Cirinnà: ma che senso ha difendere una legge su cui non concordiamo?
[Da: Facebook - 20 gennaio 2016]
Torta nuziale pro matrimonio egualitario. Foto di Giovanni Dall'Orto.
Continuo a ritenere sconsiderato l'appoggio di
piazza alla Cirinnà sui cui difetti e limiti potete leggere questa illuminante
intervista.
L'intervento a gamba tesa che il quotidiano filo-PD "La Repubblica" ha attribuito al presidente della Repubblica, che a loro dire avrebbe fatto sapere che se il testo approvato permetterà l'adozione del figliastro non firmerà, mostra che non abbiamo ancora capito che per i cattolici (inclusi quelli "embedded" ne "La Repubblica") questa è una questione di principio, e quindi anche noi dobbiamo combatterla come tale. E invece, i leader del movimento lgbtqupqrstuvz e gli Scalfarotti assortiti hanno, fin dall'inizio, ragionato nei termini di: "sui diritti fondamentali delle persone omosessuali dobbiamo trovare un compromesso". Nella speranza che i loro partiti di riferimento (dato che ormai tutti i leader o seducenti tali appartengono a un partito politico, nessun* escluso), saranno poi "grati" per l'azione "moderatrice" che hanno esercitato.
Peccato che:
1)
Si chiamino "diritti fondamentali" quelli sui quali non sono possibili
mediazioni. Se parliamo di diritti, si può essere o liberi o schiavi,
ma non si può essere "parzialmente schiavi". Si può essere uguali o
diseguali, non "tutti uguali, però alcuni sono più uguali degli altri".
Il diritto alla pari dignità nella vita di famiglia è un diritto
fondamentale, ed è nella Costituzione per questo motivo, non per quello
che Repubblica fa dire a Mattarella, riprendendo la palla del "Ce lo ha proibito la Corte Costituzionale".
Definire in Costituzione la famiglia come "naturale" implica che
essa si basa su un "diritto di natura", e non sul "permesso" ad essere tale
concesso da uno Stato, o da una qualsivoglia chiesa. La famiglia infatti è
"naturale" non perché eterosessuale, come ripetono i cattolici e i fascisti, bensì perché essa esisteva già nel cosiddetto
“stato di natura”, ossia prima che esistessero leggi e Stati, dei quali non ha nessuna necessità per potere esistere. E' questo
e non altro
ciò che la Costituzione puntualizza (e la Corte >Costituzionale
conferma, alla faccia delle menzogne deliberate di "Repubblica"), per
controbattere alle tesi nazifasciste secondo
cui solo lo Stato decide chi e con chi può creare una famiglia, chi può
sposarsi e chi no, e chi può sposare chi. Siamo alla disinformazione
deliberata e intenzionale spacciata per "informazione"!
2)
I nostri avversari ne fanno una questione di principio,
quindi possono accettare una sconfitta (che paradossalmente lascerebbe
intatti i princìpi), come avvenne con divorzio e aborto, ma un
compromesso, no. Evidentemente avete bisogno di un disegnino per
capirlo. E sia, "essere de coccio" non è un reato, tuttavia esserlo al
punto da scendere in piazza per questa orribile legge, che
non viene incontro a nessuna delle nostre richieste (anzi, costituisce
un passo indietro rispetto a quanto ci stanno già riconoscendo i
tribunali) significa rischiare la faccia e la reputazione vostra e del
movimento per una legge che non è affatto detto che passi.
In passato già Prodi ha dovuto fare marcia indietro quando i cattolici
del suo partito ne fecero una questione di principio. Secondo voi Renzi
è disposto ad andare ad elezioni anticipate sulle unioni civili?
Mmmmh... ok, forse lo è: ha i sondaggi in picchiata, e andare a elezioni anticipate perché
sono fallite cinque grosse banche di fila (come prima o poi - più prima
che poi - dovrà fare) non sarà la stessa cosa che farlo perché si è
presentato agli elettori come il paladino dei diritti "dde ssinistra".
Resta il fatto che persino se il governo saltasse coraggiosamente in aria su
questa questione (probabilità: 25% o meno) sarebbe lo stesso solo ammuìna, perché anche se il governo saltasse virilmente in aria, la Cirinnà non verrebbe comunque
approvata, e chi ha manifestato per la sua approvazione avrebbe dimostrato e
certificato solo la sua irrilevanza politica.
(Se invece venisse approvata, idem comunque, dato che questo non è il
testo che i gruppi gay - inclusi quelli piddini - chiedono da 20 anni, bensì quello che voleva Renzi).
Coloro che hanno disperatamente bisogno della sua approvazione sono insomma i gay piddini, che dopo due decenni di insignificanza nel loro proteiforme partito hanno disperato bisogno di dimostrare non tanto che contano, ma che esistono. Il che è ok: anche un anatroccolo che fa quack quack in questo modo afferma al mondo "io esisto", ed è suo diritto farlo. Ma se lo si deve fare con il quack quack di un mostro giuridico, scritto per sottolineare e sancire che quelle omosessuali non sono famiglie, e non godono degli stessi diritti delle famiglie eterosessuali, almeno lo rivendichino come farina del loro sacco, invece che come di una favolosa concessione per cui tyutto il movimento lgbtqpqrstuvz sculetta estasiato. In modo che, come col jobs act, quando la gente si accorgerà di essere stata fregata (e non ci vorrà molto!), saprà poi a chi rivolgersi per il “redde rationem”. Spalmare la responsabilità di questo disastro giuridico su tutto il movimento glbtpqrstuvz è solo una furba vigliaccata. Furbi loro che ci stanno riuscendo, imbecilli i "leader" che faranno la figura di quel che sono: politicamente parlando, degli incapaci che non contano nulla.
Il problema per loro è ormai portare a casa almeno questo (gli stessi piddini ammettono che la Cirinnà è un "minimo sindacale" che più minimo non si poteva), perché in caso contrario diventa palese anche ai deficienti che la strategia che hanno, che abbiamo seguito fin qui, era ed è sbagliata.
Ma lo era e lo è: ammettiamolo senza psicodrammi, è arrivato ormai il momento di fare il punto sugli anni passati e di capire che la rivendicazione politica ha senso ed è possibile solo dal momento in cui chi manifesta ha dall'altra parte almeno un interlocutore politico. E noi non lo abbiamo. Ma niente da fare: coloro che all'interno del movimento lgbt puntano a fare carriera in quel partito riuscendo a vendercelo come l'interlocutore per i diritti civili, sono disposti a farsi trucidare piuttosto che ammettere che quel partito non costituisce un interlocutore ma una controparte.
Basta allora con la subordinazione cieca e ottusa alle pretese delle segreterie dei partiti, nella speranza di ottenere uno strapuntino che se va bene solo uno su cento otterrà, se non si vuole arrivare ai livelli di piaggeria a cui è ormai costretto un ex presidente nazionale di Arcigay come Aurelio Mancuso: leggete qui cosa è arrivato a dire nella sua disperata campagna di svendita dei diritti gay, pur di compiacere le segreterie partitiche...