Francesco KoSSiga:
il fascista che sui gay era più avanti di Bersani
e Rutelli.
[Da Facebook - 19 agosto 2010]
di:
Giovanni Dall'Orto.
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Caro Paolo Patanè,
torno
dalle vacanze e leggo
solo ora della polemica sul tuo comunicato
stampa su Cossiga.
Permettimi
allora di dire la mia, visto che ho vissuto in prima persona la vicenda
del ricevimento della delegazione gay da parte di Cossiga durante la sua
presidenza, nel 1990.
Innanzi
tutto non fa male ricordare che si trattava di una delegazione Arcigay.
Anche se in realtà nell'iniziativa ebbe un peso anche "Babilonia"
(Marco Melissari, che fu ricevuto, era parte della nostra redazione), per
il banale motivo che all'epoca praticamente tutti coloro che lavoravano
a "Babilonia" erano attivisti di Cig/Arcigay. Incluso me.
La
foto dell'incontro è ancora lì, su "Babilonia", a testimonianza
del fatto che l'incontro avvenne.
Il
fatto che una certa parlamentare del Pd abbia voluto battezzare un recentissimo
incontro con Napolitano come "La
prima volta che un presidente riceveva i gay, grazie allo sforzo determinante
di una certa parlamentare del Pd", non implica affatto che ciò
che una certa parlamentare del Pd proclama al mondo sia vero.
In
effetti, è falso: prima di Napolitano ci fu Cossiga.
E
questo ci mostra e insegna quante occasioni abbia sprecato la politica
italiana, rendendo vane aperture che oggi sembrano impossibili, surreali.
E
invece ci furono, e furono deliberatamente distrutte per inseguire il
linguainbocca con la Chiesa cattolica, sulla strada del quale il movimento
gay era solo un ostacolo. Che fu quindi rimosso: i successori di Cossiga
(il baciapile Oscar Luigi Scalfaro prima, l'ingessato Carlo Azeglio Ciampi
poi) i gay, in effetti, a quanto ricordi io, non li ricevettero mai.
All'epoca
noi di "Babilonia" discutemmo molto sull'opportunità di andare o
meno all'incontro con KoSSiga (tant'è che, per dire, io rifiutai
di far parte della delegazione, temendo che la tentazione di sputargli
in faccia avrebbe prevalso...).
Cossiga
era, è stato ed è morto da fascista.
Ma
il punto è che noi non andammo a un incontro con Francesco Cossiga,
bensì con il Presidente della Repubblica italiana. Non era
colpa nostra se il Pci dava i suoi voti - come diede - per eleggere alla
presidenza della Repubblica un porco fascista... (Hei! Qualcuno se lo
ricorda che il Pci lo votò compatto, a ringraziamento del
massacro che aveva fatto come Ministro dell'Interno di tutti i militanti
di estrema sinistra, fastidiosamente critici del Pci? Qualcuno ricorda
che proprio grazie ai voti del Pci, l'SS KoSSiga fu eletto al primo
scrutinio?).
Quello
era, piacesse o no, il presidente di tutti gli italiani.
Quindi
anche il nostro.
Quindi
andammo.
Era
un modo per ribadire che di questo Paese facevamo parte anche noi omosessuali
e lesbiche.
Ed
il fatto che Cossiga ci ricevesse, era un modo per riconoscere che effettivamente
ne facevano parte.
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Cossiga
era un porco fascista, ma un porco fascista disposto ad ammettere che anche
i gay fossero cittadini da lui rappresentati.
Nel giudizio da dare su di lui va quindi tenuto conto di questa dicotomia.
E
bene
ha fatto Paolo Patanè a ricordarla. Era anzi il suo puro e semplice
dovere di presidente di una associazione gay.
È
proprio qui che si vede la differenza fra un presidente che fa gli interessi
dell'associazione che presiede, e uno che fa invece gli interessi del partito
in cui intende candidarsi alle prossime elezioni, e tace tutto ciò
che a tale partito risulta scomodo e/o imbarazzante... anche se per farlo
deve danneggiare gli interessi dell'associazione che presiede.
Perché
resta vero il fatto, inquietante, che un personaggio a dir poco ambiguo
come Cossiga abbia avuto il coraggio di compiere un gesto che invece mancò
ai suoi "democratici" successori.
E
sottolineo come proprio il gesto di Cossiga avesse reso evidente come il
mondo politico italiano fosse, già una ventina d'anni fa, più
aperto e disponibile di quanto lo sia diventato poi.
Ricordare
quell'episodio ci rammenta insomma come l'Italia abbia sprecato due
decenni aspettando la costruzione di quel partito di sinistra post-Pci
che da 19 anni è "in corso" e non si realizza mai ("Dovete
avere pazienza, siamo un partito nuovo, in costruzione"; ha
frignato Bersani al congresso nazionale Arcigay a Perugia, quest'anno.
Da 19 anni "in costruzione"!).
In
questo periodo la questione gay è stata vissuta con fastidio
e imbarazzo da un Pci/Pds/Pd che ha fatto la scelta di andare per forza
d'amore e d'accordo con le frange clericali che nella storia con le sinistre
non sono mai andate d'accordo, e mai potranno farlo.
Due
decenni sprecati, grazie al partito che qualche Quisling del movimento
gay, oggi, vuol farci credere essere il baluardo dei nostri diritti.
E
che non lo è, come dimostra l'elenco delle cose che noi gay abbiamo
ottenuto dai politici dopo Cossiga, senza Cossiga, e/o contro Cossiga:
nulla.
Quindi
mi unisco a Paolo Patanè, ed anzi vado più in là
di lui ed estremizzo: l'Italia è un paese in cui sulla questione
omosessuale persino i porci fascisti cattolici dimostrano di essere migliori
e più moderni del "grandi leader democratici" offertici a ripetizione
dal Pd e dai suoi predecessori.
Di
certo, sulla questione gay, KoSSiga l'SS era più avanti e più
moderno e più aperto di Francesco
Rutelli, candidato come leader sinistro in elezioni non a caso catastroficamente
perse.
Basta quindi con la mania di voler creare una verginità politica - solo perché le elezioni si avvicinano e il Pd sa che il nulla che ha combinato lo condanna alla sconfitta - a chi, in 19 anni, non è stato capace di gesti, fossero pure simbolici, di cui nel XX secolo perfino un fascista golpista era capace!
E con questo ho detto tutto.
Giovanni Dall'Orto
Post
scriptum. Nella polemica in Rete ho trovato scritto che Cossiga non
andava commemorato perché si era detto favorevole alle unioni civili
per i gay, ma contrario ai matrimoni. Questo avveniva nel 1990.
Ebbene,
Pier
Luigi Bersani ha espresso questa posizione nel 2010. Con venti
anni di ritardo. Per non citare gli esponenti del Pd che sono tuttora contrari
ANCHE alle Unioni civili!
Mi
spiace, ma credo che proprio questa osservazione confermi che Paolo Patanè
ha visto giusto.
Chi
ce l'ha tanto con quella presa di posizione, che 20 anni fa era coraggiosa
ed oggi invece è reazionaria, se la prenda col Pd, grazie.