4 agosto
1595-[2]
(...)
Interrogato affinché dica la causa per cui <alcuni mesi fa> se ne andò da Roma, e a far cosa se ne andò verso la terra di Soriano.
Risponde: Io mi partei da Roma perché mi era venuto male et andai a Suriano, mia patria, per guarirmi.
Interrogato di che malattia si trovasse ammalato quando se ne andò da Roma, e fu ammonito di dire la verità circa la qualità della malattia e la causa della partenza.
Risponde, dopo
essere rimasto un poco in silenzio e meditabondo. Signore, io mi partei
di Roma perché mi era venuto male al culo et perché non mi
potea medicare a Roma, che mi era stato detto che li hospitali non haverìano
preso-[3],
io mi risolsi d'andare a Suriano per medicarmi là.
E ammonito affinché esponga più chiaramente la qualità della malattia di cui soffriva allora, e da cosa fosse stato causata.
Risponde:
Io haveva le creste al culo-[4],
et mi erano venute perché mi era stato fatto di dietro.
E poiché il signore lo interrogava affinché spiegasse meglio cosa voglia dire con quelle parole "mi è stato fatto de dietro".
Risponde: Io voglio dire che era stato bugiarato[sodomizzato] e però [perciò] mi era venuto male al culo.
E aggiungendo il signore affinché dica da quale o quali persone lui sia stato sodomizzato.
Risponde: Il signor Prospero Farinaccio era stato lui che mi havea bugiarato, et anco m'havea bugiarato messer Gioanni guarda robba [guardarobiere] del cardinale Altaemps.
E poiché il signore si rivolse al detto imputato affinché badi a dire la verità e stia attento a non incolpare indebitamente qualsiasi persona.
Risponde:
Signor, io non incolpo nessuno a torto, ma la verità è questa
che ve dico io, che detto signor Prospero Farinaccio et detto messer Gioanni
m'haveano bugiarato, e loro m'haveano causato quel male al culo-[5].
Interrogato affinché dica quante volte fu sodomizzato dai predetti signori Prospero <e> Giovanni, quando, per tramite di chi si sottopose ai predetti, e racconti la serie degli avvenimenti dal principio fino alla fine, e dalla prima volta fino all'ultima.
Risponde: Come io ho detto un'altra volta [poco fa], quando stava [stavo] per servitore con messer Stefano ero solito d'andare al Guarda robba per le lenzola ogni settimana per mutare il letto de detto messer Stefano, et continuando così parecchi mesi io non hebbi mai nessuna molestia da messer Gioanni guarda robba.
Finalmente,
circa tre mesi prima che io me partissi dalli servitij [dal servizio]
di messer Stefano, andando un giorno in guarda robba secondo il mio solito,
trovai che detto messer Giovanni era solo in guarda robba, mi prese per
un braccio e mi ricercò [chiese] se io volevo lasciarmi bugiarare
[sodomizzare]
una volta, io li dissi che non volevo acconsentire et
detto messer Gioanni mi tenne pur forte per un braccio serrò la
porta della guarda robba, et perché io recusavo di lassarmi bugiarare
da sua posta mi sciolse le calze, mi fece appoggiare la testa a certe scale
de pietra che sagliono [salgono] su <in> alto, mi bagnò
il culo mio con lo sputo, e poi mi messe il cazzo dentro il mio culo e
per che non l'haveva molto grosso, non sentetti che mi faceva male, massime
che per la prima volta fece il fatto suo in un sùbbito che io sentetti
che dentro il mio culo mi bagnò con una cosa calda e mi dette tre
giulij-[6]-d'argento.
Et con detto messer Gioanni continuai la pratica sino al fine che mi partetti, che con l'occasione d'andare per le lenzola ogni settimana in guarda robba detto messer Gioanni mi bugiarava una volta nel modo che ho detto di sopra, e mi dava quando dui giulij e quando tre giulij secondo che gli piaceva, et poche volte passorno [trascorsero] senza che detto messer Giovanni non mi bugiarasse mentre io andava per le le<n>zola come ho detto, per ché ordinariamente io lo trovava solo in guarda robba, et esso mi bugiarava come ho detto, et alcune poche volte ce trovai gente in guarda robba, et così messer Gioanni mi lassava andare.
Circa un mese e mezo o dui nanti [prima] che io mi partisse da messer Stefani per la causa che vi dirrò qui sotto, stando a spasso lì per la loggia nante [davanti] la stanza del signor Prospero Farinaccio che poteva esser intorno al'hora del'avemaria, mi chiamò in camera, et io andai et entrassemo per la porta della sala, et quando fossemo in sala detto signor Prospero serrò la porta della sala, et mi ricercò [chiese] se io volevo lasciarmi bugiarare.
Io dissi
de non, ma detto Signor Prospero era padrone in casa del Cardinal Altaemps,
allor asentetti [assentii] e mi lasciai buggiarare una volta, et
dopo havermi slacciate le brache, mi fece appoggiare la testa a uno scabello
e mi bagnò il mio culo con lo sputo e mi mise poi il suo cazzo nel
mio culo, e sentetti che mi fece male assai perché haveva il cazzo
grosso, più di quello di messer Gioanni, et sentetti anco che fece
il fatto suo perché mi sentetti bagnato dentro di una cosa calda,
et dopoi haver fatto il fatto suo, io mi allacciai le brache, et il signor
Prospero mi donò un testone di argento-[7],
e me ne uscetti fuora per la medesima porta della sala.
(...)
De llà in un pochi giorni stando pure il Farinaccio detto nella sala del Cardinale che cenava, ad aspettare che il bottigliero mi daesse (sic) il fiaschettino del vino per il mio padrone che me lo dava mattina e sera, atteso che [dato che] il mio padrone era coppiero del Duca, il signor Prospero era stato dal cardinale, e tornava indietro alle stanze sue, e vedendomi me disse che io andasse alle stanze sue, così io ci andai, et arrivati in sala il signor Prospero serrò la porta et nel medesimo luoco mi bugiarò una volta nel modo che vi ho raccontato di sopra che parimente mi fece male perché havea il cotal [membro virile] grosso secondo l'atto.
Mi rallacciai le calze [i calzoni, le brache] et me ne uscetti dalla sala sopradetta et me ne andai alla sala del Cardinale ad aspettare il fiaschetto che mi dava il bottigliero dopo che il Cardinale hebbe finito di cenare, et quella volta il Signor Prospero mi donò due o tre giulij salvo il vero.
Ultimamente
[infine] essendo andato il Duchino e mio padrone alla camera mia che
stava in cima del palazzo del Cardinale a vedere la girandola [i fuochi
d'artificio] che si faceva di sopra castello-[8]-quella
sera, ma non vi saperìa dire per quale causa, et io stavo nella
camera del Duchino ad aspettare che venissero abbasso, che ci era anco
un altro paggio che non me ricordo il nome, venne il Signor Prospero sopra
detto et vedendomi nella sala del Duchino mi chiamò che io andasse
con lui senza che il detto paggio se ne avvedesse perché stava nella
camera del Duca.
Io andai
appresso al Signor Prospero nella medesima sala dove mi ricercò
che mi lasciasse bugiarare una volta, et così io mi slacciai le
calze et mi appoggiai con la testa sopra lo scabello et il Signor Prospero
mi bagnò il culo con lo sputo, e mi messe il cazzo suo nel mio culo
e fece il fatto suo come l'altre volte ho detto e mi fece male come l'altre
volte, e mi donò quella volta tre testoni, che io sùbito
mi allacciai le calze et me ne uscetti fuora della sala, et me ne andai
su nella loggia in cima della casa che la girandola non era ancora fenita,
et tutte le volte che il Signor Prospero m'ha bugiarato, io stetti poco
con lui perché faceva presto il fatto suo-[9].
Alcuni giorni depoi che il Signor Prospero mi hebbe bugiarato io sentetti male al culo che non potevo caminar bene e cosi cominciai a dimandare alli servitori di casa, che cosa era il male che veneva al culo senza scoprirme che io l'havevo perché haveva vergogna di dirlo, e loro mi diceano che si chiamavano creste.
Dimandava [domandavo] anco se quelli che l'havevano potessero entrare al hospitale a medicarle e loro mi respondevano che non si accettavano al<l'>hospitali quelli che si havevano questo male, et così mi risolvetti di parlare con Leandro servitore de detto Signor Prospero, al quale dissi che il Signor Prospero mi havea bugiarato, e dopo che lui m'havea bugiarato m'erano venute le creste al culo, e che m'ero informato se nell'hospitali m'avessero recevuto per medicare, et che mi era stato detto di no, et così risolvevo di tornare a Suriano.
Il detto Leandro mi dimandò de chi m'havea fatto venire le creste io li risposi che me l'havea fatte venire il signor Prospero, alhora lui me disse: "Orsù, sarà bene che tu vada a Suriano a medicarti".
Il giorno
seguente il detto Leandro mi trovò e me disse che haveva detto al
Signor Prospero che io haveva le creste e lui me l'haveva fatte venire,
e sua signoria li haveva dato uno scudo-[10];
et ordinatoli che mi dicesse che io me ne andasse a Suriano, et così
il giorno seguente me ne andai a Suriano, dove sono stato ammalato due
mesi per le creste sopra dette, e me l'ha medicate maestro Giovanni Bassanello,
il quale finalmente con forbice o rasoro me l'ha tagliate, non so <se>
con forbice o con rasoro, e mi dette grandissimo dolore, e così
mi sono guarito-[11].
(...)
|