Animali: adesso la chiamano "esuberanza"
da "Pride" n. 12, dicembre 1999.
di: Giovanni Dall'Orto
Come mai, nella vita sessuale, alcuni individui (esseri umani e animali) scelgono una strada, mentre altri no? Un nuovo studio scientifico, Biological exuberance - Animal homosexuality and natural diversity, rimette in discussione quel che pensavamo di sapere dell'omosessualità. E fa discutere.
|
|
Com'era prevedibile, in qualunque modo si ragionasse l'omosessualità ha comunque fatto la parte del cattivo. Da un lato si è detto che gli animali, che sono "naturali", non conoscono l'omosessualità, dunque l'omosessualità è "contro natura". Dall'altro si è detto che se anche gli animali conoscono l'omosessualità, questo è comunque un esempio di comportamento "bestiale", che quindi non va imitato.
Per colpa di questi pregiudizi gli studiosi hanno finora censurato le loro ricerche: se notavano comportamenti omosessuali fingevano di non vederli, o se li osservavano negli zoo, dove erano sotto gli occhi di tutti, li attribuivano al fatto che le povere bestiole erano chiuse in gabbia e, proprio come gli esseri umani in carcere, per sfogarsi facevano di tutto.
Negli ultimi anni però s'è accumulato sempre più materiale che smentisce queste vecchie certezze: ad esempio sono ormai oltre 450 le specie animali, di tutti i tipi, presso cui sono stati osservati comportamenti omosessuali, sia tra maschi che tra femmine, e nei due terzi dei casi solo al di fuori degli zoo.
Un nuovo libro appena uscito negli Usa, Biological exuberance - Animal homosexuality and natural diversity, scritto dal biologo Bruce Bagemihl, vuole ora fare il punto sulla situazione, e la sua pubblicazione ha già suscitato scalpore in tutto il mondo.
Bagemihl, dati alla mano, smonta ad una ad una tutte le spiegazioni date fino ad oggi dai suoi colleghi:
|
|
Più si va avanti con la ricerca scientifica e più la risposta appare evidente: perché, in un qualche modo che noi non conosciamo e non capiamo bene, l'omosessualità serve alla natura.
Non esiste infatti nessun'altra spiegazione possibile per un comportamento che in qualche modo ostacola la riproduzione. Infatti la selezione naturale elimina tutti i comportamenti di questo tipo, dato che ciò che vuole è che gli animali si riproducono il più possibile. Solo in un caso tollera svantaggi nella riproduzione: quando essi offrano vantaggi superiori agli svantaggi.
L'omosessualità deve quindi essere per forza uno "svantaggio" di questo tipo, cioè deve essere compensata da un qualche tipo di vantaggio biologico per la specie, altrimenti non sarebbe presente fra così tante specie animali.
Il problema è che purtroppo nessun biologo osa ancora sostenere apertamente un punto di vista così "audace".
Nemmeno Bagemihl, che dopo aver demolito le spiegazioni semplicistiche dei suoi colleghi alla fine non riesce a proporre nessuna spiegazione alternativa: secondo lui infatti l'omosessualità è solo, come dice il titolo del libro, un'espressione dell'"esuberanza della Natura", una "manifestazione della varietà biologica"!
Peccato: una spiegazione che non spiega nulla non è quello che ci aspettavamo.
Sarà per un prossimo libro.
[Torna
alla pagina principale] [Torna
all'indice degli scritti d'attualità]
[Mandami correzioni, suggerimenti o proponimi un nuovo link]