Papa dal 1503 al 1513.
Nato da umile famiglia, studiò presso il convento dei francescani di Perugia.
La sua carriera ebbe un impulso decisivo con l'ascesa al papato di suo zio Sisto IV (Francesco della Rovere, 1414-1484), che nel 1471 lo nominò cardinale e gli affidò incarichi diplomatici.
Dopo la sua elezione al soglio pontificale nel 1503 la sua attività fu legata in gran parte al progetto, riuscito, di riportare sotto il controllo dello Stato della Chiesa la miriade di signorie e feudi teoricamente sottoposti, ma di fatto indipendenti.
A questo scopo Giulio II passò buona parte del suo pontificato a tessere e disfare alleanze militari, quando non guidò addirittura di persona le truppe sul campo di battaglia.
Ciò induce ad esaminare con prudenza le testimonianze sulla sua omosessualità: non è infatti semplice chiarire se accusandolo di sodomia i suoi numerosissimi nemici lo stessero calunniando, o se invece stessero solo sfruttando un "punto debole" del loro avversario.
Comunque stiano le cose resta il fatto che le testimonianze sono concordi nel tramandare che presso i contemporanei Giulio II ebbe fama di sodomita, come attestò nel 1509 il diarista veneziano Girolamo Priuli (sec. XV-XVI):
"Conduzeva
cum
[con]
lui li sui ganimedi, id est [cioè] alchuni
bellissimi giovani, cum li quali se diceva publice [pubblicamente]
che l'havea acto carnale cum loro, ymmo che lui hera patiente
[passivo] et se dilectava molto di questo vitio sogomoreo, cossa
veramente abhorenda in chadauno" [1].
|
Giulio II ritratto da Raffaello
|
Da parte sua storico veneziano Marino Sanudo (1466-1536) ci ha tramandato un sonetto, scritto nel 1506 contro il papa che stava per strappare con le armi Bologna ai Bentivoglio.
Il sonetto schernendo avvisa il papa che non riuscirà a vincere con "lance di carne" e bottiglie di vino, che per arrivare non gli servirà farsi "spingere da dietro" e che quindi è meno biasimevole per lui starsene in Vaticano trincando Malvasia o Trebbiano e praticando la sodomia coi suoi compari:
"Ritorna
o padre santo al tuo San Pietro,
e stringi el freno al tuo caldo dexire [desiderio],
che, [muoversi] per dar in segno [far centro] e poi fallire,
recha altrui più disonor che starsi adietro [rimanere fermo].
Per strali e lanze di carne e di vetro,
el Bentivojo non vorà partire,
possa che intenda, che non poi fornire [finire, arrivare],
benche sia [ci sia] chi te spinge ognhor da rietro [dietro].
(...)
Bastiti [ti basti] esser provisto
de Corsso, de Tribiam, de Malvasia,
e de' bei modi assai de sodomia;
et meno biasmo te fia
col Squarzia e Curzio nel sacro palazo
tenir a bocha il fiasco, e in <culo il cazo>" [2]. |
Dopo la morte di Giulio la sua fama di sodomita gli sopravvisse (fu ad esempio ricordata nelle pasquinate ancora nel 1534):
"Sixtum lenones, Iulium rexere cinaedi;
imperium vani, scurra, Leonis habes". |
"I ruffiani guidarono Sisto, i sodomiti passivi Giulio;
e tu, buffone, reggi <ora> l'impero del fatuo Leone".[3], |
e venne infine sfruttata senza ritegno dai protestanti nelle opere polemiche contro il "papismo".
Così ad esempio il protestante francese Philippe de Mornay (1549-1623), accusando gli italiani di essere tutti sodomiti (bontà sua), aggiungeva:
I'obmettrois volontiers ces autres du mesme Autheur, n'estoit qu'ils n'en font que ieu: |
Ometterei volentieri quegli altri [epigrammi] dello stesso autore [anonimi!, NdR], se non fosse che cadono a proposito: |
Venit in Italiam spectatus Indole rara
Germanus, rediit de puero mulier? |
"Venne in Italia stimato di indole rara
un tedesco; ne ritornò, da ragazzo, donna fatta". |
Cest horreur attribué à ce bon Iules; |
Questo orrore è attribuito a questo buon Giulio. |
Et de mesme se lit en
un Escrit de nos Theologiens de Paris, de deux ieunes Gentilshommes par
lui forcés, que la roine Anne femme du Roy Louys
12. avoit recommandez au Cardinal de Nantes, pour les mener en Italie.[4]. |
E del pari
si leggi in un libro dei nostri teologi di Parigi, di due giovani gentiluomini
da lui stuprati, che la regina Anna, moglie di re Luigi XII, aveva raccomandato
al cardinale di Nantes, per accompagnarli in Italia.[4]. |
Questa libellistica protestante è sicuramente priva di attendibilità, almeno quanto la libellistica cattolica che discuteva la condanna per sodomia che si diceva fosse stata inflitta a Calvino.
|
Giulio II ritratto da Michelangelo nella tomba
in san Pietro in Vincoli, a Roma
|
Giulio II fu
protettore di grandissimi artisti del Rinascimento italiano, fra i quali
Raffaello
e soprattutto Michelangelo,
che è l'artefice
della sua tomba
nella Basilica di san
Pietro in Vincoli a Roma, sulla quale si
ammira la celeberrima statua del Mosè.
L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa scheda biografica, e chi gli segnalerà eventuali errori contenuti in questa pagina. |
Note
[1] Girolamo Priuli, Diarii. In: Rerum italicarum scriptores, tomo XXIV, parte III, Zanichelli, Bologna 1938, p. 312.
[2] Marino Sanudo "il giovane", I diarii, Visentini, Venezia 1879-1902 (ristampa anastatica: Forni, Bologna 1969-1979), vol. 6, col. 463.
[3]Da: Valerio Marucci (a cura di), Pasquinate del Cinque e Seicento, Salerno, Roma 1988, p. 118.
Traduzione mia.
[4] Philippe de Mornay, seigneur du Plessis-Marly, Le mystère d'iniquité, c'est à dire, l'histoire de la papauté, Albert, Genève 1612, pp. 1296-1297, sub anno 1505. La traduzione è mia. |