Nella
lista di discussione "Storiagay" (per chi volesse iscriversi, pubblico
il modulo in fondo a questa pagina) è apparsa la seguente richiesta:
È un po' di tempo che cerco informazioni sul "Battaglione Sacro di Tebe". Ho provato a fare ricerche su internet, ma il risultato è stato scarno e superficiale, se qualcuno di voi ha qualcosa di più sostanzioso da segnalarmi mi farebbe un vero piacere. Risposta: Quella del Battaglione sacro di Tebe (ieròs lòchos), noto anche come "Battaglione degli amanti"; "Falange sacra tebana"; "Armata di amanti", è una delle poche vicende storiche ad avere assunto una dimensione "mitica" nell'immaginario collettivo del mondo omosessuale contemporaneo. Per questo solo fatto merita quindi d'essere esaminata in dettaglio.
Cos'è il "battaglione sacro" Il "Battaglione
sacro" è un corpo militare greco antico (del quarto secolo avanti
Cristo) della città
di Tebe, composto da militari professionisti,
cittadini di Tebe e non mercenari.
I componenti
del "battaglione
sacro", invece, non esercitavano altre attività ma, in quanto
professionisti, erano mantenuti a spese pubbliche.
Questo dominio fu però spezzato dalla monarchia dei macédoni, che sconfissero i tebani nella battaglia di Cheronea [338 a. C.], ed arrivarono poi, con Alessandro Magno, a sottomettere oltre alla Grecia anche l'immenso impero persiano. Questo è
il contesto storico della vicenda.
La leggenda Secondo la leggenda,
assai diffusa nel mondo gay e non solo, un aspetto particolare di questo
corpo militare era che i suoi componenti sarebbero stati tutti legati,
a due a due, da rapporti amorosi di coppia.
Aggiungiamo (questo non lo sappiamo dalle fonti che ci parlano di questa istituzione, ma lo ricaviamo dal contesto della cultura greco-classica relativa all'omosessualità) che al più adulto era riservato il ruolo sessuale dell'"attivo", e al più giovane quello del "passivo", con però un cambiamento di ruolo nel passaggio all'età pienamente adulta e al ruolo dell'erastés. Sempre secondo la leggenda, fu l'amore reciproco a dare ai combattenti una foga speciale, che rese imbattibile la "falange sacra" fino a Cheronea. Ognuno dei trecento militari era disposto a tutto, anche a dare la vita, per salvare nei pericoli della battaglia colui che amava. L'eromenos era inoltre stimolato dal sentimento di emulazione nei confronti dell'erastés, avendo la necessità di dimostrarsi, ai suoi occhi, all'altezza delle sue aspettative, mentre l'erastés aveva l'esigenza di dare sempre l'esempio di comportamento eroico e valoroso, se non voleva rischiare di scadere nella considerazione dell'eromenos, perdendone l'amore.
Le fonti Le fonti storiche sui cui si basa questa leggenda sono in realtà "la" fonte, dato che i tre documenti antichi che ce la tramandano sono tre versioni diverse dello stesso racconto, opera della stessa persona, delle quali una sola versione parla esplicitamente di questo argomento. Si tratta di
Plutarco
(che visse dal 46 circa al 120 circa dopo Cristo), sacerdote e intellettuale
greco nonché magistrato dell'impero romano.
Le tre opere in cui Plutarco ci parla del "Battaglione degli amanti" sono:
Questo è il documento principale. La notizia che c'interessa è contenuta al capitolo 18: la "falange sacra" tebana - spiega Plutarco - era composta da trecento combattenti "professionisti" legati da rapporti amorosi di coppia. L'amore reciproco dava ai combattenti una foga speciale, che rese imbattibile la "falange sacra" fino alla battaglia di Cheronea. E anche allora il vincitore, Filippo II di Macedonia, ispezionando i cadaveri degli sconfitti (nessuno dei quali aveva dato le spalle al nemico per fuggire) dopo la battaglia, disse: "Muoia chi pensa che costoro "fecero" o "subirono" qualcosa di vergognoso". Qui i verbi "fare" e "subire" sono quelli che si usavano in greco per indicare l'atto attivo e quello passivo nel "qualcosa-di-vergognoso"... cioè nel rapporto anale. Filippo stava quindi espressamente minacciando di morte chiunque avesse ripreso la voce secondo cui militari tanto valorosi avevano avuto rapporti omosessuali anali. Questa minaccia ci permette di sapere che voci del genere erano quindi circolate, per lo meno fra i nemici di Tebe (quali erano i macedoni). Sorta di piccolo galateo filosofico sull'arte dell'invitare a pranzo. Il brano che ci interessa è a: I 2, 618d: un commensale dichiara che Pammenetebano (collaboratore di Epaminonda) aveva ragione a criticare Omero come ignorante d'amore, per aver fatto combattere i soldati per tribù: meglio infatti sarebbe stato mescolare amante e amato perché l'intero esercito fosse animata da un solo spirito.
Nel paragrafo 761b è ripetuto il rimprovero di Pammene. Aggiungendo che l'amore per la persona amata, quando è assistita dal dio (Amore), e più forte dei legami di qualsiasi altro tipo, ivi incluso quello per il clan e la patria: "Amore è il solo generale invincibile". Si noti che questo non è un trattato militare, ma fin dal titolo si rivela come un trattato sull'amore. Di cui è celebrata, in questo passo, il potere assoluto rispetto a qualsiasi altra attività umana, riprendendo il luogo comune, tipico della letteratura dell'epoca, di Amore come generale supremo (militat omnis amans (Ovidio): "ogni amante è soldato" nell'esercito d'Amore). Si tratta insomma di un "topos" letterario, scritto da un intellettuale che non aveva presumibilmente mai preso in mano una spada in vita sua, e non di una considerazione strategica, o storica... Perché si tratta di una leggenda Purtroppo, nonostante il fascino del topos letterario, la logica su cui si sarebbe basata la "legione degli amanti" non regge al vaglio non dico dell'analisi storica, ma nemmeno a quello del più banale buonsenso. 1) Innanzi
tutto, in ogni epoca e in ogni esercito i comandanti hanno cercato di tenere
le passioni amorose al di fuori dell'esercito.
2) La
perfetta simmetria delle 150 coppie, tutte perfettamente innamorate, tutte
perfettamente fedeli, può magari funzionare in astratto, almeno
all'inizio... ma che accade se, dopo qualche anno, qualche relazione -
come è inevitabile - comincia a perdere colpi? Se - altrettanto
inevitabilmente - uno mette gli occhi sul ragazzo di un altro? Se uno diventa
geloso dell'altro? Magari pure a torto?
3) Inoltre:
il rapporto fra amante ed amato ha senso in un contesto pedagogico,
di insegnamento del mestiere e delle virtù ad esso connesse. Ma
una volta trasferito tale insegnamento, l'amato era pronto per diventare
a sua volta amante, e diventare a sua volta insegnante di
un giovane.
4) E
nel caso della morte in battaglia di uno dei due (caso non certo improbabile),
in che modo sarebbe stata ricostituita la coppia?
5) E se poi il bushido (il codice d'onore) di tali coppie avesse davvero previsto che in caso di morte in battaglia dell'uno anche l'altro perdesse la vita, come pensa Walter, che vantaggio avrebbe avuto Tebe dal fatto che bastasse uccidere 150 soldati per farne fuori 300, dopo avere investito ingenti risorse nel loro mantenimento e allenamento? 6) E nel caso di morte naturale dell'uno, l'esercito di Tebe avrebbe perso anche l'altro? 7) Infine,
e forse questo è l'argomento più stringente, nel caso che
in battaglia fossero stati contemporaneamente in pericolo il comandante
e l'amato, a quale dei due avrebbe dovuto dedicare il suo valore
il componente del Battaglione sacro?
Questo principio non vale solo per gli eserciti, ma per qualsiasi struttura gerarchica. Ad esempio, in molti regolamenti di lavoro è fatto divieto a marito e moglie di lavorare nello stesso reparto di una fabbrica. Questo perché la lealtà personale potrebbe sopraffare la lealtà verso l'azienda, che il datore di lavoro pretende. Insomma, per
farla breve, da qualunque lato si osservi la cosa, da un punto di vista
militare la "Falange degli amanti" non ha senso.
Compito degli
eserciti è fare la guerra e massacrare con la massima efficienza
i nemici, non favorire la liberazione sessuale degli arruolati.
I fatti al di sotto della leggenda Il battaglione degli amanti è dunque un'invenzione di Plutarco? Sì e no. Come in ogni vicenda storica, occorre sempre chiedersi cosa ci sia sotto il programma politico che lo storico, ogni storico (me compreso) vuole dimostrare raccontando certi "fatti" (o quelli che lui racconta come se fossero tali) in un certo modo. Ora, ci sono ben pochi motivi per dubitare del fatto che nel secolo IV a.C. a Tebe sia esistito un "battaglione consacrato", che aveva la caratteristica di essere composto da cittadini che facevano di professione i militari. Non ci sono
ragioni di dubitare neppure di un'altra peculiarità di tale battaglione:
il training militare non era collettivo, ma individualizzato.
Ogni recluta era infatti affidata ad un coach, o a un
personal trainer che dir si voglia, che ne seguiva personalmente
la preparazione atletica (molto importante in un'epoca in cui la guerra
si basava molto sulla forza e sull'abilità atletica) e ne osservava
e sorvegliava il comportamento.
Oltre questo punto, però, passiamo dai dati alle interpretazioni, più o meno probabili:
Eppure tutte le squadre di questo tipo hanno in comune un aspetto: per evitare che l'intimità scateni "reazioni a catena", introducendo tensioni sessuali (che come detto sopra, sono considerate distruttive dello spirito di corpo), sono tutte caratterizzate da un altissimo livello di tabù nel confronto dell'omosessualità. E in effetti,
la reazione di Filippo di Macedonia (che pure, secondo le fonti antiche,
ebbe i suoi bravi amanti di sesso maschile), ci mostra il rifiuto ideologico
da parte di un generale verso la pratica omosessuale tra soldati, considerata
inconcepibile fra soldati valorosi, sia pure nemici. Da qui la sua proibizione
d'insinuare un tale concetto: non lo faceva per rispetto degli sconfitti,
lo faceva per non creare strane idee e precedenti nel proprio, di esercito.
Il mio commento
La mai tramontata fama di Plutarco spiega in parte questa sopravvalutazione, ma non al punto di farci capire come l'idea della "armata d'amanti" abbia potuto radicarsi nell'immaginario dei gay nordici, al punto da fare intitolare proprio Army of lovers un celebre film del 1976 (di Rosa von Praunheim) sul movimento gay statunitense. È semmai l'insistenza dei gay americani sul "diritto" degli omosessuali a far parte dell'esercito (un po' diminuita, peraltro, da quando è iniziata la guerra in Iraq... chissà perché!) che spiega come l'immagine di Plutarco sia stata selezionata, e propagandata, perché forniva un argomento e una nobilitazione a chi, identificando la virilità con l'esercito, desiderava sottolineare che anche gli omosessuali possono essere "virili" quanto gli eterosessuali. Ora, anche ammesso
e non concesso che sia
cruciale stabilire se e quanto gli omosessuali possano essere buoni assassini
di professione (la risposta è che possono, purtroppo),
non è comunque Plutarco la giusta base
di partenza di questa discussione.
Plutarco sarà
dunque un "patriota", e l'esempio degli omosessuali guerrieri della falange
sacra sarà un esempio patriottico per i greci, bisognosi di un riscatto?
Niente affatto.
L'esercito (come la Grecia antica tutta) di cui parla Plutarco è dunque un'idealizzazione, il sogno di un intellettuale, un abbellimento a posteriori di cui non a caso non abbiamo tracce provenienti dagli scrittori contemporanei all'evento. In conclusione l'uso che di Plutarco fecero gli "omofili" sino agli anni Settanta, è un classico caso di deformazione intenzionale di documenti antichi per fini politico-polemici. Questa deformazione, che è perfettamente legittima per chi cerca nel passato solo puntelli politici e culturali per una battaglia condotta nel presente [3], è invece illegittima per lo storico (o sedicente tale) che pretenda di usarla per la ricostruzione del passato.
Il "battaglione
sacro" in Rete.
Consiglio la ricerca anche in lingue diverse dall'italiano (per esempio come Theban band, Sacred band of Thebes), perché il materiale online nella nostra lingua è effettivamente poco.
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Note
[1]
Sul tema qui discusso si veda Kenneth Dover, The Greeks and their
legacy, Blackwell, New York 1988, pp. 90-98 (battaglione degli amanti
e ideale platonico dell'amore).
[2] Dato che ogni cittadino era, per il fatto stesso di essere cittadino, anche soldato, un cittadino per svolgere la "professione" di soldato doveva mettersi al servizio di una patria diversa dalla propria, cioè nella condizione di mercenario. [3]
La vita umana è strettamente legata ai simboli, che sono molto importanti.
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