Wilhelm von Plüschow,
o Guglielmo Plüschow, scritto anche Plueschow, o Pluschow, o Plueskow
(Wismar, 18 agosto 1852 - Berlino, 3 gennaio 1930), è stato un fotografo
tedesco trasferitosi in Italia, prima a Napoli e poi a Roma, e divenuto
noto per le sue foto di nudo di giovani italiani, sia maschili che femminili.
Vita
Non si conosce molto dei
primi anni di Plüschow, se non che nacque a Wismar, primo di sette
figli.
Suo padre, Friedrich Carl
Eduard Plüschow, era un figlio illegittimo del conte Friedrich Ludwig
von Mecklenburg-Schwerin, la cui casa di famiglia era lo Schloss
Plüschow.
Napoli (ca. 1872/5 - ca.
1896)
Nei primi anni Settanta
dell'800, Wilhelm si trasferì in Italia, dove italianizzò
il suo nome in "Guglielmo".
Inizialmente si guadagnò
da vivere come mercante di vino (forse a Roma: Pohlmann
segnala che dal 1875 al 1880 qui lavorò come giornalista un fratello
di Wilhelm von Plüschow, Eduard, 1855-1911), per poi passare
alla fotografia "pittorialista" spaziando dai paesaggi ai tableaux vivants
in costume pseudoclassico, fino ai nudi maschili e femminili.
Il suo primo studio, dai
timbri delle foto, risulta a Napoli, in "Via Mergellina, seconda
rampa di Posillipo 55", dove Plüschow visse per circa un decennio.
In
alcune fotografie prese dalla terrazza si nota anche la chiesa di Piedigrotta,
il che dimostra che l'abitazione serviva anche
da studio di posa, come sarebbe successivamente avvenuto anche a Roma.
Va notato che una celebre
serie d'immagini di Wilhelm
von Gloeden è ambientata
sulla medesima terrazza e utilizza alcuni modelli di Plüschow,
segno inequivocabile di rapporti fra i due fotografi (alcune delle prime
(pre-1894) foto di Gloeden riportano
persino un timbro che indica "W. von Gloeden, Napoli").
Tale frequentazione dovette
proseguire fino alle soglie del trasferimento a Roma, come dimostra il
fatto che un modello
molto usato da Gloeden appare in evidenza nel servizio
pubblicato sulla rivista "Schribner's magazine" nel marzo 1898
e scattato nella "Domus dei Vettii" a Pompei, aperta al pubblico nel 1896.
Non abbiamo invece per ora
casi di modelli di Plüschow utilizzati da Gloeden al di fuori del
contesto della terrazza di Napoli, anche se almeno un viaggio a Taormina
sarebbe suggerito dal fatto che due ritratti di Gloeden (un uomo che suona
il mandolino sul pianerottolo della scalinata della casa di Gloeden) sono
stati identificati come ritratti di Plüschow. (L'identificazione non
è comunque certa).
Ciò detto, quanto
è scritto a proposito di Plüschow nel romanzo Eccentrici
amori di Roger Peyrefitte, che pretende che Gloeden abbia
imparato da lui a fotografare e che i due cugini si fossero suddivisi il
mercato dedicandosi l'uno ai nudi maschili e l'altro a quelli femminili,
è frutto di fantasia letteraria e non suffragato da alcun dato (Gloeden
stesso dichiarò
che il suo maestro di fotografia fu il taorminese Giuseppe Bruno).
|
Ragazzo con papiri.
Roma, circa 1900.
|
Roma (ca. 1896-1909)
Non sappiamo ancora quando
sia avvenuto il trasloco a Roma, tuttavia già il 18 gennaio 1896
troviamo
un nuovo studio di Plüschow in questa città, dove ha portato
con sé Vincenzo
Galdi (1871-1961), certamente suo modello in molte foto
del periodo napoletano, probabilmente suo assistente e apprendista, e forse
anche qualcosa di più.
Il nuovo studio è
situato in via Sardegna 35, all'ultimo piano. Su questa terrazza
è presente una porta d'accesso che sullo stipite ha una decorazione
a borchie circolari molto caratteristica, che permette da sola di attribuire
a Plüschow, e a questo periodo, la
produzione in cui appare.
Dalla testimonianza d'un
contemporaneo (ripresa da Marina
Miraglia, p. 62) sappiamo che durante il periodo romano,
nei mesi a cavallo tra il 1896 e il 1897, Plüschow
intraprese un viaggio in Tunisia, Egitto e in Grecia, dove fotografò
paesaggi e monumenti, ma anche bambini e ragazzi nudi davanti a rovine
antiche (una serie è per esempio ambientata nel Teatro di Dioniso
ad Atene).
In data non ancora chiarita
(dal 1903 almeno) l'attività si spostò in un nuovo e prestigioso
studio-abitazione di corso Umberto 333 (oggi Via del Corso 333),
dove il fotografo abitò e lavorò al quarto (e ultimo) piano
fino alla fine della sua attività.
Nello studio di corso Umberto
lo assistono due aiutanti: Pietro Magnotti ed Enrico Simoncini,
nominati negli
atti del processo del 1907/8.
Il fatto che a Roma Galdi
verso l'inizio del nuovo secolo abbia aperto uno studio fotografico autonomo,
spinge a concludere che anch'egli debba aver lavorato in precedenza come
apprendista di Plüschow.
Peraltro, la vicinanza dello
studio di Galdi (si trovava anch'esso in via Sardegna, al numero 55)
autorizza a pensare che il rapporto fra i due artisti, se non altro quello
lavorativo, sia proseguito.
Ciononostante, nei pochi
anni (circa 1900/1907) di attività autonoma, il catalogo di Galdi
riesce a superare le 6.000 negative proprie: una concorrenza serrata!
Tra i clienti romani (e non
solo per motivi di fotografia) di Plüschow, nel processo del 1908
è espressamente nominato Jacques
d'Adelswaerd-Fersen: un ragazzo, Rodolfo Consorti, testimonia
infatti d'essere stato accompagnato da Fersen ("notoriamente sospetto
pederasta passivo") nella
sua celebre villa a Capri, della quale inoltre ci
restano alcune fotografie di mano di Plüschow.
Peraltro, la notizia molto
diffusa secondo cui Plüschow avrebbe ritratto nudo l'amante di Fersen,
Nino Cesarini,
non ha fino ad oggi trovato alcun riscontro oggettivo, nonostante le svariate
immagini a torto identificate come suoi ritratti, soprattutto nel volume
À
la jeunesse d'amour. Villa Lysis a Capri: 1905-2005, del 2005.
Niente vieta che tali immagini siano esistite, ma esse o sono state distrutte
dagli eredi, oppure non sono state ancora identificate correttamente: nelle
foto indicate collettivamente come "ritratti di Cesarini" un occhio allenato
riesce infatti a distinguere non meno di tre, e forse addirittura quattro,
diversi modelli.
I processi (1902 e 1907)
e il ritorno in Germania (1910)
La fine della carriera italiana
di Plüschow si ebbe a due riprese, nel 1902 e nel 1907 [3].
Nel 1902, sull'onda dello
scandalo Krupp, Plüschow fu accusato di "prossenetismo abituale
e corruzione di minori", fu arrestato e gli fu rifiutata la libertà
provvisoria. Venne condannato a otto mesi di carcere e a una multa. Uscito
dal carcere, però, riprese la sua attività.
Un nuovo processo esplose
nel 1907, quando Alfredo Marinelli sporse denuncia contro di lui
per avere fotografato nudo nel suo studio il figlio Ernani Marinelli,
di 12 anni appena. Plüschow transò col padre, il quale ritirò
la querela, ma fu egualmente condannato il 4/4/1908 a sette mesi e dieci
giorni di carcere e mille lire di multa per prossenetismo (per aver messo
in contatto alcuni clienti con i suoi modelli).
Inoltre le foto "incriminate"
furono sequestrate (e il Museo
di criminologia di Roma espone oggi un album-campionario di foto di
Plüschow nella vetrina dedicata ai sequestri di materiale pornografico).
Plüschow fece ricorso
contro la sentenza, ma senza successo, e quando essa il 12/10/1909 divenne
definitiva, nonostante avesse ormai abbandonato la foto di nudo per limitarsi
a quella di paesaggio (la sua ultima collaborazione nota è a un
libro sui Castelli romani), fu costretto a lasciare definitivamente l'Italia
per tornare in Germania: Ulrich
Pohlmann attesta che la "Guida Monaci" ne registra l'attività
a Roma fino al 1909, dopodiché il suo nome sparisce.
Anche Galdi dovette cessare
la sua attività per una condanna per un "oltraggio alla pubblica
morale" per ora non meglio nota, ma subìta nello stesso contesto [4].
Per il momento non è
noto come Plüschow abbia trascorso gli anni fino alla morte, che lo
colse nel 1930.
Pohlmann
nota però che negli album fotografici della famiglia Plüschow
la sua immagine sembra essere stata epurata in una sorta di damnatio
memoriae, ed ha raccolto l'informazione secondo cui di lui i famigliari
preferivano evitare di parlare.
Fortuna
|
Wilhelm von Plueschow, Ritratto
di Vincenzo Galdi a Napoli, verso il 1890. Dietro di lui si vede il
campanile della chiesa di Piedigrotta. |
Dopo la morte di Plüschow
la sua opera fu totalmente dimenticata, e solo il "rilancio" di Wilhelm
von Gloeden grazie al
romanzo Eccentrici amori di Roger Peyrefitte (1949) portò
con sé una riscoperta delle sue immagini, sia pure sotto il falso
nome di Gloeden.
A questa confusione contribuirono
sia il totale oblio del suo nome, che fece sì che fosse attribuita
in buona fede a Gloeden qualsiasi immagine di nudo maschile scattata in
Italia prima del 1930, sia a volte il desiderio di smerciare sotto un nome
più conosciuto opere d'un autore altrimenti ignoto.
La confusione tra la produzione
di Plüschow e quella di Gloeden arrivò a un tal punto (furono
pubblicati interi libri di foto di "Gloeden" contenenti quasi esclusivamente
immagini di Plüschow, come
quello di Jean-Claude Lemagny nel 1977) che negli anni Ottanta ci si
chiese seriamente se "Wilhelm von Plüschow" non fosse in realtà
solo uno pseudonimo che Gloeden utilizzava per una produzione più
sessualmente esplicita [2].
Infine, nel 1988, due scritti
di Ulrich Pohlmann
e Marina
Miraglia ristabilirono la verità storica, separando nuovamente
la personalità e l'opera dei due artisti.
Se la confusione tra Gloeden
e Plüschow è ormai sempre più rara (salvo in Rete, dove
i siti su "Gloeden" continuano a pullulare d'immagini di Plüschow!),
ancora tutto da compiere è il lavoro di separazione fra le opere
di Plüschow e quelle del suo collega Vincenzo Galdi, che peraltro
nelle pubblicazioni edite nel XXI secolo è già iniziato.
Ormai chiarito è invece
il rapporto fra questo fotografo e due nomi che appaiono con timbro a secco
sugli angoli di alcune immagini scattate da lui, con un indirizzo diverso
dal suo. Si tratta di "Gaetano Pedo, via Sistina 130 Roma" e di "Angelo
Pedo": il cognome suonava come uno pseudonimo provocatorio di Plüschow,
magari dopo il processo del 1902.
In realtà via Sistina
era sede di negozi di fotografia; inoltre esistono
anche foto di Gloeden con il timbro "Gaetano Pedo", e infine in
questa immagine appaiono contemporaneamente sia il timbro a secco di
"G. Pedo" sia il timbro a inchiostro di Plüschow, il che non avrebbe
senso se si fosse trattato di uno pseudonimo.
Pertanto, nonostante la
bizzarra coincidenza fra il cognome e i gusti a volte fastidiosamente "pedo-fili"
di Plüschow, "Pedo" è un cognome reale e non uno pseudonimo.
Opera
|
Il
martire cristiano, una delle immagini più note di Plüschow.
Il modello di questa foto è uno di quelli erroneamente indicati
come "Nino Cesarini".
|
Come ci è stato dato
modo di leggere innumerevoli volte (anche se non ho mai trovato indicata
l'esatta indicazione genealogica che giustificasse il fatto), Plüschow
sarebbe stato per parte di madre cugino di Wilhelm von Gloeden.
Quest'ultimo, nonostante
avesse iniziato a fotografare dopo di Plüschow, ne oscurò ben
presto la fama, come già nel 1897 lamentava Robert
Hobart Cust, in un parere apparso sulla rivista "The photogram".
Plüschow non mieté
infatti gli stessi riconoscimenti che invece ottenne il cugino nelle esposizioni
o su riviste d'arte.
In compenso Plüschow
appare antologizzato in numerosi libri di nudo,
d'area tedesca, dedicati al corpo e alla bellezza, secondo una moda
"eugenetica" tipica della Germania dell'epoca, che di solito strizzavano
l'occhio a un erotismo soft-porn dal quale invece Gloeden preferiva
tenersi lontano.
Da questo punto di vista,
la strategia commerciale di Plüschow fu sicuramente più efficace,
ma sul lungo periodo gli esiti dimostrarono che la posizione "prudente"
(o se si preferisce, addirittura ipocrita) di Gloeden era la più
adatta a minimizzare le occasioni di conflitto con le autorità.
Infatti, a differenza di
Gloeden, che non s'avventurò mai nel campo della foto esplicitamente
erotica, Plüschow produsse anche immagini eccessivamente "audaci"
per la sua epoca, che gli costarono quelle condanne che invece Gloeden
riuscì sempre a evitare. L'allievo e assistente Vincenzo Galdi
si spinse fino alla vera e propria pornografia, e fu per questo anch'egli
processato e condannato nel 1907, cessando a sua volta l'attività
in quel frangente.
Oggi le foto di Plüschow
sono apprezzate per i loro meriti artistici intrinseci, sebbene siano spesso
considerate inferiori a quelle di von Gloeden per il loro trattamento meno
raffinato dell'illuminazione e le pose a volte contorte dei suoi modelli.
In realtà da un
punto di vista artistico Plüschow non è inferiore a Gloeden,
ma nel giudizio complessivo della sua opera non può non influire
la presenza d'una ricca (il
catalogo di Plüschow supera i 12.000 pezzi, contro gli
appena 3.000 di Gloeden!) produzione "seriale" (industriale e commerciale)
che inevitabilmente ne abbassa la media qualitativa.
Allo scopo di velocizzare
la produzione "seriale", Plüschow, come
notò Marina Miraglia, ricorse al paradosso di riprodurre all'aria
aperta (sulle sue celebri terrazze, spesso chiuse alla bell'e meglio da
un telo sullo sfondo per impedire ai vicini di sbirciare) la tipica fotografia
"di studio" dell'epoca, che quindi a differenza di quella di Gloeden (molto
attenta nell'ambientazione dei suoi nudi nel paesaggio) è spesso
definibile all'"aria aperta" unicamente per l'assenza d'un soffitto, e
per nient'altro.
Tuttavia, nelle foto più
curate e ragionate, Plüschow si rivela un buon artista, tant'è
che non a caso alcune sue immagini sono state a lungo pubblicate come particolarmente
"rappresentative" della produzione di Gloeden.
Stilisticamente Plüschow
oscilla tra la foto "pittorialista" cara al collega Gloeden, e un crudo
realismo, adatto soprattutto alle foto a diretta connotazione sessuale.
Paradossalmente sono proprio queste foto più dirette che, essendo
prive degli orpelli dovuti al gusto dell'epoca, spesso oggi ci appaiono
più "moderne", come raramente avviene invece nelle foto di Gloeden.
Plüschow (e sulla sua
scia, anche Galdi) non sembra interessato ai richiami classicisti se non
come alibi estetizzante per la sua produzione a contenuto erotico, arrivando
al punto d'introdurre una... bicicletta in
uno dei suoi nudi maschili!
|
|
Wilhelm von Plüschow
(attribuita a), Nudo con bicicletta.
|
Wilhelm von Plüschow
(attribuita a), Due ragazzi nudi di fronte a copertine del periodico
"L'Asino".
|
Gloeden è molto attento
a non lasciar trasparire nelle sue immagini nulla che non abbia l'impronta
del "Classico" (vale a dire del neoclassicismo eclettico e accademico che
al suo tempo passava per "classicità") o del "Romantico-folcloristico"
(quando non sono nudi, i suoi modelli indossano costumi popolari
tradizionali, non i vestiti alla moda nella loro epoca!). Invece la "modernità"
è sovente ammessa a far parte delle immagini di Plüschow, specie
sotto forma di tessuti di chiara impronta Art nouveau e qualche
capo di vestiario o oggetto. In un caso, addirittura, è addirittura
l'attualità a entrare in una delle sue foto, nella quale
due ragazzi nudi posano su uno sfondo di copertine
del settimanale satirico "L'Asino" (che immagino lo abbia attaccato,
per meritarsi lo sgarbo) appese al muro.
In conclusione, se Gloeden
suscita ancora il nostro interesse per aver saputo creare un universo arcadico
interamente frutto della sua fantasia, che spicca per coerenza interna
anche se non necessariamente per originalità, Plüschow risulta
a volte inaspettatamente più "moderno" e vicino al nostro modo di
sentire, proprio per la capacità (o necessità) di fare a
meno delle sovrastrutture tese a camuffare i suoi modelli e le sue modelle
secondo canoni predeterminati.
Bibliografia
Pubblicazioni
realizzate in vita
-
"The Photogram",
IV 1897, nn. 41 e 42, e V 1898,n. 57, passim, in particolare il
saggio di Robert Hobart Cust, Photographic studies illustrated
by Guglielmo Plüschow and Count von Gloeden, "The
photogram", XLI-XLII, n. 4, 1897, pp. 129-133
e 157-161, specie p. 130.
-
E. Neville-Rolfe, A Pompeiian
gentleman's home-life, "Schribner's magazine", March 1898, pp. 277-290
(illustrazioni).
-
Carl Heinrich Stratz, Die
Schönheit des weiblichen Körpers, Stuttgart 1898, passim.
-
Franz Goerke (a cura di), Die
Kunst der Photographie, Berlin 1901, p. 128 (ragazzo che suona).
-
Carl Heinrich Stratz, Der
Körper des Kindes und seine Pflege, 1901, 3a edizione F. Enke,
Stuttgart 1909, passim.
-
"Photographische Correspondenz",
XLI 1902, n. 504, p. 490 (ragazza etiopica al Cairo), e 494 (nudo di donna
sud-italiana).
-
Carl Heinrich Stratz, Die
Rassenschönheiten des Weibes, Stuttgart 1902, passim.
-
Karl Vanselow (a cura di), Die
Schönheit, Dresden 1903-1915.
-
Eduard Daelen & Gustav Fritsch
et all. (a cura di), Die Schönheit des menschlichen Körpers,
Düsseldorf 1905.
-
Paul Hirth & Eduard Daelen
(a cura di), Die Schönheit der Frauen, Hermann Schmidt, Stuttgart
1905, pp. 93, 109, 125, 157, 181, 197, 213, 237, 253.
-
Arthur Schulz (a cura di), Italienische
Acte, Leipzig 1905, passim.
-
Albert Friedenthal, Das Weib
im Leben der Völker, vol. 2, Berlin 1911, pp. 563-569 (7 foto).
-
Bruno Schrader (a cura di),
Römische campagna, Leipzig 1911, pp. 1, 164, 201, 243. (Questa
è l'ultima opera pubblicata dall'Italia).
-
Carl Heinrich Stratz, Die
Darstellung des menschlichen Körpers in der Kunst, Berlin 1914,
passim.
-
Friedrich Reiche, Streifzüge
im Reiche der Frauenschönheit, Leipzig 1924, pp. 180, 253.
|
Copertina di monografia
di Plüschow.
|
Libri fotografici postumi
contenenti immagini di Wilhelm von Plüschow
-
Jean-Claude Lemagny (a cura
di), Taormina.
Debut de siècle, Editions du Chêne, Paris 1977. (Attribuite
a Wilhelm von Gloeden, sono in realtà quasi tutte immagini di Plüschow).
-
Herman Puig (a cura di), Von
Gloeden et le XIXe siècle, Puig, Paris 1977. (La prima pubblicazione
attenta alle attribuzioni delle foto).
-
AA.VV.,
Fotografia pittorica 1889/1911, Electa, Milano & Alinari,
Firenze 1979, pp. 65-70 (scheda di Marina Miraglia).
-
Gaetano Colonnese, Maria Colonnese, Corrado
Ruggiero, Le
bambine di Plüschow, Colonnese,
Napoli 1982 (non vidi).
-
Jacques d'Adelswaerd Fersen,
Amori et
dolori sacrum, La Conchiglia, Capri 1990, passim.
-
Wilhelm von Gloeden, Taormina,
Twelvetrees press, Pasadena (CA) 1990. (Per una buona metà le foto
appartengono a Galdi e Plüschow, ma sono tutte attribuite a von Gloeden.
Questo è l'ultimo libro di pregio publicato senza curarsi delle
attribuzioni).
-
Volker Janssen (a cura di),
Wilhelm
von Gloeden, Wilhelm von Plüschow, Vincenzo Galdi: Italienische Jünglings-Photographien
um 1900, Janssen Verlag, Berlin 1991.
-
Bernhard Albers (a cura di),
Galdi /
Gloeden / Plüschow. Aktaufnahmen aus der Sammlung Uwe Scheid,
Rimbaud Presse, Aachen 1993.
-
Peter Weiermeier, Guglielmo
Plüschow, Taschen verlag, Köln 1994 (con saggio biografico
e ampia bibliografia, anche in francese e inglese).
-
Et
in Arcadia ego. Fotografien von Wilhelm von Gloeden, Guglielmo Plüschow
und Vincenzo Galdi, Edition Oehrli, Zurich 2000.
-
Nicole Canet (a cura di), Poésies
arcadiennes. Von Gloeden, Vincenzo Galdi, Von Plüschow. Photographies
fin XIXe, Galerie au bonheur du jour, Paris 2003. (In realtà
anche le foto di Gloeden in questa antologia sono in buona parte di Plüschow
e Galdi)
-
À
la jeunesse d'amour. Villa Lysis a Capri: 1905-2005, La conchiglia,
Capri 2005 (illustrazioni).
Scritti su Wilhelm von Plüschow
-
Theodore
F. Dwight (1846-1917), Due lettere a Charles Warren Stoddard,
[1890 & 1896].
-
John
Addington Symonds, Due lettere su Wilhelm von Plueschow
(1892).
-
Anonimo,
Un fotografo corruttore, "La tribuna", 15 maggio 1907.
-
Anonimo, L'arresto di un fotografo
tedesco, "Il messaggero", 15 maggio 1907, p. 4.
-
Anonimo,
Un processo scandaloso, "Il Messaggero", 15 giugno 1907.
-
Anonimo, Il fotografo arrestato,
"La tribuna" 16 maggio 1907, p. 3.
-
Anonimo, Il fotografo tedesco arrestato,
"Il messaggero", 16 maggio 1907, p. 4.
-
Lino Ferriani, E lo scandalo del
fotografo?, "Battaglie d'oggi", III 14, 1907, pp. 1-2.
-
Anonimo, Fotografi corruttori,
"Bollettino della lega per la moralità pubblica", XIII 2 1908, pp.
6-7.
-
Edward
Prime Stevenson ("Xavier Mayne", 1868-1942), Estratto da: The
intersexes [1908].
-
Corte
penale di Roma, Sentenza di condanna di Guglielmo Plueschow,
4 aprile 1908.
-
Roger
Peyrefitte, Les amours singuliers (1949), p. 149. Traduzione
italiana: Eccentrici amori, Longanesi, Milano 1959.
-
V. Mor., Il nudo secondo
il misterioso barone von Plüschow, "Corriere della sera", 19/12/1983.
-
Bruce
Russel, Wilhelm von Gloeden, Wilhelm von Plüschow. Two photo
essays. I - Von Plüschow: toward a definition of his canon. In:
"Visual communication", IX, spring 1983, n. 2, pp. 57-59 e 65-71.
-
G. Semerano, Fotografia.
Wilhelm von Plüschow, chi eri?, "Il tempo", 21/1/1984.
-
Sandro Avanzo, Wilhelm
von Plüschow, il cugino povero, "Babilonia" n. 38, luglio-agosto
1986, pp. 18-21.
-
Bianca Pilat (a cura di), Wilhelm
von Gloeden c/o Guglielmo Plüschow, Galleria di arte contemporanea,
Milano 1987.
-
Marina
Miraglia, Guglielmo Plüschow alla ricerca del bello ideale,
in: "AFT (Archivio Fotografico Toscano)", IV 7, luglio 1988, pp. 62-67.
-
Ulrich Pohlmann, Wer
war Guglielmo Plüschow?, "Fotogeschichte", n. 29, VIII 1988, pp.
33-38. Riedito online col titolo: Guglielmo
Plüschow (1852-1930). Ein Photograph aus Mecklenburg in Italien,
sul sito www.plueschow.de.
-
Uwe Scheid, Il vero
nudo: Aktstudien von Guglielmo Plüschow, "Fotogeschichte" n. 29,
VIII 1988, pp. 9-21.
-
Winckelmann (pseud.),
A rediscovered boy-photographer. Guglielmo Plüschow (1852-1930),
"Gayme", III 1, 1996, pp. 22-30.
-
Giovanni
Dall'Orto, Istantanea di Wilhelm von Plüschow (1856-1931),
"Babilonia" n. 158, settembre 1997, pp. 82-84.
-
Roberto
Ciuni, I peccati di Capri, New Deal, Roma 1998, pp. 56-59.
-
Enrico
Oliari, Roma, 1908: Processo a Wilhelm von Plueschow.
In: L'omo
delinquente. Scandali e delitti gay dall'Unità a Giolitti,
Prospettiva ed., 2006.
Qualche link
L'autore ringrazia fin
d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su
persone, luoghi e fatti descritti in questa scheda biografica, e chi gli
segnalerà
eventuali errori contenuti in questa pagina.
|
Note
[1]
Testo inedito.
Per ulteriori dettagli si
veda anche il mio saggio Istantanea
di Wilhelm von Plüschow (1856-1931), "Babilonia" n. 158, settembre
1997, pp. 82-84, riedito in versione aggiornata in questo stesso sito.
[2]
In tal
senso si espresse Bianca Pilat in Wilhelm von Gloeden c/o Guglielmo
Plüschow, Galleria di arte contemporanea, Milano 1987 (e cfr.
anche V. Mor., Il nudo secondo il misterioso barone von Plüschow,
"Corriere della sera", 19/12/1983 e G. Semerano, Fotografia. Wilhelm
von Plüschow, chi eri?, "Il tempo", 21/1/1984).
[3]
Le notizie del primo processo
si hanno per ora unicamente dalla relazione, molto confusa, di Xavier
Mayne ne The intersexes (1908).
Noto
che anche Ulrich
Pohlmann, come me, interpreta il brano di Mayne nel senso che vi fu
un processo nel 1902. Tuttavia nel testo Mayne mescola i fatti, attribuendo
al "primo" processo eventi accaduti nel "secondo" (come l'arresto del cantante
tedesco Ludwig Wüllner (1858-1938)),
al punto da rendere lecito il sospetto che sia Pohlmann che io lo abbiamo
frainteso, e che si tratti in realtà di un solo ed unico
evento.
D'altro
canto Enrico Oliari, lo scopritore della sentenza del processo del 1907/8,
m'ha comunicato verbalmente che in un documento ancora inedito si fa un
cenno a "due processi".
La
questione andrà quindi approfondita e chiarita.
[4]
Lo attesta
ancora Xavier
Mayne ne: The intersexes.
Sappiamo
che dopo questa catastrofe Galdi si convertì in gallerista d'arte,
ed ebbe una vita molto lunga e di successo, allietata da figli e nipoti. |