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PROVOCATORI

Numerosi come le mosche, quest'anno.

A Padova Forza Nuova e Casarini hanno cercato di trasformare il Pride in uno scontro fisico e armato, ma l'abilità degli organizzatori è riuscita a disinnescare la minaccia.

Manifesto di Forza Nuova a Padova - Foto G. Dall'OrtoA Milano invece un provocatore eterosessuale del Partito radicale s'è piazzato a bella posta dietro al carro del Leoncavallo con una bandiera israeliana: è stato prevedibilmente strattonato dai cazzuti machi eterosessuali del Leoncavallo e sbattuto per terra. Io ero presente (per puro caso), e sono intervenuto strillando come una gallina di fermarsi e come si permettevano; la polizia ha rapidamente posto fine (senza danni per il provocatore) alla cosa.

Il giorno dopo il provocatore era sulle prime pagine dei giornali, è s'è parlato più di lui che del Gay Pride: ottimo colpo (per lui, un po' meno per i gay). Ha anche avuto la faccia di culo di dichiarare schifato che nessun gay aveva mosso un dito per aiutarlo, mentre eravamo intervenuti in almeno tre froci in sua difesa: la sua malafede è quindi palese.

Il provocatore radicale ha dimostrato che ormai vari gruppi sfigati, come radicali o Forza nuova, che nessuno ascolta, hanno scoperto che il Gay Pride è un gran palcoscenico privo - per colpa nostra - di spettacolo (si spera solo momentaneamente) su cui chiunque può salire a recitare le sue buffonate.
Che succederà se il prossimo anno venti ratti nazisti verranno al Pride con le svastiche?

L'emergenza-provocatori va prevista da chi organizzerà i prossimi Pride, perché da qui a veri e propri scontri fisici poco ci manca.

Anche la partecipazione degli etero va sottoposta a vincoli: i machos del Leoncavallo, alla mia affermazione che la regola da sempre stabilisce che se si vede un provocatore in una manifestazione si chiamano gli organizzatori e il servizio d'ordine, mi hanno risposto: "Noi siamo abituati ad agire da soli".
Applausi: e in quanti altri dovranno venire a casa nostra a dettare legge, e a decidere "da soli" chi espellere dal nostro corteo e chi no, il prossimo anno?

E se poi la bandiera israeliana la portasse un gruppo di gay israeliani, e quella palestinese un gruppo di gay palestinesi?

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