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Recensione di Giovanni Dall'Orto
Un giallo con un gay "normale" (fin troppo!)
Questo romanzo fa da seguito a Violenza nella notte (1984). Torna l'investigatore Dave Brandstetter, e al suo fianco ha ancora il suo ragazzo, Cecil Harris, un giornalista di colore. Che ha ripreso il suo lavoro originario, dopo essersi trovato più di là che di qua per una pistolettata beccata mentre aiutava il suo Dave in un'indagine.
La
tematica gay era ormai tanto ben inserita in questa serie di Joseph
Hansen che l'autore l'ha trattata in modo molto discreto ed allusivo,
con entrate in scena di Cecil tanto discrete (nonostante il suo notevole
tempismo finisca per salvare la vita ad Hansen) che la relazione potrebbe
perfino passare del tutto inosservata al lettore distratto.
Alle
pp. 108-019 l'autore introduce poi il personaggio di Duke Summers,
omosessuale "velato" e sposato che ha fatto carriera nell'intelligence.
Tutto qui.
La trama ha voluto inserire molti elementi di attualità per rendere più vivace il racconto; purtroppo però ciò che era "attualità" nel 1986 non risveglia più alcuna famliarità nel lettore del 2012, rendendo l'intreccio particolarmante barocco e improbabile.
Hansen indaga su un omicidio maturato relativamente all'intervento statunitense in Centroamerica negli anni Ottanta: "Los Innocentes" (lo Stato immaginario a cui si allude di continuo) ha elementi del Nicaragua, del Salvador e del Guatemala, e del "terrorismo di Stato" o del terrorismo tout-court finanziato dagli Usa in quel periodo. Cosa che ci lascia freddini, dopo tanti decenni.
Tutto considerato, un volume che soddisferà unicamente gli appassionati dei "gialli", anche per un finale particolarmente inverosimile, al limite dell'intervento del deus ex machina. Non il volume meglio riuscito di questa serie...