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Recensione di Giovanni Dall'Orto
Un trattato neoplatonico rinascimentale.
Opera d'un grande filosofo ebreo rinascimentale, il medico Jehuda/Giuda Abarbanel/Abravanel (detto "Leone Ebreo", 1460/1464 - 1521/1525), questo trattato appartiene all'epoca in cui la Controriforma non aveva ancora castrato il flusso reciproco d'idee fra cultura ebraica e cultura grecolatina (la cosiddetta "cultura giudaico-cristiana", col trattino, è una invenzione delle destre del XXI secolo: la cultura cristiana, dal sec. III in poi, si è sempre caratterizzata in contrasto con quella giudaica).
Si spiega così come si trovi, sotto la penna d'uno scrittore ebreo, un trattato neoplatonico, in cui, sulle tracce (ovviamente) del Simposio di Platone, discutendo d'amore si parla sempre al maschile di "amante" ed "amato".
In particolare si veda la discussione alle pp.:
129:
interpretazione allegorica, in chiave astrologica, degli amori di Giove.
Se
al momento della nascita di una persona il pianeta Giove è in segno
femminile, questa congiunzione astrale
139:
si descrive la nascita di Ermafrodito,
seguendo la versione datane nel Centiloquium di Tolomeo, attribuendo
ancora una volta la causa della tendenza omosessuale a una congiunzione
astrale particolare al momento della nascita.
Infatti,
i pianeti Mercurio e Venere congiunti astrologicamente al momento della
nascita d'un uomo
229-233: qui, come altrove, si discute di "amante" ed "amato"; ma alle pp. 229-230 Leone si balocca pericolosamente coi termini agente e paziente ("attivo" e "passivo") che di solito hanno nell'italiano dell'epoca un chiaro significato sessuale, usandoli audacemente in senso solo morale;
290-299:
riprende il mito platoniano dell'Androgino (cfr. ancora Platone,
Simposio).
Leone
non parla qui di omosessualità, però interpreta il mito (anche
qui con una dose d'audacia più che notevole) come un ampliamento
di quanto detto nella Bibbia laddove, nella Genesi, dice
che Dio "creò
l'uomo maschio e femmina".
In
altre parole, riprende la tradizione mistico-ebraica secondo cui il primo
uomo, Adamo, fosse in origine "maschio e femmina" allo stesso tempo, e
che i sessi siano stati separati solo quando la divinità estrasse
(e scisse) Eva da Adamo.