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ROMA E MILANO

Roma e Milano si confermano (e dubito che ciò sia per qualcuno una sorpresa) a pari merito le due capitali gay d'Italia.

Milano ha forse maggiori potenzialità, ma Roma è decisamente più capace di sfruttare già ciò che ha. Inoltre Roma ha un'esperienza pluriennale nell'organizzazione di eventi, e ciò si nota.

Il rovescio della medaglia è che la presenza a Roma di due forti gruppi gay concorrenti, e l'ostilità creata nel mondo commerciale dal fatto che uno dei due gestisce un locale commerciale di successo, crea un handicap allo sviluppo futuro dei Pride romani, che debbono risolvere le contraddizioni appena citate prima di poter decollare appieno.

Striscione dell'Arcigay di Roma - Foto G. Dall'Orto
Striscione dell'Arcigay di Roma - Foto G. Dall'Orto.

Da parte sua Milano ospita una realtà commerciale più matura (a Roma l'offerta è ancora inferiore alla domanda, mentre a Milano la concorrenza è spietata perché in certe nicchie l'offerta supera ormai la domanda).
Ad essa non corrisponde però una realtà politica forte: la galassia dei gruppi organizzatori del Pride deve ancora risolvere moltissime contraddizioni interne che agiscono da freno (ad esempio, il programma politico del Pride era un capolavoro di alta diplomazia che non diceva nulla d'interessante, ma lo diceva in modo politicamente mooolto corretto).
Il rischio è che lo sviluppo futuro dei Pride milanese avvenga nonostante il movimento gay, una prospettiva che a me non pare desiderabile.

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