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Robert Scoble, The splendid Olympian, Edito dall'autore, 2011.
 
Copertina di ''The splendid Olympian'', di Robert Scoble.

[Saggio storico con tematiche lgbt] 

Recensione di Giovanni Dall'Orto


Alla ricerca del "Zorzi" del Baron Corvo

Una volta di più con questo opuscolo noi italiani ci facciamo "bagnare il naso" dagli stranieri, nella ricerca storica gay di casa nostra.
Vero è, come attenuante, che il caso studiato da questo denso opuscolo di 24 pagine riguarda la scoperta dell'identità d'un personaggio degno di memoria soprattutto in quanto la sua strada ha incrociato quella d'uno scrittore inglese, Frederick Rolfe (alias "Baron Corvo"). Ma è anche vero che la ricerca è arrivata a buon fine utilizzando archivi e fonti e corrispondenti tutti italiani. Segno che, a volte, basterebbe volere, ed osare, un attimo...

L'opuscolo ricostruisce la biografia di Giorgio Cesana (nato nel 1892), un giovane veneziano appartenente alla comunità ebraica d'origine  greco-corfiriota, che Rolfe conobbe nel 1909, diciassettenne, alla società Canottieri Bucintoro. Rolfe ne era socio, e Giorgio serviva ai tavoli del bar che la società gestiva nel casotto a fianco dei Giardini Reali, oggi occupato dall'Ente del Turismo. In questa occasione, almeno a dar retta alle celebri Venice letters, il ragazzo avrebbe fatto capire esplicitamente che "ci stava", e infatti da questo momento riappare più volte nelle lettere stesse come "Zorzi" (dialettale veneziano per "Giorgio") o "il giovane ebreo corfiriota".

La ricerca biografica di Scoble ha permesso di dimostrare una volta di più che la narrativa di Rolfe (alla quale, in ultima analisi, vanno ascritte anche le Venice letters stesse) per quanto sia fiction in senso pieno, parte sempre da personaggi ed eventi reali. Non a caso, fu questo aspetto ad inimicare a Rolfe tutta Venezia, che si vedeva trasformata in personaggi dei suoi libri al tempo stesso riconoscibilissimi e caricaturali.
I nomi stessi usati da Rolfe ("Zorzi" per Giorgio Cesana, "Zildo" per Ermenegildo Vianello...) non richiedono certo di rompersi la testa per capire chi fossero le persone reali le cui prodezze (anche sessuali) narra nelle Letters. Ovviamente su tale scelta influì la circostanza che non solo non era prevista la pubblicazione delle lettere, ma che addirittura Rolfe ne raccomandò (invano) al destinatario la distruzione subito dopo la lettura.

Ora, questo opuscolo ci permette di verificare puntualmente quanto il racconto di Rolfe rimanesse aderente alla realtà, limitandosi ad abbellire i particolari, a ingigantire il ruolo che l'ego smisurato riservava a Rolfe nelle vicende, e a premere il pedale sull'aspetto erotico (le lettere erano scritte per convincere il destinatario a sganciare soldi in cambio della promessa che avrebbe goduto di tutti i ragazzi affatturati grazie ad essi). Dunque, ci permette di considerare le Venice letters come un documento storico di prima mano sulla storia dell'omosessualità nell'Italia del primo Novecento.
Ciò è importante soprattutto per il fatto che Rolfe dedica la sua attenzione al mondo dei ragazzi proletari e sottoproletari fra i quali cerca i suoi amanti, invece che al mondo dei ricchissimi, dei famosi, dei potenti, ai quali fa riferimento la quasi totalità dei documenti che ci sono arrivati. A chi mai interessava la storia umana di quattro garzoni e facchini e barcaioli che andavano a letto coi ricchi turisti omosessuali nella Venezia del 1909? (La risposta è: a Rolfe).


Le sorprese non finiscono però qui. Scoble ha infatti scoperto che Giorgio Cesana ha meritato un posto negli annali della storia in modo completamente non dipendente da Rolfe, qualificandosi come il più giovane (14 anni compiuti da pochi giorni) vincitore olimpico di medaglia d'oro nella storia italiana e, fino al 1960, addirittura al mondo. Nel 1906 era stato infatti stato scelto come timoniere per un equipaggio olimpico veneziano che s'era poi qualificato al primo posto in una gara di canottaggio.
Grazie a questo evento Scoble riesce a mettere assieme una quantità sorprendente di dati, e persino di fotografie, grazie agli archivi della Canottieri Bucintoro, che esiste ancora (seppure in diversa sede).

Giorgio Cesana tredicenne (al centro), nel 1903, con la squadra vincitrice alle olimpiadi.
Della vita di Cesana successiva a quell'inizio tanto insolito quanto splendente restano solo poche tracce. Si sposò quarantatreenne nel 1935 e in qualche modo sopravvisse alla Shoah: il suo certificato di morte è datato infatti al 17 aprile 1967.
Altro per ora non si sa, non avendo avuto figli, e quindi eredi che possano averne preservato la memoria.


The splendid Olympian resta un ottimo esempio di quanto gli archivi italiani potrebbero restituirci, se solo ci dessimo la pena di interrogarli.
Basterà nominare solo il caso del già citato Ermenegildo Vianello, il diciottenne che dopo tutto è anche l'ispiratore e co-protagonista del romanzo più celebre di Rolfe, Il desiderio e la ricerca del tutto. Anch'egli era socio della "Bucintoro" e quindi, presumibilmente, a sua volta studiabile grazie agli archivi che ci hanno restituito i dati su Cesana.
Vedremo se negli anni a venire riusciremo a saperne qualcosa di più. 


 
 
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