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Il gay canzonato. Parte 3
Un elenco di canzonette a tema l, g, b & t  (1920-1976).
di: Giovanni Dall'Orto


Prima parte - Saggio sull'omosessualità nella canzonetta (prima metà).
Seconda parte - Saggio sull'omosessualità nella canzonetta (seconda metà).
Elenco di titoli dal 1920 al 1976.
Elenco di titoli dal 1977 in poi.


Indice
 
Prima del 1956        
1956/1959        
1960        
1961        
1962         
1963        
1964        
1965        
1966        
1967        
1968 
1969 
197 ??    
1970        
1971        
1972        
1973        
1974        
1975        
1976 
         
Dal 1977 in poi
 

Prima del 1956

1901 - Guerrini, Olindo - "Bel paese l'Italia".
Questo testo è segnalato come canzone anticlericale dal sito "Ildeposito.org", che la data a prima del 1870, mentre invece è una poesia del poeta "scapigliato" Olindo Guerrini e allude a eventi del 1901.
Ignoro dove sia apparsa in origine, ma online c''è il .pdf de ''L'azione socialista'', che ne pubblica il testo il 21 febbraio 1904.
Non ho trovato alcuna prova del fatto che questa "canzone" sia mai stata musicata. [Chi fosse in grado di fornirmene qualcuna farebbe cosa gradita contattandomi]. Quindi forse questo mio è solo un "falso allarme".

Il testo s'apre con l'accusa scherzosa, rivolta alla Francia, d'aver riempito l'Italia di preti sodomiti, in fuga dalle sue nuove leggi anticlericali:

Nel testo non appaiono altre allusioni all'omosessualità, a parte questa.

1907 - Cesare Picchi - "Un brutto fatto all'Incisa".
Canzone da cantastorie su un fatto di cronaca (pedofilia omosessuale).
Finora ne è riemerso solo il testo, che ho ripubblicato, commentandolo, qui.


192_ e 1972 - Anonimo - "La cüra del caimacà".
Canzone da café chantant, anni Venti, parzialmente in milanese, un po' nonsense e fitta di doppi sensi sessuali. Ripresa nel 1972 da: Magnaghi, Rodolfo (Rudy) nell'Lp: Rudy fortissimamente Rudy.  Il titolo si spiega quando si sa che:

Descrittene le caratteristiche, il cantante consiglia:

192_ e 1972 - Anonimo - "La ghiandola". Canzone da café chantant, incisa nel 1972 da: Magnaghi, Rodolfo (Rudy) nell'Lp: Rudy fortissimamente Rudy.

Canzone di varietà degli anni Venti, contemporanea alla scoperta della funzione degli ormoni sessuali (qui cita la presunta cura-miracolo di Sergej Voronoff: che prometteva di ridare la giovinezza con trapianti di ghiandole animali...).
Il testo racconta che, dato che è stata scoperta la ghiandola che ridà la virilità, la moglie esige che il marito se la faccia trapiantare.
Il risultato è fenomenale; purtroppo però il marito inizia anche ad abbracciare tutti gli uomini che incontra per la strada....
E si capisce il motivo quando si scopre che il chirurgo la ghiandola


1930. Giuseppina Urridi - "Rosa amada", 78 giri.
Questa canzone su 78 giri m'è stata segnalata via... facebook da un collezionista e non ho nessun'altra informazione in proposito.
Mi è stato comunicato dal mio informatore che fu "incisa su 78 giri da Gelsomina Urridi, e il testo (scritto da lei) più o meno diceva:

[Chi avesse copia di questa canzone è pregato di contattarmi].


1947/1949 - N. Bardelle - "La canzone dell'uomo-donna".
Il testo ci è stato tramandato in quanto appare su un foglio volante di cantastorie, stampato a Bologna nell'immediato dopoguerra (contenente la canzone "W il 29 classe atomica", che celebra una classe di coscritti diciottenni, quindi scritta nel 1947, mentre una canzone che celebra la terza vittoria di Fausto Coppi nella Milano-Sanremo ci porta al 1949). La musica su cui era cantato è quella di "Osteria numero sette".
Non ho idea se sia mai stata incisa -- probabilmente no, come la massa delle canzoni dei cantastorie (però... chissà!).
Il testo inizia con i versi: Ho messo online qui nel mio sito la trascrizione.




1956-1959

Nota: da qui in poi per le canzoni di cabaret (le uniche a cui prima del 1969/70 venisse concesso all'epoca di trattare di o alludere all'omosessualità, in virtù del pubblico estremamente ristretto), l'anno indicato sarà quello di prima incisione. Ma all'epoca la logica era invertita rispetto a quella attuale: la canzone veniva prima eseguita dal vivo, anche per molti anni, per poi essere incisa su vinile, quando era ormai "collaudata" dal pubblico ed era ormai entrata nel "repertorio" del cantante. Quindi queste canzonipossono essere in effetti più vecchie di quanto non appaia dalla data di prima pubblicazione.
Ciò vale per le canzoni di Katyna Ranieri, I Gufi, Franco Nebbia, Gli ombrelli/Didi Martinaz, Milly, Nanni Svampa, Beppe Chierici ed altri ancora.



1956/1960 - Ghigo Agosti - "Coccinella". Edita in 45 giri nel 1959, poi riedita (in versione diversa) nel Cd - AA.VV.,  Emozioni in musica - De Agostini 1997.

La canzone, a ritmo di rock-and-roll, fu scritta nel 1956, incisa nel 1957, commercializzata nei soli juke-box nel 1959 e infine messa in vendita al pubblico solo nel 1960.
Tanta prudenza si giustifica col fatto che s'ispira alla transessuale francese Coccinelle, fra le prime persone al mondo a sottoporsi a un'operazione di riattribuzione di sesso. Il 45 giri vendette oltre un milione di copie, però Ghigo per punizione fu da quel momento in poi bandito dalla RAI (che all'epoca aveva il monopolio delle trasmissioni radiofoniche!) per il testo, che contiene versi come:

Questa canzone è stata reincisa da Ivan Cattaneo, nel 1981, col titolo "Coccinella (il primo travestito)", nel Cd - 2060 Italian graffiati. Cattaneo ha però rimaneggiato in parte il testo.


1960

1960 - Bindi, Umberto - "Il nostro concerto" (45 giri, poi nell'Lp - Umberto Bindi, Ricordi 1961).
Il testo non allude mai al sesso della persona amata, però dopo aver fatto coming out Bindi rivelò che la canzone era stata scritta per la morte dell'uomo da lui amato. A ciò allude il testo quando inizia rivolgendosi alla persona amata con un: "Ovunque sei": Questa canzone è stata reincisa negli anni da molti altri artisti, fra i quali Franco Simone, Claudio Baglioni e Orietta Berti (1997), Marco Mengoni (2009), Gigi D'Alessio e Claudio Baglioni (2010).


1960 - Ranieri, Katyna, "La dolce vita" - Canzone del 1960 (su musica di Nino Rota!), incisa nel 1984 nell'Lp della stessa Ranieri - Concerto per Fellini.
Nel descrivere la fauna corrotta e fatua della Via Veneto della "dolce vita" romana, si cita il fatto che Per i più giovani, specifico che "amico" era un eufemismo molto usato in quegli anni per dire "amante".




1961

Per ora, nessuna canzonetta da segnalare.




1962

1962 - Bullo, Fred; Trama, Mario & gli Sprint boys - "Il terzo sesso" - (45 giri).

Canzoncina rocchenròll che esprime in poche parole tutti i pregiudizi di un'epoca, lamentando (ipotizzo: come reazione moralistica allo scandalo dei "Balletti verdi" scoppiato esattamente in quell'anno?) che il "terzo sesso" oggigiorno stia dilagando ovunque. Del fenomeno viene incolpato, senza tanti giri di parole, "il progresso".
Curiosamente, il testo sembrerebbe assai più vecchio, per via d'un linguaggio arcaico da anni Quaranta, con riferimenti ai cinemà (pronunciati alla francese), o ai bar tabarin (che nel 1962 erano già un reperto archeologico). Segno questo d'una "vecchia Italia", quella fascista, che aveva trovato il modo di sopravvivere uguale a se stessa per tutto il primo dopoguerra, e della quale proprio scandali come quello dei "balletti verdi" annunciavano la fine ormai prossima.

Ovviamente la sola omosessualità che qui importi e preoccupi è quella maschile... ma in ciò, tanto di guadagnato per le donne lesbiche.
Altrettanto ovviamente, non sorprende minimamente il fatto che la descrizione degli appartenenti al "terzo sesso" sia quella stereotipata di "affeminati" (altro termine arcaico!) che "fanno mosse come dive al cinemà":

Ammetto però che meriterebbe un premio l'allusione proibitissima al coito orale contenuta nel doppio senso della frase "è di gran moda / tra maschi e maschi vampirizzarsi".


1962 - I Peos - "Balletti Verdi" - (45 giri - lato a, e lato b).
Canzonincina sullo scandalo dei "Balletti verdi" a Brescia, che in qualche modo sembra avere "sdoganato" il tema, almeno nell'àmbito del cabaret, vista la produzione che improvvisamente fiorì negli anni successivi.
Anche qui, come nella canzone precedente, predomina lo stereotipo più scontato: siamo di fronte a una vera e propria aggressione contro un soggetto facile da colpire perché non osava ancora difendersi:


1963


1963 - Negri, Gino - "Ti ha detto niente la tua mammina?".
Delizioso tango, cantato al maschile da Negri nel suo spettacolo di cabaret, e inciso da Milly nell'Lp - Milly 1, del 1965 (e ripubblicato ancora nell'Lp di Milly - Tante storie d'amore e di follia, nel 1974).
Ovviamente se cantato da una donna assume una valenza eterosessuale, anche se poi non è molto verosimile la frequentazione d'un giovane prostituto da parte d'una signora...

La canzone descrive maliziosamente la perfetta seduzione d'un ragazzo, finto ingenuo ma non troppo, che è disponibile ad avventure sessuali, ma solo lasciando un vuoto nel... portafoglio:

Non so se esista un incisione della versione cantata da Gino Negri. [Chi ne avesse copia è pregato di contattarmi].


1963 - Perry (Gian Pieretti) - "Uno strano ragazzo" - (45 giri). Riedita nel 2011 nel Cd: Se vuoi un consiglio.
Che il ragazzo di cui parla questa canzonetta (musicalmente mediocre) sia omosessuale, lo rivela il fatto che "se gli parli di qualche ragazza / risponde sempre: "Non fa per me".
L'autore ha usato tutti gli stereotipi che descrivono la persona omosessuale come una femminuccia, delicata al punto da non sopportare neppure una stretta di mano un po' virile. È una specie di bambolina di porcellana: Senza volerlo però la canzone ha anche delineato una realtà costruita attorno all'imperativo d'una "eterosessualità obbligatoria" nella quale non c'era posto per qualcuno che avesse sensibilità "diverse" (e dieci anni dopo Pieretti avrebbe dedicato un intero Lp - primo in Italia - a descrivere la condizione di solitudine della persona omosessuale in quel contesto).
Gli amici del ragazzo osservano che "non viene mai con noi al caffè", però noi non fatichiamo ad immaginare che razza di spasso sarebbe stata una serata con loro passata a sentir parlare, nell'ordine, di fi*a, di fi*a, e di fi*a.
Eppure (proprio come il personaggio della "mamma del gay" di Franca Valeri, che risale proprio a quegli anni), Insomma, la canzone è una specie di variazione più garbata sul tema del ritornello goliardico "E lui è un bravo ragazzo..." ("...peccato che sia un culattòn").




1964

1964 - I Gufi - "Ho preso un granchio" - da - I Gufi. Anche in: Facciamo cabaret con i Gufi, 1999.
Cabaret.
Piccolo limerick-catalogo di donne equivoche che non sono ciò che sembrano, per cui succede che:



 
1965

1965 - Martinaz, Didi, "El Fidelio", in: Al cabaret con Didi. Reincisa nel 1973 come "Il Fidelio", da Gli Ombrelli, nell'Lp - Dall'isola di Wight a Olimpia 2000, nonché in un 45 giri dallo stesso titolo, 1973.
Comica canzone di cabaret in milanese, in cui una madre ingenua enumera le doti del figlio omosessuale senza rendersi conto che tutte (per esempio il suo entusiasmo "patriottico" per i militari) rivelano la sua "diversità".




1965 - Gli ombrelli - "Un po' per ridere". Canzone di cabaret, del 1965, incisa nell'Lp - Gli ombrelli, 1971. Reincisa nel 1981 da Didi Martinaz, l'autrice del testo (su musica di Lino Patruno) nonché vocalist de "Gli ombrelli", nell'Lp - Didi Martinaz. (Questa edizione, apparsa in: Al cabaret con Didi (1965) non contiene ancora, prudentemente, l'episodio omosessuale, che apparirà per la prima volta solo nella versione incisa da "Gli ombrelli", nel 1971 (vedi)).




1965 - Nebbia, Franco - "Chanson verte" - da - Una sera al Nebbia club. Riedita come "Canzone verde" nell'Lp - L'amore è una cosa pericolosa, 1973.
Una "canzone d'amore" (con sorpresa). Il protagonista aspetta con impazienza che la persona da lui amata termini il lavoro per poterla vedere, e parla con romanticismo della loro coabitazione.
Con una scheccata finale ("ohhh, Aaaldoo!") arriva però la "sorpresa": la persona amata è un uomo.

Perché la sorpresa funzioni la canzone ha bisogno d'un pubblico particolarmente ingenuo, dato che la sorpresa è annunciata fin dal titolo (il francese "verte" è sì allusione colta alla "langue verte", cioè al linguaggio sboccato, ma negli anni Sessanta "verde" era soprattutto parola in codice per "omosessuale": si pensi ai celebri "balletti verdi"). Ed anche nel ritornello: "siamo tipi un po' così" (e "così" era all'epoca eufemismo per "omosessuale").
Eppure la ripresa del 1973 suscitò l'entusiasmo della neonata rivista gay "Homo", secondo cui questa satira/valzer scritta da Enrico Waime

Morale: ciò che può sembrare un po' squallido oggi, all'epoca poteva anche apparire addirittura "rivoluzionario".

1965 - Nebbia, Franco - "Il successo" e "W la natura" - da - Una sera al Nebbia club. (Cabaret).
È arrivato il successo per Nebbia e le malelingue sparlano. Ora che è "arrivato", a furia di frequentare attori e scenografi, "che sia diventato 'nu poco recchione?".
La sua risposta è una serie di cinque canzoni-flash, "W la natura" una della quali è intitolata "Contronatura":

Si commenta da sé.


1965 - Pisu, Silverio - Silverio Pisu canta i poeti d'oggi.
In questo Lp Pisu musicò, incredibilmente, ben quattro poesie omoerotiche di Sandro Penna, scelte fra le meno "compromettenti" ma non fra le meno esplicite. Il risultato è gradevole e interessante, audace per quegli anni, appena appena offuscato dalla non perfetta capacità canora di Pisu.
Le quattro poesie sono:

1965 - Svampa, Nanni - "El gorilla"- da - Nanni Svampa canta Brassens.
Cabaret.
Traduzione in milanese della celeberrima canzone "Le gorille" di Georges Brassens, che risale al 1952 (!). Fu reincisa anche da De André, in italiano, nel 1968.
Nella canzone un gorilla fuggito dallo zoo per la foia, posto di fronte a una vecchietta ed un giudice per soddisfare la sua libidine, non ha esitazioni: il giudice. Verso il quale dimostra la mancanza di pietà che il giudice aveva dimostrato nel condannare a morte un poverocristo.





 
1966

Per ora, nessuna canzonetta da segnalare.





 
1967

Per ora, nessuna canzonetta da segnalare.




1968

1968 - De André, Fabrizio - "Il gorilla" - dall'Lp - Volume III.
Traduzione, questa volta in italiano, della canzone di Georges Brassens.


1968 - I Gufi - "La mamma del giglio" - da - Il cabaret dei Gufi n. 3.
Canzone umoristica di cabaret.
Una madre piuttosto brava a rimuovere gli aspetti della realtà che non le piacciono piange davanti a un commissario di polizia la morte del figlio, ragazzo senza difetti (un vero giglio!) e con al più qualche hobby, come quello di... travestirsi da donna e uscire così la sera.
In una di queste uscite è stato però ucciso da un... "maniaco sessuale".
1968 - I Gufi (Nanni Svampa) - "Si chiamava Ambroeus" - dall'Lp - Il cabaret dei Gufi.
Cabaret. Racconta di Ambroeus, travestito sfigatissimo che fa l'entraîneuse per spingere i clienti a bere in un trani (osteria) miserabile. Di fronte ai miseri guadagni della sua percentuale la conclusione sconsolata è:
1968 - Pietrangeli, Paolo - ''Repressione'' (45 giri).
Canzone sulla condanna di Aldo Braibanti.
Commento ancora da scrivere.





 
1969

1969 - Chierici, Beppe - "Le trombe della celebrità" - da - Chierici canta Brassens.
Traduzione italiana di una canzone di Georges Brassens del 1962 - "Les trompettes de la renommée".
Presa in giro degli uffici di P.R. delle case discografiche, a sentire i quali, secondo Brassens/Chierici, varrebbe la pena di farsi passare per "ricchione" pur di far parlare di sé: Nanni Svampa ne ha inciso nel 1977 una versione in milanese - "Tromboni della pubblicità".


1969 - De Luca, Pupo, "Allucino e il gigante Fottia", in: (AA.VV.) Il cabaret. Canzoni e personaggi del teatro cabaret di oggi. Anche in: Pupo De Luca, Il frottoliere di Pupo De Luca, s.d.
Testo di cabaret (recitato) che ri-racconta la storia di Pollicino usando un grammelot che deforma l'italiano per mezzo di assonanze e anagrammi.
Il gigante Fottia è "un orco spaventoso e anche un po' ulattone" che quando sente odore di Pollicino e dei suoi fratelli dice: "ucci ucci, sento odor di pistolucci", e quando scopre i bambini dice loro: "Coraggio triccoli, uscite di lì, che gioegum al dutùr! [giochiamo al dottore, N.d.R.]".



1969 - Mina - "Un'ombra" - (45 giri). Poi nell'Lp - Del mio meglio, vol. 1.
Dopo un anno di separazione una donna torna a cercare l'uomo che aveva lasciato.
Ma ha una sorpresa: La chiave di una possibile lettura gay sta in quel "qualcuno"... Ed essendoci fra gli autori del testo Paolo Limiti, l'ambiguità non può che essere voluta.


1969 - Monico, Rita - "Quelli", 45 giri (editore EUR, Milano).
Questa canzone m'è stata segnalata, ma non ho mai potuto ascoltarla né vedere di persona una copia del 45 giri.
Mi è stata descritta come "Un appello (con parole di Umberto Bindi) a favore delle persone omosessuali, che all'epoca riuscì ad essere trasmesso anche dalla Rai".
[Chi avesse copia di questa canzone, o informazioni più esatte, è pregato di contattarmi].


1969 - I Ribelli - "Obladì Obladà" - (45 giri).
Cover italiana della omonima canzone dei Beatles: la segnalo non per quel che contiene ma al contrario per quel che la traduzione ha fatto sparire: l'ambiguissimo doppio verso finale, che diceva: Desmond stays at home and does his pretty face / And in the evening she's a singer with the band. "Desmond sta a casa e si trucca la faccia / e alla sera lei è la cantante del complessino" (dove non era chiaro se "lei" si riferisse a Desmond truccato da donna, o a sua moglie).
La stessa censura avviene nella cover di una certa Tihm (1969).
(La canzone ebbe ulteriori cover da parte dei "I nuovi Angeli" e del "Complesso Junior" con Gionchetta come vocalista, nonché di Danvox, nessuna delle quali ho finora ascoltato).


1969 - Trincale, Franco e trio Marino - "Il ragazzo scomparso a Viareggio - I" - (45 giri).
1969 - Trincale, Franco e trio Marino - "Il ragazzo scomparso a Viareggio - II" - (45 giri).
1969 - Trincale, Franco e trio Marino - "Il ragazzo scomparso a Viareggio - III" - (45 giri).

Ultima propaggine della tradizione dei "cantastorie" che commentavano in musica i fatti di cronaca, questo trittico racconta la scomparsa di Ermanno Lavorini, un ragazzino ucciso durante un maldestro tentativo di sequestro di persona per finanziare un gruppuscolo di ultradestra, ma ritenuto a lungo vittima di un pedofilo omosessuale.
Uno degli accusati, messo alla gogna da stampa e televisione, si suicidò prima che emergessero i veri colpevoli.

Su Youtube appare anche un'altro brano sullo stesso tema, 
1969 - Montez, Carlo - "La tragica morte del ragazzo di Viareggio",
ancora una ballata da cantastorie, che si limita a riassumere i fatti di cronaca come riportati dalla stampa e dalla Tv.




197..?

Qui di seguito elenco alcune canzoni degli anni Settanta che non riesco a datare.
Se qualcuno sapesse come colmare la lacuna e fosse così gentile da comunicarmi i dati mancanti... lo ringrazio fin d'ora.


1969/71 ca. - Miguel (pseud.) - "Pepito l'envertido" - (45 giri).

Tango che si rifà alla tradizione goliardica, anche se la scioltezza del cantante mostra che chi si nascondeva dietro lo pseudonimo di "Miguél" era un professionista.
La canzone data a poco dopo il 1969 per la presenza sull'altro lato di "Porta Romana 1969" (aggiornamento della classica canzone della "mala" milanese).
Si tratta d'un prodotto destinato al "secondo mercato" musicale che trovava smercio soprattutto sulle bancarelle, che ho fatto in tempo a vedere da ragazzo, sulle quali si trovavano alla rinfusa canzonette dialettali, discorsi del duce, tanghi valzer e mazurche suonate da complessini sconosciuti, canzonacce goliardiche e sessuali in genere, e addirittura registrazioni degli ultimi cantastorie in attività.

Il testo è un misto d'italiano e dialetto milanese, distorto in modo da dargli una vaga apparenza spagnoleggiante.
Si apre citando la barzelletta del torero che dice al toro toscano "Haha toro!", sentendosi rispondere "Haha tu, che io ho già hahato!". Questo dà già un'idea del livello intellettuale del pubblico per cui scriveva l'autore...
Il resto della canzone racconta di come il matador spagnolo Pepito venga incornato nell'ano da un toro, perdendo così la verginità, e diventando "envertido" per riprovare il godimento procuratogli dal toro. Ovviamente abbandona la sua amata Carmencita che si dispera, e per consolarsi si butta nel letto di tutti i toreri di Madrid.

Sono molto incuriosito da questo tipo di storielle omofobe, che sono al tempo stesso sì omofobe (l'omosessuale è automaticamente e senza nessun'altra discussione colui che vuole prenderlo in quel posto) ma anche profondamente fascinate ed attratte dall'omosessualità.
La teoria su cui si reggono, infatti, è che una volta provata la sodomia passiva nessun maschio umano può fare a meno di cercarla nuovamente, come se si trattasse di una droga che sviluppa immediatamente una forte tossicodipendenza. O come se l'omosessualità fosse lo stato di default verso cui gravita la sessualità umana, che solo l'educa(straz)ione e la repressione possono mantenere nel suo alveo "naturale"...
In parte questa visione del mondo si spiega col rifiuto (che permane anche oggi fra i cattolici) di concepire l'orientamento omosessuale come una tendenza a sé, analoga a quella eterosessuale: eterosessuali si è, per nascita e natura, mentre invece omosessuali "si diventa". E se omosessuali "si diventa", occorrono spiegazioni sul modo in cui lo si diventi: fra le tante c'è la tesi secondo cui chi è stato violentato da bambino "diventa" frocio (l'ho sentita girare ancora non molti anni fa).
Dall'altro lato questa strana teoria - è una spiegazione che mi sono dato io - si basa probabilmente sull'osservazione del rapido crollo di tante eterosessualità di facciata fra conoscenti ed amici. In un contesto, come quello passato, di "eterosessualità obbligatoria", la facciata eterosessuale di chi è omosessuale per suo orientamento naturale resiste solo fino al giorno in cui un rapporto omosessuale (magari rimandato quanto più possibile per scrupolo o paura) scatena in un botto solo tutto quanto era stato represso fino a quel momento. "L'occasione fa l'uomo culattone", dicevano ai C.O.M....
Ovviamente in questo modo di ragionare il rapporto di causa-effetto andrà rovesciato: nella società rigidamente omosociale ed eteronormativa, per la quale sono state scritte canzoni come questa, saranno stati di preferenza i giovani "predisposti" a trovarsi "senza volerlo" in situazioni in cui sono stati "costretti" a "subire" un rapporto omosessuale, uscendo "traviati" dall'esperienza... al punto da non riuscire più a farne a meno. Ma per l'ideologia omofoba una spiegazione del genere è inaccettabile, perché presuppone che la tendenza omosessuale sia un dato autentico, indipendente da educazione e morale.
Mi scuso se ho tratto questo riflessione un po' lunga da un testo di poche righe, ma non avrebbe senso per noi oggi studiare canzonette che hanno un valore artistico nullo, sia per la musica che per le parole, se non fosse per quanto hanno da insegnarci sulla mentalità della società che le ha prodotte.
Che poi sarebbe la nostra...



1969/71 ca. - Occhio fino (pseud.) - "La ballata del finocchio" - (45 giri).
Canzone goliardica molto scurrile contro gli omosessuali. Ecco un estratto del testo: Il cantante è siciliano e deve qualcosa alla tradizione dei cantastorie, ma i termini gergali usati (da "culattone" a "péder") come anche l'ambientazione, sono lombardi.
Il disco può essere datato approssimativamente per il fatto che nella canzone sul retro (vedila nella voce successiva) cita come recente il film Bora Bora, che è del 1968.
1969/71 ca. - Occhio fino e Peder (pseudd.) - "Finocchi e banane" - (45 giri).
È il retro di "La ballata del finocchio", altrettanto goliardico e scurrile. Un venditore di banane siciliano subisce le esplicite (e volgari) avances di un finocchio che vuole la sua "banana". Molte scheccate e qualche plagio di barzellette contro i "finocchi".

Segue poi una canzoncina a stornello:


1968/70 - Anonima - "Su e giù" (45 giri).
Questa canzone, anch'essa destinata al "secondo mercato" delle bancarelle dei mercati, si può datare approssimativamente perché è una parodia (anzi, quasi un plagio) di "Pietre", presentata a Sanremo dal cantante "Antoine" nel 1967. È attribuita a "F. Tincale", ma chi canta non è Franco Trincale bensì una donna.
Si tratta d'una canzoncina sboccata (le parolacce abbondano) che parla delle difficoltà di far sesso per chi è normale, specie se ha pochi soldi.
Contiene un'allusione all'omosesusalità che oggi può sfuggire ai più: "Li" sottintende "balletti": i "balletti verdi" furono uno scandalo di presunte orge omosessuali scoppiato nel 1962, mentre i "balletti rosa" furono l'antenato dello scandalo odierno del bunga-bunga, anch'esso relativo a ragazzine minorenni.


197_ - Bremen - "Fratelli d'Italia" - da - Barzellette per adulti, vol. 1 (45 giri).
Testo in rima recitato (non cantato) con sottofondo musicale. L'autore (che parla con un forte accento piemontese) è un palese nostalgico del fascismo ("già molti ricordan / la Marcia su Roma") ed esprime una visione disastrosa del presente, in preda al disordine, agli ssiòpperi (il che data il 45 giri a dopo l'ondata dell'"Autunno Caldo" del 1969) e all'immoralità.
Il tutto paragonato all'"Italia di allora", dignitosa, ordinata e "con i coglioni".
Nella migliore tradizione fascisticheggiante, "Bremen" mescola esacrazione per l'immoralità altrui con linguaggio da casino per sé: Passano gli anni, ma i fascisti rimangono piacevolmente prevedibili e uguali a se stessi...

197_ - Clementina Gay - "Forse che sì, forse che no, non si sa!" - (45 giri).

Questo 45 giri è quanto resta d'una spregiudicata, se non demenziale, iniziativa commerciale dei primissimi anni Settanta: le esibizioni dal vivo, durate sei mesi, del cantante rock eterosessuale "Clem Sacco", nei panni d'una drag baracconissima, presso uno dei primi locali gay italiani.
Sacco è oggi salutato come un antesignano del "rock demenziale" all'italiana (quello che ha portato ad "Elio e le storie tese", per intenderci) e la canzone fa ben poco per smentire questa vena: il testo è praticamente inesistente ("forse che sì, forse che no, non si sa, mi penserai / forse che sì, forse che no, non si sa, mi telefonerai / forse che sì, forse che no, non si sa, mi scriverai / forse che sì, forse che no, non si sa, m'aspetterai"), ed oltre tutto non lascia mai pensare d'essere indirizzato a un uomo. Quanto all'interpretazione, il falsetto e la vocina intenzionalmente stridula, e perfino la "stecca" conclusiva, la buttano sul goliardico-ridanciano.
Diciamo quindi che la canzone non è affatto la spia d'una qualche forma di "apertura" del mercato discografico italiano d'allora alle tematiche gay (che erano al di là dal venire), quanto piuttosto lo sfruttamento del lento allargamento delle maglie della censura per mettere in scena la macchietta della "checca", per far ridere gli ascoltatori.
Perché alla fin fine questa canzone non è altro che una specie di scheccata carnevalesca, che se può ancora far sorridere per la sua demenzialità, non va oltre la messa in scena del "gay" da parte dei tamarri eterosessuali a carnevale.
Dove "gay", ovviamente, è sinonimo di "travestito", e di "ridicolo". Ahinoi.


197_ - Culattini, Fiorello - "I frocioni" - Parte I e parte II (45 giri).
Canzonetta a stornello, debitrice della morente tradizione dei cantastorie di piazza. Nel 45 giri la canzone è divisa in due parti per distribuirne la durata su entrambi i lati.
L'ideologia è la stessa d'altre canzoni dello stesso periodo, come "Il terzo sesso" di Fred Bullo e le due canzoni di "Occhio Fino": questi tizi stanno dilagando, ormai sono dappertutto: brutti tempi, "per i poveri maschietti": Ovunque ci si giri, i froci spuntano fuori a insidiare il "maschio vero" che sta cantando: Insomma, gli eterosessuali sono vittime d'una vera e propria persecuzione da parte dei "frocioni".
E come al solito, per la mentalità omofoba, il colpevole è la vittima...

Ho messo online il testo di questa canzone qui.



197_ - (Ignota) - "Il tango del terzo sesso".
Questa canzone l'ho registrata per caso al volo alla radio nel 1981 (tenevo sempre una musicassetta pronta!), ma non ho mai saputo chi la cantasse, né l'anno, né se il titolo che ho qui dato sia corretto. [Chi avesse copia di questa canzone, o informazioni più esatte, è pregato di contattarmi].
È un tango in piemontese (a tratti annacquato, a tratti stretto) in cui una prostituta si lamenta della concorrenza ("invasiùn de marciapè") che "quei del terzo sesso" fanno alla sua professione: Concludendo che:
197_ - Mirella - "Il sesso che cambia" (45 giri).
Tarantella. Commento ancora da scrivere.




1970

1970 - Pagani, Herbert - "Albergo a ore" - (45 giri).
Traduzione italiana di "Les amants d'un jour", di Edith Piaf, del 1952, che è stata interpretata anche da molti altri cantanti, fra cui Gino Paoli (come 45 giri già nel 1969, poi nell'Lp Le due facce dell'amore, 1971, e ancora in Il mio mestiere, 1977: Paoli canta proprio questo adattamento italiano di Pagani), Milva (Canzoni di Edith Piaf, 1970), Marcella Bella (1972), Ornella Vanoni (Oggi le canto così, 1979, la versione che preferisco), e persino Paolo Rossi in versione comicotragica in Hammamet (19..) e Su la testa (19..).

Ricordo bene che all'epoca si raccontava che la canzone era nata da un fatto di cronaca: si diceva che due giovani amanti omosessuali si fossero uccisi in una stanza d'albergo, per metter fine alla persecuzione sociale a cui erano sottoposti.
Il testo italiano, come del resto quello francese, non fa alcun cenno al sesso dei due amanti, dato che il fatto che si parli al maschile di entrambi ("Puliti, educati, sembravano finti, / sembravano proprio due santi dipinti") è normale nella lingua italiana in compresenza d'un maschio ed una femmina.
L'ambiguità sembra però assolutamente voluta, vista l'epoca: si pensi che nonostante l'ambiguità Pagani ebbe comunque problemi con la censura!
In tempi più recenti Paolo Rossi, nel presentare questa canzone nei suoi spettacoli, l'ha fatta precedere da una spiegazione semi-comica in cui rendeva esplicita l'omosessualità dei due partner (pur facendo di uno dei due un travestito, il che è del tutto incongruo col tono e il testo della canzone, che insisteva semmai sulla tranquilla "normalità" dei due amanti suicidi).




1971

1971 - Dalla, Lucio - "Il colonnello" - da - Storie di casa mia.
Il colonnello fa l'elenco delle persone da eliminare per "ripulire" la "barca": "L'elenco ce l'ho: / i disfattisti, i comunisti e i pederasti".


1971 - Gli ombrelli - Gli ombrelli.
Lp di canzoni di cabaret. Contiene:


1971 - Franco, Pippo - "La statistica" - da - Cara-kiri.
Canzone di cabaret che ironizza sulle medie statistiche, le quali scoprono, fra le altre cose, che "per un ottavo sono finocchio".


1971 - Il rovescio della medaglia - "Sodoma e Gomorra" - da - La bibbia (riedito in Cd nel 2003).
"Rock progressivo". Il titolo sembra sì audace, ma si tratta solo d'un brano strumentale.


1971 - Svampa, Nanni - "La vocaziòn" - da - Nanni Svampa canta Brassens (vol. 3). Poi in - W Brassens!,  1983.
Cabaret.
Canzone di Georges Brassens, tradotta in milanese.
Il cantante immagina d'essere salvato in extremis dalla castrazione ad opera di un'orda di bigotte, inferocite dalle sue canzoni blasfeme, con l'argomento che:


1972

1972 - Amodei, Fausto - "Perché una guerra" - dall'Lp - Se non li conoscete - Riedito in Cd nel 1996.
Canzone antimilitarista, che ricorda come chi si oppone alla logica guerrafondaia venisse accusato di non essere un vero maschio, anzi, peggio:
1972 - Aznavour, Charles - "Quello che si dice" - da - Canto l'amore perché credo che tutto derivi da esso. (Anche in 45 giri con titolo, lievemenre diverso, "Quel che si dice").
Bella e fondamentale canzone che quando apparve suscitò scandalo (fu persino bandita dalla Rai!).
È la storia d'un travestito tranquillo che vive con la madre e si guadagna la vita facendo lo strip-tease, coltivando un sogno d'amore impossibile per un uomo eterosessuale, pensando Nonostante la patetica richiesta di comprensione (ma i tempi erano quello che erano) la canzone è dolcissima, semplice, umana, piena di simpatia per il personaggio: merita l'ascolto.
        

1972 - Boom, Peter - "Fuori!" - (45 giri). Riedita in Cd nel 2002 in - AA.VV., Gay right compilation.
Il primo 45 giri militante e dichiaratamente omosessuale apparso in Italia, oggi rarissimo perché sequestrato immediatamente dopo l'uscita poiché il produttore aveva utilizzato abusivamente il nome d'una nota testata musicale giovanile.
Il testo è ovviamente esplicito:

1972 - Boom, Peter - "Lui ama lui (lei ama lei)" - (45 giri). Riedita in Cd nel 2002 in - AA.VV., Gay right compilation.
Retro del brano precedente.
1972 - Lauzi, Bruno - "Maria dell'11" - da - Il teatro di Bruno Lauzi.
Valzer dal repertorio di cabaret di Lauzi. Il successo della prostituta Maria provoca eccessivo assembramento davanti alla casa.
Per tener buoni i coinquilini, concede loro "un abbonamento" gratuito. Ma l'intero palazzo ci dà dentro con tale foga da impedire a Maria di lavorare. Adesso Maria cerca una casa nuova, soleggiata, ampia, e "con inquilini del terzo sesso".


1972 - Lolli, Claudio - "Michel" - da - Aspettando Godot. (Anche in 45 giri).
Malinconico e introspettivo, anzi triste fino al punto da essere a volte vagamente suicidale, Lolli rappresentò l'anima "intimista" dei cantautori "di sinistra" degli anni Settanta.
"Michel" fu una delle sue canzoni di maggior successo, cantata e strimpellata sulla chitarra da almeno un paio di generazioni di giovani "compagni".
Era una canzone che celebrava un'amicizia scolastica fra due ragazzini: l'io narrante della canzone e un suo compagno, Michel, oriundo francese.
Almeno, così l'avevamo interpretata tutti noi.
E invece no. C'era qualcosa di più dell'amicizia, come ha rivelato lo stesso Lolli in un'intervista concessa nel 1999: Alla luce di questa "rivelazione", assumono un senso diverso versi come: A rigore, questa potrebbe insomma candidarsi come una delle primissime canzoni italiane ad affrontare il tema dell'amore omosessuale.
Peccato però che nessuno di noi, all'epoca, se ne fosse accorto: si trattava solo d'un'amicizia scolastica fra bambini, come ce n'erano tante, e del resto nulla nel testo permetteva di ottenere la chiave concessa dall'intervista del 1999... E poi, dai, su, Lolli è eterosessuale, è sposato con figli, "quindi" il tema non poteva essere "quello".
Solo in anni più recenti ho sentito esprimere il "sospetto" da amici che erano stati ragazzi assieme a me quando questa canzone era di moda, e questo "sospetto" m'ha spinto all'approfondimento che m'ha fatto scovare in Rete l'intervista.
In altre parole, all'epoca questa canzone non era mai entrata a far parte (un po' anche per la "scabrosità" del tema, dato che parlava di bambini) dell'esiguo mazzetto di canzoni "nostre" che ci segnalavamo a vicenda fra gay.
La segnalo quindi ora, sperando che possa piacere alle generazioni più giovani così come piacque alle nostre.




1973

1973 - Battisti, Lucio - "Io gli ho detto no" - da - Il nostro caro angelo.
Chi, per la giovane età, facesse fatica a capire con quanta fatica il tema gay arrivò a farsi strada nella canzonetta italiana, dovrebbe divertirsi a leggere i commenti attuali dei fans su "Youtube" al sotto di questa canzone. In pieno XXI secolo...
Il titolo è, credo, esplicito, e non meno chiaro è il testo: "Ma io gli ho detto no / e adesso torno a te"... "Gli": dunque è di un uomo che l'io narrante sta parlando.
Ebbene, no. Ecco una fan, che così descrive il pezzo: "Stupenda ballata d'amore dove si vede il protagonista della canzone tornare da lei dopo aver detto no ad un altra donna".
Donnaaa? Ebbene sì, a coloro che fanno notare che a casa nostra "gli" si riferisce a un maschio e non a una donna, un altro fan so-tutto-io ribatte: "Mi spiace ma sbagliate tutti: con "gli" , Mogol si riferisce, volutamente, a una donna. Si tratta di una licenza poetica". Ommioddio.
Il resto delle cretinate, tutte di questo livello, divertitevi a leggerlo da soli: io non reggo oltre...

Il testo della canzone si rivolge a una donna, provvisoriamente trascurata per una sbandata per un lui, a cui l'io narrante ha ceduto. Ma ora "con orgoglio e poi / vergogna di me stesso" torna da lei, "scordando il già scordato / color di mille lire". E cosa voglia dire questo ultimo verso ce lo dice la canzone che Alfredo Cohen ha dedicato nel 1977 alla prostituzione maschile, intitolata sinteticamente: "Tremila lire". Punto. E appunto.

Il testo è ambiguo? Ma in quegli anni l'ambiguità era voluta, ed anche necessaria, se non si voleva essere messi al bando da radio e Tv...
La situazione non è delineata chiaramente? Ma ciò è intenzionale...
Il testo dice e non dice, e lascia dubbi sull'interpretazione da dare ai versi? Ma i dubbi sono stati messi e lasciati a bella posta...
I fans di Battisti del 2011 si rivelano ferocemente omofobi, arrivando a negare l'evidenza pur di non ammettere la presenza di temi non graditi fra le canzoni di un cantante molto amato dai ragazzi di destra in quegli anni? Ma uffa, non mi state dicendo nulla di nuovo...


Copertina di ''Vietato ai minori di 18 anni?'' dei Jumbo.
1973 - Jumbo - "Specchio" - dall'Lp: Vietato ai minori di 18 anni ? (riedito come Cd nel 1995).
Questo Lp di "rock progressivo" si apre con una denuncia dell'"educastrazione" subita nell'infanzia dall'io narrante, che spiega il suo carattere introverso e depresso, e la sua incapacità di avere un rapporto con una donna.
Elencando le vessazioni subite, appare anche il ricordo di quando: Risultato: 1973 - Jumbo - "Come vorrei essere uguale a te" - dall'Lp: Vietato ai minori di 18 anni? (riedito come Cd nel 1995).
Questa canzone, che nell'Lp viene immediatamente dopo "Specchio", racconta il desiderio di normalità d'una persona a cui la nevrosi impedisce d'essere come tutti gli altri.
Ricordo che all'epoca, complice il testo che non specifica mai di quale tipo di nevrosi si stesse parlando, s'interpretava questa canzone come riferita all'omosessualità, specie per i versi che dicono: Ripeto comunque che il testo non contiene nulla che alluda esplicitamente a una tematica gay. Ma all'epoca le canzoni gay erano talmente rare, che tutti eravamo sempre pronti a decifrare segnali in codice o allusioni, che del resto spesso venivano inserite dai cantanti proprio per permetterne una decodifica anche in chiave gay senza essere messi al bando dalla radio.


1973 - Metamorfosi - "Lussuriosi, avari, violenti" - dall'Lp: Inferno (riedito anche in Cd nel 2000 e 2002).
Lp di "rock progressivo", rivisitazione dell'Inferno dantesco.
Questa canzone contiene i versi seguenti:
1973 - Nebbia, Franco, L'amore è una cosa pericolosa.
Lp di canzoni di cabaret. Contiene fra le altre canzoni:

1973 - Gli ombrelli - Dall'isola di Wight a Olimpia 2000.
Lp di canzoni di cabaret. Contiene anche i brani:



1973 - Pieretti, Gian - Il vestito rosa del mio amico Piero.
Il primo Lp (successivamente ristampato in Cd) a tema gay della storia italiana. L'intero disco è dedicato alla vicenda d'un ragazzo omosessuale, Piero. Poiché le canzoni seguono una logica consequenziale le elenco nell'ordine che hanno nel disco, e non in ordine alfabetico.
Come tutti i dischi "di denuncia" di quel periodo anche questa è una lama a doppio taglio. Nel denunciare l'infelicità della condizione omosessuale, bisogna infatti stare attenti a non cadere nel pietismo, e a non dare l'impressione che la vita dell'omosessuale sia intrinsecamente votata all'infelicità.
Il che è proprio quello che accade in questo disco, che avrebbe forse avuto un senso dieci anni prima, ma che uscì quando ormai era possibile ("e doveroso", aggiungevano i militanti del movimento gay nato qualche anno prima) parlare anche delle possibilità di felicità che esistono nella vita dell'omosessuale.
Non nego che questo Lp catturi con fedeltà la vita autentica di un "frocio" di provincia divorato dal senso di colpa, in piena crisi depressiva, sempre sull'orlo dell'esaurimento nervoso. Ciò non toglie che l'ascolto di queste canzoni sia dannatamente deprimente e dia una sensazione di claustrofobia:
1973 - I Pooh - "Lei e lei" - da - Parsifal.
Lei è amica di lei ma anche di lui, che un po' la desidera. Ma l'amicizia fra le due va un po' oltre, e lui perde lei per colpa di lei...
1973 - Zero, Renato - No! Mamma, no!
Si vedano i brani:


1974

1974 - Bertè, Loredana - "S.E.S.S.O." - da - Streaking.
Trasgressiva per vocazione, la Bertè decise nel 1974 di dare in questa canzone un fremito ai gentili clienti con un'attrazione lesbica (e una copertina con lei nuda, che dovette essere ritirata e sostituita per aver deliberatamente attratto i fulmini della censura).
L'io narrante intravede una bella donna su un campo di sci. L'altra le sorride incoraggiante, ma la timidezza e il timore impediscono all'io narrante di farsi avanti. Eppure la fanciulla, come si suol dire, "fa sesso" all'io narrante -- che però prudentemente non dice mai questa frase, perché scandisce lettera per lettera la parola "sesso". In modo da non offendere le orecchie più caste. La musica di questa canzonetta è poco più che tirata via, e l'interpretazione non è delle migliori, anzi direi che è piuttosto sgolata. Sarà certo per questo che nella memoria collettiva s'è praticamente persa traccia di questo brano, che tutti hanno dimenticato. Meritatamente.


1974 - Camisasca, Juri - "John" - da - La finestra dentro [riedito in Cd nel 1991].
Canzone di "rock progressivo".
Sui viali del piacere il cantante reincontra il suo amico John, travestito, che si prostituisce. John si scusa prima di salire sulla macchina di un cliente: Ma il suicidio (ricordatevelo, bambini!) è sempre in agguato per chi è omosessuale:
1974 - Caselli, Caterina - "Desiderare" - da - Primavera.
Una canzone malinconica e melodica, dal ritornello molto azzeccato, ma che si mantiene sempre sul generico rispetto al sesso della persona la cui assenza è motivo del desiderio e rimpianto dell'io narrante.
Forse è per questo che è stata inclusa fra le canzoni interpretabili in chiave lesbica.
Purtroppo non esiste in Rete neppure una copia del testo (e sicuramente non per caso!) per fare una verifica, tuttavia il verso che secondo il link che ho appena citato sarebbe rivelatore: "mi succede davvero / fare a meno di lei", alle mie orecchie suona ben diversamente: "mi succede da che / fai a meno di me"... Ciascuno ascolti e decida da sé chi abbia ragione.
Quanto a me, a mio parere questo è solo un "falso allarme" e la canzone non ha per tema un amore fra donne.


1974 - Milva - "Sono matta da legare" - da - Sono matta da legare.
Una donna impazzita per amore di un omosessuale racconta la sua storia (vera, o delirio?).
Sfuggita dal marciapiede, Lei allora tenta il suicidio, lui la trova e si uccide accanto a lei. Accorre gente, lei viene salvata, incolpata della morte di lui, e internata in manicomio.
Adesso l'internamento sta per finire,

1974 - Sarti, Dino - "Viale Ceccarini, Riccione"- da - Tre, Bologna invece!
Canzone in parte in dialetto emiliano. Una strofa sostiene che se ti sai dare da fare in viale Ceccarini a Riccione (notorio luogo di "battuage" anche omosessuale), ti fai mantenere per tutte le vacanze da maschi e femmine:


1974 - The gay guys - "Forever" e "Sweet memories of yesterday" (45 giri).
Pochi crederebbero al fatto che l'iperberlusconiano Cristiano Malgioglio possa avere avuto, per un istante nella sua vita, la tentazione d'esprimere una fierezza gay che negli anni passati avrebbe lasciato completamente perdere. Eppure, e l'ho appreso dalla più improbabile delle fonti (la pruriginosa Wikipedia), nel 1974 "Cristiano Malgioglio, quasi terminata l'esperienza con i Quarto Sistema, scrive due brani che interpreta utilizzando lo pseudonimo "The gay guys"".
Non ho mai avuto modo di ascoltare questo 45 giri, quindi non so cosa dicano le parole, ma certo per usare quel nome nel 1974 (appena due anni dopo la nascita del movimento gay in Italia!) ci voleva un gran bel fegato.
Onore al merito, anche quello dei successivamente "redenti" dal berlusconismo.


1974 - Valdi, Walter - "El Belamì de la Barona" - da - Storie di vita, d'amore e di malavita. Facce da galera.
Testo parlato, in milanese, di cabaret. Il bulletto del quartiere si diffonde a parlare del motivo per cui seduce tutte le donne del vicinato: la sua è una missione sociale, nata da quando "gli eleganti balabiott, quei che fan una dansa" (cioè un "balletto verde") sono in continuo aumento.


1974 - Valdi, Walter - "I Vahha Put Hanga" - da - Storie di vita, d'amore e di malavita. W l'Amore.
Canzone umoristica di cabaret in dialetto milanese su una tribù africana il cui capo si sbarazza con un trucco della moglie, brutta e strega.
Costei, per vendicarsi, lancia una maledizione tremenda, facendo diventare "cuu" tutti i maschi della tribù. Le scheccate finali della canzone rendono chiaro il concetto anche per chi non capisce il milanese.


1974 - Zero, Renato - "Qualcuno mi renda l'anima" - da - Invenzioni.
Il lamento di un adulto che da bambino è stato violentato: 1974 - Zero, Renato - "Tu che sei mio fratello" - da - Invenzioni.
Una canzone d'amore piuttosto tenera, forse la più bella fra quelle a tematica gay incese da questo cantante: Se Zero avesse prodotto continuando sulla linea di canzoni come questa, il mio giudizio sulle sue incursioni nel campo dell'omosessualità sarebbe molto molto meno severo.
Invece ha voluto insistere sulla "trazgrezzione" del "famolo un po' strano, eh?", per finire inevitabilmente ad andare a cantare dal papa, come tutti i trazgrezzori.
Non capendo che per alcuni, la "stranezza" non ha nulla di "strano". O meglio, capendolo benissimo, come dimostra questa canzone, ma facendo finta di non saperlo, per convenienza.




1975

1975 - Balsamo, Umberto - "Pappagalli senza sesso" - da - Natali.
Commento ancora da scrivere.


1975 - Cattaneo, Ivan - UOAEI.
Il primo LP di un artista militante gay italiano.
Quando questo Lp apparve Cattaneo faceva parte del collettivo gay "Fuori!-autonomo" di Milano. Nella raccolta hanno tematiche (prudentemente) gay le canzoni:
1975 - Laterza, Antonietta & Gabi, Nadia, "Simona" in: AA.VV., Alle sorelle ritrovate.
Riedita nel 1979 nell'Lp di Antonietta Laterza, Le belle signore (Nadia Gabi qui è solo la chitarrista che l'accompagna).
Canzone d'amore femminista: una donna ama Simona, a cui la lega un'amicizia d'infanzia e adolescenza: Ora è costretta però ad interrompere questo legame perché, essendo ormai adulta, per la pressione sociale deve sposarsi:

1975 - Pravo, Patty - "Roberto e l'aquilone" - da - Incontro.
Il testo, di Bruno Lauzi, ricorre alle metafore poetiche per raccontare l'accettazione di sé d'un uomo omosessuale senza offendere nessuno, ma alla fine il risultato è decisamente criptico e oscuro. Eppure ciò era voluto, dato che dovevano capire il senso soltanto coloro che erano in grado di capirlo. Fra i quali non mi colloco io, che non ho ancora capito cosa vogliano dire le metafore poetiche della canzone.
(Commento da completare).




1976

1976 - Farassino, Gipo - "Lj wahha put-hanga" - da - Li mè amor dij 20 ani.
Cabaret.
Traduzione in dialetto piemontese della canzone di Walter Valdi.


1976 - Guccini, Francesco - "L'avvelenata" - da - Via Paolo Fabbri 43.
Canzone scritta contro i suoi critici. Utilizza il linguaggio colloquiale con i suoi usi, traslati e non, delle allusioni all'omosessualità: "un cazzo in culo e accuse di arrivismo è quello che mi resta"; "io negro, ebreo, comunista, io frocio"; "compagni il gioco si fa teso e tetro / comprate il mio didietro, io lo vendo per poco"; e per concludere: "a culo tutto il resto".
Solo un'argomentazione retorica, per carità, ma all'epoca a sinistra darsi del gay era ancora super-tabù, quindi la cosa fece sollevare più di un sopracciglio.




1976 - Movimento Femminista Romano (Fufi Sonnino e Yuki Maraini) - "Mi guardo in uno specchio. (Canzone omosessuale)" - Canti delle donne in lotta 2.
Commento ancora da scrivere.
[Chi avesse copia di questa canzone, o informazioni più esatte, è pregato di contattarmi].

1976 - Movimento Femminista Romano (Fufi Sonnino e Yuki Maraini) - "Una donna nella tua vita (Canzone omosessuale)" - Canti delle donne in lotta 2.
Commento ancora da scrivere.
[Chi avesse copia di questa canzone, o informazioni più esatte, è pregato di contattarmi].


1976 - Nuova Compagnia di Canto Popolare - "Il suicidio del femminella" - da - La gatta cenerentola.
Opera teatrale. Questo brano è solo musicale, trattandosi della musica di scena che accompagna l'azione del suicidio del travestito.

1976 - Nuova Compagnia di Canto Popolare - "Rosario" - da - La gatta cenerentola.
Rosario comico, in napoletano strettissimo, recitato (non cantato) da un gruppo di "femmenelle".



1976 - I Pooh - "Pierre" - da - Poohlover. Fu cantata nel 1993 anche da Milva.
Bella e dolce canzone d'amicizia per un transessuale.
Reincontrando un ex-compagno di scuola (e a quei tempi si rideva "di quello sguardo di bambina / di quella [s]ua dolcezza strana / triste") che ora si traveste ("scusami se ti ho riconosciuto però / sotto il trucco gli occhi sono i tuoi / non ti arrendi a un corpo che non vuoi") il cantante gli dice: Retorica, ma decisamente niente male, per un gruppo "disimpegnato" come questo.

(Una curiosità: questo brano è stato probabilmente quello che ha continuato a spuntare fuori con la maggiore insistenza, mentre parlavo con amici e conoscenti. durante le mie ricerche per questo elenco.
Evidentemente c'è in esso qualcosa, che non sono riuscito a definire, che ne ha favorito la memorizzazione presso il grande pubblico come "brano che parla di omosessualità", magari a scapito di altri ben più espliciti. O forse invece è stata proprio la tranquilla dolcezza, che non essendo scioccante ha favorito quel tipo di risultato).


1976 - Vanoni, Ornella - "La storia di Marcello" - da - Più.
Canzone un po' malinconica ma molto bella che racconta di un bambino "diverso" (transessuale), che cresciuto realizza il sogno di farsi chiamare "Maria" dalla gente assieme alla quale è cresciuto: L'interpretazione della Vanoni è splendida, sommessa ma decisa, e riesce a dar vita palpitante a un testo piuttosto breve e banale.
Raccomando quindi l'ascolto.


1976 - Vecchioni, Roberto - "A. R." - da - Elisir. Poi in: Il grande sogno, 1992.
Dedicata al poeta francese Arthur Rimbaud, ne rievoca anche la movimentata relazione omosessuale con il collega Paul Verlaine, alludendo all'episodio in cui a Bruxelles Verlaine sparò (ferendolo solo di striscio) a Rimbaud, che aveva deciso di lasciarlo:

1976 - Vecchioni, Roberto - "Velasquez" - da - Elisir. 1976.
Curiosa e un po' ermetica canzone su un altrettanto curioso amore per Velasquez, forse essere mitico, forse conquistador o forse solo marinaio ed esploratore:

Chi canta di questo amore è un uomo, come mostra l'accenno a una "moglie" che aspetta in patria l'io narrante, e per la quale costui prova nostalgia.


1976 - Zero, Renato - Trapezio.
Se ne vedano le canzoni:


1977

1977 - Cattaneo, Ivan - Primo secondo e frutta (Ivan compreso).
Più che il troppo (e troppo a torto) celebrato Renato Zero, è Ivan Cattaneo a tenere alta la bandiera della tematica gay nel 1977, con questo Lp da "dieci e lode", di rock sperimentale ma non tanto elitario quanto quello del primo disco, che contiene fra l'altro (ma le allusioni sessuali si sprecano anche nelle altre canzoni):


Copertina dell'LP di Alfredo Cohen

1977 - Cohen, Alfredo (pseud. Alfredo D'Aloisio) - Come barchette in un tram.
È il primo Lp italiano interamente (o quasi) dedicato alla tematica gay da un'ottica liberazionista. Fra i nomi dei collaboratori citati sulla copertina del disco: Juri Camisasca e Franco Battiato (che è l'arrangiatore e direttore artistico). Un assoluto "classico".
L'Lp, che è stato riedito su anche su Cd, contiene le canzoni:

1977 - Concato, Fabio - "A Dean Martin" - da - Storie di sempre. (Anche in 45 giri. Riedita poi nel 1979 nell'Lp: Zio Tom).
Canzone satirica.
Un sano e perbenista americano fa una corte serrata ad una "ragazina picolina"...
Ma ahilui, alla fine emerge che era un travestito!
1977 - Dalla, Lucio - "Disperato erotico stomp" - da - Come è profondo il mare.
Canzone erotico-comica. Il protagonista è stato abbandonato dalla sua amante che ha trovato, pare, migliore compagnia:
 
1977 - Dalla, Lucio - "Quale allegria" - da - Come è profondo il mare. Anche in: Torino, Milano e dintorni, 1981.
Canzone d'amore per una persona dal sesso non specificato, che si conclude alludendo a un giovane prostituto quindicenne e alla sua disperazione:
1977 - Madrugada - "Katmandu" - da - Incastro. (Anche come 45 giri).
Probabilmente sbaglio (il testo non è disponibile online e il cantante si mastica le parole) ma forse questa filastrocca nonsense butta lì la parola "gay" (senza un preciso motivo: la canzone riguarda infatti una lei che abbandona lui per un altro lui) in uno scambio di battute fra solista e coretto: È però possibile che si tratti solo d'un errore di comprensione: la frase "non so più ieri" mi pare altrettanto probabile, e dopo tutto, "gay" non era poi una parola tanto usata, nel 1977.


1977 - Malgioglio, Cristiano - "Scandalo" - da - Scandalo. (Anche in 45 giri).
Il nostro amore crea scandalo, dice il cantante, rifiutandosi però di specificare il sesso della persona amata al punto da dire: "tu mio padre, tu mia madre".
 
1977 - Malgioglio, Cristiano - "Tu mio padre, tu mia madre" - da - Scandalo.
Commento ancora da scrivere.



 
1977 - Martino, Miranda - "È morto un uomo" - da - Ottimo stato.
Sull'assassinio di Pasolini:
1977 - Paoli, Gino - "I fiori diversi" - da - Il mio mestiere.
Delicata ma al tempo stesso ambigua canzone che parla degli omosessuali sotto metafora... floreale: Paoli esalta i gay come squisiti e innocui animaletti di compagnia privi di pretese e di volontà propria: Eppure, benedetto masochismo,
1977 - Pelosi, Mauro - "Claudio e Francesco" - da - Mauro Pelosi.
Commento ancora da scrivere.
1977 - Squallor - "Unisex" - da - Pompa.

Nel 1973 aveva iniziato a pubblicare il composito gruppo degli Squallor, ammucchiata goliardica di musicisti, compositori e cabarettisti di grido. Prodotti per puro divertimento (i loro testi sboccati garantivano il bando automatico da parte di radio e tv) erano però un prodotto professionale, estrema propaggine un po' più birichina della tradizione del cabaret. C'era perciò un abisso qualitativo fra i dischi degli Squallor e le musicassette autoprodotte dei complessi porno-goliardici (alla "Prophilax", per intenderci) che avrebbero iniziato a proliferare negli anni Ottanta.

Come tutta la goliardia italiana, anche gli Squallor tendono ad essere fallocratici ed omofobi, tuttavia ciò che evita loro un giudizio negativo sul loro lavoro sono gli sprazzi di assoluta genialità delle loro satire ("Gennarino Primo", cronaca dell'elezione del presunto "primo papa napoletano", dopo decenni spicca ancora come un assoluto capolavoro).
Inoltre, se i gay non escono molto bene dalle loro canzoni, gli eterosessuali non vengono affatto trattati meglio ed escono a loro volta con le corna rotte dal "trattamento Squallor". In parole povere: ce n'è per tutti.

La presente "Unisex" è la sboccatissima relazione (raccontata sulla base musicale di "Fiesta" di Raffaella Carrà - una scelta non casuale!) dell'avventura di un... cardinale in un cinema:

Eccetera....


1977 - Svampa, Nanni - "La ballada dei biottòn" - da - Milanese. Antologia della canzone lombarda. Vol. 11. Al dì d'incoeu.
Descrive alcune donnine che fanno lo strip tease, e fra queste si dliunga soprattutto su Cona Baracc, alias Orazio La Brocca, disastroso travestito baraccone di ringhiera...


1977  - Svampa, Nanni - "Tromboni della pubblicità" - da - Cantabrassens. Riedito in: W Brassens, 1983. Traduzione in milanese d'una canzone di Brassens del 1962 - "Les trompettes de la renommée".
Presa in giro degli uffici di P.R. delle case discografiche, a sentire i quali, secondo Brassens/Svampa, varrebbe la pena di farsi passare per "pederasta" pur di far parlare di sé: Beppe Chierici ne aveva inciso già nel 1969 una versione in italiano - "Le trombe della celebrità".


1977 - Vecchioni, Roberto - "Blu(e) notte" - da - Samarcanda.
Dolcissima canzone dedicata a Sandro Penna (di cui cita due versi): la melanconica, dolce protesta d'un vecchio omosessuale (al pari di Penna, un tantinello pedofilo).

1977 - Vecchioni, Roberto - "L'ultimo spettacolo" - da - Samarcanda.
Raccontando una fantasticheria di ambiente omerico dice anche, parlando di Achille e Patroclo (senza nominarli):



1977 - Virginie et Barbara - "Viens" (45 giri).
Fin dalla scelta di una cantante con l'asscento franscese, un maldestro tentativo di vampirizzare il successo mondiale di "Je t'aime, moi non plus" di Gainsbourgh e Birkin (1969), cercando di compensare la mancanza di novità (otto anni dopo!!!) con il "di più" della tematica lesbica (che all'epoca era in effetti assai ""piccante").
Una donna "navigata" approffita del fatto che la fanciulla inesperta è senza il fidanzato per sedurla.
Il testo è parlato sullo sfondo di una base musicale, e non cantato.
Super-trash.
I curatori del canale Youtube "Le introvabili" mi han scritto aggiungendo che questa canzone appartiene a un filone (almeno una ventina di esempi!) che hanno ribattezzato "orgasmo songs". Aggiungendo:
1977 - Zero, Renato - "Mi vendo" - da - Zerofobia.
Poi in - Realtà e fantasia, 1979. "Seguimi, io sono la notte, il mistero, l'ambiguità".
Cosa venderà mai il protagonista della canzone?
(commento da rifare).





1978
1978 - Bella, Gianni -  "Amico gay" - da - Toc toc.
Mollato dalla sua lei, il cantante va a lagrimare sulla spalla dell'amico gay, che vive come cabarettista e, fortunato mortale!, "non si innamora mai". Ma perché uno per poter essere gay dev'essere "pallido" e, soprattutto... Pierrot (ovvero, pagliaccio)? E perché non avere il diritto d'innamorarsi deve essere spacciato per un privilegio? Questo è un modo di ragionare tipico del razzismo: "A loro piace, vivere così".


1978 - Carrà, Raffaella - "Luca" - da - Raffaella.
Lamento d'amore (peraltro piuttosto allegro, anzi decisamente umoristico) di una ragazza abbandonata dal suo Luca, fuggito con un uomo:

Una cover è stata incisa dalle "Hostess di Volo" nel 2005 nella Pride compilation.
Questa è una delle canzoni che mi sono state segnalate il maggior numero di volte da amici e conoscenti quando parlavo della mia ricerca sulle canzonette lgbt ("Ma 'Luca' della Carrà l'hai già messa, in elenco?"), segno del fatto che è stata molto ascoltata, ed ha colpito la fantasia di molti, nonostante sia un motivetto leggerino e disimpegnato. O forse, proprio per quello... ;-)




1978 - Cochi e Renato - "Silvano" - (45 giri).
Scritta assieme ad Enzo Jannacci, che l'ha incisa per conto suo nel 1980. Si tratta d'un malizioso delirio nonsense, un gioco che si diverte a inanellare rime sdrucciole, rimproverando un tradimento amoroso a un uomo: A un certo punto però il testo apparentemente privo di senso descrive con doppisensi sfacciatissimi un rapporto sessuale anale (e non ci si faccia ingannare dagli aggettivi al femminile!"): Un piccolo capolavoro.
Cochi e Renato hanno reinciso la canzone nel 2007, rimaneggiandone radicalmente il testo, pur mantenendo il carattere omoerotico del rapporto con Silvano.


  
Copertina dell'LP ''Svendita totale'', che contiene ''Vito''

1978 - Concato, Fabio - "Vito" - da - Svendita totale. Anche in 45 giri.
Ricordando con tenerezza un suo amico d'infanzia, rievoca come una volta furono scoperti e presi in giro dai compagni per i loro "giochi strani", di cui il cantante dichiara di non vergognarsi. Finalmente una canzone senza sensi di colpa!
La canzone ebbe un seguito nel 1984 con "Ti ricordo ancora".


La copertina di ''Rimini'', che contiene ''Andrea''

1978 - De André, Fabrizio - "Andrea" - da - Rimini.
Una versione suonata con l'apporto della PFM in: Fabrizio De André in concerto, 1979.
Bellissima canzone sul dolore e l'amore di Andrea, che ha perso l'amato (partito soldato e morto in guerra) e che per questo pensa al suicido. A mio parere una delle più intense canzoni omosessuali, nonostante tutti la conoscano e nessuno faccia mai fatto caso all'aspetto omosessuale della relazione cantata (di cui De André ha parlato apertamente nei suoi concerti): Curiosamente, il tema omosessuale di questo testo mi è stato spesso negato dalle persone - specie omosessuali - a cui ne ho parlato negli anni; eppure è stato confermato esplicitamente dallo stesso De André, che così la presentò in occasione di un concerto nell'estate 1992: Una cover è stata incisa da Sasà Di Donna nel 2005 nella Pride compilation.



1978 - Easy Going - Easy Going.
Disco-music in lingua inglese, prodotta da un gruppo che prendeva il nome da un locale gay di Roma (e la copertina dei loro dischi era esplicita rispetto alle loro preferenze sessuali! Sulle quali oggi in Rete non si trova più la minima traccia: tutto è stato censurato dai fans!).
Questo Ep contiene:


1978 - Faust'o [Fausto Rossi] - Suicidio.
Un Lp di rock d'avanguardia, che nei testi è aggressivo e a tratti orgoglioso.
Contiene anche canzoni con tematiche o allusioni omosessuali (poi svanite negli Lp successivi):
 
1978 - Malgioglio, Cristiano - "Maledizione io l'amo" - da - Maledizione io l'amo.
Commento ancora da scrivere.


1978 - Pellizzola, Renato ("Renato 33"), "Lingua italiana" - da - Non stop.
[Chi avesse copia di questa canzone mi farebbe cosa gradita contattandomi].
Testo di cabaret (non cantato) che si diverte a giocare sui doppi sensi. Parlando di calcio e di un centravanti che esecra il fatto di
1978 - Polizzi, Cecilia - "Les biches" - (45 giri).
Ci ho messo molto per capire se questo disco fosse un prodotto titillatorio per eccitare gli eterosessuali, oppure un tentativo serio da parte d'una donna di esaltare "con le armi della poesia" l'amore fisico fra donne. Ne ho concluso che si tratta forse di tutte e due le cose: cioè di un tentativo onesto, ma commercializzato in modo atroce dall'editore nella speranza di "far cassetta" con il tema "piccante". Da qui il titolo orribile di questa canzone, e la copertina troppo esplicitamente lesbica, al limite del soft-porn.
Commento ancora da completare.

1978 - Polizzi, Cecilia - "Ninna nanna di Saffo" - (45 giri).
Retro di "Les biches".
Commento ancora da scrivere.


1978 - Pravo, Patty - "Pensiero stupendo" - (45 giri). Poi nell'Lp - Miss Italia.
Una delle canzoni più celebri di Patty Pravo, se non addirittura il suo "cavallo di battaglia" tout-court.
È la simpatica e disinibita descrizione d'un rapporto sessuale fra "lui" e "lei" in presenza di un'altra "lei": Il brano è stato interpretato anche da Dolcenera nel 2005 (pure in duetto con Loredana Bertè), dai La Crus nel 2001 (che nel video l'hanno genialmente trasformata in un rapporto fra due "lui" ed una "lei"!) nonché reinciso in un nuovo arrangiamento da Patty Pravo nel 1997.



1978 - Simone, Franco - Paesaggio.
Contiene le canzoni:
1978 - Le Sorelle Bandiera - "Fatti più in là" e "No, io non ci sto" - (45 giri).
Le "sorelle Bandiera" furono il primo gruppo di travestiti ad ottenere un enorme (per quanto effimero!) successo di pubblico attraverso la televisione ("Fatti più in là" fu la sigla della trasmissione tv L'altra Domenica).
In realtà si trattava più di attori cabarettisti che di cantanti, visto che tutte le loro canzoni furono sempre incise dal complesso delle "Baba Yaga".
Segnalo questo disco solo come curiosità, anche perché le Sorelle Bandiera si guardarono sempre bene dal toccare in qualunque modo il tema dell'omosessualità.


1978 - Squallor - "Radiocappelle" - da - Cappelle.
Commento ancora da scrivere.


1978 - Tich, Andrea - Masturbati.
Fra le canzoni di questo album, provocatorio fin dal titolo e sperimentale, si segnalano, per la tematica gay o la presenza d'allusioni omosessuali, i brani:

1978 - Timothy & Sarah - "Tre in amore" - (45 giri).
Commento ancora da scrivere.


1978 - Vecchioni, Roberto - Calabuig, Stranamore e altri incidenti.
Contiene tre canzoni che occhieggiano al nostro tema:
1978 - Venditti, Antonello - "Giulia" - da - Sotto il segno dei pesci.
Una donna è contesa fra un uomo e una donna, e la vittoria sembra arridere a quest'ultima.
1978 - Zero, Renato - Zerolandia.
Contiene:


1979

Un anno decisamente esplosivo, per quel che riguarda il numero di canzonette "a tema"... Tutti scoprono all'improvviso il tema, tutti ne vogliono parlare...
L'omosessualità era ormai palesemente "sdoganata" nel mercato discografico, e suscitava interesse (nonché prurito e curiosità morbose) sia a destra che a sinistra...


1979 - Anonimo - "Dove vai, se il vizietto non ce l'hai?" - Sigla iniziale e conclusiva del film: Dove vai se il vizietto non ce l'hai?
Musica di Berto Pisano.
Commento ancora da scrivere.



1979 - Il bagaglino - Oh gay! (Cabaret).
Colonna sonora d'uno spettacolo con tematiche buffonesche/omosessuali, un po' pecoreccio e di destra, ma con bravi interpreti:


1979 - Bella, Marcella - "Lady anima" - da - Camminando e cantando.
Commento ancora da scrivere.
Una cover è stata incisa da J.D. Vine nel 2005 nella Pride compilation.


1979 - Califano, Franco - "Avventura con un travestito" - da - Ti perdo.
Testo recitato, in romanesco. Come il nostro virile eroe si trovò malgré lui sedotto e bidonato da un travestito, da lui scambiato per una donna... e con il quale nonostante tutto il "fattaccio" avviene.
C'è chi dice di trovarlo umoristico, io personalmente lo trovo solo pecoreccio e volgare. De gustibus.


1979 - Cattaneo, Ivan - Superivan.
L'album contiene le canzoni:
1979 - Cocco, Elio - ''Milano-Livorno'' (45 giri).
Storia tristissima d'un ragazzo morto a 21 anni per overdose di eroina nel cesso d'una stazione, che riporta il commento d'un viaggiatore benpensante alla notizia:

1979 - Cohen, Alfredo - "Valery" [musica di Franco Battiato: ascoltatela e dite se vi ricorda per caso qualcosa...] - 45 giri. Riedita in Cd in - AA.VV. - Gay right compilation.
Canzone del 1976, dedicata a un personaggio reale, la transessuale Valérie Taccarelli.
Commento ancora da scrivere.
 
1979 - Cohen, Alfredo - "Roma" - 45 giri. (Retro della canzone precedente).
Commento ancora da scrivere.


1979 - Collage - "Strano" - da - Concerto d'amore.
Commento ancora da scrivere.


1979 - Concato, Fabio - "Porcellone" - da - Zio Tom. (Anche in 45 giri).
Andato a sgridare il ragazzo del piano di fronte perché va sempre in giro per la casa nudo, un marito scandalizzato viene "aggredito" sessualmente e... cede.

In questo Lp viene ripubblicata anche: "Dedicato a Dean Martin", del 1977.


1978 - Dalla, Lucio - "Anna e Marco" - da - Lucio Dalla.
In "un locale che fa schifo" in cui Anna e Marco sono andati a ballare, c'è "una checca che fa il tifo".

1978 - Dalla, Lucio - "Stella di mare" - da - Lucio Dalla.
Ambigua canzone d'amore il cui ritornello dice: "tu, come me", dedicata a una persona di sesso volutamente ambiguo (gli aggettivi al femminile concordano tutti per il genere con la parola "stella").
Quando uscì si spettegolò e speculò addirittura sul fatto che Dalla avesse inteso alludere a un prostituto, per la frase: "e se non ti avessi uscirei fuori a comprarti".


1979 - Dalla, Lucio e Francesco De Gregori - "Ma come fanno i marinai" - da - Banana republic. (Anche in 45 giri) .
La canzone si chiede di passata: "ma come fanno i marinai / a baciarsi fra di loro / ma rimanere veri uomini, però?".
Per quanto un po' nonsense, la domanda per qualche tempo diventò un vero "tormentone". Un mio amico che ha fatto il militare in marina mi diceva che tutti gli canticchiavano adosso questi due versi di continuo...


1979 - Daniele, Pino - "Chillo è nu buono guaglione" - da - Pino Daniele.
Divertita descrizione (per metà in dialetto napoletano) di un transessuale che "fà 'a vita 'e notte sott'a nu lampione" per mettere da parte i soldi per l'operazione di cambio di sesso.
In questo modo vuole realizzare il suo sogno di normalità:

1979 - Easy Going - Fear.
Secondo Ep di musica da discoteca, con testi in inglese, di un complesso italianissimo. Il disco contiene:

1979 - Gaetano, Rino - "Resta vile maschio dove vai" - da - Resta vile maschio dove vai.
Canzone umoristica basata su un triangolo lui+lei+lei: lui in viaggio si porta dietro, oltre alla sua lei, un'altra lei per "farsela" con comodo; ma ecco che le due iniziano a socializzare un po' troppo, e a questo punto lui ("Non ha senso, in tre, non si può") cerca di svignarsela.
Ottenendo la risposta che dà il titolo alla canzone.
Molto esplicita la copertina...


1979 - Laterza, Antonietta - Le belle signore.
Lp di canzoni femministe, con qualche puntata anche nel lesbismo, per il quale si vedano le canzoni:
1979 - Leone, Nino - "Ragazzo punk" (45 giri).
Signora maestra no, non sono stato io! Ha cominciato lui! Io non volevo metterla, ma poi i curatori del canale Youtube "Le introvabili" hanno insistito!
Io lì a dire: "questa canzone parla di un ragazzo punk, non di un ragazzo gay", ma loro a insistere: ma ti sembra che la descrizione sia quella di un punk, scusa? E sì, messa così, in effetti la cosa è parecchio strana, come se qualcuno avesse scritto la canzone "Ragazzo gay" (Leone di Lernia nel 1997 ne ha pubblicato una piuttosto simile a questa, come spirito del testo, e s'intitola guarda caso proprio "Tu sei  gay"), e la casa discografica gli avesse poi d'imperio cambiato all'ultimo istante il titolo, presa da spavento.
Voi cosa ne pensate?


1979 - Malgioglio, Cristiano - Sbucciami.
Questo è fra tutti i dischi di Malgioglio quello in cui si parla di più di tematiche omosessuali. E uno dei dischi di quel periodo ad avere uno dei contenuti più sfacciatamente gay. Cosa che sorprendentemente passò praticamente inosservata (ma a volte il silenzio è solo sintomo d'imbarazzo):
1979 - Milva - "I suoi vent'anni" - da - La mia età.
Canzone molto strana (scritta da Mikis Theodorakis), racconto d'una seduzione lesbica, passata praticamente inosservata alla comunità gay nonostante fosse cantata da un'artista di gran fama:

1979 - Mina - "Sensazioni" - da - Attila. Poi in: Del mio meglio, 1980.
Vaga atmosfera gay, tutta da decifrare, intorno al non meglio specificato amante. Niente di che...


1979 - Miro - "Ambiguità" - da - Ambiguità.
La solita menata dell'"ambiguità", che ha anticipato il queer come moda per evitare di fare coming out puro e semplice:

1979 - Miro - "Oh no dottore!" - da - Ambiguità.
Un povero paziente deve subire le pesanti avances del dottore da cui è andato a farsi visitare.


1979 - Nannini, Gianna - "America" - da - California. (Anche in 45 giri).
Commento ancora da scrivere.

1979 - Nannini, Gianna - "Lei" - da - California.
Amicizia/amore fra due donne, con un "lui" che incombe sullo sfondo:



 
1979 - Pareti, Renato - Ansio-lexo-dormipoc.
Cantante di bella voce ma ossessionato dai gay. In questo Lp si vedano le canzoni:

1979 - Revolver - "Gay" (demo tape).
[Gruppo punk, con Ivan Cattaneo].
Commento ancora da scrivere.


 
1979 - Riondino, David - "Samba '78" - da - David Riondino.
Canzone "impegnata" che contraddittoriamente denuncia l'emergere di un "conformismo dell'anticonformismo" negli anni del "riflusso" post-sessantottesco. Fra i bersagli del cantante: lo chic della diversità obbligatoria:
1979 - Tamara - "Tango diverso" - Sigla finale del film: La patata bollente. Anche in 45 giri.
Musica di Totò Savio.
Commento ancora da scrivere.



1979 - Le Sorelle Bandiera - "Rimmel & cipria" - (45 giri).
Anche in questo 45 giri delle "Sorelle Bandiera" nulla di apertamente gay.
1

1979 - Le Sorelle Bandiera - "Bella come me non hai avuto mai nessuno" - (45 giri).
Sigla tv de "L'altra domenca". Non ha tema gay.
 




 
Inedito.
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