|
|
Lord Arthur
Somerset (Major Lord Henry Arthur George Somerset, 17 novembre 1851
- 26 maggio 1926), è stato un aristocratico inglese, terzo figlio
di Henry Somerset (ottavo duca di Beaufort) e di Lady Georgiana Charlotte
Curzon.
Intraprese la carriera militare, fu scudiero del Principe di Galles (il futuro re Edoardo VII del Regno Unito, di cui fu amico personale), divenendo responsabile delle sue scuderie e infine maggiore della Guardia a cavallo del re. Omosessuale, visse separato da sua moglie dopo che costei l'ebbe sorpreso in compagnia d'un servitore.
Nel 1889 fu implicato nel cosiddetto "Scandalo di Cleveland Street" (un bordello maschile che procurava giovani fattorini telegrafisti a ricchi clienti) nel quale fu identificato come loro cliente col nome di "Mr Brown" dai prostituti interrogati. E un "Mr Brown" si presentò effettivamente dopo il raid alla porta del bordello, da dove la polizia lo pedinò fino a scoprire la sua vera identità. Somerset fu pertanto interrogato
il 7 agosto 1889; benché l'interrogatorio non sia sopravvissuto
si sa che esso portò a richiedere l'incriminazione di Somerset in
base al paragrafo 11 del Criminal
Law Amendment Act del 1885, che puniva i rapporti omosessuali. Essendo
un intimo della casa reale, però, il suo nome era considerato talmente
"sensibile" che sull'interrogatorio fu incollato un pezzo di carta per
coprirlo.
Dopo che la polizia lo interrogò una seconda volta il 22 agosto, Somerset ottenne il congedo dal suo reggimento e il permesso di andare all'estero [3]. A questo stadio delle indagini egli contava ancora di poter sparire dalla circolazione per qualche tempo, in attesa che il polverone si posasse, per poi tornare. Le cose non andarono però secondo i suoi desideri, ed anzi sarebbero via via peggiorate a partire dalla condanna dei ragazzi, avvenuta il 18 settembre 1889, per via d'una campagna di stampa del giornalista Ernest Parke, scandalizzato dalla differenza di trattamento degli imputati a seconda della classe sociale di appartenenza. Lord Arthur andò comunque in Germania, a Bad Homburg vor der Höhe, ufficialmente alla ricerca di cavalli per la scuderia del re, ma fece ritorno in Inghilterra, dove il 30 settembre partecipò ai funerali di sua nonna. Il Principe di Galles (erede al trono) fu informato delle accuse contro Somerset e si dice che abbia reagito dicendo: "Non ci credo. Non ci credo più di quanto ci crederei se ne fosse accusato l'arcivescovo di Canterbury" [4]. Una "soffiata" avvisò però Somerset del fatto che il suo arresto era ormai imminente, e nel mese di ottobre l'inquisito decise che un nuovo viaggio in Francia era opportuno; solo a questo punto il ministro dell'interno autorizzò infine l'emanazione del mandato di arresto, che arrivò il 12 novembre 1889. E il 16 novembre Parke pubblicò apertamente il nome di Somerset in un articolo sullo scandalo.
In esilio A questo punto il viaggio di Somerset si trasformò, per sua decisione, in esilio, verosimilmente sulla base di accordi col governo britannico stilati dal suo avvocato: Somerset rimase fuori dalla Gran Bretagna (anche se nei decenni successivi tentò ripetutamente - invano - di rientrare); in cambio il governo britannico non chiese la sua estradizione alla Francia. Somerset viaggiò fino
a Costantinopoli, Budapest, Vienna, per poi tornare in Francia, dove si
stabilì a Hombourg (Sarre).
Bibliografia Per la bibliografia si veda
quella riportata alla voce Cleveland
Street Scandal.
|
Note
[1] Testo pubblicato in origine su Wikipink, come: Arthur Somerset. Il testo è quello online il 17/09/2012. Il testo di una qualsiasi data successiva può essere stato modificato anche molto rispetto a questo. [2] H. Montgomery Hyde, The Cleveland Street Scandal, Allen, London 1976, pp. 32-3. [3] H. Montgomery Hyde, The Cleveland Street Scandal, Allen, London 1976, p. 35 [4] Citato in: Lord Arthur Somerset, "Henry Poole.com", febbraio 2012. |