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"X. Y. Z." (1864 - ? )
presso Paolo Mantegazza (1831-1910)
 
Foto di anonimo, datata 1889.
Anonimo [1889].

Da: Gli amori degli uomini [1885, edita 1892] [1].

Dopo la pubblicazione delle prime edizioni di questo libro tanto calunniato [2], ho ricevuto da varie parti d'Europa lettere interessantissime, eloquenti, nelle quali uomini di squisito sentire mi dipingevano con colori smaglianti il loro amore per persone dello stesso sesso, e vergognandosi di questo loro pervertimento, mi chiedevano un rimedio o un consiglio. 

Mi duole che la santità del segreto medico mi proibisca di pubblicarne alcune e mi accontenterò di pubblicare la seguente, che è una profonda e sincera analisi autobiografica di un uomo nato con tendenze sodomitiche:

Ahi! qual tortura e quale strazio orrendo 
avvelenan la povera esistenza
di me cui.[3].la natura già tradiva 
nell’utero materno che di maschio 
mi diè sesso e sembianza mentre invece 
ho di femmina core, sentimenti, 
e desiderii. — Oh ciel! quale amarezza 
tutto m'invade quando il mio pensiero 
si figura le gioje sovrumane
e le dolcezze sante onde infiorata 
sarebbe la mia vita se nel mondo 
entrato fossi donna!…
Donna, non già Cleopatra o Messalina, 
ma Penelope saggia ed amorosa.[4],
al mio consorte avrei creato tale 
scudo d’affetti, che turbar sua pace 
invan presunto avrebbero le lotte 
e i disgusti del mondo. Dolce sogno! 
Amarlo intensamente; aver dei figli 
frutti del seno mio per lui fecondo; 
nudrirli del mio sangue; belli e forti 
crescerli tutti ed infondere loro 
l'alta Morale che intuir sol puote.[5]
donna ispirata da Virtù d'Amore.
Questi versi che io improvvisai in un momento di sconforto circa tre settimane or sono, valgano a ragguagliarla esattamente circa allo stato dell'animo mio. 

Non sono una creatura abbietta che aspiri al vizio; no! sono un essere buono ed infelice che soffre, soffre immensamente mentre amici e conoscenti lo credono la persona più felice e spensierata che esista sulla crosta terrestre perché senza vizii; astemio di vino, astemio di tabacco, astemio di donne, ed incapace di rimescolare un mazzo di carte. —

Uomo, amo una persona del mio sesso: l'amo con trasporto, con delirio, con mistica adorazione!
Egli lo sa; ma pur essendo abbastanza buono per compatirmi, non lo è abbastanza per risparmiarmi i suoi frizzi ed i suoi crudeli dileggi.
Eppure io non vedo altri al mondo che lui e, per risparmiargli il più lieve dispiacere, sarei pronto a sacrificare non solo la mia vita, ma anche la mia riputazione!  Lo amo tanto che, essendo egli in materia di donne piuttosto libertino e dissoluto, io (ateo) sorpresi più volte me stesso a pregar Dio che gli facesse incontrare una bella e buona fanciulla la quale potesse diventare sua moglie e gli desse dei figli ai quali vorrei bene come se fossero figli miei. 

Ecco la mia passione: chi si sente di poterla chiamare ributtante e schifosa!? Se a questo mondo vi sono delle donne dissolute e delle puttane, vi sono pure delle mogli e delle madri virtuose e sante; se vi sono dei pederasti lubrici ed abbietti, ve ne sono pure di poetici e capaci delle più nobili abnegazioni.

                                                                  * * *
Io ho ventun'anni; non sono per nulla un individuo effeminato: la mia statura è giusta, la mia costituzione è abbastanza complessa sebbene piuttosto grassa, la mia voce è piuttosto baritonale, la mia barba è molto folta, ed i miei organi genitali sono assolutamente sani, ben conformati e di ragionevoli proporzioni. 

Le bellezze della natura esercitano su di me possente attrattiva; così pure le belle arti e specialmente la musica e la poesia. I miei soli passatempi sono: in città i teatri e i concerti; in campagna le escursioni montanine.
 
Milo Brinn (Luigi Borra, lottatore italiano) - 1895.
Milo Brinn (Luigi Borra), lottatore italiano [1895].
Analizzando i miei istinti erotici, trovo in essi non già un pervertimento, ma sibbene un invertimento. Infatti la bellezza delle forme femminili mi lascia completamente freddo, mentre invece la vista di un torso erculeo o di un paio di gambe atletiche desta in me profonda ammirazione, accompagnata da strapotenti aspirazioni sensuali.

Ma questa mia inclinazione per le cose di bellezza maschia non si manifesta soltanto nei desiderii carnali, ma sibbene in tutte le espressioni del mio sentimento estetico. 

— Così io rimango assorto in estasi dinanzi ad un panorama alpestre dagli orridi dirupi, dai picchi nevosi, e dagli impetuosi torrenti; mentre ho in uggia la collina brianzuola coi suoi verdi poggi, colle sue ajuole fiorite, colle sue cascatelle e coi suoi ruscelletti.

— Così in musica io prediligo i ritmi larghi e maestosi con numerosi accordi, arpeggi e cambiamenti di tono; — mentre poco m'importa di quelli allegri, brillanti, e filogranati.[6].

— Così di tutti i metri prosodiaci io non amo che l’endecasillabo sciolto come quello ch'è più fluente e maestoso, mentre tutti gli altri metri mi sembrano atti solo ad esprimere le idee dei bambini lattanti o giù di lì.

— Insomma (per farla breve), tutti i miei sentimenti estetici non si rivolgono che a concetti forti, maestosi e grandiosi: i concetti graziosi, vezzosi e delicati non trovano eco alcuna nell'animo mio. — Qual meraviglia dunque se per me il tipo della bellezza sensuale sia rappresentato da Ercole e da Marte, anziché da Venere e dalle Grazie?

Venendo ora a parlare delle mie aspirazioni circa al contatto carnale, dirò che esse si estrinsecano in un vivissimo desiderio di stringere al seno l’uomo amato e di unirmi a lui come uomo a donna o come donna ad uomo: vorrei che uno dei due (indifferentemente) avesse una rientranza là dove si trova una prominenza (tribadismo maschile). — Non è quindi un desiderio sodomitico il mio: non è un istinto sessuale pervertito, ma piuttosto un istinto sessuale invertito.

I medici sinora da me consultati, furono unanimi nel dirmi che, cercando di capovolgere tutti i miei gusti e cercando di abituarmi ai contatti femminili, io riuscirei assai facilmente ad inalveare nel giusto canale anche la corrente delle mie inclinazioni erotiche.

Ma: ho io il diritto d'intraprendere una tal cura? — E se una volta guarito procreassi degli infelici i quali portassero seco la triste eredità di questa mia anomalia psichica?! Quanto dovrei allora maledire la mia egoistica imprevidenza!!!.[7].

* * *

Ma: d'onde viene che tale istinto contro natura possa risiedere anche in organismi né fisicamente né intellettualmente degenerati? Io credo di poterne dare la spiegazione; ma essendo il ragionamento piuttosto lungo ed astruso chiedo l'elemosina di un poco di pazienza.

Anzitutto combatto la frase contro natura e dico che nessun istinto, per quanto stranamente anormale, dovrebbe dirsi contro natura, se congenito e non acquisito.[8].

— E se Madre Natura stessa in persona venisse a chiedermi conto di questo mio aforismo, io le direi: 
O Madre Natura: tu che ti vanti di essere tanto provvida e previdente, perché ti diverti a fare di questi scherzetti ai tuoi cari figli?… Perché, se tanto ci tieni a ciò che le tue regole vengano scrupolosamente osservate, ti diverti tu a creare degli organismi che non possono osservarle?! 
Tu mi dai l'idea di una massaia la quale, avendo messo al fuoco delle patate, si lagnasse di non ritirarne dei tartufi. E questa massaia potrebbe essa dire che le patate sono rimaste patate contro la sua volontà?

Mi si potrebbe contestare che la frase contro natura deve venir interpretata nel senso di contro la regola.

— Vediamo adunque se la regola esista realmente.
Le statistiche della storia ci confessano che a questo invertimento dell'istinto sessuale furono tributarie almeno la decima parte delle persone celebri; ora la logica inesorabile vuole purtroppo che questa proporzione del dieci per cento venga applicata a tutta l'intera umanità. — E questa frequenza di eccezioni non basta forse da sola a far dubitare dell'esistenza della regola[9].

Del resto l'invertimento dell'istinto sessuale non è privilegio della razza umana. 

Nella piccionaia di una masseria appartenente ad un mio zio, tre anni or sono, c'erano due piccioni maschi i quali, appaiati sino dall'infanzia per la morte delle rispettive femmine, si erano tanto abituati a tenersi buona compagnia che (o bene o male) non volevano accoppiarsi che fra di loro: talché un bel giorno la massaia tagliò loro la gola dicendo che era inutile tenerli vivi dal momento che non volevano far razza [10].

— In una prateria della Valganna sul Varesotto, io vidi due giovenche farsi questo reciproco giuochetto: una di esse si mise a scompisciare.[11], e, quando fu giunta agli sgoccioli, la compagna le lambì avidamente ed a lungo le parti genitali; dopo di che si mise a scompisciare a sua volta facendosi rendere la pariglia.

Avendo io chiesta spiegazione del fatto al mandriano, egli mi raccontò che quelle due giovenche facevano sempre così rifiutando invece ostinatamente di lasciarsi avvicinare dal toro: che per far perder loro quel vizio egli aveva tentato (avendo due stalle) di tenerle separate l'una dall'altra; ma aveva dovuto rimetterle assieme dopo due giorni, perché rimaste sole erano state prese dalla più cupa melanconia rifiutando qualunque nutrimento. 

— Quanto poi alla sodomia dei cani per le vie delle città, essa è talmente nota a tutti, che è persin superfluo farne menzione.

Lottatori. Foto accademica, 1880-1890.Non potrebbe dunque darsi che noi, chiedendo la chiave di tale enigma psicologico alla Patologia, commettessimo un errore
Non potrebbe darsi che dovessimo invece chiederla all'Antropologia?

Vediamo:

Gli istinti non sono leggi naturali per sé stessi; ma sibbene manifestazione od effetto delle leggi naturali medesime (cognite od incognite che sieno). — E lo stesso istinto in forza del quale generalmente (cosa utile per la conservazione della specie) il maschio ricerca la femmina e viceversa, deve avere una causa: causa che io credo basata sull'atavismo e sul trasformismo [12].

Anche volendo ammettere (cosa del resto assai dubbia) che i due sessi fossero distinti ed avessero le loro marche caratteristiche sino dalla prima coppia esemplare della razza umana (e di qualunque altra razza), non c'è ragione alcuna per asserire che l'amore sensuale fra quei due individui primitivi fosse dettato loro dalla differenza di sesso: ognuno di essi sentiva l'inconscio bisogno di baciare ed accarezzare con trasporto l'essere della sua specie col quale conviveva: ma questo loro desiderio era (mi si passi la frase) un desiderio in bianco; vale a dire che si estrinsecava in un desiderio semplicemente carnale, ma non sessuale
Fu dunque senza premeditazione fisiologica che essi si abituarono al coito. 

E se questo coito favorito (per conto suo) dalla differenza dei sessi, diede loro dei figli, il loro istinto non ne aveva avuto merito alcuno.

L'istinto carnale in bianco dei genitori si trasformò per i figli in un istinto carnale incerto o (per meglio dire) secondo i gusti individuali.

Così vi saranno state tre qualità psichiche di maschi, e tre qualità psichiche di femmine: —  maschi proclivi alle femmine, maschi proclivi ai maschi, e maschi proclivi ad entrambi i sessi (maschi in bianco); —  femmine proclivi ai maschi, femmine proclivi alle femmine, e femmine proclivi ad entrambi i sessi (femmine in bianco) [13].

Ora, gli individui proclivi al loro medesimo sesso (avendo sempre eliminate fra di loro le loro facoltà riproduttrici) saranno morti senza lasciar prole, mentre invece tutti gli altri ne avranno lasciata. 
Ma fra gli individui i quali lasciarono prole, vi erano anche gli individui in bianco; ed è al legato psichico di costoro che io credo sia dovuta la presenza anche al giorno d’oggi (sebbene rara) delle tre qualità d'individui per ogni sesso.

Alla categoria degli individui in bianco.[14].sarebbe da contrapporsi una quarta categoria (poco numerosa) degli individui in nero; vale a dire di quegli individui i quali passano la loro vita senza mai provare alcun desiderio carnale, vivendo cionondimeno sani, felici, contenti e beati (frigidità).

* * *

Qualunque pederasta che sia dotato di amor proprio, si trattiene il più che sia possibile dal soddisfare i propri desiderii non tanto per paura delle disposizioni del Codice Penale (alle quali si può facilmente sfuggire), quanto per attaccamento alla pubblica riputazione che (volere o non volere) è il principale nutrimento dell'intelletto umano.

— Esaminiamola dunque un poco nei suoi giudizi circa agli istinti carnali questa Società alla quale io e tanti altri miei compagni di sventura facciamo un tanto sacrifizio.

Entriamo per esempio in un Caffè e mettiamoci poco lungi da un tavolino intorno al quale sieno seduti in crocchio quattro o cinque amici fra di loro in grande confidenza. Stiamo ad ascoltare ed udremo Tizio raccontare di essersi fatta fare l'alta scuola [15].dalla Cleonice la quale gli ha fatto provare tutte le gioie del paradiso — Cajo (non inferiore a Tizio) racconterà di aver fatto 69 colla Clorinda  — Sempronio racconterà di aver eiaculato con grande voluttà fra le bianche mammelle della Berenice che è proprio grassa come una quaglia; finalmente Martino (padre di famiglia) spiegherà qualmente. avendo già un bastevole numero di figli, egli abbia adottate colla moglie queste due misure: non avvicinarla che coi guanti di Parigi.[16], oppure accontentarsi della masturbazione femminile. —  E la Società quando giudica questi quattro giovialoni (?) si accontenta di scrollare la testa con benigno compatimento e mormora sorridendo: Benedetta gioventù! Farete giudizio una buona volta diventando vecchi!

Ma se vi fosse un tale che entrasse nello stesso Caffè e si rivolgesse a quel crocchio esclamando: "Io amo una persona del mio medesimo sesso; l'amo con tutte le forze dell'anima mia, e per conquistare il suo amore mi sentirei capace di sopportare qualunque prova!" —  quello sarebbe un mentecatto, un mostro di spudoratezza, un capo di galera: Diamine!!!

Suvvia: fra quel crocchio di gioviali amici ed un consorzio di pederasti il quale avesse a patroni le ombre di Orfeo, di Oreste e Pilade, di Socrate, di Alcibiade, di Anacreonte, di Orazio, di Virgilio,di Giulio Cesare, di Augusto, di Marco Aurelio, di Costantino, di Brunetto Latini, di Federico il Grande e di tanti altri benemeriti all'umanità; —  fra quel crocchio di amici ed un simile consorzio (dico) quale sarebbe più spregevole? —  Fra me che esito a mettermi in cura per tema di procreare degli infelici, e quell'onesto padre di famiglia che per limitare la prole avvicina la moglie coi preservativi o si accontenta di una buona menata, fra me e lui chi è più morale?!

Mi si dirà che l'Amore fra persone di diverso sesso è cosa santa perché avente per scopo la conservazione della specie, mentre invece quello fra persone del medesimo sesso è abbietto perché non avente tale scopo. — Io risponderò (anche prescindendo da tutte le frodi maltusiane.[17].e da tutte le oscenità improduttive che si compiono fra uomo e donna) — che non è mica merito né progetto dei coniugi amanti se l'utero della moglie, fecondato dal seme del marito, mette alla luce dopo nove mesi una creaturina bella o brutta che sia. — Non vi fate belli del sole di luglio!.[18].
 

Coppia maschile a letto. Sec. XIX.
Scena comica teatrale di fine Ottocento.

* * *

Non allo scopo di essere Cicero pro domo sua.[19], ma per puro amore del vero, io domando qual male ne potrebbe venire alla umanità se le leggi sociali lasciassero che (rimanendo nella propria sfera di diritti) ognuno soddisfacesse ai suoi istinti sensuali secondo i propri bisogni psichici. 

— Nessun male io vi scorgo: vi scorgo anzi un duplice bene

  • anzitutto, potendo i pederasti liberamente ricercarsi fra di loro senza oscene precauzioni, sarebbero infinitamente più rari i casi di corruzione in individui non pederasti di proprio istinto; 
  • in secondo luogo, quanto minore sarebbe il numero delle belle intelligenze rese sterili dallo sconforto di dover scegliere, fra una vita fisiologicamente infelice, il disprezzo e le pene sociali, e gli ipocriti sotterfugi! 
  • Aggiungasi poi che in una società tanto clemente si potrebbero anzi incoraggiare gli individui in bianco.[20].a non sfogarsi che con persone del loro medesimo sesso.
— Di tal guisa (stando alla mia teoria atavistico-ereditaria) entro una cinquantina d'anni circa, di persone sane aventi l'istinto sessuale invertito od in bianco non ve ne sarebbero più.

* * *

Ma la proposta non è pratica per la semplicissima ragione che il deputato il quale fosse tanto ardito da portarla in parlamento correrebbe rischio di venir lapidato anche nell'anno di grazia 1885.

Bisogna quindi limitarsi a desiderare una semplice riforma alle disposizioni legali vigenti.[21]

— Per i fatti della pederastia il Codice dovrebbe distinguere tre casi: Stupro, Corruzione e Reciproco Consenso.

  • Quanto allo Stupro la legge dovrebbe essere severissima. 
  • Quanto alla Corruttela la pena dovrebbe essere di metà quella dello Stupro.
  • Quanto poi ai casi di Reciproco Consenso, mi pare proprio che i tribunali non avrebbero di meglio a fare che chiudere un occhio..., e magari tutti e due. 
— Domando io: che cosa ci si guadagna colla pubblicità e collo scandalo?
— Io, per esempio, sino a tre anni fa credevo che il mio caso fosse unico al mondo: e se appresi di avere dei compagni di sventura, si fu leggendo le Rubriche Giudiziarie.[22].

 X. Y. Z.

L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà eventuali errori in essa contenuti.
Note

[1] Il testo da: Paolo Mantegazza, Gli amori degli uomini, Mantegazza, Milano 1892, pp. ____. (Prima edizione: Mantegazza, Milano 1886).

La lettera qui pubblicata appare dalla riedizione del 1892 in poi, fino all'edizione: L'osservatore, Roma 1967.
Qui ripubblico unicamente la lettera del lettore omosessuale, tralasciando per ora (il tempo è quel che è...) lo scritto vero e proprio di Mantegazza stesso.

Il testo è stato scansito e inviato da Raimondo Biffi, che ringrazio.

Revisione e aggiunta di acapo, corsivi e neretti, sono opera mia.

Questa lettera è un testo un po' anomalo. Nel 1892 Mantegazza lo presentò come reazione alla pubblicazione del suo libro, ma in realtà l'autore lo data all'"anno di grazia 1885", cioè a prima dell'uscita del libro di Mantegazza... le cui tesi, oltre tutto, non vengono mai citate e discusse. 
Che Mantegazza fosse uno dei "medici" che il giovane dice di aver consultato, e che potrebbe averlo incoraggiato a mettere per iscritto le tesi che gli esponeva a voce? (Si tratta solo di una mia illazione, ovviamente).

Sull'omosessualità in Italia fra Ottocento e Novecento si veda: Giovanni Dall'Orto, Frugando nei cassetti del nonno. Quando gli omosessuali non erano ancora "gay".

Sulle concezioni scientifiche dell'epoca, si veda invece: Giovanni Dall'Orto, Il concetto di degenerazione nel pensiero borghese dell'Ottocento.

[2] Questo libro, uno studio antropologico  e sociologico sulla sessualità umana, anche per il suo linguaggio "non specialistico" fu un best-seller, ebbe innumerevoli edizioni e venne tradotto nelle principali lingue europee.

Un capitolo è dedicato all'omosessualità.
(Da segnalare la tesi bislacca - ripresa pari pari dall'Aristotele apocrifo dei Problemi - secondo cui il gusto per la sodomia passiva nasce da una malformazione: la deviazione dei nervi del piacere verso l'ano, anziché verso i genitali).

[3] "Che".

[4] "Se avessi potuto nascere donna, non sarei stata una donna lussuriosa come si tramanda siano state le regine Messalina e Cleopatra, bensì una donna casta come la Penelope dell'Odissea".

[5] "Può".

[6] Suppongo sia refuso per "filigranati": "cincischiati".

[7] Per capire questa frase occorre ricordare che l'Ottocento teorizza l'ereditarietà di una serie di "tare" morali, ipotizzandone una (improbabile) causa fisiologica
In quest'ottica il discorso di "X.Y.Z." ha senso: egli sta qui affermando di non volersi sposare per non rischiare di trasmettere l'omosessualità ai suoi figli....

[8] In parole più semplici: non sono "contro natura" i comportamenti che derivano da condizioni o malattie fisiche, che sono rese possibili dalla Natura stessa.

[9].La stima di X.Y.Z. è esagerata (del doppio) ma il suo metodo non è scorretto.

Per dimostrare che la tendenza omosessuale è congenita nella razza umana, egli fa uso dell'argomento storico, e del parallelo con quanto osservato presso gli animali
L'approccio è valido ancor oggi, ed è notevole il fatto che egli fosse riuscito a dare una giustificazione a quanto egli era (sia pure zavorrando le sue conclusioni con bizzarri cascami moralistici) con veramente pochissimi dati a sua disposizione. 
Da questo punto d vista, e in considerazione della sua giovane età,  X.Y.Z. dovette essere una persona, a modo suo, eccezionale
La pubblicazione stessa della sua lettera da parte del Mantegazza è un'implicita ammissione di questo fatto.

[10] "Riprodursi".

[11] "Urinare".

[12].Questa è la parte più astrusa della lettera. L'origine dell'omosessualità si baserebbe su una combinazione di ereditarietà ed evoluzione.

[13].Non penso ci sia bisogno d'insistere  sul fatto che, nel suo generoso tentativo di dare una base teorica al suo bisogno d'autogiustificazione, il giovane X.Y.Z. arriva anche all'astruso e al cerebrotico.

Non ha comunque fatto tutto da solo. Nel suo ultimo ragionamento dimostra d'aver ricevuto il mito dell'androgino del Simposio di Platone già riciclato come base della teoria del "sesso intermedio" di Karl Heinrich Ulrichs.

X.Y.Z. non dà segno di aver letto direttamente Ulrichs, ma deve avere avuto accesso a qualche riassunto o riproposizione delle sue tesi (probabilmente, Krafft-Ebing, che era edito anche in italiano), che ha assorbito e riadattato come ha potuto. La sua classificazione degli stati sessuali ricorda infatti molto da vicino quella (altrettanto complicata) di Ulrichs, ma con qualche bizzarria (anche di vocabolario) in più. 
Lo zampino di X.Y.Z. si rivela soprattutto laddove egli cerca ad ogni costo una giustificazione morale, che in Urlichs (che vuole portare il discorso dall'àmbito teologico-morale a quello medico-scientifico) manca.

[14] Con "in bianco", l'autore intende neutro, non orientato, cioè "bisessuale".

[15] "Alta scuola" è un termine che si riferisce in origine all'arte del cavalcare, ma non so a quale pratica sessuale (coito orale? sodomia eterosessuale?) si applicasse per traslato nell'Ottocento. 
Chi lo sapesse, mi scriva, per favore.

[16] "Preservativi".

[17] "Pratiche anticoncezionali".

[18] Proverbio: "Non vantatevi di ciò di cui non avete alcun merito".

[19] Cioè: "non voglio fare quello che tira l'acqua al suo mulino", come Cicerone quando in tribunale difese se stesso, per tornare in possesso della sua casa, confiscata.

[20] "Bisessuali".

[21].Effettivamente ottenuta quattro anni dopo, con l'approvazione del codice Zanardelli.

[22].Mi lascia perplesso quest'ultima affermazione: gli scandali giudiziari fanno sapere a tanti omosessuali, che credevano d'essere soli al mondo, di non essere unici... quindi la società ha interesse ad abolire le leggi che sono all'origine degli scandali, se vuole impedire che le persone omosessuali arrivino ad aver piena coscienza di ciò che sono...

Resta il fatto che effettivamente l'abolizione delle leggi antisodomia in Italia ebbe l'effetto di rallentare la formazione d'una "coscienza di gruppo" fra gli omosessuali italiani, non essendo necessaria da noi, come invece accadeva all'estero, un'azione politica collettiva per abolirle.


Ripubblicazione consentita previo permesso dell'autore: scrivere per accordi.

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