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OMOSESSUALE QUALUNQUE

È la notte precedente il Pride di Milano (città in cui vivo). Sono in un ristorante cino-giapponese, che costa poco ma ha tavoli assai ravvicinati. Di fronte a me un ragazzo che pare uscito da un depliant di "Checca Vogue", con un'abbronzatura che è un insulto alla campagna contro i melanomi e con una gioielleria intera al collo. Parla con una ragazza, che mi dà le spalle. A un tratto cambia discorso: "Ah, a proposito, lo sai che domani c'è il Gay Pride? Sì, io l'ho scoperto solo ieri. Stavo pensando… sai quel pareo azzurro che ho comprato a Mikonos…".

A momenti mi va di traverso il sashimi. Ma io ho dunque fatto venticinque anni di militanza gay per permettere a quella pazza di sfoggiare il suo pareo azzurro?

La risposta è: sì, l'ho fatto per questo. O almeno, anche per questo.

Ho combattuto per una società in cui l'omosessualità diventasse un dato indifferente.

Al Gay Pride di Milano - Foto G. Dall'OrtoL'omosessualità è un dato trasversale, comune a persone impegnate e superficiali, di destra o di sinistra… solo il pregiudizio fa sì che siamo giudicati tutti nello stesso modo, in base alla  nostra "comune" omosessualità. Ma ho combattuto per tutti gli omosessuali, senza discriminazione da parte mia, pazze col pareo incluse, senza stilare elenchi di "buoni" e "cattivi": a quelli ci pensano già gli omofobi.

Inoltre, ancora più importante, venire con un pareo al Pride non è comunque un atto privo di conseguenze: richiede comunque la capacità di un coming out, che a tante militonte manca ancora: sono presenti molti fotografi, le TV...

È un coming out che già centinaia di migliaia di pazze ormai fanno, anno dopo anno, mentre centinaia di militanti Arcigay insistono a frignare che no no no, dirlo a mamma non si può.

Realtà come il "Ricci bar" di Milano, con le sue orride poltroncine leopardate in piena strada, o l'"Elephant" con le sue vetrine non oscurate, sono molto più visibili di realtà Arcigay in cui devi suonare il campanello per entrare.

E se mi si chiede se io ho lottato per venticinque anni per avere poltroncine leopardate in mezzo alla strada oppure catacombe Arcigay blindate, nonostante le esitazioni (…ma proprio leopardate dovevano farle?) opto per le prime.

Benvenuto ai Gay Pride all'omosessuale qualunque, pareo o non pareo.

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