Aveva
ventiquattro anni, era molto bello (così almeno lo giudicarono i
contemporanei, nonostante il naso aquilino) ed era appena giunto a Londra
per abbeverarsi alla fonte di quel pensiero scientifico moderno di cui
fu importante divulgatore
in Italia [1].
Correva
il 1736 e per lord
John Hervey (1696-1743),
uomo politico inglese chiacchieratissimo
per la sua bisessualità, vedere il giovane Francesco Algarotti
(1712-1764) e innamorarsene fu un tutt'uno.
A questo fascino anche Hervey scoprì di non poter resistere: egli: "se ne innamorò perdutamente. Sfortunatamente l'intima amica di Hervey, lady Mary Wortley Montagu [1689-1762], divenne sua rivale in amore (...) dato che anche Algarotti era bisessuale. Così iniziò uno dei più pazzi triangoli amorosi del XVIII secolo.Le lettere di Hervey contengono frasi come: Sia che tu stia o che tu vada, non dimenticarti di me, mon cher: io non ti dimenticherò mai per tutta la mia vita-[4].Algarotti lo ringraziò dedicandogli sei delle dieci lettere in cui è divisa una delle sue opere più celebri, tuttora letta, i Viaggi di Russia [1739-1751]. E quando riapparve infine a Londra nel 1739 fu ospitato da Hervey, che poté così riabbracciarlo... con comodo. Cosa
implicasse l'accettazione di tale ospitalità si capirà meglio
sapendo che Hervey aveva una fama sessuale non proprio edificante [5].
Tre mesi dopo l'arrivo a Londra, comunque, Algarotti ripartì alla volta della Russia, da dove scriveva ad Hervey invitandolo a non dimenticarsi di lui e a continuare ad amarlo. Il lord inglese fece buon viso a cattivo gioco; Lady Mary, invece, ormai d'ostacolo alla reputazione del marito, col di lui consenso si fiondò a Venezia, sperando di riunirsi all'amato Algarotti appena fosse tornato dal viaggio. Nel tornare a Londra Algarotti fece una sosta gravida di conseguenze, fermandosi otto giorni alla corte prussiana, dove conobbe il principe ereditario Federico (1712-1786), suo coetaneo.
Costui trovò il parere di Lord Hervey e Lady Mary sull'Algarotti del tutto appropriato. Così, otto mesi dopo, da poco riunito al suo amato Hervey, Algarotti ricevette a Londra una notizia elettrizzante: il re di Prussia era morto, suo figlio era ora il nuovo re Federico II di Prussia (poi soprannominato "il Grande"), e lo voleva accanto a sé in Germania per l'incoronazione. E sùbito. L'ora
ventottenne e sempre affascinante Algarotti lasciò così nuovamente
Herveys (non lo avrebbe mai più rivisto) e si precipitò in
Prussia.
Così il 15/6/1743 scrisse, rivolgendosi a Federico II come a "Cesare": E nella stessa lettera Voltaire aggiunse: "Vostra maestà è con me una civettina [une coquette] assai seducente" [12].Amo Cesare fra le braccia Sempre lui, parlando della Corte di Potsdam con una corrispondente il 17 novembre 1750 specifica: Il significato delle allusioni di Voltaire è reso chiaro da un altro testimone, Giacomo Casanova (1725-1798), che nelle sue Memorie scrisse di aver visto a Potsdam Federico II guidare il primo battaglione dei suoi soldati, tutti con un orologio d'oro donato da lui per avere avuto il... coraggio di soggiogarlo come Cesare aveva fatto con Nicomede [14]. Della cosa, ci assicura, nessuno faceva mistero."Lo so, mia cara bambina, tutto ciò che si dice di Potsdam per l'Europa. Soprattutto le donne sono scatenate (...) ma tutto ciò non mi riguarda (...). Sempre Casanova racconta divertito d'aver conosciuto a Breslavia un canonico italiano, tale Bastiani, che era un "abate veneziano di cui il re di Prussia aveva fatto la fortuna. (...) Mi fece vedere tutti i biglietti dolci che aveva ricevuto dal re di Prussia prima della sua promozione al canonicato; questo monarca era stato assolutamente innamorato di Bastiani, e ha voluto diventare la sua donna, ricompensandolo, da re" [15].Algarotti, che evidentemente su queste "ricompense" ci contava, sfruttò l'occasione arrivando a Berlino: qui divenne "intimo amico", molto intimo, del re, scalzando in breve il precedente amante, il barone Keyserling. Fu così che il fascinoso italiano ricevette nel decennio successivo onori, incarichi politici (la carica di ciambellano), un titolo nobiliare (conte) ed incarichi diplomatici. Fu proprio durante un'ambasciata a Torino che Algarotti si trovò "per caso" faccia a faccia con - sorpresa! - Lady Mary, che aveva peregrinato per l'Italia, un po' turista inglese e un po' Didone abbandonata. La coppia visse due mesi insieme, ma la convivenza terminò con un disastro e la definitiva separazione dei due. Quando Algarotti tornò a Berlino, lady Mary partì per il Sud Italia. Adieu, adieu. Se con le donne non tutto corse liscio per Algarotti, con gli uomini le cose pare andassero meglio. Ancora quel pettegolo di Voltaire ciarla delle sue avventure omosessuali in una lettera a Federico del 15 dicembre 1740, nella quale scherza sulla predizione per cui Berlino sarebbe diventata un giorno, grazie a Federico, una nuova Atene. Lo è diventata fin troppo, burla lo scrittore francese, al punto da averne preso anche i costumi omosessuali: Si noti che il 6 dicembre precedente Voltaire aveva scritto ad Algarotti stesso una lettera maligna che descriveva a tinte fosche Venezia, affermando che vi si trova:Ma quando, presso il grosso Valori, Letta alla luce di questi versi, l'allusione ad Algarotti come "Socrate veneziano" assume tinte decisamente poco lusinghiere.un popolo molle, fiacco, guasto L'idillio tra Algarotti e Federico II durò due anni; poi, per motivi ignoti (si dice il fallimento della missione diplomatica a Torino) nel 1742 i rapporti si raffreddarono all'improvviso. Anche i fuochi della passione si spengono... Algarotti
prese allora congedo, diventando... procacciatore d'opere d'arte italiane
per il re di Polonia, a Dresda.
Negli ultimi due anni di vita la ricerca di un clima salubre lo spinse a Pisa; qui morì nel 1764. Il suo corpo fu tumulato nel celebre Camposanto pisano e Federico II, memore dell'antica passione, gli fece costruire un imponente mausoleo. Il monumento funebre, tuttora visibile nel Braccio meridionale del Camposanto (a sinistra dell'ingresso, contro il muro, sull'angolo), rimane oggi quale pegno e ricordo d'un amore "diverso" che non ebbe, per una volta, paura di mostrarsi al mondo. L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa scheda biografica, e chi gli segnalerà eventuali errori contenuti in questa pagina.. |
Note
[1] L'edizione delle Opere complete dell'Algarotti, in 17 volumi, fu stampata a Venezia nel 1791-1794. [2] È Il newtonianesimo per le dame, edito nel 1737. [3] Ricton Norton, Mother Clap's molly house, Gay men press, London 192, p. 155. [4]
Michael Elliman e Frederick Roll, The pink plaque guide to London,
Gay men's press, London 1986, p. 101.
[5] Norton, Op. cit., pp. 146-158 [6] Ibidem, p. 147. [7] Ibidem, p. 148. [8]
Sulle quali vedi: Jacques Freville, Entre les lignes. En lisant Voltaire,
"Arcadie" nn. 187/188, Juillet/Aout 1969, pp. 363-368.
[9] François-Marie Arouet detto Voltaire, Correspondance, Gallimard, Paris (vol. 2 1965 e vol. 3 1975): vol. 2, p. 409. [10] Allusione al re di Bitinia, secondo i pettegolezzi dei suoi contemporanei amante di Cesare. [11] Voltaire, Op. cit., vol. 2, p. 643. [12]-Ivi. [13] Ibidem, vol. 3, pp. 280-281. [14] Giacomo Casanova, Histoire de ma vie, Brockhaus et Plon, Wiesbaden et Paris 1960-1962, 6 voll., X 4, p. 2817. (Però è Cesare che fu accusato d'essersi fatto "soggiogare" da Nicomede). [15] Casanova, Op. cit., X 8, pp. 2963-2964. [16] Il giovane che Socrate amava. Valori è Guy-Louis Henri marchese di Valori (1692-1774) generale francese e ambasciatore presso Federico II. [17] Voltaire, Op. cit., vol. 2, p. 413. Lugeac è un certo Charles-Antoine de Guérin, marchese di Lugeac, attaché dell'ambasciata di Francia a Berlino. [18] Ibidem, p. 412. [19]
Nulla ho trovato per ora sulla vita sentimentale di Algarotti nel periodo
passato in Italia.
Nota
aggiunta il 6/2/2008: Dopo aver letto questa nota una lettrice che si firma
L. M. mi ha aggiunto quanto segue:
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