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Giovanni Degli Agostini (sec. XVIII)


Notizie su Girolamo Balbi

Da: Notizie istorico-critiche intorno le vite e le opere degli scrittori viniziani, Occhi, Venezia 1752-1754 (2 voll.), vol. 2, pp. 240-280


Vol. 2, p. 245: (1496, a Parigi)

O fossero gli affronti, che alla vendetta lo stimolassero, o che soffrir non potesse che un Italiano suo pari gli strappasse di mano la palma in forestiero paese, suscitò l'Andrelini contra Girolamo quanti nimici potè mai, e scoperti alcuni difetti nel suo avversario, (seppure non fu calunnia) lo ricoprì talmente d'infamia, che l'obbligò colla fuga a dipartirsi da Parigi, ed a cercare ricovero nella Inghilterra. 

Cacciato che l'ebbe scrisse un'Ecloga assai mordace, esprimente [che raccontava, Ndr] la fuga di lui, e insieme il motivo della medesima. (...)

Se si può prestar fede ad Erasmo da Rotterdamo, non era tanto incontaminata la vita neppure di Fausto, come anche mediocre in lui era la cognizione delle lettere. (...)


(1497, Boemia)
p. 246

Quanto tempo durasse in così nobile impiego [per re Ladislao di Boemia, NdR] non è a nostra contezza; solamente sappiamo da ciò che in appresso è da dirsi, che l'affezione de' Boemi verso di lui si convertì d'improvviso in abbominazione; poiché tacciato [accusato, NdR] di que' diffetti, mercè de' quali gli fe mestieri [fu costretto, NdR] altre volte di fuggir dalla Francia, // [p. 247] e di ricoverarsi nella Inghilterra, non potè in modo alcuno quella nazione, lontana affatto da simil sorta di vizj, sofferire [sopportare, NdR] un uomo nel seno suo, che gli ordini della natura variasse, e che co' pravi costumi la gioventù corrompesse.
(...)
[Bohuslav d'Hassenstein, barone di Lobcovicz, già suo protettore, saputa la cosa non solo lo abbandonò, ma scrisse contro di lui un epigramma:]
 

Astulit is nobis Musas, legesque Lycurgi,
astulit Ausonium, Cecropiumque Sophos.
Afferat &, si vis, Pharios Arabumque Magistros,
tantum ne mores afferat ille suos.
Barbara gens simus, dum nullum inclinet Amillus
hic novus, Idaei discipulusque Jovis.
Turba rudis simus, geminarum inscia legum,
dum simul & simus nescia turba Joli.(b)
Note

(b) In ejus Libro, cui titulus: Lucubrationes Oratoriae. Pragae apud Thomam Mitem, & Joh. Caper MDLXIII in. 8. 
[Nota di Degli Agostini]


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