Il gay canzonato.
Un elenco di canzonette
a tema l, g, b & t:
di: Giovanni Dall'Orto
1980
<--- 1979
- vai al - 1981
--->
Saggio
sull'omosessualità nella canzonetta (prima metà).
Saggio
sull'omosessualità nella canzonetta (seconda metà).
Schede
di canzonette italiane - 1920-1976.
Schede
di canzonette italiane - 1977-presente:
1980
1980 - Argento, Sonia
- "Supergay"
- (45
giri).
Una fanciulla cerca
di sedurre un tetragono "supergay", che invece non le bada e preferisce
parlare "con lui".
Ma pur di andarci
a letto lei è disposta a tutto: anche al ménage a
tre, se proprio il "supergay" vuole.
1980 - Attivissimo,
Renata - "Il mio ragazzo Alessandra" - (45 giri).
Lamento della fidanzata
d'un uomo col vizietto del travestimento (e questo passi) e che al solito
batte il marciapiede (e questo no). Non si capisce per che motivo in quegli
anni fosse quasi obbligatorio il parallelo "transgenderismo = prostituzione
di strada".
La cosa qui sarebbe
ancora sopportabile (dopo tutto, ognuno è figlio del proprio tempo...)
se la canzone non fosse pure atroce, e la cantante non strillasse
invece che cantare... Fate voi.
"Se non lo avete
capito / il mio ragazzo è un travestito / (...) /
Vende l'amore
per strada / però ne ha tanta. (sic) (...) /
Sei un pagliaccio
di strada / vai a casa da mammà / cambia gonna e vieni qua".
1980 - Banco [del mutuo
soccorso] - "Paolo, Pa' " - da - Urgentissimo.
(Anche su 45 giri).
Dolce e tutto sommato
simpatica canzone sulla vita segreta d'un travestito di provincia:
"Che fai al parco
la domenica / lo sguardo dolceridente / vestito d'angelo assassino / e
poi quel trucco invadente. /
È difficile
da noi in periferia / qui la gente non capisce a fa la spia; / più
discreta, più eccitante la città: / puoi fare una pazzia!".
E dopo averlo riconsciuto
e rimproverato per non aver"lo" mai detto, il cantante, a sorpresa, gli
propone di... "fare una pazzia" assieme!
1980 - Battiato, Franco
- "Prospettiva Nevskij" - da - Patriots.
Una riga accenna
all'innamoramento di Djaghilev
per il ballerino Nijinski.
Questa canzone è stata ripresa nel 1985
da Alice.
1980 - Battiato, Franco
- "Venezia Istambul" - da - Patriots.
Dice di Socrate
che:
"parlava spesso
delle gioie dell'Amore / e nel petto degli alunni si affacciava quasi il
cuore / tanto che gli offrivano anche il corpo: fuochi di / ferragosto".
E poco oltre:
"L'Etica è
una vittima incosciente della Storia: ieri ho / visto due (uomini) che
si tenevano abbracciati in un cinemino di periferia... / e penso a come
cambia in fretta la Morale".
(La specificazione "(uomini)",
fra parentesi, appare nel testo stampato sull'Lp, ma non nel testo
cantato).
Chi volesse divertirsi
a leggere in che modo i fans di Battiato affrontino la presenza della tematica
omosessuale nelle sue canzoni (con le molle, e tanta, tanta retorica) può
dare
un'occhiata qui.
1980 - Bella, Gianni
- "Jesus Christ" - da - Dolce
uragano.
Evocazione d'un personaggio dal bizzarro
soprannome, probabilmente un travestito prostituto.
Non ho trovato alcuna notizia che permetta
di capire se si stia parlando d'una persona veramente esistita, e magari
celebre in un qualche ambito locale (a un certo punto il testo cita Napoli),
o se questo sia un puro personaggio di fantasia:
"Jesus Christ
/ che ballavi nelle balere / come un Jesus Christ; /
ti truccavi tutte
le sere / come un vero gay
(sic) / ...ma donna non sei".
Jesus Christ,
/ che rubavi nella mia vita / ladro! Jesus Christ. / (...)
Jesus Christ,
/ sei vestito di lenzuola come Jesus Christ / e non c'è una donna
sola che ti fregherà".
(e immagino che questa
ultima frase voglia dire che questo tizio non teme la "concorrenza", fra
le lenzuola, da parte di nessuna donna biologica).
Il testo si limita
alla pura evocazione/descrizione del personaggio (capace di "far morire
quaranta cuori") senza lo svolgimento d'una vicenda, per quanto breve.
1980 - Cattaneo,
Ivan - Urlo
di una spia in agguato avant la guerre (3e).
Contiene quattro
canzoni con allusioni o tematiche gay:
-
03 - "Madame-Satan".
Guazzabuglio di
parole in cui appare anche un "Frankenstein gay". Tutto qui.
-
04 - "Polisex".
Una canzone che
teorizza il superamento dei ruoli sessuali e l'androginia, reincisa più
volte da Cattaneo negli anni successivi.
"Il corpo macchina
/ si muove e tu sei / fatto di carne / per i desideri miei. /
Lascia ch'io
morda là, / là dove non vuoi, / e luna acerba / fra le mie
lenzuola sarai /
(...)
E sarai donna
/ e poi comunque sarai / la donna che / fa sempre ciò che non vuoi".
Il brano è stato
riproposto nel 2005 nella Pride
compilation e poi, sempre nello stesso anno, nel Cd Luna
presente.
-
07 - "Cha Cha Che Guevara".
Due piccole allusioni
cifrate in questo testo nonsense: "te quiero revolver del mambo
/ corazon banana mokambo" e "Crisco uh! crisco uh!" (il crisco
è una margarina americana, diventata celebre nel mondo gay perché
particolarmente adatta per il fistfucking).
-
08 - "Extramore".
Fa l'apologia dell'amore
diverso e degli "amanti irriverenti":
"Ma lui / sorrise,
lui, / gettò lo sguardo / sugli amanti irriverenti. /
Disse: lo farò
con voi; / disse: lo farò per voi, / il nuovo amore proverò,
/ per fare crollare noi / amanti stanchi fra di voi".
1980 - Dalla, Lucio
- "Balla balla ballerino" - da - Dalla.
(Anche in 45 giri).
Ambigua (come al
solito nelle canzoni di Dalla) l'invocazione al ballerino ("vieni angelo
benedetto / prova a mettere i piedi sul mio petto"), mentre è
esplicita l'invocazione di fermare un treno per via di un bel ragazzo:
"ferma con quelle
tue mani / il treno Palermo-Francoforte, /
per la mia commozione
/ c'è un ragazzo al finestrino, / gli occhi verdi che sembrano di
vetro; /
corri e ferma
quel treno, / fallo tornare indietro".
Questo modo svagato
di introdurre il tema ha sempre permesso a Dalla veri e propri "coming
out" senza chiasso (culminati infine in Luna
Matana)
1980 - D'Angelo, Roberta
- "Casablanca" - da - Casablanca.
(Anche in 45 giri).
Nominare Casablanca nel 1980 portava di
riflesso alla mente di chiunque due cose: il
film con Humphrey Bogart in impermeabile bianco e l'eterna sigaretta in
bocca, e le cliniche che in quella città s'erano specializzate
nelle operazioni di cambio di sesso prima che in qualsiasi altra città
del mondo, come dimostra la canzone omonima
degli Squallor uscita nello stesso anno, dedicata proprio al tema del
cambio di sesso.
In questo brano la cantante
allude a entrambi gli stereotipi, ma si diverte a farlo in un modo ellittico,
che potrebbe facilmente sfuggire agli ascoltatori d'oggi.
Il testo racconta infatti d'un uomo che:
"Diceva di essersi innamorato innamorato
per un paio di tacchi a spillo / e mutandine rosa rosa mutandine a Casablanca.
/ (...) /
Diceva di essersi illuso a Casablanca
/ per un impermeabile bianco col bavero alzato".
In nessun punto è dichiarato esplicitamente
che la persona di cui si sta parlando è omosessuale, tuttavia il
testo prosegue affermando che l'uomo di cui si sta parlando si era illuso:
"Per un filo di fumo / dalla bocca
al destino, / per un goccio di vita / e un soffio d'amore d'amore d'amore
d'amore".
e questa a me pare un'allusione
alla sigaretta di Bogart, tanto
celebre che ci hanno scritto su dei saggi.
Posso ricordare, come
parallelo, che nella
canzone "Salve o divina! (travestitostory)" di Ivan Cattaneo, del 1977,
appaiono questi inequivocabili versi:
"Tu sei la pantera
più rosa / più bella più scaltra di tutto / di tutti
e di tutte, tu sei, /
tu a Casablanca
/ felice ed ingenua / e non certo per il duro Bogart".
Vedo pertanto nelle
mutandine rosa e nei tacchi a spillo un'allusione ai trans (sono mises
un po' provocatorie!), tuttavia ammetto che forse sto leggendo più
di quanto la cantante abbia voluto metterci.
In effetti, a differenza
degli Squallor, la D'Angelo non intendeva essere esplicita, ritenendo
sufficiente evocare un'atmosfera rarefatta di misterioso intrigo... "alla
Casablanca", appunto. E qui il grande pubblico avrebbe faticato
meno a decifrare un papiro in aramaico che le allusioni lgbt, per cui dubito
che le abbia mai notate qualcuno.
Per queste ragioni
la canzone ha una scarsa importanza per la ricerca di questa bibliografia,
ed è inclusa qui solo per puro scrupolo di completezza.
1980 - De André,
Fabrizio - "Una storia sbagliata" - (45 giri).
Dedicata all'assassinio
di Pierpaolo
Pasolini.
"Storia diversa
per gente normale" ma "storia comune, per gente speciale", "storia
di periferia, con la stazione Termini ai piedi del cuore"...
1980 -
Easy Going - Casanova.
Disco-music
con testo in inglese per un gruppo italiano, a parte il vocalist
Russel Russel (ritratto qui in copertina come novello Casanova). L'Lp contiene:
-
01 - "Every
day, every night".
(Commento
ancora da scrivere).
-
02 - "A
gay time latin lover" (anche
in Ep).
(Commento
ancora da completare). Il
testo dice: "Sei un latin lover dell'epoca gay"...
-
03 - "Day
by day".
(Commento
ancora da scrivere).
-
04 - "Casanova".
(Commento
ancora da scrivere).
-
05 - "You're
all I'll ever need".
(Commento
ancora da scrivere).
-
06 - "Shine".
(Commento
ancora da scrivere).
1980 - Fortis, Alberto
- Tra
demonio e santità.
Se ne vedano i brani:
-
"Al di là della
porta di vetro". Canzone dedicata a un amico. Il testo è ambiguo:
"E tu mi dicevi:
"ho paura, / dimmi almeno se mi aspetterai... / Corri felice, io
non ti tradirò mai".
-
"Prendimi fratello".
Il testo è ambiguo:
"Prendimi fratello
/ prendimi per mano / (...) / e la tua forza mi accompagnerà".
-
"T'innamori". Uno strano
testo, oscuro e ambiguo, in cui si parla a un uomo, minacciando di "lasciarlo"
(forse per castigarlo di non aver saputo scegliere fra un uomo e una donna):
"E t'insegnerò
/ vita che non sai / ad amare lei, / che rimpiangerai, / lei che partirà
/ senza dirti no / ma l'hai voluto tu / e io ti lascerò".
1980 - Graziani, Ivan
- "Dada" - da - Viaggi
e intemperie.
Storia di amore
e droga di Dada per "Ivette senza tette".
"E fu così
che si innamorò di Ivette senza tette / fu un rapporto torbido fra
cugine strette /
Oh! Ivette (...)
/ smetti di bucarti, hai solo quindici anni /
ma non vedi che
ti guardo, ma non senti che ti parlo?".
Dada decide di "guarire"
Ivette, ma rimane presa a sua volta nell'ingranaggio, divenendo drogata
anche lei.
Un po' deprimente,
direi...
1980 - Jannacci, Enzo
- "Silvano" - da - Ci
vuole orecchio. (Anche su 45 giri).
Composta nel 1977
assieme a Cochi e Renato, che
la incisero nel 1978.
Il testo cantato
da Jannacci è diverso, e privo della sezione in cui si allude a
un rapporto (omo)sessuale.
Resta comunque esplicitamente
omoerotica:
"Silvano, mi
hai lasciato sporcandomi / e la storia del nostro impossibile amore / continua
anche senza di te".
1980 - Kaos Rock - "Kekka maledetta" - World
war 3. (Riedito in Cd nel 2004).
L'interesse di questo complesso punk
rock è palesemente concentrato sulla sola musica, dato che le
parole del testo sono poche e ripetute allo spasimo.
Questo brano ha in effetti molte chitarre
e veramente poche parole, limitandosi a invocare una ventina di volte una
"kekka maledetta", verso la quale infine ammette però un interesse:
"Dentro di me / qualcosa già
traspare, sì! /
Forse è amore: / stanotte io
per te sarò un fulmine!"
Auguri per la nottata...
1980 - Kaos Rock - "Trans" - da - World
war 3.
Anche qui l'interesse per la musica sopraffà
quello per il testo, striminzitissimo, che si limita a continuare a ripetere
la domanda "uomo o donna?", per concludere che nella realtà
di un trans la risposta è "donna, donna!".
Tutto qui: sai lo sforzo...
1980 - Le Insolite - "Estate al mare" e "Avanti,
c'è posto" (45 giri).
Un clone delle "Sorelle
Bandiera", che però purtroppo "cantava" per davvero,
e non in playback usando cantanti vere.
Non c'è nulla di gay, neppure un
minimo guizzo di camp, che almeno nel modello originale c'era.
E non c'è nulla di divertente.
A meno che per voi quattro tizi indegni di nota, (mal) vestiti da donna
e imparruccati, siano di per sé fonte di sollazzo.
Spesso la logica del "Se ci sono riuscite
quellellà, perché noi no?", è cattiva consigliera...
1980 - Liberovici, Andrea
- Liberovici.
Un Lp un po' immaturo,
in cui appaiono fremiti d'una "diversità" frettolosamente camuffata
da desiderio di "sesso tous-azimuts". Del resto qui il giovanissimo
autore sembrerebbe amare più l'eroina che gli eroi...
Si vedano soprattutto
le canzoni:
-
"Carino carina". Il
testo dice fra l'altro:
"Hei carino dai
/ vieni, vieni qui con me, / hei carina oh / vieni, vieni insieme a me
/ (...) / voglio far l'amore insieme a te".
Una botta al cerchio,
ed una botta-e-via alla botte, insomma...
-
"Tira, tira, tira".
Il testo invita: "Tira i pisellini / ai tuoi quattro fratellini".
-
"Padre Pio". Considerato
il contesto goliardeggiante, assumono un significato chiaro parole apparentemente
innocue come:
"è così
dolce il tuo ricordo / è così dolce come mille uccelli"...
1980
- Louis e Loran - "Gay". (45 giri).
Di tanto in tanto
spunta, nel mondo gay, qualche personaggio (di solito, qualche "caso umano")
che emotivamente sente l'impulso irresistibile di urlare al mondo il suo
diritto a esistere, pur non possedendo gli strumenti culturali, politici,
artistici o di qualsiasi altro tipo per farlo. Louis e Loran appartenevano
a questa categoria.
Il loro coming
out, pur essendo innegabilmente lodevole per l'epoca, è stato
uno di quelli di cui la Causa gay avrebbe potuto benissimo fare a meno,
anzi... Per fortuna all'epoca non c'era né "Amici" né
"Il grande fratello", quindi a differenza di quanto accadrebbe oggi
nessuno s'è mai accorto che l'avessero fatto.
Sì, perché,
ccioè, al limite, cioè, no?, il testo sarebbe di questo livello
qquà:
"Tu sei donna
come me / tu non sai chi sono io / sono gay sai perché? / sono io,
sono io! //
La mia vera identità
(sono gay sono gay) / l’ho nascosta, sai perché?, (sono gay sono
gay) / sono gay sono gay: / non riesco a far l’amor con lei".
E già sul fatto
che essere un gay non significhi avere la capacità di rendere felice
un lui, bensì solo l'incapacità di rendere felice una lei,
avrei un bel po' di obiezioni da fare. Non è questione di sfumature,
ma proprio di approccio filosofico: definire l'omosessualità come
l'incapacità a far qualcosa anziché come la capacità
a fare qualcos'altro, è già denigratorio. Anzi, omofobico.
Perché dire
alla ex fidanzata "tu sei donna come me" va bene se si sta scherzando
con un'amica "frociarola", ma in una canzoncina-manifesto la frase è
un attimino fuori luogo. Il gay che si sente donna non è infatti
un gay: è una trans, tanto per mettere i puntini sulle
zeta.
Louis e Loran rappresentano
insomma tutti i gay che pur "sentendo" emotivamente l'ingiustizia dell'oppressione
da loro subita, intellettualmente ragionano ancora con le categorie mentali
dei loro oppressori, giudicando se stessi (e passi) e gli altri gay (e
questo invece, no!) sulla base delle categorie omofobiche.
Questi sono i soli
gay che oggi come oggi passano in tv, specie nei realities. Ma,
ripeto, è dubbio che il loro viscerale coraggio ottenga i risultati
a cui emotivamente mirano, dato che poi le loro stesse parole lanciano
siluri e bombe contro le loro aspirazioni...
Post scriptum:
la canzone è cantata in modo atroce: sembra un coretto dell'oratorio.
E forse anche questo ha influenzato un pochino il mio giudizio...
1980 - Malgioglio,
Cristiano - "Ma
va'" - (45
giri).
Si dice in giro
che un nuovo amante [e che si tratti di un uomo lo rivela il verso "ne
ho avuti (sottinteso: "di uomini"), prima di te"], vero stallone,
stia spompando nel letto l'io narrante.
Che sciocchezza!
Semmai è l'io narrante il vero spolpatore: ha la coda di
spasimanti dietro, dato che "lui piace".
E poi, altro che
stallone, se l'io narrante tira fuori il suo aspetto da pantera
(giuro, dice proprio così!) lo stallone finirà graffiato,
domato e vestito di rosa, come una femminuccia!
Insomma, siamo alla
sceneggiata di: "Mezzafemmena vs. Maschione Verace (Ma Non Troppo)":
"Si dice in giro
che tu / mi stai sfinendo e mi consumi, / mi porti a letto con te / ma
insieme a te, no, non è comune. /
Ma sì:
/ ne ho avuti prima di te, / con tante rose per me... / (...)
/
Ma che vorresti
di mio? / Resto pantera, sì, io, / e se ti graffio si sa / ti vesto
in rosa, mi sa".
Puro delirio camp.
O forse kitsch (in Malgioglio la linea non è mai molto chiara,
dato che non si capisce mai se "ci fa", come richiede il camp, o
se davvero "ci è", com'è tipico del kitsch).
1980 - Mastelloni,
Leopoldo - "Ambiguità" - (45 giri).
Scialba canzonetta
italian-napoletana, anche qui con la solita menata dell'ambiguità,
che tanto andava di moda pur di evitare un onesto coming out.
E mi sfugge in cosa
consisterebbe l'ambiguità in qualcuno che si pitta esplicitissimamente
la faccia come la peggio femmenella smandrappata:
"Ambiguità
/ così non va / le labbre rosse per l'avidità /
chi vale zero
/ col trucco nero / dietro la maschera scomparirà".
1980 - Mastelloni, Leopoldo
- "M'o' ddà" - da - Quand'ero un neomelodico.
Versione in napoletano
(piuttosto stretto) di "Padam, padam" di Edith Piaf.
La canzone parla
dell'amore per un uomo da parte di una donna.
L'uomo amato parla
male dell'io narrante, dice che è brutta, ma poi torna ad andare
a letto con lei: "Non è ammore, / ma 'e vase me ddà".
La circostanza a
mio personale parere spinge a sospettare che chi parla sia un femmenello,
anche per la crudezza del linguaggio usato, non proprio da signora, come
nella frase che dà titolo alla canzone:
"M'o' ddà,
m'o' ddà, m'o' ddà / pure si ogni vota che 'o ffa / dice
ca isso tene assai schifo 'e me".
Ovviamente potrei sbagliarmi,
anche perché non ho capito una parte consistente del testo. Ma nel
dubbio, intanto segnalo.
1980 - Mastelloni, Leopoldo
- "O' Milord" - da - Quand'ero un neomelodico.
Versione in napoletano
di "Milord" di Edith Piaf.
La canzone è
cantata al femminile e racconta il desiderio d'una prostituta per un uomo
bellissimo e molto distinto, e per questo soprannominato "'O Milord".
Ma ecco la sorpresa:
"Mo' sto sott'a
'nu lampione, / ma ero 'nu guaglione / ca tanto tempo fa / lu faciste ballà
/ (...) /
Ma io non songo
bella, / i' songo... femmenella".
E alla luce di questa
rivelazione assume un altro significato la dichiarazione:
"voglio sta'
inzieme atté / pecché si' cumm'ammè".
Alla fine l'agognato
Milord, dopo averlo a lungo e ostentatamente ignorato, si ferma a cercare
l'io narrante, e lo bacia in bocca.
Ma a questo punto
è l'io narrante a respingerlo, dicendogli: "Vattenne / (...)
/ Addio, anzi adieu, Milord".
A quanto pare i
personaggi di Mastelloni trarrebbero giovamento da quattro chiacchiere
con uno psichiatra....
1980 -
Melissa - "Un
po' gay" (45 giri).
(Nota:
questa "Melissa" non va confusa con "Melissa di Belfast", altra
cantante di quel periodo).
Questo
disco bizzarro è decisamente audace, per quegli anni.
Si
basa sul fatto che l'io narrante ha un capriccio piuttosto originale: desidera
andare a letto con un uomo "un po' gay", presentato peraltro in modo stereotipato,
quale damina di compagnia con la quale spettegolare e parlare di trucchi
(non è chiaro se prima o dopo il sesso):
"Chissà
se un uomo un po' gay / nella mia vita vorrei /
ecco
un'esperienza che non guasta mai".
Ma una
volta ottenuto quel che cercava, alla fine l'io narrante conclude che non
ne valeva la pena:
"E
far l'amore senza esagerare / senza cattiveria, è più una
cosa seria: /
certo
che a un uomo un po' gay / non posso dare che un sei: /
ecco
un'esperienza che non rifarei".
1980 - Pupo - ''Firenze S. M. Novella'' -
45 giri.
Descrizione della stazione di Santa Maria
Novella a Firenze, compresa
"Una signora senza suo marito: / la
guardo bene, è solo un travestito".
1980 - Rettore,
Donatella - "Gaio"
- da - Magnifico
delirio.
Donatella Rettore
si diverte qui con le rime sdrucciole e le filastrocche (apparentemente)
sciocche e nonsense, per parlare di gayezza senza che l'ascoltatore
distratto (cioè il 99% degli eterosessuali) se ne accorga.
"Gaio" è
in italiano (anche) un nome maschile. Certo, è un nome ampiamente
fuorimoda, però la canzone si diletta di tali toscanismi arcaici
(agoraio, posteggiaio) che è impossibile capire al primo
ascolto se il termine vada inteso con la maiuscola o senza. Il che è
proprio ciò che vuole Rettore.
Alla fine però,
aggirandosi nel labirinto dei versi (che ammiccano tutti, ma senza mai
costruire un discorso consequenziale) si capisce che questo Gaio ha gusti
tali che forse mammà avrebbe fatto meglio a battezzarlo Travestaio:
"Fuma la donna
di plastica bionda / si perde un giro e salta la sponda; /
ma lo stesso
amo il suo corpo infernale / se è gaio, che è gaio: è
una donna artificiale!".
(E per chi fosse troppo
giovane per saperlo, ricordo che "altra sponda" era un eufemismo
assai diffuso negli anni Sessanta per indicare l'omosessualità).
1980 - Squallor - Tromba.
In questo Lp, per
la tematica lgbt si vedano le canzoni:
-
"Casablanca".
La città
marocchina di Casablanca divenne celebre, negli anni Settanta, perché
lì operavano i chirurghi che effettuarono le prime operazioni di
riattribuzione di sesso, all'epoca proibite dalle leggi dei Paesi occidentali
ma non da quelle marocchine. "Andare a Casablanca" divenne quindi
un sinonimo di "subire un'operazione di riattribuzione chirurgica del sesso".
Come loro solito gli Squallor affrontano
l'argomento in modo crudo e goliardico, ma anche surreale fino alla demenzialità.
L'io narrante ci fa sapere che:
"Da quando sono
stato a Casablanca / grandi problemi al cuore non ho più: / m'hanno
levato quello che mi manca, / ma non importa, tanto ce l'hai tu!"
Purtroppo anche qui,
una volta di più, condizione transessuale e prostituzione vengono
trattate come se fossero la stessa cosa:
"Chi sa com'è
invidiosa la Tamara! / Con i clienti che gli (sic) porto via...
/ Gli son rimasti un vigile, un barbiere / e un pensionato della ferrovia".
Nel finale la canzone
svolta nel surreale, immaginandosi un "inconveniente" non previsto:
"Da un po' di
giorni sembra primavera: / mi sta spuntando un coso... che sarà?
/ Forse l'operazione è andata male? / E dire che sembravo la Carrà!"
-
"Tromba".
Delirante avventura
tragico-finocchiesca in quel di Spagna sulle note di "Fiesta" di Raffaella
Carrà.
Un masochista omosessuale
spagnolo,abbandonato dal suo "toros", Fernando, spera in un'avventura
con un finanziere, e invece trova chi gli "fa male" davvero. Decisamente
splatter...
Non ne cito i versi
perché sono un po' troppo espliciti, ma il delirio è assicurato.
-
"Tutto il morto minuto
per minuto".
Canzone contro la
violenza negli stadi, che finge che il vero risultato delle competizioni
sportive sia il numero di morti sugli spalti. Al solito, il delirio degli
Squallor introduce temi e battute che non c'entrano nulla con quello principale,
come laddove il cronista afferma: "Vi parlo dagli spogliatoi, qui sono
tutti nudi... si baciano tra di loro, non so perché...". Nient'altro
di più esplicito di così.
1980 - Tozzi, Umberto
- "Stella stai" - da - Tozzi.
(Anche come 45 giri).
Per fare una rima
insulsa la canzone usa a sproposito la parola "gay" (parlando di una stella
nel cielo):
"Polaroid, stella
stai / dolce vento di foulard / visto mai, visto mai / che mi sospiri di
più, / che mi sospiri di blu. /
Stai, stella
stai, come lei, / meno donna, un po' gay".
Chiedo scusa sir,
e ciò cosa vorrebbe dire?
In aggiunta, i curatori
del canale Youtube "Le introvabili" mi fanno notare che:
1980 - Zero, Renato
- "Profumi balocchi e maritozzi" - da - Tregua
I. Riedito anche in Puro
spirito (2011).
Un folle divertissement,
assolutamente camp:
"Trovami un marito,
mammà, / trovami un marito tu! / Non ho più appetito, / sono
assai avvilito, mammà".//
"Io vorrei un
uomo tutto mio! / (...) / vorrei un marito che non c'è /
mentre poi, sul seno mio / stringerò il solito ritratto di Delon!".
Comunque,
"se solo io mi
stancherò, / a un camionista mi darò!".
Paradossalmente, nella
sua demenzialità questa canzone è molto più azzeccata,
in quanto "inno gay", di quanto non sia la bolsa "Onda
gay".
Ed è stupefacente
notare quanto fosse disposto a compromettersi questo cantante quando il
piano era quello del camp, mentre rendeva ben poco laddove provava
ad essere serio.
(Il che peraltro,
ben considerando 'o zpezzore 'ntellettuale e 'a gramatica de 'e canzoni
sua, ao', nun è che cce stupisca assai...).
1980 - Zero, Renato
- "Santa Giovanna" - da - Tregua I.
A quanto mi risulti,
questa è la sola canzone di Zero a nominare (e solo di passata!)
il lesbismo.
Il testo è
scombinato, e sgrammaticato al limite dell'incomprensibilità, comunque
con un poco di sforzo è possibile decifrarlo:
"Va', donna,
va'! / (...) /
Quanta paura
ti fa, / quello che il mondo dirà! /
Quell'etichetta,
non c'è via di mezzo, / è pettegolezzo, è mania! /
Sgualdrina, lesbica,
o figlia di Maria! / La gente sa... / ma che ne sa?"
Tutto qui.
1980 - Zero, Renato
- "Onda gay" - da - Tregua
II.
Questa è
la canzone in assoluto più esplicita di Renato Zero sulla
tematica gay: un vero inno all'orgoglio omosessuale...
Peccato perciò
che abbia una musica scontata, scritta "con la mano sinistra", e che il
testo risulti piatto e retorico. Probabilmente il terrore di compromettersi
troppo ha paralizzato l'autore, impedendogli di dire qualcosa che non fosse
assolutamente banale (e si noti l'ostentata presa di distanza ottenuta
rivolgendosi al "gay" usando sempre il "tu" e mai il "noi").
Per me che non
amo Renato Zero è però comunque giusto ammettere che almeno
la buona intenzione ce l'aveva messa: dopo tutto stiamo parlando del 1980,
ed aspettarsi "Born
this way" di Lady Gaga già all'epoca sarebbe stato un po' troppo:
"Scendo in piazza
con te. Mi voglio sfogare! / Via quel marchio che hai, grida chi sei! /
(...) /
Rompi gli argini
e vai... che puoi! / (...) /
Togli le sbarre
alla tua cella! / Ieri tu eri il nulla! /
Secoli di buio
dentro te, / solo con la tua voglia! /
E gli sguardi
ironici di chi / veste in doppiopetto, ma non sa /
che è
a colori il mondo, / lui che in grigio va...".
Walter Farina ne
ha cantato una cover nel 2011.
<--- 1979
- vai al - 1981
--->
Inedito.
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