Nel
1593/1594 a Roma il ventiduenne Caravaggio decise di convinvere con il
sedicenne apprendista pittore Mario
Minniti (1577-1640) [1].
Minniti arrivò a Roma dalla natìa Sicilia nel 1593 e qui conobbe il giovane Caravaggio, impiegato come lui a bottega presso un mediocre pittore siciliano. I due diventarono "amici" (e molto probabilmente qualcosa di più) e quando Caravaggio tentò la fortuna lanciando sul mercato quadretti che rappresentano giovani più o meno svestiti, Minniti fu uno dei ragazzi che posarono per lui. La loro convivenza sarebbe durata addirittura fino al 1600. Che non si trattasse di semplice coabitazione nata dal bisogno di risparmiare sull'affitto, lo dimostra il fatto che quando Caravaggio riuscì a "sfondare" e trovò ospitalità nel palazzo del cardinale Del Monte, Minniti vi ci si trasferì, con armi e bagagli, assieme al suo "amico" Caravaggio. Alla fine però, ventitreenne, Minniti:
Caravaggio a quanto pare se la prese a male questa decisione di "rientrare neui ranghi": la loro fu una vera rottura, visto che in un processo del 1603 accennerà ad un Mario che
Proprio come due amanti che hanno litigato... Chi pensa che fra i due esistesse una semplice condivisione di appartamento si chieda: appare logico che Caravaggio pretendesse che il suo convivente rinunciasse al matrimonio solo perché lui voleva risparmiare la fatica di cercare un nuovo coinquilino?
E poi, non ha il sapore del ricordo dei "bei vecchi tempi" la sollecitudine con cui, quando sarà tornato nella natìa Siracusa (dove dipingerà alla maniera caravaggesca) Minniti riceverà e aiuterà nel 1608 l'amico di un tempo, in fuga da Malta, e gli farà ottenere una committenza? Dopo aver parlato di Minniti, diamogli un volto. Sulla base di una stampa secentesca che lo ritrae, Christoph Frommer [4] lo ha riconosciuto in più opere: nella Vocazione di san Matteo in san Luigi dei Francesi [che però a mio parere potrebbe essere semmai Cecco di Caravaggio] è il modello per il ragazzo che ha in testa un cappello con la piuma, ma lo stesso volto rotondo e col naso un po' aquilino appariva già nel Bacco agli Uffizi di Firenze, nel Suonatore di liuto all'Ermitage, e nella Buona ventura ai Musei capitolini. Per un link a un ingrandimento integrale dei quadri riprodotti qui sotto in dettaglio, fare clic sull'immagine. L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa scheda biografica, e chi gli segnalerà eventuali errori contenuti in questa pagina. |
Note
[1] Ce ne informa Francesco Susinno, Le vite de' pittori messinesi e di altri che fiorirono in Messina [1724], Le Monnier, Firenze 1950, pp. 117. [2]-Ivi. [3] Silvino Borla, 1593: arrivo del Caravaggio a Roma, "Emporium", CXXXV 1962, pp. 13-16, a p. 16. [4] Christoph Frommer, Caravaggios Frühwerk und der Kardinal Francesco Maria del Monte, "Storia dell'arte", nn. 9/10, 1971, pp. 5-29, specie alle pp. 6-7 e alle illustrazioni 16-19.
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