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Charles Pellegrino, Return to Sodom and Gomorrah, Avon books, New York 1998 [1994].
 
Copertina di '' Return to Sodom and Gomorrah'', di Charles Pellegrino.

[Saggio storico con tematiche lgbt] 

Recensione di Giovanni Dall'Orto


Un testo di buona divulgazione storico-archeologica, ma che su Sodoma non ha nulla da dire.

Il titolo è il classico trucco di marketing editoriale per accalappiare lettori, trucco riuscito nel mio caso perché era proprio per vedere cosa dicesse di Sodoma e Gomorra che ci sono cascato.
In realtà si tratta d'una gradevole ed anche competente chiacchierata divulgativa sulla storia e l'archeologia del Vicino e Medio Oriente alla Piero Angela, che mira fondamentalmente a intrattenere il lettore... e se riesce anche ad istruirlo, tanto meglio.

L'autore saltabecca così da un tema all'altro (dall'esplosione del vulcano di Santorini alle origini dei filistei, via via fino alle grotte del Qumram) senza riuscire peraltro a dire nulla di nuovo. Buona divulgazione storico-archeologica, insomma, ma senza un perno, e quindi alla fin fine senza uno scopo preciso.


Riguardo a Sodoma, di cui parlano le pp. 152 e 178-182, l'autore è alieno dalle pazzesche invenzioni degli "storici" dilettanti americani alla Velikovsky, ed ha anzi un approccio corretto ed aggiornato ai problemi della "archeologia biblica". Non rinuncia però a proporre al lettore (che dopo tutto, vedi me, s'è comprato il libro proprio per quello) la sua particolare teoria sulla localizzazione della città che a suo dire avrebbe ispirato, in origine, il mito di Sodoma.

Ragionando correttamente sul fatto che il mito originario non è necessariamente nato per parlare d'una località della Palestina, Pellegrino colloca l'ispirazione storica del mito delle "cinque città della pianura" oltre il Giordano, nella pianura mesopotamica.
Lui s'è affezionato al sito archeologico di Mashkan-shapir, distrutto da un incendio e misteriosamente mai più ricostruito, quasi che la località fosse diventata tabù, e quindi propone quel sito come la "Sodoma" originale. Ovviamente è solo un trucco per parlarci di questo che era un promettente sito archeologico scavato dagli statunitensi, ma che dopo le varie guerre del Golfo (scatenate subito dopo la pubblicazione di questo libro di Pellegrino) è ormai un fu-sito archeologico saccheggiato senza pietà.
Altrettanto ovviamente, tale individuazione del "nucleo storico" del mito vale quanto le precedenti, che se non ho calcolato male ammontano a mezzo miliardo o giù di lì.

Conclusione: un testo d'intrattenimento intelligente, ma niente di più.
Tanto vale Piero Angela.


 
 
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