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ISTANTANEA DI 
WILHELM VON PLÜSCHOW (1852-1930)
 
di: Giovanni Dall'Orto

Wilhelm von Pluschow in un ritratto attribuito a Wilhelm von Gloeden, circa 1890-1900
Il fotografo tedesco Wilhelm von Plüschow in un ritratto anonimo del 1883 (dettaglio).
Originariamente edito su "Babilonia" n. 158, settembre 1997, pp. 82-84. Le note sono aggiornate al 2005.

Plüschow, chi era costui? Da quando Sandro Avanzo lo presentò sulle pagine di "Babilonia" come un fotografo tutto sommato "misterioso" [1] non è passata molta acqua sotto i ponti. Ciononostante le notizie sul conto di questo artista tedesco di fine secolo hanno continuato ad accumularsi, rendendolo sempre meno "misterioso", cioè sempre meno "cugino povero di Gloeden" e sempre più personalità artistica autonoma.

Una decina d'anni dopo quel'articolo per merito dell'editore "La conchiglia" di Capri si è addirittura tenuta a Napoli la prima mostra italiana di foto di Plüschow sicuramente autentiche, ed altre simili mostre sono annunciate per il futuro.

La pubblicazione di libri, anche a buon mercato, contenenti fotografie sue e dei suoi aiutanti [2] ha infine contribuito a fare un po' d'ordine in un campo, la foto di nudo maschile d'anteguerra, in cui le attribuzioni variavano da un giorno all'altro soprattutto per motivi commerciali (era più facile e più redditizio smerciare una foto del già noto Wilhelm von Gloeden (1856-1931) che una dell'oscuro Plüschow).

Vediamo allora di fare il punto sulle nuove informazioni [3].

Il tedesco Wilhelm von Plüschow (1852-1930) arriva dal natio Mecleburgo a Roma attorno ai vent'anni, come commerciante di vini. Non si sa quando, fra il 1872 e il 1890, si stabilì come fotografo a Napoli, dove comunque la sua presenza è sicuramente documentata nel 1890 in via Mergellina, seconda rampa di Posillipo 55.
 

Wilhelm von Plüschow - Nudino - Napoli, 189?
In questa foto di Plüschow, alle spalle del nudino (che ritrae probabilmente un giovanissimo Vincenzo Galdi, che fu assistente di Plüschow  e fotografo in proprio) si riconosce Napoli vista da Posillipo.

Sulla terrazza di Plüschow a RomaRitornò poi a Roma, come testimoniano le sue foto firmate "Guglielmo Plüschow" con l'indirizzo di via Sardegna 35, all'ultimo piano: in questo studio la sua presenza è documentato dal 1892.
Successivamente (dal 1903) si spostò in un nuovo studio di corso Umberto 333 (oggi Via del Corso 333), dove abitò al quarto (e ultimo) piano.
Qui lo assistono due aiutanti fotografi: Pietro Magnotti ed Enrico Simoncini.

Questi gli inizi della sua carriera; quanto alla fine, essa arrivò per colpa di due scandali: il primo nel 1902 ed il secondo nel 1907[4].

Edward Stevenson, un americano che verso il 1904 scrisse un libro oggi rarissimo sull'omosessualità, pubblicandolo in Italia nel 1908 con lo pseudonimo "Xavier Mayne", ci ha conservato memoria della prima denuncia:

[A seguito del "caso Krupp" nel 1902] lo stesso accanimento contro gli omosessuali si è verificato in uno scandalo, a Roma, che ha coinvolto il ben noto fotografo P., accusato di prossenetismo abituale e corruzione di minori, un caso che coinvolge un gran numero di persone di elevato ceto e di tutte le nazionalità, professioni e condizioni sociali.

Il caso non è stato portato in tribunale che molti mesi dopo l'arresto di P. e l'assistente del suo studio: un arresto, incidentalmente, avvenuto quando un celebre cantante tedesco fu scoperto nell'appartamento del fotografo, in circostanze compromettenti per ciò che riguarda le sue relazioni con un giovane civis romanus [cittadino romano, NdR].

Lo sfortunato fotografo è stato incarcerato per tutto il lungo periodo fra l'arresto e il processo: ciò, si disse, perché le autorità italiane volevano dare a quante più persone possibile il tempo di fuggire da Roma e dal processo.

È stata sequestrata un'ampia ed estremamente compromettente corrispondenza fra P. e i suoi clienti in tutto il mondo.

Il fotografo si era da lungo tempo specializzato in "studi" di nudo maschile, ed aveva avviato un ampio commercio di tipi nudi e ben membruti [in italiano nel testo, NdR], come fanno diversi altri fotografi italiani, compreso un parente stretto di P. che risiede a Taormina  [5].

Il fotografo è stato condannato ad otto mesi di carcere e ad una pesante multa. Lo scandalo è stato soffocato per quanto possibile dai giornali locali, alla qual cosa ha molto oppurtunamente contribuito, per il bene di tutti coloro che ne erano coinvolti, uno "sciopero" dei quotidiani di Roma.

Secondo le ultime notizie P. era stata rilasciato, ed aveva ripreso a Roma tutti i particolari aspetti del suo commercio.

Un altro noto fotografo romano di modelli nudi [in italiano nel testo, NdR], G.[aldi], fu arrestato e punito per "oltraggio alla pubblica morale" circa nello stesso periodo, a causa di "studi" fotografici eccessivamente audaci in vendita ovunque, anche a Roma [6].

Il secondo scandalo scoppiò il 14 maggio 1907. Plüschow stavolta fu arrestato per:
una denuncia sporta dal signor Alfredo Marinelli, abitante al vicolo del Villano, 63, il quale esponeva come il proprio figliuolo Ernani, di 12 anni, fosse stato fotografato dal Plüskow (sic), nel suo studio di Corso Umberto, in un atteggiamento non conforme alle leggi del pudore [7].
L'appartamento che si intravede nelle foto di Plüschow è così descritto da un articolo di giornale:
L'ambiente nel quale convenivano i modelli del Plüskow [sic] è al riparo da ogni sguardo indiscreto.

All'ultimo piano del palazzo segnato col n. 333 sul Corso Umberto, un palazzo occupato nei piani inferiori da laboratori ed uffici, e quindi molto frequentato, il Plüskow aveva la propria abitazione, alla quale s'accede dall'uscio che si trova a destra del pianerottolo: altri due usci, uno dei quali poco visibile, mettono nel gabinetto fotografico e nella terrazza: questa e quello comunicano internamente con l'appartamentino.

La terrazza, che è allo stesso livello dell'attico che adorna il palazzo del "Modern Hotel", è circondato da piante e da vasi fioriti. In un lato di esso è costruita una casina in legno nella quale il Plüskow aveva stabilito lo studio fotografico. (...).Accanto a questo stanzino, sono da un lato, la camera oscura, e dall'altro un elegante salotto [8].

E da un altro articolo:
L'appartamento del sig. Pluschow si compone di otto stanze, fra cui due salotti, uno dei quali elegantissimo, dalle pareti ricoperte di quadri a olio, di varia dimensione, di fotografie in grande formato di ciociarette e ciociaretti, vestiti nei loro pittoreschi costumi, o nel costume che usavano Adamo ed Eva [9].
Pluschow, Nudo di spalle, Roma circa 1900.Ciò che queste descrizioni dell'appartamento con le allusioni alla sua lussuosa eleganza cercano di insinuare è che Pluschow gestisse clandestinamente un bordello, e avesse perciò arredato la casa di conseguenza.

Non conosco l'esito del processo (un mio tentativo di rintracciare gli atti presso l'Archivio di Stato a Roma è fallito perché i processi successivi all'anno 1890... non sono stati ancora archiviati, e giacciono accatastati in un sottoscala!) [10].
Plüschow potrebbe forse essere stato rilasciato entro poco ed essere fuggito in Germania, dove la famiglia possedeva proprietà immobiliari, se è vero che un suo ritratto a una riunione di famiglia in Germania risale proprio al 1907 [11]. (La foto potrebbe però risalire a prima dell'arresto, e quindi Plüschow potrebbe aver subìto in realtà una nuova condanna[12].

Comunque sia, poco prima del 1910 Plüschow era ancora al lavoro in Italia, ma "convertito" all'innocua foto di paesaggio. La quale però non dovette rendere molto, se verso il 1910 egli gettò la spugna e tornò in Germania. Calò così il sipario su di lui: non si sa più nulla della sua vita fino al 1930, anno della morte.

fregio di separazionefregio di separazionefregio di separazionefregio di separazionefregio di separazione

Plüschow aveva iniziato verso il 1880 a produrre, forse a Napoli, immagini di ragazzi (e anche molte di ragazze, per onor del vero) nudi, e nel decennio 1880-1890 fu tra i più celebri autori (se non il più celebre) di questo tipo d'immagini in Europa. 
Lavorò anche su commissione, ritraendo nudi i giovani amanti italiani di un'intera generazione di turisti gay in Italia, il più famoso dei quali è certo Nino Cesarini, l'amante del barone francese Jacques d'Adelsward Fersen (1880-1923), il protagonista de l'Esule di Capri di Roger Peyrefitte.
 

Nudo maschile ritratto all'interno di Villa Lysis a Capri, proprietà di Fersen. Foto di W. von Plüschow
Nudo maschile ritratto all'interno di Villa Lysis a Capri, all'epoca proprietà di Fersen. Foto di W. von Plüschow

Plüschow produsse e pubblicò anche libri di paesaggio, ritratti, e come si è già detto nudi femminili. Insomma, fu fotografo professionista a tempo pieno, che dalla fotografia ricavò di che vivere (anche se nei processi fu accusato, sembra, di prossenetismo, non è possibile sapere se a ragione o torto).

Solo a partire dal 1890 si fece vivo sul mercato del nudo maschile il cugino Wilhelm von Gloeden, al quale la leggenda vuole che nel 1876-1878 lo stesso Plüschow avesse insegnato a fotografare durante il comune soggiorno napoletano. Di certo c'è che i due si conobbero, come dimostrano alcuni ritratti di Plüschow che suona il mandolino, scattati sulla scala della casa taorminese di Gloeden, e le foto di alcuni modelli di Gloeden, scattate sulla terrazza della casa napoletana di Plüschow.

Ritratto di Plüschow scattato da von Gloeden sul pianerottolo della sua casa a TaorminaGloeden si fece strada a poco a poco, e coi decenni la sua fama ha del tutto cancellato la memoria del cugino, al punto che fino a poco fa (ma accade ancora oggi), come ho detto, le opere di Plüschow erano spesso pubblicate (e vendute) sotto il nome di Gloeden. 
C'è stato addirittura chi ha proposto [13] che Plüschow non sia mai esistito, e che il suo nome fosse solo uno pseudonimo di Gloeden!

Tale confusione appare ormai abbastanza strana, dato che le immagini di Plüschow possiedono un'immediatezza, una crudezza, un realismo che Gloeden invece deliberatamente evita.
Plüschow aggredisce l'erotismo con maggiore decisione di quanto non faccia Gloeden, che dal canto suo cincischia i suoi modelli molto più di quanto non faccia Plüschow:

Mentre i lavori di Gloeden presentano un aspetto artistico-sperimentale più accentuato e si ispirano alle tendenze artistiche della sua epoca, l'opera di Plüschow ne appare nettamente differenziata tanto sul piano dello stile quanto su quello del contenuto. Essa pare evolversi dalla semplice messa in scena ad una concezione verista del nudo.[14].
Se artisticamente le immagini di Gloeden sono dunque senz'altro superiori, quelle di Plüschow possiedono un'immediatezza ed una forza che mancano a quelle di Gloeden:
Sebbene i modelli di Gloeden fossero, in media, leggermente più giovani, questi mostrava una preferenza per i ragazzi in carne e muscolosi; i modelli di Plüschow tendono ad essere più esili.
Inoltre il barone riteneva che dei giovani latini dovessero essere di pelle scura, e poiché molti ragazzi siciliani erano in realtà relativamente pallidi, egli ne colorava spesso il corpo con un liquido scuro prima di fotografarli. (...) I modelli di Plüschow, al contrario, avevano il pallore dei ragazzi proletari e cittadini che passavano gran parte delo loro tempo al chiuso (...).
Lo stile di Plüschow era un realismo senza abbellimenti. Mostràti con solo lo sfondo e gli accessori più semplici, le sue modelle e i suoi modelli nudi erano presentati così com'erano: difetti fisici, segni del vestiario e tutto il resto. Le loro pettinature dell'epoca erano ritoccate per produrre un aspetto "antico". I negativi non erano ritoccati. (...) Poiché Plüschow era conoscenza della attività di Gloeden e di altri fotografi del tempo, questi elementi rappresentavano da parte sua scelte stilistiche coscienti, non accidenti.(...) 
Per Plüschow, che lavorava nel febbrile ambiente urbano di Roma, classicismo ed esotismo erano mere convenzioni pittoriche. Essi cozzavano con il fondamentale realismo del suo approccio, ed egli li usava con parsimonia, solo per aggirare la censura [15].
Se il rischio costante di Gloeden è scadere, a causa di eccesso di "abbellimenti artistici" ed orpelli, nel puro e semplice kitsch, al contrario Plüschow non pecca mai di eccesso di alibi, anzi semmai a volte rischia di scadere, a forza di inseguire un realismo crudo, nel volgare ed anche, ebbene sì, nel pornografico.
Il fatto che nelle sue foto appaiano anche ragazzi in semi-erezione mostra che l'intento erotico era cercato consapevolmente.
 
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Le foto sono state ritoccate per evitare la nudità dei genitali, 
non ammessa sul server che ospita queste pagine.

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Questo è, in breve, un riassunto delle nuove informazioni che le ricerche su Plüschow ci hanno dato nei dieci anni successivi al primo articolo su "Babilonia".

Senza dubbio rimane ancora molto da scoprire. Speriamo perciò che le iniziative encomiabili come quella de "La conchiglia" di Capri, che ha promesso di trarre anche un libro dalla mostra, proseguano negli anni a venire. 

L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa scheda biografica, e chi gli segnalerà eventuali errori contenuti in questa pagina.

Per favore non chiedetemi l'invio di scansioni d'immagini di Plüschow: non risponderò
Requests for scans of images by Plüschow will be left unaswered, so please don't bother to ask me for them.

Note

[1] Sandro Avanzo, Wilhelm von Plüschow, il cugino povero, "Babilonia" n. 38, luglio-agosto 1986, pp. 18-21.

Dopo la pubblicazione online di questo mio studio, Enrico Oliari ha svolto ulteriori ricerche, riuscendo nel 2005 a trovare addirittura la sentenza, e correggendo in numerosi punti quanto da me scritto. 
La sua ricerca è online qui.

[2] Bernhard Albers (a cura di), Galdi / Gloeden /  Plüschow. Aktaufnahmen aus der Sammlung Uwe Scheid, Rimbaud Presse, Aachen 1993;

Volker Janssen (a cura di), Wilhelm von Gloeden, Wilhelm von Plüschow, Vincenzo Galdi: Italienische Jünglings-Photographien um 1900, Janssen Verlag, Berlin 1991;

Peter Weiermeier, Guglielmo Plüschow, Taschen verlag, Köln 1994 (con saggio biografico e ampia bibliografia, anche in francese e inglese);

Et in Arcadia ego. Fotografien von Wilhelm von Gloeden, Guglielmo Plüschow und Vincenzo
Galdi, Edition Oehrli, Zurich 2000.

[3] Gli studi su Plüschow da consultare sono:

Bruce Russel, Wilhelm von Gloeden, Wilhelm von Plüschow. Two photo essays. I Von Plüschow: toward a definition of his canon. In: "Visual communication", IX, spring 1983, n. 2, pp. 57-59 e 65-71.

Marina Miraglia, Guglielmo Plüschow alla ricerca del bello ideale, in: "AFT (Archivio Fotografico Toscano)", IV 7, luglio 1988, pp. 62 - 67 (non vidi).

Ulrich Pohlmann, Wer war Guglielmo Plüschow?, "Fotogeschichte", n. 29, VIII 1988, pp. 33-38 (non vidi).

Uwe Scheid, Il vero nudo: Aktstudien von Guglielmo Plüschow, "Fotogeschichte" n. 29, VIII 1988, pp. 9-21 (non vidi).

Winckelmann (pseud.), A rediscovered boy-photographer. Guglielmo Plüschow (1852-1930), "Gayme" n. III 1, 1996, pp. 22-30.

[4] Sul primo vedi Weiermeier, Op. cit., p. 92, e Xavier Mayne (pseud. di Edward Stevenson), The intersexes, edito in proprio, Roma 1908 [ristampa anastatica (illeggibile): Arno press, New York 1975], pp. 485-486, citato in: Winckelmann, Op. cit., pp. 24-25. 
Sul secondo vedi qui sotto le note [7] e [9].

[Aggiunta del 2005. La scoperta in flagrante del "cantante tedesco" (tale Luigi Wulmer) avvenne in realtà nello scandalo del 1907, come emerge senza alcun dubbio dalla sentenza. Maine sta quindi mescolando fatti del 1907 con quanto dice essere accaduto nel 1902. 
Ci sono quindi due possibilità:
- ci fu in realtà un unico scandalo, nel 1907.
- ce ne furono due, nel 1902 e nel 1907, ma Maine, citando a memoria, mescola elementi del primo con elementi del secondo.
Io propendo per la seconda ipotesi, anche per un accenno ai "due processi" di Plüschow contanuto in un altro documento, inedito, che Oliari sta attualmente studiando].

[5] Ovviamente il parente è suo cugino Wilhelm von Gloeden.

[6] Xavier Mayne, Op. cit., pp. 485-486.

[7] Anonimo, Un fotografo corruttore, "La tribuna", 15 maggio 1907.

[8] Ibidem.

[9] Anonimo, L'arresto di un fotografo tedesco, "Il messaggero", 15 maggio 1907, p. 4.

Sulla vicenda cfr. anche:
Anonimo, Il fotografo arrestato, "La tribuna" 16 maggio 1907, p. 3;

Anonimo, Il fotografo tedesco arrestato, "Il messaggero", 16 maggio 1907, p. 4;

Anonimo, Un processo scandaloso, "Il Messaggero", 15 giugno 1907.

Anonimo, Fotografi corruttori, "Bollettino della lega per la moralità pubblica", XIII 2 1908, pp. 6-7;

Lino Ferriani, E lo scandalo del fotografo?, "Battaglie d'oggi", III 14, 1907, pp. 1-2.

[10] Come detto sopra, l'esito del processo è stato nel frattempo scoperto da Enrico Oliari: Plüschow fu condannato il 4/4/1908 a sette mesi e dieci giorni di carcere e mille lire di multa per prossenetismo (cioè aver fatto da ruffiano, aiutando i prostituti suoi modelli a conoscere clienti: i giudici specificano di condannare in base all'art. 346 (prossenetismo) anziché 345 (corruzione e avvio alla prostituzione) perché i ragazzi non erano stati "corrotti" da Plüschow, ma facevano già "la vita" per conto loro). 
Inoltre il materiale, il lavoro di una vita, fu confiscato (ed ho scoperto uno dei suoi album, aperto a una pagina con quattro nudi femminili sul suo inconfondibile terrazzo, esposto senza alcuna indicazione in una vetrina del Museo di criminologia di Roma, al piano superiore).

[11] La foto è pubblicata da Pohlmann, Op. cit., p. 36, fig. 5.

[12] Oggi (2005) sappiamo che non si trattò di un nuovo processo, ma solo della conferma definitiva della precedente sentenza comminata nel 1907.

Infatti, come appare da un'annotazione in calce alla sentenza, il 29/5/1909 fu rigettato l'appello di Plüschow, e il 12/10/1909 fu rigettato anche l'ultimo ricorso.
Di conseguenza, le autorità di polizia potrebbero avergli emesso un "foglio di via" in qualsiasi momento successivo al 12 ottobre 1909.
Non ci fu insomma una "partenza" deliberata, a quanto pare, ma un esilio -- senza ritorno.
[13] Bianca Pilat (a cura di), Wilhelm von Gloeden c/o Guglielmo Plüschow, Galleria di arte contemporanea, Milano 1987.
Cfr. anche: V. Mor., Il nudo secondo il misterioso barone von Plüschow, "Corriere della sera", 19/12/1983.

[14] Weiermeier, Op. cit., pp. 6-7.

[15] Winckelmann, Op. cit., p. 27.


Originariamente edito su "Babilonia" n. 158, settembre 1997, pp. 82-84.
Ripubblicazione consentita previo permesso dell'autore: scrivere per accordi.

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