Dallo: Zibaldone
[1821 e 1824] [1].
/
p. 1840 / Non sarebbe fischiato oggidì,
non dico in Francia, ma in qualunque parte del mondo civile, un poeta,
un romanziere ec. che togliesse [scegliesse, Ndr] per argomento
la pederastia.[2],
o l'introducesse in qualunque modo; anzi chiunque in una scrittura
alquanto
nobile s'ardisse di pur nominarla senza perifrasi?
Ora
la più
polita [3]
nazione del mondo, la Grecia, l'introduceva nella sua mitologia (Ganimede),
scriveva elegantissime poesie su questo soggetto, donna a donna (Saffo),
uomo a giovane (Anacreonte)
ec. ec. ne faceva argomento di dispute o trattati rettorici o
filosofici
(I. ep.<istola> greca di Frontone.[4]),
ne parlava nelle più nobili storie colla stessissima disinvoltura,
con cui si parla degli amori tra uomo e donna ec. Anzi si può dir
che tutta la poesia, la filosofia e la filologia erotica greca versasse
principalmente sulla
pederastia, essendo presso i greci troppo volgare
e creduto troppo sensuale, basso, triviale, indegno della poesia ec.
l'amor
delle donne, appunto perché naturale. V.<edi> il
Fedro,
il
Convito
di
Platone gli Amori
di Luciano ec.
Il
vantato amor
platonico (sì sublimemente espresso nel Fedro)
non è che pederastia. Tutti i sentimenti nobili che l'amore
inspirava ai greci, tutto il sentimentale loro in amore, sia nel fatto
sia negli scritti, non appartiene ad altro che alla pederastia, e negli
scritti di donne (come nella famosa ode o frammento di Saffo
fàinetai
moi.[5]
ec.), all'amor di donna verso donna.
Basta
conoscere
un sol tantino la letteratura greca da Anacreonte
ai romanzieri, per non dubitar di questo, come alcuni hanno fatto (epist.<ole>
di Filostrato, Aristeneto
ec. [6]).
E
Virgilio
il più circospetto non solo degli antichi poeti, ma di tutti i poeti,
e forse scrittori; certo il più polito ed elegante di quanti mai
scrissero; intendente [7],
gelosissimo,
e / p. 1841 / modello
di finezza, e d'ogni squisitezza di coltura, in un tempo [8]
ec. ec. ridusse ed applicò all'infame pederastia il sentimento,
e ne fece il soggetto di una storietta sentimentale nel suo Niso
ed Eurialo.
(4 Ott. 1821)
|
Scena
di corteggiamento
omosessuale, da un vaso greco del IV secolo a.C.
|
/
p.1841 /
V<edi> il pensiero
precedente,
e nota che forse all'esuberanza di vita si può attribuire la
grande universalità della pederastia nella Grecia, e
in oriente (dove
credo che questo vizio ancor domini), mentre fra noi bisogna
convenire che questo è un vizio antinaturale, un'inclinazione
che il solo eccesso di libidine snaturante i gusti e l'inclinazioni
degli
uomini, può produrre.
Così
discorrete degli antichi (certo esuberanti di vita) rispetto ai moderni.
(4 Ott. 1821)
/
p. 4047 / (…) Alle altre barbarie umane
da
me altrove notate si aggiunga la pederastia, snaturatezza
infame
che fu pure ed è comunissima in Oriente (per non dir altro) e non
fu solo propria de' barbari ma di tutta una nazione così civile
come la greca, e per tanto tempo (lasciando i romani), e sì propria
[e tanto comune, NdR] che sempre che i greci scrivono d'amore in verso
o in prosa, intendono (eccetto ben rade volte) di parlar di questo
siffatto,
voluto fino ridurre in sentimentale da Platone
massimamente [9],
nel Convivio e più nel Fedro, e altrove, e da Senofonte
poi nel Convivio. E Saffo
con tanta tenerezza canta la sua innamorata.
Quanto
noccia
[sia nocivo NdR] questo infame vizio alla società ed alla
moltiplicazione
del genere umano, è manifesto ec. ec.
Aggiungansi
similmente gli spettacoli de' gladiatori, e l'altre barbarie romane ec.
ec.
(15 Marzo
1824)
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L'autore
ringrazia
fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati
su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà
eventuali errori in essa contenuti.
|
Note
[1]
Il testo da: Giacomo Leopardi, Pensieri di varia filosofia e di
bella
letteratura, Le Monnier, Firenze 1921-1924, come online
nel Progetto Manuzio (online si
trova anche qui).
L'opera
è
più nota come Zibaldone di pensieri: è una
raccolta di appunti ed osservazioni.
(In arancione
le parole che in futuro conterranno i link verso i documenti citati).
Su
quella che
io penso sia l'omosessualità di Leopardi si
veda il saggio biografico che gli ho dedicato.
[2]
In quest'epoca il termine indicava, come eufemismo, non tanto la
pedofilia,
quanto il coito anale fra uomini.
[3]
Nel senso di "civile".
[4]
Leopardi allude qui al cosiddetto Discorso sull'amore [Lògos
erotikòs] [ca. 139 d.C.] di Marco Cornelio Frontone (ca.
100 - ca. 166/170 d.C.). Una traduzione italiana, col testo greco a
fronte,
è in: Marco Cornelio Frontone, Opere, Utet, Torino 1979,
pp. 503-511.
Si
tratta di
una dissertazione scritta sulla falsariga del Fedro di Platone,
in cui l'autore confronta se stesso, (ammiratore non innamorato), con
un
"innamorato", e sostiene che la propria disinteressata e temperante
amicizia
è migliore di quella dell'innamorato.
[5]
Le prime due parole ("A me sembra...") di una
celebre poesia di Saffo (nel testo di Leopardi le due parole sono
scritte
in caratteri greci: le ho traslitterate io).
[6]
Allusione alle numerose lettere d'amore omosessuale contenute in: Filostrato di Lemno senior (ca. 170-ca. 245 d.C.), Lettere [Epistolài erotikài] [sec. II-III d.C.]. In: Le opere dei due Filostrati, Tipografia Molina, Milano 1831, vol. 2, pp. 349-405. Testo greco in: The
letters of Alciphron, Aelian and Philostratus, Loeb 1959, pp. 415-545.
L'altro documento a cui si allude è: Aristeneto di Nicea (secc. V-VI d.C.), Lettere [Erotikài epistolài] [ca. 500 d.C.], in: Collezione degli erotici greci tradotti in volgare, Capurro, Pisa 1817, vol. 4. Testo greco: Epistolarum libri II,
Teubner, Stuttgart 1971. (Si veda I, 8 e I, 20).
[7]
"Conoscitore".
[8]
"Al tempo stesso".
[9]
"Soprattutto".
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