Più di un commentatore è stato colpito dalle implicazioni sadomasochiste della combinazione fra la bellezza del virile corpo del boia e la violenza del suo gesto.
Il caso estremo (siamo al livello del caso clinico) è Dominique Fernandez che, bacato da pulsioni masochiste, arriva a dire:
"Il Caravaggio, per me, è il più grande pittore omosessuale di tutti i tempi, voglio dire quello che ha esaltato con maggior forza il legame di desiderio tra due uomini, soprattutto nel quadro di San Luigi dei francesi a Roma, dove si vede san Matteo, vecchio, gettato a terra, aprire le braccia per ricevere consenziente la morte da uno splendido giovane ignudo, ritto su di lui con la spada assassina in pugno.
Morire per
mano dell'amato: questo quadro illustra, con genialità, la relazione
che unisce la vittima sottomessa e il dominatore trionfante, l'estasi piena
di giubilo della morte nell'amore" [1]. |
Più equilibrata Margaret Walters:
"<un> carnefice virile appare <qui> come assassino di san Matteo.
Caravaggio insiste sulla sua brutalità mentre egli sta in piedi, spada in mano, sopra il vecchio indifeso che protesta. Gli spettatori, congelati dallo shock, reagiscono ambiguamente quanto il pittore.
Un ragazzetto
si alza di scatto, terrorizzato ma incapace di guardare altrove; il suo
viso è congelato in quel grido silenzioso così comune nelle
opere del Caravaggio e che suggerisce sempre eccitazione e al tempo stesso
paura" [2]. |
Un dettaglio: il viso sullo sfondo, a sinistra del boia, è un autoritrato del Caravaggio.
L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa scheda biografica, e chi gli segnalerà eventuali errori contenuti in questa pagina. |
Note
[1]Dominique Fernandez, Nella mano dell'angelo, Bompiani, Milano 1983, p. 149
[2]-Margaret Walters, The male nude, Penguin, Harmondsworth 1978, p. 191.
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