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George Effinger, Senza tregua, Nord, Milano 1989 [1987]. Poi come: L'inganno della gravità, Hobby & Work, 2009.
 
Copertina di ''Senza tregua'', di George Effinger 

[Fantascienza con personaggi lgbt]

Recensione di Giovanni Dall'Orto


Il romanzo di Sf con la più alta densità di trans per metro quadrato.

Io non so in quale parte di New Orleans abitasse Effinger, ma certo leggere che ci si è ispirato per creare Budayeen (l'esotico quartiere malfamato d'una mai precisata nazione araba in cui è ambientata questo romanzo) ti fa passar la voglia di visitare quella città.
Ma forse Effinger esagerava un po', perché questo quartiere fa pensare molto più alla Tangeri del Falcone maltese e ai noirs del primo dopoguerra che a qualsiasi città orientale (od occidentale) della realtà.
La sola differenza è che, oltre agli stessi bulli e alle stesse pupe presenti nei romanzi citati, in questo si agita una quantità impressionante di transessuali, quasi che metà della popolazione maschile del Maghreb si fosse fatta operare poco prima dell'inizio della vicenda di questo libro.

In realtà è il protagonista ad essere un incallito cacciatore di transessuali, che quindi gli fanno sciame attorno. Anche se l'autore non insiste mai su questo aspetto del carattere del suo personaggio, non lasciano dubbi le sue frequentazioni, il fatto che la sua partner fissa sia una neo-donna, nonché il fatto che si scopre che prima l'una poi l'altra poi l'altra ancora delle sue ex amanti era stata uomo.

Del resto è palese che il protagonista, pur preferendo le donne, ha un debole per i transessuali, e se gli serve è disposto a fornicare con qualsiasi cosa respiri:


La trama di questo romanzo è quella d'un giallo, e quindi non la svelerò per non ammazzare il piacere di seguirne i contorcimenti.
Di per sé gli elementi e i personaggi sono tutti abbastanza stereotipati ("tipi letterari" più che personaggi) e decisamente non nuovi (non è colpa mia se nel visualizzare la narrazione mi veniva spontaneo dare al protagonista i tratti di Humphrey Bogart).
La novità qui è l'ambientazione, la tipologia dei bassifondi, che sono un riuscito ed originale innesto d'un ambiente fantascientifico e futuristico sopra il topos letterario del bassofondo arabo, rinnovato dopo essere ormai consunto dalle rivisitazioni d'intere generazioni di letterati occidentali.

Il protagonista è un piccolo detective tossicodipendente che si trova invischiato senza volerlo in una vicenda più grande di lui, e rischia di fare la parte della nocciolina nello schiaccianoci dello scontro fra grandi organizzazioni criminali, che lascia sul terreno parecchi cadaveri. La sua salvezza arriva solo dalla sua capacità d'intuire a poco a poco cosa stia succedendo: con l'aiuto della polizia (che peraltro lo vede come il fumo negli occhi) riesce a sgominare il boss che attentava alla sua vita.
Come si vede, nulla di particolarmente originale: come ho detto, il romanzo si regge interamente sulle atmosfere, che oggi non esiteremmo a definire cyberpunk, o quasi.


Quanto alla presenza omosessuale, già a pagina 14 veniamo a sapere che la ragazza del protagonista, Yasmin, è una trans, così come lo è la sua ex, Nikki (p. 18).
Invece la prostituta (e ladra) Joie (p. 89) è un travestito (anche se per qualche strana ragione viene definito "invertito"), come la prostituta Trudi (p. 219), mentre Mahmoud (p. 85) è un trans f-t-m (da donna a uomo).
Saied "il Mezzo-Hajj" è poi "rigorosamente omosessuale" (p. 86), come lo è ovviamente il  ragazzo americano (p. 28) soprannominato Abdul-Hassan (cioè, schiavo – sessuale – del boss della malavita Hassan).
Per farla breve, si farebbe prima a elencare chi non è omosessuale o transessuale, in questa cerchia di persone...

Ovviamente anche i locali del Budayeen lavorano con questa ampia fauna umana. Ecco per esempio la motivazione per cui Frenchy nel suo bar fa lavorare solo transessuali completamente operati:


Insomma, alla fine, in questa vera e propria sarabanda di tipi umani improbabili e assurdi ci si diverte. Il romanzo è riuscito, e pur collocandosi al confine tra fantascienza e giallo, direi che riesca bene in entrambi i campi.
Visto il successo di questo primo romanzo, Effinger gli ha dato un seguito, creando una trilogia affiancata anche da una raccolta di racconti ambientati nei medesimi bassifondi: il secondo volume s'intitola Programma Fenice [1989], nell'edizione Nord, 1991 e Fuoco nel Sole, nella riedizione Hobby & Work, 2008.

(Nota: l'edizione da me utilizzata per la paginazione non è più in commercio, ma se ne trova facilmente la ristampa, in edizione economica, col titolo modificato in L'inganno della gravità, Hobby & Work publishing, 2009, ISBN 9788878515116).


 
 
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