Vittore Ghislandi detto "Fra Galgario" - Autoritratto [1732] - Bergamo, Accademia Carrara
Pittore.
Nacque a Bergamo e ricevette la sua prima formazione presso il padre pittore; studiò poi presso Giacomo Cotta e infine a Venezia, dove rimase tredici anni, e dove si fece frate. Ritornò a Bergamo verso il 1688, fu poi nuovamente a Venezia e a Milano, specializzandosi nella ritrattistica. Passò l'ultima parte della sua vita nel convento del Galgario (oggi dormitorio per immigrati) a Bergamo, e qui morì, per cui è comunemente noto come "fra' Galgario". La produzione del Ghislandi (nella quale i ritratti di donne sono rari e talmente impietosi che i critici concordano sulla sua "misoginia") è divisa in modo netto. Da un lato i ritratti di nobili, dei quali senza pietà il pittore svela il gretto provincialismo e la vuota arroganza, sfiorando (e spesso oltrepassando) la caricatura. Dall'altro lato la produzione d'opere genericamente intitolate Ritratto di giovinetto: ritratti di giovani prelati (sacerdoti e frati), giovani pittori e giovani artisti, nei quali trionfa un atteggiamento affettuoso, teso a mettere in rilievo la bellezza e la grazia dei modelli. Fra questa produzione spicca una lunga serie di quadri che ritrae ossessivamente lo stesso modello, dall'età di circa dieci anni fino all'età adulta. Il modello è identificato con "il Cerighétto" ("il chierichetto"), di cui i suoi contemporanei parlano come del "discepolo prediletto", forse lo stesso allievo/modello di cui si tramanda che sia morto a soli 22 anni.
In questo "Ritratto di giovane pittore" conservato all'Accademia Carrara di Bergamo, si riconoscono
Su questa produzione il critico e scrittore (gay) Giovanni Testori (1923-1993) ha scritto:
Esaminando a fianco a fianco i due tipi di immagini il contrasto emerge in modo stridente, come notò divertito anche Federico Zeri: "Realismo
è anche quello di fra Vittore Ghislandi, ma (...)pretesto
a un tempo per lo sfoggio della "bella pittura" e per dar corso
col pennello alle inclinazioni sessuali del prete pittore.
Del resto il Tassi, primo biografo, di fra' Galgario, ci ha lasciato memoria di un aneddoto ben significativo che testimonia la sua misoginia, e che Tassi cerca di venderci come forma di sublime "castità":
E così commenta questo fatto Testori:
E più di recente Martina Corgnati:
Vittore Ghislandi, "Ritratto di giovane". Pinacoteca di Belluno. Ghislandi è stato praticamente dimenticato fino a pochi decenni fa; oggi invece la sua produzione è oggetto d'un interesse, da parte della critica e del pubblico, che cresce di decennio in decennio. Va inoltre notato che, come si è appena visto, la sua inclinazione omosessuale è discussa, contrariamente a quanto avviene di solito, come un dato di fatto autoevidente. Una parte rilevante dei dipinti di Fra' Galgario è oggi in collezioni private, ma importanti nuclei di opere di grande qualità si possono ammirare presso l'Accademia Carrara di Bergamo ed il Museo Poldi-Pezzoli di Milano [6]. L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa scheda biografica, e chi gli segnalerà eventuali errori contenuti in questa pagina. |
Note
[1] Giovanni Testori (cur.), Fra Galgario, Eri, Torino 1970, p. 54-55. Si veda soprattutto alle pp. 20-24 e 54-56. [2] Federico Zeri, La percezione visiva dell'Italia e degli italiani, Einaudi, Torino 1989, p. 41. [3] Citato in: Giovanni Testori, Op. cit., Torino 1970, p. 20. [4] Giovanni Testori, Ibidem. [5] Marina Corgnati, Artista per soli uomini, "Panorama" 12/5/1995, p. 207. [6] Sulla sua produzione si veda, oltre alla citata monografia di Testori: Carlo Bertelli e Andrea Daninos (curr.), Fra Galgario. 14 dipinti da collezioni private, Galleria Carlo Orsi, Milano 1995 (catalogo). Fra Galgario (1655-1743) nelle collezioni private bergamasche, Galleria Lorenzelli, Bergamo 1967 (catalogo). Filippo Maria Ferro, Fra Galgario, Fabbri, Milano s.d. (ma 1966). Maria Cristina Gozzoli, Vittore Ghislandi detto Fra Galgario, Banca Popolare di Bergamo, Bergamo 1981. Franco Mazzini (a cura di), Mostra di Fra Galgario e del Settecento in Bergamo,Silvana, Milano 1955 (catalogo). John Maxon and Joseph J. Rishel (a cura di), Painting in Italy in the Eighteenth Century, The Art Institute of Chicago, Chicago 1970 (catalogo). |