Nato in Grecia ma cittadino romano, Erode Attico fu uomo politico (console nel 143 d.C.), oratore di successo e filosofo: è annoverato tra gli esponenti più rilevanti della Seconda Sofistica.
Fu amico personale dell'imperatore Adriano, e l'imperatore Antonino Pio gli affidò l'educazione dei figliadottivi Marco Aurelio e Lucio Vero. Fu altresì uno degli uomini più ricchi della sua epoca: le sue ricchezze gli permisero di costruire con munificenza svariati edifici pubblici, fra i quali lo stadio di Delfi, il teatro di Corinto e il cosiddetto "Odeon di Erode Attico" ad Atene, che esiste ancor oggi ed è tutt'ora sede di spettacoli.
Vissuto a lungo in Italia, dove ricoprì cariche pubbliche (fra le altre anche il consolato), Erode Attico vi possedette alle porte di Roma un'enorme tenuta, il "Triopio", dei cui edifici rimangono ancora alcuni resti lungo l'Appia Antica. Erode Attico ebbe amori omosessuali che non si preoccupò di rendere pubblici. Quello che fece più parlare di sé fu l'ultimo, perché quando ad Atene l'adolescente "discepolo" Pollùce (Polydeukes / Polydeukion / Polideuce) morì, verso il 173-174, Erode iniziò un plateale "culto della personalità" del defunto, erigendogli statue e monumenti e proclamandolo "eroe", in palese imitazione d'Adriano, che aveva proclamato dio l'amato Antinoo elevandogli statue in tutto l'impero. Polluce non fu il solo discepolo che Erode onorasse con statue (almeno altri due, morti in giovane età, godettero dello stesso trattamento), ma questa volta la teatrale ostentazione del dolore scandalizzò e divertì al tempo stesso i suoi contemporanei.
Sempre Luciano testimonia dello scandalo raccontando che Demonatte affermò che aveva ragione Platone a dire che l'essere umano ha più di un'anima, perché non può essere la medesima anima quella con cui Erode offre banchetti per Regilla e Polluce come se fossero ancora vivi, e che poi scrive orazioni così belle [2]. Demonatte insomma critica come eccessiva, e indegna di un filosofo, l'espressione dei sentimenti di dolore di Erode. Come già detto, nelle onoranze "eccessive" decretate da Erode è stata vista [3] una palese imitazione di quelle che Adriano (del quale Erode fu amico) tributò ad Antinoo.
Le fattezze di Polluce sono tramandate da vari ritratti, fra i quali è in ottime condizioni quello all'Antikenmuseum di Berlino (che conserva pure il ritratto di un altro dei discepoli-amanti di Erode). Un altro ritratto è al Museo archeologico regionale di Palermo. Queste statue ci raccontano un poco la storia di un grande dolore provato per la morte prematura d'un ragazzo molto amato.
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Note
[1] Luciano di Samosata, I dialoghi e gli epigrammi, Casini/I dioscuri, Genova 1988, vol. 1, pp. 481-482. [2] Luciano di Samosata, Op. cit., p. 482. [3] Raffaele Mambella, Antinoo, Editrice Nuovi autori, Milano 1995, pp. 53-55 (con foto b/n di un busto di Erode e di Polideuce/Polluce). |