Froci, zingari, negri, operai e Vladimir Luxuria
[Inedito,
14 novembre 2008]
di:
Giovanni
Dall'Orto.
Foto anonima d'inizio del XX secolo. |
Da qualche tempo mi giungono segnali sul fatto che a sinistra si sta ahimè diffondendo una "leggenda urbana" che dice che la sinistra in Italia ha perso perché pensa solo a froci, negri e zingari, e ha dimenticato la classe operaia.
Ora, questa frase era già stata messa in bocca a un anonimo operaio della Fiat Mirafiori in uno strano articolo di Maurizio Pagliassotti su "Liberazione" del 16 aprile 2008 ("strano" al punto che su un forum online è stato fatto notare che il suo intento sembra semmai insinuare che gli operai hanno votato Lega e non la sinistra perché sono razzisti, omofobi e fascisti. Per parafrasare Brecht, quando un popolo fa capire di non volere più una classe politica, essa spesso decide che è arrivato il momento di cambiare il popolo).
Un mito di destra spacciato come idea di sinistra
Nonostante
"Liberazione" sia caduta nella
trappola di sdoganarlo a sinistra (ma il quotidiano di Rifondazione comunista
aveva la coda di paglia, come vedremo poi), in realtà, come
ho già avuto modo di sottolineare altrove, le radici di questo mito
stanno a destra, e chi ne ha fatto ampia propaganda sono stati semmai i
giornali di destra, da "Libero" a Ladestra.info.
Tant'è
che un illuminante articolo sui "Libero", in data 25-04-2008 (A
furia di pensare ai gay la sinistra li perde per strada, di Fausto
Carioti) dimostra che in realtà il misterioso operaio omofobo, ovviamente
di nuovo rigorosamente anonimo (questa volta è di Piombino)
era all'opera già da prima della sconfitta elettorale: nel
dicembre 2007 infatti Fabio Mussi "mostrava ai giornalisti" un grido dal
cuore di questo ex elettore che lagnava: "Non vi seguo più, ormai
vi occupate soltanto di carcerati, di finocchi e di negri".
Ora,
a leggere queste lamentele parrebbe che l'Italia sia un Paese in cui, durante
il governo del centrosinistra, sono state approvate decine di leggi di
tutela di carcerati, finocchi, negri e zingari. La realtà è,
invece, esattamente all'opposto: l'Italia è, anche grazie all'ignavia
della sua sinistra, il Paese europeo più arretrato in (quasi)
tutti
questi campi.
Si
potrebbe pensare allora che, almeno, visto che non si è ottenuto
nulla sul fronte dei diritti civili, l'Italia sia riuscita almeno
a tutelare i cittadini sul fronte dei diritti dei lavoratori. Ma neppure
questo è vero: siamo l'unico Paese europeo (assieme alla Grecia)
a non avere il sussidio di disoccupazione, abbiamo i salari più
bassi della Vecchia Europa, nonché i lavoratori più precari
e privi di speranze, al punto che si è creata
una
crisi demografica da far paura perché i giovani, semplicemente,
non si possono più permettere di fare figli: perfino
il
papa se n'è accorto e se ne lagna!
Quando la sinistra fa concorrenza alla Lega
Insomma,
per farla breve la questione omosessuale in Italia è stato un
nodo che la sinistra si è rivelata, culturalmente e politicamente,
incapace di sciogliere. A differenza di quanto è accaduto nelle
altre nazioni europee.
La
soluzione della sinistra italiana, a questo punto, qual è oggi?
Forse cambiare cultura e politica, in modo da recuperare il tempo perduto?
Ma neanche per sogno: Brecht insegna. La soluzione è cambiare gli
elettori. Cioè spostarsi a destra, verso elettori omofobi e xenofobi
da titillare nei loro preconcetti... costa meno fatica che ostinarsi a
voler cambiare le cose!
A mio
parere il metalmeccanico di Piombino, o della Mirafiori, è il corrispondente
di sinistra del "Joe l'idraulico" della campagna presidenziale statunitense:
l'onesto lavoratore il quale lamenta che la promessa di tassare di più
chi percepisce oltre 250.000 dollari all'anno avrebbe andato in rovina
i lavoratori come lui. Peccato
poi che si scopra che Joe l'idraulico non si chiama Joe, non fa l'idraulico,
e che dichiara al fisco appena 40.000 dollari all'anno (...e gli altri
210.000?). E che oltre tutto non voterà neppure!
In
altre parole, il metalmeccanico comunista omofobo di Piombino non è
altro che una figura di fantasia, creata da una classe politica di
sinistra incapace di fare il proprio mestiere, che si è inventata
su misura l'elettore di cui ha bisogno pur di non andare incontro
ai bisogni reali di coloro che dice di rappresentare. E che infatti non
l'hanno votata, indovinate voi perché.
La centralità politica della questione omosessuale
Ora,
io non so perché mai la destra abbia dato tanta importanza alla
questione omosessuale. Ne convengo con i nostri critici: i problemi di
una minoranza del 5% non dovrebbero bloccare una nazione intera. E tuttavia
non è la sinistra ad averla bloccata, sono stati sempre la destra
ed il centro. Mastella aveva addirittura preannunciato che sarebbe
uscito dalla maggioranza il giorno stesso in cui essa avesse affrontato
la questione del Pacs/Dico.
Dunque,
se per la questione omosessuale vale la pena di far cadere un governo,
com'è possibile che la sinistra non abbia su tale questione una
posizione, una proposta, una capacità d'analisi in materia? Non
dico che non debba dormirci su la notte, ma se questo è un terreno
di scontro scelto dal nostro nemico per combatterci, perché abbandonarlo
senza neppure tentare una resistenza?
La ragione è purtroppo che il centrosinistra italiano vive come una spina nel fianco le questione dei diritti lgbt. La chiesa cattolica, alla quale per ragioni che mi risultano misteriose ha decido di doversi sposare per l'eternità, ne fa una questione di principio. E non avendo il centrosinistra italiano nessun principio di nessun tipo, non vede motivo per farne lei, a sua volta, una questione di Princìpi.
Pertanto,
parve bello e "progressista" eleggere nelle proprie file Franco
Grillini, creatore e presidente per dieci anni della più
importante organizzazione gay d'Italia, ma solo perché si pensò
che sarebbe stata una presenza simbolica. Ma dal momento in cui Grillini
dimostrò di fare sul serio, proponendo leggi e facendo quotidianamente
le pulci all'omofobia della classe politica italiana, la politica lgbt
è diventata a sua volta un problema.
Da
qui la decisione, assolutamente catastrofica, di eleggere da quel momento
in poi unicamente sbiaditi zii Tom, il cui compito non è mai stato
portare le istanze del movimento lgbt nella politica, bensì quello
di ficcare in gola le esigenze della politica alla dirigenza di tale movimento.
Il risultato è stato, prevedibilmente, disastroso.
Gli
zii Tom in Parlamento
|
Né
è diverso il ruolo affidato oggi, o affibbiato, alla precedentemente
sconosciuta neo-onorevole Paola
Concia che, al di là della sua buona volontà, serve
unicamente a tenere a bada le rivendicazioni del movimento gay, non certo
a farle avanzare.
Ecco
un esempio: un mio collega ha fatto un'inchiesta sui gay nell'esercito,
ed ha chiamato il Pd per avere la dichiarazione in materia da parte del
ministro ombra della Difesa e del Ministro ombra dell'Interno. Stupore
e scandalo da parte della segretaria: "Ma perché vuole parlare
con loro? Per queste cose c'è Paola Concia". Della serie, le
mani le facciamo sporcare a lei, in questo modo si evita di dover prendere
posizione noi sulle questioni scottanti...
Anche
di recente, nella polemica relativa alle ributtanti dichiarazioni omofobe
della Binetti, che ha detto che i gay sono tutti pedofili, il
ruolo della Concia è stato chiaramente quello di sopire e minimizzare
("È stata solo una polemica avviata da Franco Grillini":
be', allora meno male che Franco Grillini esiste!).
Il
caso Luxuria è finalmente esploso in tutta la sua contraddittorietà
quando la
simpatica soubrette pugliese è finita all'"Isola dei famosi",
facendo scoprire ai compagni di partito di essere ciò che era sempre
stata: un personaggio mediatico. (Al proposito condivido la critica contenuta
il 12 novembre 2008 nell'articolo Luxuria,
da "Bella ciao" a "Ciao bella", su "Il Riformista").
Non
condivido insomma lo scandalo che ne è seguito fra i comunisti.
Perché quando Luxuria fa la soubrette oggi, fa né
più né meno che quello che faceva dieci anni fa. L'errore
nella sua elezione è stato di chi (Bertinotti in testa) s'è
illuso di poter sostituire la realtà con la tv, il lavoro di base
con i salotti televisivi, i militanti gay che lavorano sul territorio con
gli ospiti del Maurizio Costanzo show... Quindi non è stato di Luxuria,
che ha fatto quel che sapeva fare: spettacolo. Dirottando per esempio la
discussione sulla questione omosessuale dagli scomodi Pacs, alla
molto più futile questione di quale gabinetto debbano usare in parlamento
i deputati transgender.
Cari
compagni di Rifondazione, ma non l'avevate eletta proprio per questo: per
far spettacolo anziché politica "scomoda"? E allora, di che vi lamentate,
se vi ha aiutati nella vostra battaglia vittoriosa per evitare che si discutesse
di Pacs... anche se poi tale vittoria vi è costata la disfatta nelle
elezioni? La scelta è stata vostra, non sua... o nostra.
Conclusione
In
conclusione, non è vero che la sinistra si sia occupata "troppo"
di gay, quindi non è vero che il popolo di sinistra non voti i partiti
di sinistra per tale inesistente ragione, e infine non è vero nemmeno
che esista nella sinistra "il metalmeccanico di Piombino" che esprime istanze
di questo tipo. Esistono, ovviamente, operai omofobi e leghisti, e sarei
un cretino a negare questo fatto, ma è ovvio che costoro voteranno
Lega. E se permettete, delle opinioni politiche dei miei nemici,
posso anche fregarmene.
Gli
operai comunisti omofobi ci sono. Ma il movimento gay discute con loro
fin dalle origini (celebre è diventata la frase "Sono d'accordo
con quanto ha detto il compagno busone prima di me", detta a un'assemblea
in cui aveva parlato Franco Grillini per Arcigay), ed ogni volta che ha
avuto la possibilità di discuterci alla fine non si è mai
trovato di fronte ad una porta sbarrata. Mai. Difficoltà, incomprensioni,
sì, litigi, più di una volta, ma mai porte sbarrate.
Dunque
costoro ci sono ma, a sinistra, non sono mai stati loro il problema.
Tant'è che il problema qui è la dirigenza comunista
omofoba, che non ha mai mandato giù l'idea di doversi confrontare
con le richieste politiche dei busoni. Punto e a capo.
Personalmente,
non credo che Berlusconi riuscirà ad arrivare alla fine del quinquennio.
Sta agendo come se fosse guidato da una mano Provvidenziale per alienarsi
i suoi elettori, a furia di insulti, minacce, bugie clamorose e manganellate.
(Vai avanti così, Silvio, che vai bene!).
Né
penso che sia destinato a durare a lungo quel pasticcio a nome Pd (un ircocervo
tanto contro natura che al Parlamento Europeo non sanno in che gruppo ficcarlo),
che per trapiantare Binetti su Pannella ha dovuto eliminare gli anticorpi
per evitare rigetti, e per questo adesso rischia di morire alla prima infezione
che si manifesti.
Ciò
detto, penso ahimè pure che quanto detto da Nanni Moretti del Pd
("Con
questi politici non vinceremo mai"), valga anche per la dirigenza della
sinistra. Una classe politica che s'inventa il metalmeccanico di Piombino
solo per giustificare le proprie mancanze di coraggio e incapacità
d'analisi, e che crede che basti esibire in parlamento una soubrette
televisiva come foglia di fico per rimediare al pasticcio, non ha futuro.
Ha
solo, come si suol dire, "un grande passato davanti a sé".
[Torna
alla pagina principale] [Torna
all'indice degli scritti d'attualità]
[Mandami
correzioni, suggerimenti o proponimi un nuovo link]