Io non capisco
(Il silenzio dei gay di destra)
[Da "Pride", n. 57 - Marzo 2004]
di:
Giovanni Dall'Orto.
Il 22 gennaio
[2004] due celebri sociologi italiani sono stati esclusi dalla commissione
sulla famiglia per avere... studiato le persone omosessuali.
Il sottosegretario al welfare, Grazia
Sestini, s'è giustificata così: ''Non chiamiamo
chi si è dedicato a studi su forme diverse di convivenze, che famiglie
non sono. (...) Altro è occuparsi di tipi di associazioni e convivenze,
interessanti, ma non pertinenti ai nostri interessi''. Il messaggio
è chiarissimo: le convivenza omosessuali non sono famiglie.
Il 29 gennaio è stato rivelato che
l'Istat ha censurato i dati dell'ultimo censimento, giudicando "incongrue",
tutte le risposte di coppie di persone dello stesso sesso che si sono dichiarate
"conviventi".
Invece di catalogarle fra le coppie, le
ha cacciate nel calderone di "altre persone conviventi senza legame di
parentela": carcerati, suore, caserme, badanti...
Censurando così l'esistenza
delle famiglie omosessuali.
Il 30 gennaio è apparsa una proposta di legge di Alleanza nazionale, con primo firmatario Andrea Ronchi. Lo scopo?
L'11 febbraio è stata infine approvata
la legge che sbarra la procreazione assistita a chiunque non sia sposato
e benedetto dal papa, donne lesbiche incluse.
Secondo il cardinal Tettamanti,
citato da "Repubblica", la colpa della coppia "che si affida alla procreazione
assistita sarebbe quella di non affidarsi responsabilmente a dio, ma a
se stessa, al potere che l'attuale tecnologia le offre". Ovvio, no?
Queste notizie sono arrivate come un
fuoco di fila.
Il quadro che ne emerge è assolutamente
coerente: si vuole creare una serie di privilegi riservati a una parte
della popolazione (che finora non li aveva), escludendone il resto.
Non lo dico io, lo dicono loro; lo affermano
senza imbarazzo, lo impongono per legge.
Qui non stiamo assistendo a un piccolo
ritardo della parte d'Italia che vota a destra, che con un po' di pazienza
arriverà a capire, anche lei, che pure i cittadini gay hanno diritti.
Siamo di fronte a un'ideologia che pensa, e dichiara, che i gay sono
esseri inferiori, cittadini di serie zeta. E che approva leggi per
sancirlo.
Tre anni fa ho sentito millantare tanto
i meriti di questa o quella sezione del mondo del centrodestra che, se
lasciato lavorare in pace, avrebbe mostrato che il centro desta era capace
di darci di più del vuoto cosmico datoci dal centro sinistra:
Stefania
Prestigiacomo, Alessandra
Mussolini, Tizio e Caio... che a distanza di tre anni o
non han fatto nulla, o se lo han fatto, sarebbe stato meglio non lo avessero
fatto.
Non mi scandalizza che ci siano gay
di destra: il mondo è vario. Non mi scandalizza che ci siano
gay che si rinnegano e che pensano, e dicano, che dio non vuole che
loro vivano l'amore, e scelgano il matrimonio in chiesa (o in moschea).
Peggio per loro.
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Non capisco gli ipocritissimi preti gay che scrivono a "Pride" per sostenere il diritto di palpare maschietti senza essere neppure criticati, se no li "discriminiamo" per i nostri "preconcetti" anticlericali, comunisssssti e anticattolici.
Non capisco le sempre più numerose
coppie gay che vivono in un limbo, e non rivendicano mai i loro diritti.
Molte ci scrivono, rigorosamente in privato,
per sapere se esistano "scappatoie" individuali alla loro condizione di
cittadini di serie zeta. Non passa loro per la testa che la loro condizione
non sia individuale, bensì sociale, cioè che tutte
le persone glbt che vivono in coppia hanno gli stessi problemi, e che quindi
solo mettendosi assieme e contestando chi vuole discriminarle possono trovare
una soluzione.
No, ognuna cerca scappatoie per
sé, mai soluzioni per tutte.
Invece perfino qui prevale la scelta di essere "velati", la paura di essere omosessuali, il disinteresse verso il destino comune delle persone glbt, quasi che mai fosse possibile salvarsi da soli quando tutta la nave su cui stiamo va a fondo.
"Kiss2Pacs" è nato per la volontà, l'entusiasmo, la cocciutaggine d'una coppia di donne di Cremona, da nove anni assieme. Eccole qui due persone che si sono mosse per cambiare la vita propria, e del Paese. Mancano all'appello le altre.
Hanno davvero così tanto da capire, prima di muoversi e ribellarsi anche loro?