. Insomma effeminatezza per gli uomini e mascolinità
per le donne. Ovviamente i ruoli sessuali saranno conseguenti (...).
-
Transizione verso l'illusione
di un cambio di sesso. Si ha quando l'individuo si sente anche fisicamente
di sesso diverso.
-
Illusione di un cambio di
sesso. Lo stadio finale della precedente possibilità, che per Krafft-Ebing
coincide con la paranoia.
Negli ultimi due casi si
va verso la transessualità, ovviamente, che per Krafft-Ebing coincide
dunque con la versione più grave della malattia che ha nome omosessualità.[5].»
|
Richard von Krafft-Ebing
in età avanzata. |
Ciò non gli impedì
un dialogo con militanti omosessuali come Karl
Heinrich Ulrichs o Magnus
Hirschfeld (del quale avrebbe firmato la petizione per l'abolizione
del paragrafo
175). Sorprendentemente, l'apertura all'influenza da parte dei proto-militanti
omosessuali, che si riscontra anche nell'utilizzo dei termini inventati
da Ulrichs, fu ammessa nel 1879 dallo stesso Krafft-Ebing in una
lettera a Ulrichs:
« Ho dedicato la
mia completa attenzione al fenomeno [omosessuale], che all'epoca
mi appariva tanto misterioso quanto interessante. Fu la conoscenza dei
suoi scritti che da sola mi indusse allo studio di questo campo di grande
importanza, e a stendere per iscritto le mie esperienze <scientifiche>,
come lei sa.[6].»
Da parte sua Ulrichs considerava
Krafft-Ebing come l'unico studioso che avesse recepito il senso della battaglia
da lui combattuta per decenni. In una recensione (in latino) al libro Der
Conträrsexuale von dem Strafrichter di Krafft-Ebing, Ulrichs rammentò
che:
«La mia lotta è
svanita su sabbia sterile. Eppure, almeno questo oggi posso dire: ho seminato
i semi; sono tutti caduti sulla ghiaia o sotto i rovi. Uno solo è
caduto in un cuore umano. Questo è germinato e il germe verdeggia,
ed è spuntato rigoglioso. La battaglia di quest'uomo non svanirà
nella sabbia. Il ghiaccio è rotto. Questa è, ovviamente,
una soddisfazione tardiva alle mie fatiche, e neppure espressa in parole
ma nel fatto stesso . È testimonianza del fatto che la causa che
ho difeso era giusta; è una seria testimonianza contro le insidie,
che ho sopportato, e le ferite. (...)
Ed io ringrazio DIO OTTIMO
MASSIMO, che ha permesso ai miei occhi di vedere questo giorno, in modo
da potere ancora gustare la dolcezza di questo tardivo conforto.[7].
»
Ovviamente Ulrichs era conscio
della tendenza di Krafft-Ebing a leggere il comportamento omosessuale come
patologia, tant'è che nella medesima recensione scrisse anche:
«Su una cosa sola
siamo in dissenso. Egli afferma, ed io nego, la patologia [insaniam].
Certo i medici hanno l'abitudine di tenere a portata di mano la patologia.
Ciò che non può essere spiegato, loro lo vedono immediatamente
come patologico.[8].»
Tuttavia con il passare degli
anni il continuo contatto con i suoi pazienti, e dei militanti omosessuali
sopra citati, avrebbero portato infine Krafft-Ebing, al termine della vita,
a concludere che l'omosessualità non era di per sé un'"anomalia"
bensì una "differenziazione" della sessualità umana [9],
con un secolo di anticipo rispetto all'OMS.
Curiosità.
Dai casi della Psychopathia
sexualis nel 2006 è
stato tratto un film da Brett Wood, intitolato anch'esso Psychopathia
sexualis.
Opere.
-
Die Melancholie: Eine klinische
Studie (1874).
-
Grundzüge der Kriminalpsychologie
für Juristen (2a edizione) (1882).
-
Psychopathia sexualis: eine
klinisch-forensische Studie, Enke, Stuttgart 1886. L'ultima edizione
rivista dall'autore (postuma), è la dodicesima (Hand, Stuttgart
1903).
-
Prima traduzione italiana: Le
psicopatie sessuali con speciale considerazione alla inversione sessuale,
Fratelli Bocca, Torino 1889 (traduzione della seconda edizione, del 1887).
-
In Italia ha circolato molto
anche col titolo Psychopathia sexualis la riscrittura operata da
Albert Moll nel 1924 con l'intento di "attualizzare", tradotta in italiano
da Schor, Milano 1931 e poi da Manfredi, Milano 1966 e ancora da pGreco,
Milano 2011 - ISBN 9788895563404.
-
La sola parte relativa all'omosessualità
è apparsa anche come: L'inversione
sessuale nell'uomo e nella donna,
Capaccini, Roma 1897.
-
I soli casi, privati dal commento
di Krafft-Ebing, sono stati tradotti in: Biografie sessuali. I casi
clinici dalla «Psychopathia sexualis» di Richard von Krafft-Ebing,
Neri Pozza, Vicenza 2006 - ISBN 978-8854501706
-
Die progressive allgemeine
Paralyse (1894).
-
Nervosität und neurasthenische
Zustände (1895).
-
Der Conträrsexuale von
dem Strafrichter: de Sodomia ratione sexus punienda; de lege lata et de
lege ferenda, Deuticke, Leipzig und Wien, 1895. Traduzione italiana:
Il sessuale contrario di fronte al Foro penale, Morpurgo, Spalato
1896.
Bibliografia.
-
Alex Hunnicut, Voce:
"Krafft-Ebing, Richard von (1840-1902)", sulla "lgbtq encyclopedia"
(in inglese).
-
Hubert Kennedy, Research
and commentaries on Richard von Krafft-Ebing and Karl Heinrich Ulrichs,
"Journal of homosexuality", XLII (1) 2001, pp. 165–178.
-
Harry Oosterhuis, Sexual
modernity in the works of Richard von Krafft-Ebing and Albert Moll,
"Medical history", LVI (2) 2012, April, pp. 133–155.
-
Harry Oosterhuis, Stepchild
of Nature: Krafft-Ebing, psychiatry, and the making of sexual identity,
University of Chicago Press, Chicago 2000.
L'autore ringrazia
fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati
su persone, luoghi e fatti descritti in questa scheda biografica, e chi
gli segnalerà
eventuali errori contenuti in questa pagina. |
Note
[1]
Scritto in origine come
voce per Wikipink, l'enciclopedia lgbt.
[2]
Non si tratta comunque d'un
primo tentativo assoluto, dato che il filologo classico Karl Friedrich
Forberg (1770-1848) aveva già pubblicato un saggio di sorprendente
erudizione e completezza su tutte le tipologie di sesso riscontrabili nella
letteratura greca e latina, da lui intitolato Apophoreta. De figuris
Veneris. Fu edito come appendice a: Antonii Panormitae Hermaphroditus.
Primus in Germania edidit et Apophoreta adjecit Frider. Carol. Forbergius,
Sumtibus Meuseliorum, Coburgo 1824 (online
su Google books).
È stato riedito molte
volte come opera a sé, anche in Italia (in latino, nonostante il
titolo): Manuale di erotologia classica, Tirelli, Catania 1928.
Ne esistono traduzioni in inglese, tedesco e francese.
[3].Biografie
sessuali. I casi clinici dalla «Psychopathia sexualis» di Richard
von Krafft-Ebing, Neri Pozza, Vicenza 2006.
[4]
Alex Hunnicutt, voce "Krafft-Ebing,
Richard von (1840-1902)", sulla "lgbtq encyclopedia".
[5]
Mauro Giori, Psicopatie
sessuali, "Culturagay.it", 21 aprile 2005.
[6]
Citato in: Hubert Kennedy, Ulrichs: the life and works of Karl Heinrich
Ulrichs, pioneer of the modern gay movement, Alyson, Boston 1988, p.
71.
[7].Recensione
senza titolo, a firma "U.", "Alaudae", settembre 1894, pp. 355-358
(ristampa anastatica: Alaudae, ein lateinische Zeitschrift, 1889-1895,
MänneschwarmSkript verlag, Hamburg 2004), p. 358.
[8]
Karl Heinrich Ulrichs, "Alaudae",
Op. cit., p. 356. L'ultima frase è in tedesco.
[9]
Richard von Krafft-Ebing, Neue Studien auf dem Gebiete der Homosexualität,
"Jahrbuch für sexuelle Zwischenstufen", III 1901, pp. 1-36. (Non
vidi). |