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Recensione di Giovanni Dall'Orto
Sulla presunta "lode della sodomia" di Monsignor Della Casa.
Sulla falsariga dell'Anti-Baillet di Gilles Ménage, l'autore confuta qui con minuziosità teutonica l'accusa mossa dai protestanti contro monsignor Giovanni Della Casa: aver scritto un libro in lode della sodomia (intitolato In laudem sodomiae seu paederastiae, oppure De laudibus sodomiae seu pederastiae).
Si
tratta d'una confusione, creata da quel volubile uomo che fu il Vergerio
(scrive Gundling, sempre citando Ménage) con il "Capitolo
del forno", poemetto dello stesso autore, che però loda
il coito eterosessuale.
Certo,
concede l'autore, da giovane e da laico Della Casa scrisse questa poesia
che lodava in modo sozzo il coito eterosessuale, ma ciò non vuol
dire che abbia scritto un libro che lodava la sodomia, o che l'abbia praticata,
o che sia stato "impudico" egli stesso. Tanto più che la sua vita,
dopo che si diede alla religione, fu castissima e immacolata, come testimoniano
i contemporanei.
Per
finire, Gundling dichiara di pubblicare nelle pagine seguenti il "Capitolo
del forno", perché tutti vedano di cosa si tratti in realtà.
Ebbene, sull'esemplare che avevo consultato nella Biblioteca di Brera di
Milano ce n'era solo una riga, dopodiché il libro proseguiva senza
interruzioni di numerazione o fascicolazione con un'altra dissertazione.
Tuttavia la copia online, da cui deriva quella venduta col print-on-demand,
pur avendo problemi di paginazione (un fascicolo doppio ripete due volte
l'inizio di questa dissertazione), permette di risolvere il mistero. Il
"Capitolo del forno" è infatti stampato (in italiano) a parte, su
sei fogli con numerazione autonoma 1-6. In questo modo era sia possibile
accontentare la censura ecclesiastica, che non voleva che il testo circolasse
(neanche per difendere il Della Casa), dall'altro di vendere sottobanco
e a parte, a prezzo stratosferico, le pagine censurate.
Ebbene,
non sempre i censori sono ottusi, e raramente gli apologeti sono intelligenti.
In effetti, il "Capitolo" loda sì il coito, ma in tutte le sue
forme, quindi in una stanza loda in effetti anche il
coito omosessuale.
Da
qui a dire che Della Casa abbia scritto un libro in lode della sodomia
ce ne corre, ma ce ne corre anche da qui a dire che egli non abbia mai
lodato la sodomia. Che però è quanto fa il diretto interessato
nel poemetto autoapologetico "Ad Germanos", qui parimenti ripubblicato,
alle pp. 129-130.
Insomma, come tutte le anime candide, Gundling è un pessimo apologeta, perché non è capace di decifrare un banale doppio senso... cosa di cui non è detto non fossero invece capaci i suoi nemici. Non a caso secondo il parere dei nostri avi il "Capitolo del forno" sbarrò all'autore del Galateo la strada per il cardinalato...
In compenso Gundling è uno studioso rigoroso ed elenca in bell'ordine e con chiarezza gli argomenti che permettono di "scagionare" Della Casa.