Saggista
e poeta.
Nato a Firenze, figlio di un giudice, fu cancelliere e notaio del Comune. A causa delle lotte intestine di Firenze passò un lungo periodo d'esilio in Francia, da dove tornò nel 1266. Si diede anche all'attività politica, ricoprendo varie e importanti cariche. La fama del Latini come scrittore è affidata soprattutto a Li livres dou trésor [1], una delle prime "enciclopedie" (scritta in francese), e al poemetto didattico Il tesoretto [2] (scritto in volgare toscano). Tuttavia nel
corso dei secoli s'è parlato del Latini molto meno per queste opere
che per il fatto che Dante
Alighieri (1265-1321), il "padre
della lingua italiana", fece di lui la figura principale del
girone dei sodomiti
nell'Inferno
(canto
XV) nella Divina
Commedia.
La duplicità del giudizio di Dante (che condanna all'inferno il Latini, ma che lo onora) è dunque espressione della duplicità di giudizio della società da cui proveniva, giudizio che cambiò totalmente nel giro di pochi decenni. Si spiega perciò come, a pochi anni dalla morte di Dante, la sua posizione verso la sodomia risultasse "inspiegabile" ai commentatori, e che tale sia rimasta fino a pochi anni fa. Ecco perché la questione dell'omosessualità del Latini è stata discussa letteralmente decine di volte nell'ultimo secolo e mezzo: perché l'idea medioevale di Dante (cioè che il sodomita, pur commettendo un grave peccato, poteva egualmente essere una persona ammirevole) ripugnava violentemente all'omofobia degli studiosi moderni. Alcuni sono arrivati a negare che i sodomiti dell'Inferno siano davvero sodomiti [5]. Per negare l'omosessualità del "maestro spirituale" di Dante e togliere qualsiasi valore alla testimonianza di Dante, si è insistito a lungo sul fatto che egli era sposato (ma lo era la massima parte degli omosessuali, all'epoca) o che nel suo Trésor egli condanna ripetutamente la sodomia [6] (ma solo un idiota potrebbe aspettarsi che in un'opera di "morale" egli potesse fare il contrario). Questi argomenti hanno comunque perso significato da quando Silvio Avalle D'Arco ha riscoperto e ripubblicato una poesia d'amore ("S'eo son distretto jnamoratamente") che Brunetto scrisse per un uomo, Bondìe Dietaiùti (sec. XIII).
Più guardingo è
il linguaggio di Bondìe in questa risposta:
La raltà
è ovviamente un'altra, cioè che solo al riparo dello schermo
della poesia d'amicizia Brunetto può permettersi d'invocare a suo
favore la differenza esistente tra amicizia e sodomia,
esaltando la prima in questa ed altre composizioni, e condannando la seconda
nel Tesoretto
Nonostante questa tenzone (o forse proprio a causa di essa) l'omosessualità di Latini continua ad essere ancor oggi fonte di grande imbarazzo per gran parte degli studiosi di Dante: il dibattito su di essa prosegue, incredibilmente, anche ai giorni nostri [12]. E questo nonostante
già nel lontano 1886 Umberto Marchesini avesse ammonito:
Latini morì e fu sepolto a Firenze: un frammento della sua tomba (una colonna con lo stemma e l'iscrizione latina "Sepolcro di ser Brunetto Latini e dei suoi figli" [13]), s'ammira tutt'ora in una cappella della chiesa fiorentina di santa Maria Maggiore. L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa scheda biografica, e chi gli segnalerà eventuali errori contenuti in questa pagina. |
Note
[1]
Brunetto Latini, Li livres dou trésor, University
of California, Berkeley-Los Angeles 1948.
[2]
Brunetto Latini, Tesoretto. In: Gianfranco
Contini (a cura di), Poeti del Duecento, Ricciardi, Milano e Napoli
1970, tomo 2.
[3] Enciclopedia dantesca, Istituto dell’Enciclopedia Italiana - Treccani, Roma 1976, vol. 5, pp. 285-287. [4] Sulla questione è essenziale la consultazione di: Michael Goodich, The unmentionable vice, Ross-Erikson, Santa Barbara 1979. [5]
Esilaranti in questo senso gli speciosi saggi di:
Sullo stesso
"tono":
Peter Armour, The love of two Florentines: Brunetto Latini and Bondie Dietaiuti, "Lectura Dantis [virginiana]", IX 1991 (fall), pp. 11-33. Peter Armour, Brunetto, the stoic pessimist, "Dante Studies", CXII 1994, pp. 1-18. Lillian Bisson, Brunetto Latini as a failed mentor, "Medievalia et Humanistica", XVIII 1992, pp. 1-15. Pasquale Fornari, Dante e Brunetto, Tip. coop. varesina, Varese 1911. Poi in: Pro Dantis virtute et honore, Tip. coop. varesina, Varese 1911. Pietro Merlo, E se Dante avesse collocato Brunetto Latini tra gli uomini irreligiosi e non tra i sodomiti?, "La cultura", anno III, vol. V 1884, pp. 774-784. Poi in: Saggi glottologici e letterari, Hoepli, Milano 1890, II, pp. 111-127. Fausto Montanari, Brunetto Latini, "Cultura e scuola", 13-14, 1965, pp. 471-475. Thomas Nervin, Ser Brunetto's immortality: Inferno XV, "Dante studies", XCVI 1978, pp. 21-37. Antonio Padula, Brunetto Latini e il Pataffio, Dante Alighieri, Milano, Roma e Napoli 1921, pp. 27-44. Rosanna Santangelo, "Tutti cherci e litterati grandi e di gran fama": Brunetto Latini e l'omosessualità intellettuale, "Il sogno della farfalla. Rivista di psicoanalisi", III 1994, pp. 23-36. Una via di
mezzo segue:
Contro questa
lettura:
Charles Davis, Brunetto Latini and Dante, "Studi medievali", II 1967, pp. 421-450. Joseph Pequigney, Sodomy in Dante's Inferno and Purgatorio, "Representations", XXXVI Fall 1991, pp. 22- 42. Inconcludente è Bianca Ceva, Brunetto Latini. L'uomo e l'opera, Ricciardi, Milano e Napoli 1965, pp. 214-219, che non prende posizione. Curiosa la posizione di Manlio Pastore Stocchi, Delusione e giustizia nel canto XV dell'Inferno, "Lettere italiane", XX 1968, pp. 433-455 (poi in: Letture classensi, vol. III, Longo, Ravenna 1970, pp. 219-254), per cui Brunetto era un sodomitaccio eccome, e quindi gli sta bene l'Inferno. Fra i commentatori
antichi solo Michele Scherillo (Alcuni capitoli della biografia
di Dante, Loescher, Torino 1896, pp. 116-221) accetta l'omosessualità
del Latini senza isterie.
[Non ho consultato: Sally Mussetter, "Ritornare a lo principio": Dante and the sin of Brunetto Latini, in "Philological Quarterly", LXIII 1984, pp. 431-448]. [6]-Li livres dou Tresor par Brunetto Latini, Imprimerie imperiale, Paris 1863. [7] Silvio Avalle D'Arco, Ai luoghi di delizia pieni, Ricciardi, Milano e Napoli 1977, pp. 87-106 e 191-197. Citazione dalle pp. 191-193. [8] Ibidem, pp. 194-197. Anche in: Gianfranco Contini, Op. cit., pp. 385-387. [9] Sulla questione vedi anche: Giovanni Dall'Orto, L'omosessualità nella poesia volgare italiana fino al tempo di Dante, "Sodoma" n. 3, Primavera Estate 1986, pp. 13-35. [10] Peter Armour, The love of two Florentines, Op. cit. [11] Brunetto Latini, Tesoretto, in: Gianfranco Contini (a cura di), Poeti del Duecento, Op. cit., tomo 2, p. 274, versi 2859-2864 [12]
Sul tema, in Rete si veda anche:
[13] Umberto Marchesini, Due studi biografici su Brunetto Latini. "Atti dell'Istituto Veneto", serie VI, vol. 5 (1886-1887), pp. 1596-1659, alle pp. 1618-1659 ("La posizione del Latini nel canto XV dell'Inferno dantesco"). Citazione dalle pp. 1651-1652. [14] Ludovico Frati, Brunetto Latini speziale, "Il giornale dantesco", XXII 1914, pp. 207-209, rivela che Brunetto ebbe quattro figli e figlie. |