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Era Buttafuoco o Homer Simpson?
[Da "Il fatto quotidiano", 18 agosto 2015]
di:
Giovanni
Dall'Orto e Franco Grillini.
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L'articolo apparso sul "Fatto Quotidiano". |
[Replica all'articolo di Pietrangelo Buttafuoco "Non sporcare il manifesto di Mika, lui è "gay", mica è "ricchione", che era apparso il 17 agosto 2015].
In un'azzeccata battuta di qualche anno fa, Homer Simpson riassumeva il diritto di chiedere certezze alla vita affermando che la sua birra doveva essere fredda, la sua tv ad alto volume, e i suoi omosessuali, flaming: sculettanti.
Con una mossa un po' meno azzeccata il "Fatto Quotidiano" ha affidato a Pietrangelo Buttafuoco il compito di esprimere un concetto assai simile nell'articolo Non sporcare il manifesto di Mika, lui è "gay", mica è "ricchione", deprecando il fatto che il cantante Mika avesse reagito all'imbrattamento dei suoi manifesti con la scritta "Frocio". Buttafuoco s'è lagnato di quanto la mettano giù dura oggigiorno i gay, ricordandoci con quanto buon senso e signorilità semmai il "genio totale" (sic) Isotta preferisse essere chiamato "ricchione" perché "la parola "gay" è ben peggio che una caricatura, è un eufemismo piccolo-borghese da mezzacalzetta".
Ora,
noi omosessuali – sculettanti o meno – siamo un gruppo di
cittadini che chiede alla società la parità dei
diritti. Si può essere d'accordo con le nostre richieste,
oppure no. E un quotidiano, se è in disaccordo con le nostre
richieste, ha il diritto di scriverlo, come in effetti fa ogni
benedetto giorno un (fin troppo) ampio schieramento di
testate.
Parimenti, Mika è un artista, non un profeta
intoccabile, e le sue canzoni possono piacere o non piacere, e se non
piacciono Buttafuoco ha il diritto di scriverlo, aggiungendo magari
per buon peso che Claudio Villa e Luciano Tavaioli sì, che
erano veri cantanti, mica Mika...
Ci sfugge
tuttavia in quale modo verrebbe intaccata questa libertà
d'espressione e di pensiero se
si chiedesse a una persona civile che parla di chi per accidente
fosse omosessuale di definirlo "gay" anziché
"frocio" o ancor meglio ("meglio" secondo
Buttafuoco) "ricchione". In quale mondo, ci chiediamo, è
necessario reclamare il "diritto all'insulto" contro
chi non la pensa come te per potere godere della libertà di
pensiero e di parola? In che modo le insicurezze di Buttafuoco lo
rodono al punto da aver bisogno della "certezza" che gli
omosessuali siano e restino "flaming", e
stigmatizzati come "ricchioni", pena il sovvertimento della
società?
E cosa ha fatto di sbagliato Mika chiedendo:
"Basta insulti, basta disprezzo, basta odio", e
soprattutto cosa ha fatto di male chi ha scritto sui quotidiani che
Mika aveva ragione? Il solo reato di queste persone è
stato ribellarsi al ruolo di "sculettante" che è il
solo che alcune persone (Homer Simpson, Pietrangelo Buttafuoco) sono
disposte a riconoscere ai "loro" omosessuali.
Ricorda molto l'atteggiamento delle "sentinelle in piedi" e la loro rivendicazione del "diritto a odiare" il pianto greco ammannitoci da Buttafuoco per il fatto che ormai i "suoi" omosessuali in Italia comandano e "che il mondo, ormai, è al contrario", che ormai l'amore è eterosessuale è rimasto il solo ad essere "disdicevole", che "il diritto è proiettato in direzione storta", che l'"omofilia" (sic) è addirittura "obbligatoria".
Anzi, la parolina "gender" buttata lì quasi per caso ci rivela che l'autore fa riferimento alla visione del mondo di quei gruppi ultracattolici e filofascisti, come lo sarebbe stato, in altri contesti, buttar giù le paroline "complotto giudaico-massonico", "scie chimiche", "demoplutocrazie" o "rettiliani". Citare la inesistente "teoria del gender" equivale, nel campo della sessualità, a citare i Protocolli dei Savi di Sion parlando di questione ebraica. Si può fare, ma facendolo si svela da quale prospettiva si guarda il mondo.
Questa prospettiva, per caso, è quella che il "Fatto quotidiano" ha deciso di sposare?
Se sì, perché? Noi lettori non avremmo il diritto di sapere per quali impellenti ragioni?
E in ogni caso, esiste la certezza del fatto che noi lettori, etero o "ricchioni" che siamo non importa, è il tipo di approccio alla realtà che noi chiediamo a un giornale che fin dal titolo si richiama alla ricerca dei fatti, e non di proclami ideologici ultra-estremistici?
Giovanni
Dall'Orto
Franco Grillini
Tratto
da: “Il fatto Quotidiano”.
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