Così Quentin Crisp ha risposto in una recente intervista a chi gli chiedeva se si sentisse un pioniere della liberazione gay. Aggiungendo:
Nato nel 1908 come Denis Pratt in Inghilterra, Crisp avrebbe compiuto novantun il Natale 1999.
Crisp è poco noto in Italia, ma era celebre nei Paesi anglosassoni come scrittore, conferenziere, uomo di teatro, giornalista, opinionista, attore e soprattutto fine umorista e conversatore nella tradizione di Oscar Wilde.
Crisp è anche apparso in vari film: da La sposa promessa (remake di La sposa di Frankenstein), alla scena del party in Philadelphia, sino alla parte en travesti della Regina Elisabetta I in Orlando.
Dopo aver studiato giornalismo e belle arti, aver fatto l'assistente a un ingegnere elettrico e insegnato danza, iniziò a disegnare copertine di libri e riuscì a mantenersi come artista commerciale.
L'autobiografia ottenne un grande successo di critica e fu trasformata nel 1972 in un film televisivo, trasmesso anche in Italia dalla Rai col titolo Il funzionario nudo. Fu l'inizio d'una nuova vita. Visitati gli Usa nel 1980 per presentare il film decise di restarci, diventando quello che i necrologi hanno definito "una leggenda". Fra i libri che pubblicò dopo l'arrivo del successo appaiono titoli rivelatori quali: Come avere uno stile di vita (1975) o Come diventare vergine (1981).
Nonostante la sua "apertura" sull'omosessualità, Crisp rifiutava di riconoscersi nel movimento gay, nel quale peraltro non tutti lo vedevano di buon occhio, sia per la sua effeminatezza che sconfinava nel travestitismo se non nel transessualismo ("Se fosse esistita l'operazione quando ero giovane l'avrei fatta e avrei aperto un negozio di cucito", ha dichiarato una volta), sia perché considerava "ossessiva" l'attenzione data oggi all'Aids e soprattutto all'omosessualità. "Quando ero giovane non si nominava neppure. Ora non si fa altro che parlarne", si lamentava. Tutto ciò non gli impediva di impiegare ogni giorno un'ora e mezzo per truccarsi. Sebbene ostentasse queste idee all'antica, la comunità gay amava Crisp come il nonno che va un po' perdonato perché rappresentava un'altra epoca, ossessionata dalle apparenze e dalle buone maniere: lui se n'era fatto beffe per tutta la vita ma esse facevano comunque parte della sua formazione e del suo modo d'essere. Peter Tatchell, uno dei leader del movimento gay inglese, ha commentato:
Che messaggio ha lasciato Crisp al mondo? Eccolo:
Per saperne di più su Crisp si può iniziare dai siti www.quentincrisp.com e Crisperanto.org Per dare un'idea del suo stile ho tradotto uno dei suoi articoli paradossali e surreali: "L'arte del celibato" (1997).
L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa scheda biografica, e chi gli segnalerà eventuali errori contenuti in questa pagina. |
Note
Negli anni successivi alla morte di Crisp sono uscite due opere biografiche su di lui: Paul Bailey (cur.), The stately homo: a celebration of life of Quentin Crisp (october 2001); Tim Fountain, Quentin Crisp (april 2002).
|