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[Saggio storico con tematiche lgbt]
Recensione di Giovanni Dall'Orto
Alla ricerca del "Zorzi" del Baron Corvo
Una
volta di più con questo opuscolo noi italiani ci facciamo "bagnare
il naso" dagli stranieri, nella ricerca storica gay di casa nostra.
Vero
è, come attenuante, che il caso studiato da questo denso opuscolo
di 24 pagine riguarda la scoperta dell'identità d'un personaggio
degno di memoria soprattutto in quanto la sua strada ha incrociato quella
d'uno scrittore inglese, Frederick Rolfe (alias "Baron Corvo").
Ma è anche vero che la ricerca è arrivata a buon fine utilizzando
archivi e fonti e corrispondenti tutti italiani. Segno che, a volte, basterebbe
volere, ed osare, un attimo...
L'opuscolo ricostruisce la biografia di Giorgio Cesana (nato nel 1892), un giovane veneziano appartenente alla comunità ebraica d'origine greco-corfiriota, che Rolfe conobbe nel 1909, diciassettenne, alla società Canottieri Bucintoro. Rolfe ne era socio, e Giorgio serviva ai tavoli del bar che la società gestiva nel casotto a fianco dei Giardini Reali, oggi occupato dall'Ente del Turismo. In questa occasione, almeno a dar retta alle celebri Venice letters, il ragazzo avrebbe fatto capire esplicitamente che "ci stava", e infatti da questo momento riappare più volte nelle lettere stesse come "Zorzi" (dialettale veneziano per "Giorgio") o "il giovane ebreo corfiriota".
La
ricerca biografica di Scoble ha permesso di dimostrare una volta di più
che la narrativa di Rolfe (alla quale, in ultima analisi, vanno ascritte
anche le Venice letters stesse) per quanto sia fiction in
senso pieno, parte sempre da personaggi ed eventi reali. Non a caso, fu
questo aspetto ad inimicare a Rolfe tutta Venezia, che si vedeva trasformata
in personaggi dei suoi libri al tempo stesso riconoscibilissimi e caricaturali.
I
nomi stessi usati da Rolfe ("Zorzi" per Giorgio Cesana, "Zildo" per Ermenegildo
Vianello...) non richiedono certo di rompersi la testa per capire chi fossero
le persone reali le cui prodezze (anche sessuali) narra nelle Letters.
Ovviamente su tale scelta influì la circostanza che non solo non
era prevista la pubblicazione delle lettere, ma che addirittura Rolfe ne
raccomandò (invano) al destinatario la distruzione subito dopo la
lettura.
Ora,
questo opuscolo ci permette di verificare puntualmente quanto il racconto
di Rolfe rimanesse aderente alla realtà, limitandosi ad abbellire
i particolari, a ingigantire il ruolo che l'ego smisurato riservava a Rolfe
nelle vicende, e a premere il pedale sull'aspetto erotico (le lettere erano
scritte per convincere il destinatario a sganciare soldi in cambio della
promessa che avrebbe goduto di tutti i ragazzi affatturati grazie ad essi).
Dunque, ci permette di considerare le Venice letters come un documento
storico di prima mano sulla storia dell'omosessualità nell'Italia
del primo Novecento.
Ciò
è importante soprattutto per il fatto che Rolfe dedica la sua attenzione
al mondo dei ragazzi proletari e sottoproletari fra i quali cerca i suoi
amanti, invece che al mondo dei ricchissimi, dei famosi, dei potenti, ai
quali fa riferimento la quasi totalità dei documenti che ci sono
arrivati. A chi mai interessava la storia umana di quattro garzoni e facchini
e barcaioli che andavano a letto coi ricchi turisti omosessuali nella Venezia
del 1909? (La risposta è: a Rolfe).
Le
sorprese non finiscono però qui. Scoble ha infatti scoperto che
Giorgio Cesana ha meritato un posto negli annali della storia in modo completamente
non dipendente da Rolfe, qualificandosi come il più giovane (14
anni compiuti da pochi giorni) vincitore olimpico di medaglia d'oro nella
storia italiana e, fino al 1960, addirittura al mondo. Nel 1906 era stato
infatti stato scelto come timoniere per un equipaggio olimpico veneziano
che s'era poi qualificato al primo posto in una gara di canottaggio.
Grazie
a questo evento Scoble riesce a mettere assieme una quantità sorprendente
di dati, e persino di fotografie, grazie agli archivi della Canottieri
Bucintoro, che esiste ancora (seppure in diversa sede).
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The
splendid Olympian resta un ottimo esempio di quanto gli archivi italiani
potrebbero restituirci, se solo ci dessimo la pena di interrogarli.
Basterà
nominare solo il caso del già citato Ermenegildo Vianello,
il diciottenne che dopo tutto è anche l'ispiratore e co-protagonista
del romanzo più celebre di Rolfe, Il
desiderio e la ricerca del tutto. Anch'egli era socio della "Bucintoro"
e quindi, presumibilmente, a sua volta studiabile grazie agli archivi che
ci hanno restituito i dati su Cesana.
Vedremo
se negli anni a venire riusciremo a saperne qualcosa di più.