Il conte Alfredo
Peri-Morosini (1862-1931) è stato un diplomatico vaticano, vescovo
e amministratore apostolico di Lugano.
Vita
Nato a Lugano (Svizzera),
fu ordinato sacerdote nel 1885; si laureò in diritto e in letteratura,
e intraprese dal 1888 al 1904 la carriera della diplomazia pontificia.
Il 28 marzo del 1904 fu
nominato "Amministratore apostolico" del Ticino (il Ticino non sarebbe
diventato sede vescovile autonoma fino al 1971), e consacrato vescovo di
Arca di Armenia il 17 aprile 1904: una carica puramente onorifica, ma che
gli conferiva il rango vescovile.
A Lugano Peri-Morosini promosse
i restauri della cattedrale e l'introduzione di un nuovo catechismo (1909).
Di simpatie liberali, si inimicò però l'ala conservatrice
della Chiesa locale, che gli divenne ostile e ne richiese la rimozione
alla Santa Sede, ma non ottenendola riuscì infine a costringerlo
alle dimissioni grazie a uno scandalo omosessuale.
Lo scandalo e le dimissioni
Francesca Mariani Arcobello
descrive in questo modo la dinamica dello scandalo:
«Tentando
di proporsi come pacificatore delle tensioni tra liberali radicali e conservatori,
provocò lo scontento di una parte del clero e del partito conservatore,
con cui entrò in conflitto. Le accuse contro la moralità
di P., rivoltegli da alcuni esponenti della curia e appoggiate da uomini
politici conservatori, fra cui Giuseppe Motta, furono all'origine della
cosiddetta crisi diocesana (1915-16). Benché assolto, P. si dimise
(1916) e, stabilitosi a Roma, ricoprì incarichi diplomatici [2].»
Lo scandalo ebbe quindi origine,
per una volta, non dagli attacchi degli anticlericali, bensì dalla
fronda cattolico-conservatrice, che includeva anche sacerdoti.
Inizialmente lo scontro si
manifestò con l'invio a Roma di denunce di "comportamenti immorali"
del vescovo, accuse che portarono alla celebrazione d'un processo canonico,
dal quale Peri-Morosini uscì effettivamente assolto. Nel corso del
processo si apprese che ad accusare il vescovo di avere avuto una relazione
omosessuale era stato il valletto di Peri-Morosini, Raimondo Soldini.
Poiché Soldini non
poteva essere obbligato dai tribunali ecclesiastici a dare riparazione,
il 17 maggio 1916 Peri-Morosini lo querelò per diffamazione.
Tuttavia ancora in fase
istruttoria processo si ebbe un colpo di scena: sia Soldini sia altri testimoni
furono in grado di esibire al giudice prove "di una precisione impressionante" [3]
delle accuse, e il 7 ottobre 1916 Peri-Morosini ritirò la querela [4]
e, nel dicembre 1916, diede le dimissioni. Esse furono accettate il 29
dicembre 1916, ma i giornali le davano ormai per inevitabili già
da settembre [5],
vista la situazione di astii incancreniti che sembrava non trovare più
soluzione (e che in effetti avrebbe avuto strascichi per un altro decennio).
Significativamente, a riprova
del malcontento della Santa Sede per uno scandalo causato interamente dal
"fuoco amico" dei politici clericali, il successore di Peri-Morosini avrebbe
rapidamente riorganizzato la diocesi di Lugano creando associazioni autonome
cattoliche maschili e femminili, che furono così
«distaccate dalle
organizzazioni politiche, esaudendo i desideri del nuovo vescovo, il cui
primo desiderio era di distinguere la politica di partito dalla religione [6].»
Bibiografia
Libri e riviste
-
Alfredo Peri Morosini, Catechismo
ossia compendio della dottrina cristiana introdotto da Monsignor Vescovo
Alfredo Peri Morosini nella Diocesi di Lugano, Lugano, 1906.
-
A. C., Intervista
col vescovo Peri-Morosini, "La Stampa", 14.08.1910, n. 224, p.
1.
-
Aldo Abächerli, La "crisi
diocesana" (1915-1916) e Giuseppe Motta, "Risveglio", XCIV 1990, nn.
7-8, pp. 195-203.
-
Guy Bedouelle e François
Walter, Histoire
religieuse de la Suisse: la présence des catholiques, Editions
universitaries Fribourg, Friburgo 2000, pp. 348-361.
-
Luciano Vaccaro, Giuseppe Chiesi,
Fabrizio Panzera (a cura di), Terre del Ticino. Diocesi di Lugano,
La Scuola, Brescia 2003, pp. 152-155, 205-208 e passim.
-
Mons. Pier Giacomo Grampa, Santa
Messa in ricordo dei Vescovi defunti. Lugano - Basilica del Sacro Cuore,
16 novembre 2011 (.pdf sul sito della Diocesi di Lugano).
Quotidiani
-
Angelo Tarchini, I provvedimenti
della Curia vescovile, "Corriere del Ticino", 16.05.1916.
-
Anonimo, La crisi diocesana.
I termini della questione, "Popolo e libertà", 09.08.1916.
-
Anonimo, L'amministratore
apostolico del Canton Ticino, "La
Stampa", 19.09.1916, n. 261, p. 4.
-
Anonimo, La nomina a cardinale
dell'arcivescovo di Genova, "La
Stampa", 26.09.1916, n. 268, p. 4.
-
Anonimo, Imminente richiamo
di Monsignor Peri-Morosini, "La
Stampa", 08.10.1916, n. 280, p. 4.
-
?, ?, "Il Resto del Carlino",
08.10.1916.
Link esterni
|
Note
[1].Pubblicato
anche su Wikipink,
come: Alfredo
Peri-Morosini.
Il testo è quello
online il 23/2/2013.
Il testo di una qualsiasi
data successiva può essere stato modificato anche molto rispetto
a questo.
[2].Francesca
Mariani Arcobello, "Alfredo Peri-Morosini", in: Dizionario
storico della Svizzera.
[3]
Così "La Stampa" del 08.10.1916 a p. 4 (nell'articolo: Imminente
richiamo di Monsignor Peri-Morosini).
[4]
Questa dinamica degli avvenimenti si ricava
da: Anonimo, Imminente richiamo di Monsignor Peri-Morosini, "La
Stampa", 08.10.1916, n. 280, p. 4.
[5]
Queste voci - che potrebbero peraltro provenire
dagli ambienti politici ostili al Peri-Morosoni - sono riprese in: L'amministratore
apostolico del Canton Ticino, "La Stampa", 19.09.1916, n. 261, p. 4
e La nomina a cardinale dell'arcivescovo di Genova, "La Stampa",
26.09.1916, n. 268, p. 4 (secondo questa notizia, lo scandalo avrebbe addirittura
fatto cadere in disgrazia non solo il Peri-Morosini ma anche un alto prelato
che aveva il solo "torto" di essere un suo stretto parente).
[6]
Davide Dosi, Il
cattolicesimo ticinese e i fascismi: la Chiesa e il partito conservatore
ticinese nel periodo tra le due guerre mondiali, Edizioni universitarie
Friburgo, Friburgo 1999, pp. 25-26. |