ETEROSESSUALI
C'erano, ed hanno contato.
I Gay Pride sono diventati senza che ne accorgessimo anche un po' la festa della liberazione sessuale, l'unica occasione in cui un cittadino italiano eterosessuale possa dire che la liberazione sessuale è importante. Per la destra infatti la liberazione sessuale è un anatema, per la sinistra pure, pardon, mi correggo, è una cosa di poca importanza (vuoi mettere le sofferenze dei popoli del Ruanda? O il finanziamento alle scuole cattoliche? Sono molto più importanti!).
Mi pare necessario riflettere su questa presenza.
Purtroppo, invece di diventare l'avanguardia della lotta per le libertà sessuali, cosa che ci permetterebbe di dialogare con settori vastissimi della popolazione eterosessuale, siamo paralizzati dalla presenza di alcuni gruppi gay che pretendono l'esatto opposto: la confluenza tout-court del movimento gaylesbico in altri movimenti sociali (noglobal & c.) nei quali noi non abbiamo nulla di originale da dire e dare. Qualcuno sa infatti dirmi quale sia la piattaforma dei noglobal sull'omosessualità? No, vero? (Essendo un movimento a forte presenza cattolica, non c'è da stupirsene…).
La lotta gay è trasversale anche alla lotta dei noglobal (nella quale peraltro io mi riconosco). Ecco perché sarebbe dissennato confluire in questo, come in qualunque altro movimento o partito eterosessuale.
La specificità della nostra lotta appare preziosa a moltissimi eterosessuali, che partecipano ai nostri Pride proprio perché sono l'unica occasione di parlare di questo tema.
Questa preziosità va coltivata e accresciuta, nel futuro.
Altro che confluenze…
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