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A cavallo di un unicorno rosa.
Pisapia contro i matrimoni gay

[Da "Facebook", 24 settembre 2012]

di: Giovanni Dall'Orto.
 
 

Guliano Pisapia. 
Foto di Giovanni Dall'Orto
 

E adesso contro i matrimoni gay ci si mette pure Pisapia. In un'intervista al "Pubblico" di oggi 24 settembre, dichiara di essere favorevole non solo ai matrimoni gay, ma addirittura alle adozioni. Ma con una piccola, "insignificante postilla": "Serve una modifica costituzionale. La Carta <costituzionale> non parla di maschio e femmina ma perché non si prevedeva il caso gay. Dunque serve una maggioranza ampia".

Lasciamo stare il fatto che il giornalista, Francesco Rigatelli, al solito lascia passare la cazzata senza contestarla (dopo tutto questo è "il Pubblico", mica "Il fatto quotidiano!") e concentriamoci sul fatto in sé.

Pisapia non può affermare, a differenza di Bindi e Fioroni, che la Costituzione proibisce la parità di diritti matrimoniali, dato che il suo elettorato è un attimino più informato di quello del Pd sulla questione, quindi lo prenderebbe in castagna sul fatto che mente.
Allora si inventa questo argomento: la Costituzione non li proibisce, MA soltanto perché ai tempi in cui fu scritta nessuno aveva pensato di doverli proibire. "Dunque" ("dunque"???) occorre riscriverla per farle dire di essere favorevole. E per farlo occorrono ovviamente "maggioranze ampie".

Ora, non so se abbiamo presente cosa voglia dire una modifica costituzionale. Berlusconi ha provato a realizzarne una, avendo a disposizione la maggioranza che ha e i massmedia che ha, e gliela abbiamo bocciata. Occorrono maggioranze talmente ampie, che è certo che non ci saranno. Come non vi furono (e non ci sarebbero potute essere), peraltro, al momento di approvare altre leggi "controverse" come quella sul divorzio...

Ora proviamo a immaginare l'alzata d'ingegno di Pisapia applicata a QUALSIASI argomento. "Guidare i SUV non è proibito dalla Costituzione, ma solo perché non era stato previsto che un giorno sarebbero esistiti. "Dunque" occorre una modifica ad hoc per dire che è permesso guidarli".
Ma secondo voi, questo argomento, regge? E secondo voi, uno che sostiene una tesi tanto palesemente assurda, è un buona fede?

La verità è che Pisapia, come tutti gli altri politici, ha due pesi e due misure, ha due tipi di diritti di cittadinanza. Per i cittadini eterosessuali vale la Costituzione così com'è (per introdurre il divorzio, che non era stato previsto dalla Costituzione, non ci fu bisogno di nessuna riforma Costituzionale, guarda un po'... ma quello riguardava le persone eterosessuali!). Per i cittadini omosessuali serve invece una Costituzione a interpretazione retroattiva con maggioranza rinforzata.
Ossia: la legge vale per tutti, MENO che i gay.

Pisapia avrebbe fatto prima a dire, e avrebbe reso più chiaro il suo atteggiamento, affermando direttamente: "Sono favorevole al matrimonio gay per tutte quelle coppie dello stesso sesso che si presentino in Comune a cavallo di un unicorno". Magari aggiungendo: "L'unicorno deve essere rigorosamente rosa, e la data può essere eslusivamente il  30 febbraio: altrimenti sarebbe troppo facile, e ciò discriminerebbe gli eterosessuali".

Con "amici" come Pisapia, chi ha bisogno di nemici?
 


Tratto da: Facebook
 
 
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