Perché sui Pacs D'Alema ne ha fatta un'altra
delle sue.
[Comunicato,
18/2/2006]
di: Giovanni
Dall'Orto
Avviso
a chi mi sta chiedendo di ripubblicare
(su blog o forum) questi articoli: la ripubblicazione è senz'altro
gradita,
a condizione che:
Le citazioni parziali (tagliate/censurate) non sono consentite, se non nei limiti consentiti dalla legge sul diritto d'autore, oppure concordandole con me. Questo perché non intendo essere manipolato a fini elettorali. Grazie. |
L'on. D'Alema, con lo stile squisito che lo contraddistingue, e con la finezza politica e il delicato fiuto per le dichiarazioni più opportune che abbiamo avuto modo di conoscere in tutti questi anni, ha dichiarato ieri, a proposito della rabbia che sta montando nel mondo lgbt italiano a proposito dell'assassinio dei Pacs nel programma dell'Unione:
"È mai possibile che i problemi dell'Italia siano i Pacs e la Tav? Ci siamo fatti incastrare a discutere di questioni marginali rispetto ai problemi del Paese".Cosa c'è di sbagliato nell'affermazione dell'On. D'Alema?
Il problema è però che non è questo che è stato chiesto, e non è questo che è stato detto. Nessuno, ripeto, nessuno, ha pronunciato infatti le due magiche paroline "In cambio"... E di cose da offrirci "in cambio" ce n'è a vagonate:
Invece no. La pretesa è che il mondo omosessuale italiano, da qui al 9 aprile, semplicemente e puramente stia zitto. Perché i suoi problemi "non sono importanti", perché "le priorità sono altre".
Ora,
io so che le alte gerarchie diessine non leggeranno mai queste righe, provenienti
da moooolti gradini più in basso nella gerarchia sociale. Anche
se io fossi ben più importante di quanto sono avrebbero, appunto,
"cose più importanti da fare" che ascoltare.
So
pure che non sarà questo mio appello a cambiare l'Italia... forse.
Ma
se, dio non volesse, l'ottusità dell'attuale dirigenza ci facesse
davvero perdere, per la seconda volta di fila, le elezioni, sarà
utile avere messo per iscritto, con tanto di data, quanto precede e segue.
Qui siamo di fronte alla pretesa che solo i cittadini omosessuali rinuncino a un diritto costituzionalmente garantito, quello di partecipare alla campagna elettorale (e mentre scrivo, i tentativi della Margherita di impedire la candidatura di Franco Grillini si stanno moltiplicando, dietro le quinte e non: dopo l'attacco ad hominem sul Corriere, ne è arrivato un altro sulla pagina lombarda di "Repubblica": più palese di così...).
***
*
La
risposta dell'on. D'Alema, lungi dal risolvere il problema creato
con l'esclusione dei Pacs dal programma dell'Ulivo, fa parte del problema
stesso.
Sia
l'esclusione dei Pacs, sia la risposta, fanno infatti parte della stessa
mentalità: quella secondo cui i problemi dei cittadini omosessuali
"non sono importanti", dato che "ci sono cose più importanti di
cui discutere". Gli omosessuali, infatti, non sono importanti, in quanto
sono solo froci e basta.
L'uscita
di D'Alema, in altre parole, cerca di spegnere l'incendio usando un secchio
di benzina.
Il
problema non è infatti che in questa specifica tornata elettorale
sia stato "dimenticato" di usare la parola "Pacs", come facendo i finti
tonti rispondono
con una circolare gli impiegati della Fabbrica del Programma a chi scrive
mail di protesta. Il problema è che una volta di più
ci si è "dimenticati" di fare attenzione ai problemi di cinque milioni
di cittadini. Che non hanno alcun diritto, ma in compenso hanno il dovere
di stare zitti.
L'on.
D'Alema ci ha ricordato il nostro dovere: stare zitti e subire.
Vorrei adesso, anche se so che se ne guarderà bene, che elencasse
in modo esplicito i diritti dei cittadini omosessuali che la sinistra
dichiara di difendere. Per carità, che li enumerasse, non certo
che li facesse entrare in un programma elettorale -- non sia mai!
Ma
per come parla l'onorevole in questione, temo che quelli che per noi sono
diritti, per lui siano solo "pretese", anzi, "pretese assurde".
Sbaglio? Sarei deliziato se io fossi smentito e se si dimostrasse che io
ho torto marcio...
Ci sono solo due modi per fare cambiare idea alla gente come lui.
-- Dialogando, ed è quello che abbiamo fatto per trentacinque, ripeto, trentacinque anni, sopportando "compagni" eterosessuali e politici per cui la questione omosessuale "non era una priorità" (intanto, dai 17 anni che avevo quando sono entrato nel movimento gay nel 1976, sono passato ora a collezionarne 47... Visto il ritmo, mi chiedo quanti anni costoro pensano che io vivrò, per vedere infine riconosciuti i miei diritti?).Tocca ora all'on. D'Alema la scelta. Se l'on. D'Alema la smette di occuparsi di barche per cinque minuti e fa lo sforzo di fingerci di ascoltarci, gli spieghiamo perché la questione omosessuale, in quanto questione simbolica come lo furono a suo tempo divorzio e aborto, sia un'urgenza, sia importante, e perché sia suicida per la sinistra non avere idee chiare (come non le ha lui) sulla questione.
-- Imponendo la questione omosessuale comepunto centrale del dibattito elettorale dei mesi che verranno.
Se gli omofobi ci coglieranno impreparati, come hanno fatto anche sulla questione dei Pacs, la colpa non sarà stata dei cittadini omosessuali, bensì di quei politici che hanno la presunzione di sapere tutto loro, e che non si accorgono neppure che il mondo cambia, attorno, e perfino sotto, le loro barche tirate a lustro.
Non date a noi colpe che sono vostre. Se non siete capaci di fare politica, se offrite su un piatto d'argento argomenti ai nostri nemici (che infatti sono pazzi di gioia), allora cambiate mestiere. Qualche peschereccio che dia lavoro all'On. D'Alema, permettendogli così di sfogare infine la passione repressa per la nautica, possiamo sempre cercarlo.
Giovanni Dall'Orto
[Torna
alla pagina principale] [Torna
all'indice degli scritti d'attualità]
[Mandami
correzioni, suggerimenti o proponimi un nuovo link]