Lettera aperta sul prossimo convegno di "terapie riparative" dell'omosessualità
[3 maggio 2010 - Inedito]
di:
Giovanni
Dall'Orto.
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Caro Luca Trentini,
oggi al telefono ho percepito un sincero stupore nella tua voce quando io (che di solito rogno perché non se ne fanno abbastanza) ti ho chiesto di NON organizzare una manifestazione contro la prossima conferenza organizzata a Brescia da Chiara Atzori (assieme alla sua gang di medici, psicanazisti, preti e sedicenti "esperti" in frociologia) per parlare di come loro ti curano il finocchio (ovviamente non gratis...).
Ti
scrivo questa "mail aperta" affinché tu possa diffonderla ad altri,
per giustificare questa mia posizione, che non è rinunciataria come
ti può essere sembrata.
Essa
nasce infatti dalla considerazione del fatto che la "Banda Mengele"
dell'Atzori propaganda la sua "soluzione finale" di un mondo Schwulenrein
come una coraggiosa impresa intellettuale, portata avanti nel nome della
ricerca della Verità e del diritto di pensiero e di parola, vilmente
ostacolata da una banda d'intolleranti, fascistici, censorii untermenschen,
anzi untertunten,
che vogliono proibire di pensare e far ricerca ed esprimere liberamente
le idee scientifiche.
Ora,
che proprio loro che han parlato per millenni in regime di monopolio assoluto
si lamentino per la censura, fa ridere... però lo fanno lo stesso.
Ciò
detto, confermare nei fatti la loro visione del mondo, presentandosi come
coloro che cercano d'"intimidire" i partecipanti a un libero convegno "scientifico",
serve solo a dar corpo alla loro fantasia delirante.
Non
dobbiamo cascare nella loro trappola. A mio parere la cartellonata
di contestazione non solo se l'aspettano, ma la auspicano, perché
confermerebbe che loro sono i buoni, costretti come i cristiani antichi
nelle catacombe (proprio come nei film peplum che vedevano nel cinemino
della parrocchia da piccini) dalla persecuzione dei cattivi pagani e satanisti
(noi).
In
passato abbiamo visto a cosa abbia portato la mania di voler essere sui
giornali a tutti i costi per il puro gusto di esserci. Per dirne una sola,
Aurelio
Mancuso e l'Arcigay hanno regalato centinaia di migliaia di euro di pubblicità
gratis a Povia contestandolo in modo inetto, tanto inetto che
gli hanno regalato il secondo posto a Sanremo. E Povia? Lui godeva e attizzava
l'incendio presentandosi con cartelloni provocatorii sul palco.
(Nello
stesso periodo io ricevevo, dai massimi dirigenti di Arcigay, pressioni
per smetterla di scrivere, sul giornale che dirigevo, della Banda Mengele,
"perché così si fa solo pubblicità a quella gente".
La comunicazione era il punto forte della passata gestione Arcigay!).
Vogliamo
ora fare il bis, e contro lo stesso avversario?
Non
è che io voglia star zitto e fermo.
Voglio
solo far notare che abbiamo gli spazi, e che è giunto il momento,
per inaugurare modi di far politica diversi.
Quand'ero
ragazzo ho messo la gonna a fiori per manifestare per i diritti gay.
All'epoca
servì a rompere il muro d'omertà dei giornali che, semplicemente,
di omosessuali non volevano parlare, ma che, come sentii una volta dichiarare
a un divertito Mario
Mieli, "non riescono a resistere davanti un fazzoletto di pizzo
sventolato come si deve".
L'ho fatto e sono contento di averlo fatto, ma non ritengo utile farlo oggi, quindi non lo rifaccio. Se fosse necessario lo rifarei, tuttavia reputo che il momento sociale sia diverso, e che altri siano i modi per far parlare di sé, e quindi personalmente non consiglio di rifarlo.
Nello
stesso modo, il movimento gay nasce dalla contestazione d'un congresso
molto simile a quello di Brescia, quello
di Sanremo del 1971, ma il punto è che oggi abbiamo altri, e
migliori, strumenti rispetto ad allora.
Quindi
usiamo questi, e non quelli del 1971, per favore!
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Perché
son passati quarant'anni da allora, e non son passati (deo gratias)
invano.
Un
tempo gli psiconazisti della Banda Mengele erano gli unici a poter parlare
di omosessuali, oggi invece sono in minoranza nella loro professione, come
essi stessi ammettono (e lamentano).
Dunque,
è arrivato il tempo di lasciare che siano i loro colleghi non omofobi
a fare la loro parte, dato che io non dubito che persone come Paolo
Rigliano o
Vittorio
Lingiardi, che da
anni si battono come leoni contro le "teorie
riparative", ne sappiano una più di noi, ed auspicabilmente
una più del Diavolo.
Chiediamo dunque che siano loro a ingaggiare battaglia, e lasciamo che lo facciamo sul campo scientifico, argomento contro argomento. Manifestare contro le idee che non ci piacciono, invece di confutarle, presta il fianco all'accusa d'intolleranza. Come reagiremmo noi, del resto, di fronte a una cartellonata dei Legionari di Cristo davanti a un convegno Arcigay? (E incidentalmente: perché mai tu pensi che non le facciano già, se non perché sanno che a loro volta ci farebbero solo pubblicità?)
Così come ormai c'è consenso nel movimento lgbt italiano sul fatto che è giusto che siano i giuristi a portare avanti la nostra battaglia giuridica, nello stesso modo credo sia opportuno chiedere agli operatori del settore della salute psichica di impostare loro questo confronto.
Operativamente, questo significa che io considero più utile che Arcigay (e qualsiasi altro gruppo che voglia unirsi alla battaglia, che è comune a tutti i gruppi):
Non voglio fartela troppo lunga, altre iniziative su questa falsariga potranno essere escogitate sfruttando la mitica "creatività gay".
L'importante
è evitare di fare della Banda Mengele un gruppo di martiri. Sono
un gruppo d'aguzzini: non diamo loro il modo per passare per le vittime!
Mostriamo e rendiamo pubbliche le loro colpe!
Per
farlo, per organizzare le iniziative che ti suggerisco, occorre più
fatica che per una banale cartellonata, quindi come vedi il mio parere
non nasce da un atteggiamento di rinuncia.
Per concludere ti propongo uno slogan per questa e per altre uscite della Banda Mengele.
Se
le terapie riparative funzionassero, la Chiesa non starebbe attraversando
la crisi che attraversa a causa dei preti pedofili.
Li
avrebbe come minimo "riparati", prima di trasferirli a fare ulteriori danni
altrove.
Del
resto, non dobbiamo neppure sottovalutare il fatto che la Banda Mengele
si sta candidando, all'interno dell'azienda Chiesacattolica spa, all'appalto
della lucrosa "riparazione" dei troppi preti sessuomani:
convegni come questi sono in primis operazioni di marketing.
Grazie per l'attenzione e scusami per il trauma che t'ho causato oggi. :-)
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