Home page Giovanni Dall'Orto > Scritti di attualità > Il Pride che non osa dire il suo nome
Il Pride che non osa dire il suo nome.
[Da "Pride", luglio 2015]
di:
Giovanni
Dall'Orto.
Non
gay ma "esseri umani". Il che implica che i gay non
sono già di per sé "esseri umani".
|
I
Pacs: ve li ricordate i Pacs? Furono uno dei trucchi meglio
riusciti della politica italiana. A fronte di un mondo glbt che in
giro per il mondo iniziava a chiedere, e ottenere, il matrimonio, ci
fu spiegato nel 2002 che non dovevamo essere "estremisti":
meglio "accontentarci" di qualcosa di meno, dei Pacs.
Nel
2007 ci fu suggerito che i Pacs erano troppo ("Siamo in
Italia... c'è il papa..."), ed
era saggio accontentarci dei Dico.
Nel 2008, però, i
Dico furono giudicati una pretesa eccessiva, e ci fu spiegato che era
realistico accontentarci dei Cus.
Purtroppo però emerse
che i Cus erano ancora troppo, e nel 2009 fu decretato dal PD che
dovevamo farci bastare i Didore, che in pratica davano gli stessi
diritti che dà la coabitazione fra due sconosciuti in un pensionato.
Eppure anche questo
era troppo: in effetti, era il fatto stesso che noi osassimo chiedere
qualcosa ad essere eccessivo e sfacciato... per
cui alla fine non ottenemmo nulla, nada, zero.
Oggi
Ivan
Scalfarotto o Alessandro
Zan (entrambi del PD, ed entrambi mostri
di coerenza) affermano che se in Italia non abbiamo mai ottenuto
né le unioni civili né il matrimonio, è stato
per colpa d'un movimento gay troppo
"massimalista",
che a furia di "voler tutto" ha finito per non ottenere
nulla.
Purtroppo però i
fatti li smentiscono:
in tutti i Paesi europei in cui ci si è mossi
"massimalisticamente" per ottenere sia il matrimonio sia le
unioni civili, si sono ottenuti sia il matrimonio, sia le unioni
civili. Guarda caso in Italia, dove il movimento lgbt si è
contraddistinto per la sua indisponibilità ad alzare la voce
col mondo politico, alla fine non s'è ottenuto nulla,
dall'estensione della Legge Mancino all'omofobia,
all'omogenitorialità, dal matrimonio egualitario, alla lotta
al bullismo...
O
meglio, qualcosa è stato ottenuto sì: le poltrone con
cui i partiti hanno "ringraziato"
quanti nel movimento lgbt avevano con maggior successo ostacolato
le
richieste "massimaliste".
La
stessa cosa s'è verificata coi Gay pride. Da decenni sono la
spina nel fianco degli omofobi, che non capiscono perché mai
froci e lesbiche non si accontentino più di vivere le loro
porcate, come in passato, nel silenzio e nella vergogna, e le
"ostentino" per le pubbliche vie. Che bisogno abbiamo di
andare a dire in giro che siamo gay?
Ebbene: anche qui, a poco a poco, la leadership del movimento sedicente lgbtqia è diventata sempre più reticente a chiamare col suo nome quello che già Alfred Douglas in una sua poesia del 1892 aveva definito: "L'amore che non osa dire il suo nome". Farlo, avrebbe significato indispettire quei politici dai quali si aspettano i futuri "ringraziamenti".
E fu così che nel 2015 l'Italia donò al mondo "il Pride che non osa dire il suo nome", quella "Onda Pride" che in una campagna informativa si qualifica "Human pride": l'orgoglio d'essere... umani. Dai manifesti e dal programma tutte le parolacce (come gay, lesbica, queer, omo, bi o trans) sono state accuratamente epurate.
A furia di farci dettare l'agenda dai nostri avversarsi - per evitare di cadere nel "massimalismo", sia chiaro! - abbiamo rinunciato puramente e semplicemente alla nostra identità, alla nostra specificità, in una parola, all'esistenza stessa di un movimento lgbt. Che, ci viene detto apertamente, non serve. A che pro "ghettizzarci" in un movimento a sé, quando ci sono già i partiti che si preoccupano amorevolmente di noi e che sanno meglio di noi quali siano i nostri "veri" bisogni?
A
che pro "ghettizzarsi" in una identità, in un
orientamento, separato da quello eterosessuale che, dopo tutto, è
l'unico che è "logico" e "naturale" che
esista? Ed ecco spuntare ai Pride i cartelli (visti coi miei occhi)
che dicono "Non siamo gay, siamo umani", ecco
Huffington Post il 16 marzo 2015 che teorizza: "Le
famiglie gay non esistono e nemmeno le famiglie tradizionali.
Esistono delle famiglie e basta", ecco...
Ma
alla fine, in Italia, esiste l'omosessualità? O ha ragione
Luca di Tolve, che su
"Repubblica" del 4 giugno 2015 spiega: "L'omosessualità
non esiste e voi non siete gay, siete solo persone che hanno un
problema"?
Si
legga su
"Wikipink" la voce: "Inesistenza dell'omosessualità"
per scoprire come e quanto, oggi, un'allegra baraonda di queer e
para-queer, cattolici, psicoanalisti "riparatori" ed uomini
politici, cantino tutti in coro il ritornello: "Gli omosessuali
non esistono". Senza che nessuno di noi reagisca.
Dopodiché
non stupisce (più) che nessuno senta (più) il bisogno
di una manifestazione dell'orgoglio omosessuale. Siamo solo "umani",
perché
la nostra voglia di normalità "minimalista" ci ha
portati ad omologarci totalmente,
confondendoci fra sette miliardi di esseri umani tutti uguali, tutti
grigi, tutti privi di specificità e del bisogno di
"ostentarle". (O no?).
Sia
chiaro, non sto dicendo che la genialata del Pride "umano"
sia la causa
di
questo sfascio. Al contrario, ne è la conseguenza
e
il sintomo.
Sono
i vent'anni di "minimalismo" politico, sempre al traino
delle esigenze d'una classe politica che ci voleva vedere sparire,
che ci hanno portati a fare sparire il nostro nome dalla faccia della
terra.
Certo, i Pride restano, ma come resta il carnevale di
Viareggio o il carnevale di Venezia: non a caso ormai ogni articolo
di giornale che parli di un Pride inizia con le parole
"coloratissimo" e "pacifico" (leggi:
"innocuo").
Ma valeva davvero la pena di sbattersi per
quarant'anni di movimento lgbt per non portare a casa nessun
risultato concreto, ma essere apprezzati come il Pantone
della politica italiana?
Tratto
da: “Pride”.
Quest'opera è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons "Attribuzione - Non opere derivate 2.5" Italia.
La
ripubblicazione integrale
è
consentita a chiunque sotto
i termini di tale licenza. La ripubblicazione parziale
è
concesso esclusivamente
previo
accordo con l'autore: scrivere
per accordi.
[Torna
alla pagina principale] [Torna
all'indice degli scritti d'attualità]
[Mandami correzioni, suggerimenti o proponimi un nuovo link]