Da: Istoria del
Concilio di Trento [1656-1657] [1]
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XI 39 (sub anno 1550).
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XI 39 (anno 1550)
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p. 293 / Mà quel che imbrattò
le primizie del suo Pontificato, fù la prima porpora ch'egli
diede. Ne vestì esso un Giovane chiamato Innocenzo, di nazione sì
oscura, ch'ella rimane ancora ignota alla fama: se non quanto appresso
ne fia raccontato. |
Ma quel
che imbrattò gli esordi del pontificato di Giulio III
fu la prima nomina di cardinale. La riservò ad un giovane chiamato
Innocenzo, di origini talmente oscure da esser tutt'ora sconosciute alla
fama, se non per quanto sto per raccontare. |
Nel
tempo che Giulio governava Piacenza in qualità di Legato,
pose affezione ad un fanciulletto che gli veniva d'intorno festivamente
alla tavola: e parendogli di svegliato ingegno, prese ad allevarlo per
Dio; e il fece studiare. |
Nel
periodo in cui Giulio governava Piacenza in qualità di rappresentante
del papa, si affezionò ad un ragazzino che gli faceva le feste quando
era a tavola [2],
e sembrandogli che avesse un ingegno vivace, prese ad allevarlo per carità,
e lo fece studiare. |
Avvenne
che'l Giovanetto assai avanzò nelle lettere umane: onde il Padrone
compiacendosi che quasi la sua perspicacia havesse saputa discernere una
pianta di gran pregio ancora in erba, e tra'l fango, si riscaldò
nell'affetto, amando quell'allievo sì come parto del suo giudicio;
i cui figliuoli si stimano più nostri che quelli del corpo: e col
tempo l'affezione pervenne à segno, che fè adottare Innocenzo
da Balduino del Monte suo fratello. |
Successe
che l'adolescente fece molti progressi negli studi letterari, e il padrone,
quasi compiacendosi del fatto che la sua perspicacia era riuscita a distinguere
una pianta di gran pregio quando era ancora germoglio, e nel fango, si
accese nel suo affetto, amando quell'allievo come un figlio del suo ingegno,
i figli del quale ci sembrano più nostri di quanto non siano i figli
carnali. E col tempo l'affetto arrivò a un punto tale che fece adottare
Innocenzo da suo fratello, Baldovino del Monte. |
Or
Giulio asceso alla podestà d'eleggere i Padri del Concistoro,
innanzi ò di rimunerarne il merito in Prelati illustri, ò
almeno di favorirne il parentado ne' consanguinei; fù rapito dall'affezione
verso Innocenzo, fatto da lui dimorare fin'à quell'ora in Bagnaia
Villa vicina di Roma una giornata; promovendolo à un tal Grado
mentre non havea forse compiti i diciassett'anni, ed arricchendolo con
dodici mila scudi d'entrata. |
Ora
Giulio, una volta che gli fu conferito il potere di scegliere i cardinali
del Concistoro,
invece di usarlo come premio per prelati illustri, o almeno di favorire
i suoi parenti, fu preso dalla passione verso Innocenzo (che fino
ad allora aveva fatto abitare a Bagnaia, villa distante una giornata di
viaggio da Roma) promuovendolo a una tale carica quando non aveva forse
neppure compiuto i diciassette anni, ed arricchendolo con una rendita di
dodicimila scudi. |
Mà per onestar
quella promozione incomincò egli il Concistoro con parole pregne
di zelo appartenenti alla divisata riformazion del Conclave:
proponendo di rinovar le Constituzioni antiche; e d'aggiugner nuove pene
contra i mali usi introdotti. |
Ma per dare un'apparenza
onesta a tale promozione, iniziò il Concistoro con parole impregnate
di zelo sul progetto di riforma del Conclave,
proponendo di riformare gli antichi regolamenti, e di aggiungere nuove
pene contro le cattive abitudini che erano state introdotte. |
Quindi passò alla
creazione del Cardinale, mostrando la necessità della Casa sua,
e l'inabilità degli altri Nipoti, e chiedendo ciò in grazia
al Collegio. |
Quindi passò alla
nomina del cardinale, presentandola come una necessità per la sua
casata, non avendo altri nipoti abili, e chiedendola come una grazia al
Collegio. |
Al qual beneficio rendè
Innocenzo poi quella ingratitudine che si commette nella mala riusciuta,
recando vituperio al Benefattore.[3]. |
Questo beneficio Innocenzo
lo avrebbe poi ricambiato con quella ingratitudine che si commette quando
si fa una cattiva riuscita, recando così disonore al proprio benefattore [3]. |
L'autore ringrazia
fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati
su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà
eventuali errori in essa contenuti. |
Note
[1]
Il testo l'ho copiato dal compendio, commissionato dallo stesso
autore, della sua opera maggiore: Sforza
Pallavicini, Pietro, Istoria
del Concilio di Trento [1656-1657], ridotta da Giampietro Cataloni,
Corvo, Roma 1666, XI 39.
La
parafrasi initaliano moderno è mia.
Questa
è un'opera apologetica, scritta per esaltare la Chiesa cattolica,
tuttavia Sforza Pallavicino era uno storico abbastanza scrupoloso e al
tempo stesso abbastanza abile da riuscire a trattare in modo né
troppo esplicito né troppo reticente la scabrosissima elezione dell'amante
di papa Giulio
III alla carica di cardinale. Chi vuole capire, capisce...
[2]
Era Innocenzo, figlio dodicenne di un suo servo, che pare fosse
un barbiere.
[3]
Dopo la morte di Giulio III commise infatti numerosi e gravi reati, mettendo
in imbarazzo le gerarchie cattoliche. |