Adesso scoprono i gay...
... e credono che siano tutti cretini
[scritto
per "Gay.it", 11 aprile 2006]
di: Giovanni Dall'Orto
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È curioso il modo in cui il mondo politico di Roma ha scoperto l'importanza del "voto gay" e come ha reagire alla scoperta, vale a dire troppo tardi, e troppo poco.
Evidentemente
allarmato da sondaggi che non vanno nel senso sperato, ha scatenato una
campagna mediatica furibonda contro la candidatura
di Franco Grillini a sindaco di Roma, mobilitando (nel giro di appena
48 ore) il sindaco gay socialista di Parigi ed il sindaco gay socialista
di Berlino a favore di Veltroni e di Rutelli.
E
dopo che Grillini ha
dichiarato di volere la “soluzione zapaterista” e i matrimoni
gay anche in Italia, ha trovato buoni da sbandierare, nel mazzo
degli auguri degli altri leader socialisti europei a Veltroni e Rutelli,
quelli dell'ex reprobo José Luis Zapatero (quello cioè
della “deriva zapaterista”
contro la quale Veltroni ha dato sempre ampie rassicurazione ai cattolici
del suo partito, tanto per rinfrescare la memoria).
Ha
poi fatto scendere in campo il gay (ex candidato di Forza Italia) Alessandro
Cecchi Paone,
che ha dichiarato il suo sostegno a Rutelli, elevandolo ad unica figura
di politico che capisca i problemi dei gay (mentre Grillini no: “non
ho condiviso la sua scelta ed i toni duri e negativi della sua campagna
elettorale”, cioè la sua difesa intransigente della laicità),
ed ha schierato in campo la (semisconosciuta ai più) propria candidata
Anna
Paola Concia (per l'occasione elevata al rango di “storica leader”
(sic) “del movimento per i diritti delle persone omosessuali”).
Concia
ha lodato Rutelli per il suo “programma moderno, avanzato e innovativo,
da sostenere perché venga realizzato in tutte le sue parti con il
contributo della comunità gay”.
Decisi
a raschiare anche il fondo del barile, hanno infine mobilitato Imma
Battaglia (che
aveva dichiarato fin qui di non voler dare indicazione di voto, ma
che in piena coerenza con la sua assoluta incoerenza ha sparato: Votare
per Grillini equivale votare per la destra omofoba: bum!), nonché
“Polis Aperta, associazione dei gay in divisa” che ha “ringraziato
il Gen. Del Vecchio” (quello del “I
gay sono inadatti a fare i soldati” di qualche giorno fa…) “per
la sua disponibilità ad incontrare la loro associazione”. Wow,
commovente. Adesso ci incontrano pure... Che degnazione!
Salvo poi comprare uno spazio su "Liberazione" alla vigilia del voto per appoggiare l'ultra-clericale Rutelli. Sarà come San Paolo, caduta da cavallo e convertita dopo aver visto il Cristo? O ci saranno argomenti ben più concreti? "Oggi questo movimento è una realtà politica! I nostri voti li dovete conquistare!", strilla invasata la Battaglia al mondo. Cosa le avrà dunque promesso Rutelli per "conquistare" il suo, e permetterle pure di pagare una pubblicità elettorale? Si accettano scommesse. |
A ulteriore
segnale della paura dell'incipiente riscossa del fin qui schifato elettorato
laico e gay, paura che ora scuote il campo rutellian-ruiniano, da un lato
Veltroni
scopre improvvisamente che i cosiddetti “Cus sono un'ipotesi positiva,
importante. Penso si possa arrivare in tempi brevi senza spaccature nel
Paese all'approvazione di una legge”; dall'altro Paola Binetti,
capofila dei 120 teodem che il Centrosinistra eleggerà dopodomani,
stoppa preventivamente Veltroni dichiarando che “Una
legge sulle coppie di fatto e il testamento biologico non avverrà
mai in Italia”.
Le
ha tenuto bordone l'avversario ma correligionario Luca Volontè
(Udc), che ha già liquidato come “sparata elettorale” l'audacissima
proposta di Veltroni. Altro che “tempi brevi senza spaccature nel paese”:
i siluri sono partiti prima ancora del varo della nave. Ma Veltroni, quando
crede di darcela a bere senza che noi notiamo le contraddizioni in quanto
afferma, ci fa, o ci è? O tutti e due?
Non invidio la posizione dei politici del campo rutellian-ruiniano. Per anni hanno trattato la questione omosessuale come un semplice fastidio, un tafano che ronzava attorno a loro. Il loro atteggiamento è stato quello di Stalin col Vaticano: “Quante divisioni di carri armati ha il Vaticano, per pretendere di dettare condizioni?”. E si è poi visto come andò a finire…
Per risolvere una volta per tutte la questione dei “tafani”, e della loro cocciutaggine nel proporre leggi sui Pacs e sui matrimoni gay e contro l'omofobia (tutte osteggiate dalla Chiesa), a questa tornata il mondo politico ha azzerato la rappresentanza lgbt in Camera e Senato. Nessuno dei rappresentanti lgbt eletti nella scorsa legislatura appare fra i “nominati”, cioè fra coloro che sono stati graziati con un posto sicuro nelle liste di alcun partito. Entrerà solo Anna Paola Concia (to’! Un nome che ho appena sentito da qualche parte), e nessun altro/a (a meno di un miracolo, auspicato ma per nulla probabile).
Eppure
la campagna di Grillini ha mostrato, in queste settimane, che anche
chi non possiede divisioni di carri armati alla fine può spuntarla,
se ha idee valide da proporre e il coraggio di esporle, e se i suoi avversari
si ostinano a cercare di invertire il corso del fiume della storia.
È
quasi certo che Rutelli pagherà (finalmente!) i suoi decenni di
lotta contro i diritti civili gay, la laicità, le unioni civili,
vedendo sfumare la sua speranza di passare al primo turno. Molti elettori
dell'Arcobaleno, non riuscendo a digerire Rutelli, hanno infatti dichiarato
che daranno il voto disgiunto a Grillini. Il circolo
Mario Mieli, che politicamente appoggia l'Arcobaleno, ha fatto
esplicitamente campagna
per il voto disgiunto a Grillini. E ad un certo punto sia Bertinotti
che Giordano, presi dal panico, hanno
attaccato pubblicamente il voto disgiunto, ricordando che il loro candidato,
fino a prova contraria, è l'invotabile Rutelli.
Siamo
giunti al punto che addirittura i gay di centrodestra, quelli di Gay
Lib, hanno
fatto campagna per il voto disgiunto a favore di Grillini.
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Accortisi
di avere sottovalutato la voglia di laicità
che nel paese sta montando anno dopo anno, presi in contropiede dalla (piccola)
marea di consensi che ha suscitato la candidatura di Grillini, i responsabili
del fronte ruinian-rutelliano sembra abbiano deciso di ricorrere al metodo
della celebre battuta: se un popolo si ostina a licenziare il governo,
la sola alternativa che resta al governo è licenziare il popolo….
Gli
omosessuali sono testardi, cattivi, si ostinano a non capire quanto sia
laico Ruini (che ci crediate o no, Ruini
viene spacciato dai suoi scherani come maestro di laicità)
e quanto sia pro-gay Rutelli? È ora di farla finita con questo popolo
testardo e ingrato. Licenziamolo, e creiamocene un altro.
È
ora di creare un gruppo di omosessuali bravi e buoni, che applaudano a
comando, e che parlino a nome di tutte le persone omosessuali spiegando,
ogni volta che serva, quanto le persone omosessuali amino Rutelli, Ruini
e Veltroni.
Ebbene, specifico fin d'ora che la prassi di paracadutare persone che nessuno ha mai visto né sentito e iniziare a presentarle come i “veri” portavoce della comunità lgbt può avere successo in alcuni contesti, ma che nel contesto in cui ci troviamo oggi non può funzionare. Queste cose funzionano bene infatti (e questo non è il caso nostro) solo su comunità disperate e senza alternative. Ad esempio i nazisti riuscirono a far eleggere autorità ebraiche “ragionevoli”, convinte della possibilità di “discutere” e “trattare” con loro, in cambio di razioni di cibo maggiori, un po’ di potere, e vari privilegi. Tra questi privilegi, quello di essere deportate nei lager per ultime…
Chiunque abbia letto quel capolavoro che è La banalità del male di Hannah Arendt, ricorderà le sue impressionanti accuse sulle responsabilità che ebbero le autorità ebraiche nella Shoah, per avere scelto quasi ovunque di collaborare invece che di organizzare la resistenza e l'opposizione, con la scusa che resistere avrebbe voluto dire solo la distruzione dell'ebraismo europeo. Quella sì che fu lungimiranza…
Oggi la partitocrazia italiana (e mi si permetta di sottolineare che la mia accusa non riguarda questo o quel partito, bensì l'insieme dei partiti, totalmente impermeabili alla “questione omosessuale”) sta cercando di fare la stessa cosa con la comunità lgbt. Il che è inaccettabile per tutti, e quindi destinato al fallimento (anche perché l'ultima cosa che abbiamo nel movimento lgbt è carenza di leaders e regine, quindi inventarne qualche Quisling e servircelo freddo non riempie certo un vuoto...).
Eppure
alcuni gruppi ed alcuni individui della nostra realtà hanno già
deciso che è meglio salire sul carro di Rutelli, che pure ha
specificato con chiarezza tutta la sua opposizione ai diritti delle coppie
dello stesso sesso, ma che come il suo predecessore Veltroni promette
di essere molto generoso, dal punto di vista economico, con i gruppi e
le persone che si dimostreranno “ragionevoli”, evitando di porre domande
“imbarazzanti”.
Chi
non si è adattato a questo modo di fare, come Franco Grillini o
Andrea
Benedino (PD), è stato silurato, ed ha pagato un prezzo
personale in termini di carriera, e non solo…
Poco
male. Il mondo politico omofobo e clericale possiede tutti i carri armati.
Si bea della propria potenza di fuoco. Controlla infatti giornali, televisioni,
radio, case editrici... e i soldi per corrompere chi è disposto
a svendere le richieste del mondo gay.
Ma
non controlla più le nostre coscienze. Ha i carri armati, ma non
riesce più ad arruolare carristi. I seminari dei preti sono vuoti,
i gay che appoggiano Rutelli alla fine rappresentano solo se stessi, mentre
Grillini, senza soldi, senza Tv, e praticamente senza un partito dietro
le spalle (non fatemi dire cosa ne penso dei socialisti…) è riuscito
da solo a mettere in crisi tutti i giochini elettorali che si credevano
già decisi in anticipo. Non male.
Ogni
tanto, nel loro piccolo, anche le formiche si incazzano. E mordono.
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