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CARRI
In aumento ovunque.
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A Milano quest'anno ce n'erano già cinque solo dei locali gay, nonostante l'assenza di espliciti sforzi organizzativi in proposito.
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A Padova hanno brillato quelli colorati e musicali dei centri sociali, seguitissimi.
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A Roma Di' Gay project ha messo in piazza addirittura un autoarticolato, anche se la star era indubbiamente quello della Cgil.
Si può esecrare o no la "carnevalizzazione" dei Pride (io non la esecro, e a Milano qualcuno ha portato i coriandoli, quest'anno), ma se questo è il trend, tanto vale perdere con stile: "se non puoi batterli, unisciti a loro".
La presenza dei carri va quindi a mio parere prevista, organizzata e in parte controllata: una ragazza si lamentava che per colpa della musica pum pum pum il suo gruppo non riusciva a gridare slogan.
E a Padova, per dispetto, due carri dei centri sociali hanno tenuto accesa la musica ad alto volume ai margini della piazza durante il comizio finale.
Questo non deve succedere: i dinosauri sì, ma al guinzaglio, se no ci schiacciano.
Ciò detto, non trovo nulla di male in un concorso per il carro più originale, né nel fatto di sollecitare i locali a partecipare ciascuno con un carro: la festa riesce più bella.
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