Votare per i radicali?
[18/2/2006]
di: Giovanni Dall'Orto
Scatenati,
gli attivisti radicali... auspicano un "Romano nel pugno":
Avviso
a chi mi sta chiedendo di ripubblicare
(su blog o forum) questi articoli: la ripubblicazione è senz'altro
gradita, a condizione che:
Le citazioni parziali (tagliate/censurate) non sono consentite, se non nei limiti consentiti dalla legge sul diritto d'autore, oppure se non concordandole con me. Questo perché non intendo essere manipolato a fini elettorali, soprattutto dalla parte politica avversa. Grazie. |
Sto ricevendo molte mail, da amici e conoscenti, che sollecitano una mia presa di posizione sul voto a favore della Rosa nel Pugno alle prossime elezioni, visto il pasticcio che i politici del centrosinistra hanno combinato coi gay nel mostruoso programma dell'Unione.
== Perché non li voterò ==
Ora, io tale presa di posizione non la posso offrire perché non intendo votare per loro (voterò per Rifondazione Comunista). Non li voterò per molti motivi, che hanno a che fare anche con la lotta per i diritti gay.
Aggiungiamo
infine, ciliegina sulla torta, che apprezzo l'intelligenza della Bonino
che ha capitalizzato sulla questione dei Pacs in modo altamente simbolico,
con un coup de théatre da vero genio dello spettacolo...
ma che tuttavia non
è stato il loro partito a portare avanti negli anni passati tale
battaglia.
Applaudo
sì tutto felice ai nostri alleati dell'ultimo minuto, sia chiaro,
tuttavia rammento che prima di tale minuto ci sono stati ben dieci
anni di lavoro, di noi militanti gay di svariati partiti, dai Verdi,
a Rifondazione, ai Ds...
Infine,
e questo è l'argomento che taglia la testa al toro: i
radicali hanno già detto che firmeranno l'orribile programma
dell'Unione, né più, né meno, di tutti gli altri partiti
della coalizione.
E
se si è pronti a "scusare" loro dicendo che, poverini, non
avevano altra scelta, allora lo stesso argomento vale anche per gli altri
partiti.
Io
non guardo all'astratta purezza dello spirito, bensì alla concretissima
utilità dei gesti materiali. E qui fra i radicali e gli altri non
c'è la minima differenza: han firmato loro esattamente come
ha firmato Rifondazione e come ha firmato la Margherita. Punto e basta.
== Perché è bene che ci siano ==
Questa era la pars destruens. Accanto alla quale esiste però anche una pars construens.
Giudico infatti una fortuna il fatto i radicali siano presenti nella coalizione.
Perché
concordo con quanti mi scrivono sul fatto che il centrosinistra, tutto,
incluso Bertinotti con la sua "scoperta di una ricerca interiore di Dio"
sbandierata su Repubblica, ha esagerato.
La
rincorsa a chi è più clericale ha portato a lasciare senza
alcuna rappresentanza politica quel 75% di italiani che nelle chiese non
mette più piede se non per qualche funerale e matrimonio, e quel
35% e passa che è apertamente anticlericale. Non dico che
abbiano ragione per forza gli anticlericali, ma non comprendo perché
mai solo loro debbano essere privi di qualsivoglia rappresentanza politica.
Io
sono uno di quegli italiani che non si sentono rappresentati dal clericalismo
di Stato, e la presenza radicale è per me una garanzia, positiva,
del fatto che alcune delle mie idee non potranno continuare ad essere calpestate
sempre. Sapendo che ci sono loro, mi sento meglio, e talvolta penso anche
io "grazie di esistere. Se dovessi contare solo sul compagno Bertinotti,
"alla ricerca di Dio", starei bello fresco...".
Ma
a parte questo, c'è un altro motivo di contentezza.
La
reazione alla vicenda dei Pacs delle persone che io conosco è stata
duplice. Molti mi hanno detto: "Voto i radicali", e fin qui nulla di nuovo,
ma molti altri hanno reagito stizzosamente dicendo: "Non vado nemmeno a
votare. Si possono scordare il mio voto".
Ora
- e quello che sto per dire è negato apertamente dalla Margherita
- io non credo affatto che le prossime elezioni si giocheranno al centro.
Questo è sì il desiderio, o meglio wishful thinking,
della Margherita, che vorrebbe potersi spostare di volta in volta con la
coalizione che vince le elezioni ed essere sempre al potere, come ai "bei"
tempi della Dc (alla faccia di tutta la retorica sul bipolarismo).
Tuttavia
il caso di Zapatero ha dimostrato che è vero l'esatto opposto.
Zapatero non ha vinto perché ha strappato voti ad Aznar, che ha
preso esattamente gli stessi voti della volta precedente. Ha vinto perché
un milione di elettori di sinistra, schifati e ben poco motivati al voto
da un una sinistra troppo poco di sinistra, è andato a votare per
almeno punire Aznar e le sue sfacciate bugie sul "terrorismo".
Viceversa, nessuno ha mai voluto chiedersi quanto abbia influito la leadership del grande statista (ed ex radicale... ehm!) Rutelli, che aveva impostato tutto al centro il programma del centro-sinistra, sullo smacco subìto cinque anni fa dal centro-sinistra contro un avversario fra i più impresentabili del mondo, contro cui avrebbe vinto anche il cavallo di Attila...
Il
pericolo che corriamo oggi è che non vada a votare un 2-5% di elettori
progressisti, ovviamente non certo perché schifati dalla mancanza
dei Pacs (un istituto giuridico che quando sarà approvato in Italia
prevedo sarà usato da qualche migliaio di persone al massimo),
quanto dalla mancanza di laicità, di coraggio "progressista", di
capacità di sottrarsi ai ricatti cattolici, che la scelta di ostracizzare
i Pacs rivela.
Mentre
nel Paese reale si svuotano i seminari, nel Palazzo politico si bada solo
a dare la gestione delle scuole in mano alla Chiesa cattolica.
Mentre
nel Paese reale in molte città i matrimoni civili superano ormai
quelli religiosi, nel Palazzo politico si bada ad impedire che i matrimoni
religiosi perdano il monopolio.
Mentre...
Qui
qualcuno non ha capito qualcosa d'importante. E non si tratta
di me.
I radicali, con la loro presenza nel Centrosinistra, possono servire ad intercettare un buon 2-3% di elettori che altrimenti non si scomoderebbero nemmeno ad andare a votare. Il che, per elezioni che si giocheranno, grazie ai fantasiosi "premi di maggioranza" inventati da Berlusconi per minimizzare il vantaggio del vincitore delle elezioni, significa che potrebbe trattarsi di un 3% decisivo, senza il quale le elezioni si perdono, punto e basta.
== Conclusione ==
In
conclusione, non potendo io in coscienza votare per la Rosa nel pugno per
molti e - per me - validi motivi, sono nel contempo contento che questo
partito sia presente alle elezioni, e non farò proprio alcuna fatica
nel consigliarne il voto a quanti in alternativa pensano a non andare affatto
a votare. I Radicali possono captare quel voto di protesta a cui ogni democrazia
deve sapere dare sbocco, perché in caso contrario troverebbe spazio
solo nelle forme di protesta non democratiche.
Inoltre
mantengono vivo il seme della laicità per quando, inevitabilmente,
la tirannia dei fanatici e dei bigotti avrà esasperato gli italiani.
Il
voto per i Radicali (ed autorizzo coloro che mi hanno scritto a riprendere
questa mia opinione, se serve loro), è a mio parere un voto utile,
ed una forma di protesta costruttiva: ben altra cosa rispetto alla
sterile ed autolesionista "protesta" costituita dal non votare affatto.
Non
sarà di certo un nuovo governo Berlusconi (coi suoi ministri che
ci hanno chiamati
ufficialmente "culattoni" su carta intestata dello Stato) a darci
i Pacs, ed oltre a ciò finirà di portarci via quel che non
è ancora riuscito a toglierci in questi cinque anni.
Ai miei nemici di destra che mi accusano da tanti anni di essere un "omosessuale di professione" ricordo che non esiste solo il sesso, nella vita. Mandare a casa Berlusconi al momento è urgente, è necessario per salvare il Paese, perché quello lì bada solo a farsi i soldi suoi mentre la nazione perde punti anno dopo anno in qualsiasi campo, dall'economia alla politica estera. A discutere su dove dirigere la barca penseremo dopo, ora è urgente bloccare il gorilla imbestialito che sta cercando di rovesciarla.
La
Rosa nel pugno offre un'opzione ad elettori che altrimenti non avrebbero
avuto alcuna altra alternativa, offre un'ottica laica in un panorama politico
altrimenti clericale al 100%, offre la possibilità di protestare
in modo democratico.
Non
giudico affatto, come fa Diliberto dall'alto del suo oceanico 1,5%
di elettori, "una rogna" la presenza radicale nel centro-sinistra, bensì
un colpo di fortuna.
Non li voterò. Ma capirò le motivazioni di chi li voterà per protesta, e ne proporrò il voto a chi in alternativa non andrebbe alle urne "per protesta".
Questo
è tutto quanto posso dire a chi mi ha chiesto una presa di posizione.
Mi spiace che non sia quella che certi speravano. Ma in tempo di elezioni
è normale che ogni parte stia col proprio partito. Non a caso si
chiamano così.
L'importante
è saper lavorare assieme, dopo.
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