Il gay canzonato.
Un elenco di canzonette
a tema l, g, b & t:
di: Giovanni Dall'Orto
1979
<--- 1978
- vai al - 1980
--->
Saggio
sull'omosessualità nella canzonetta (prima metà).
Saggio
sull'omosessualità nella canzonetta (seconda metà).
Schede
di canzonette italiane - 1920-1976.
Schede
di canzonette italiane - 1977-presente:
1979
Un anno decisamente
esplosivo, il 1979, per quel che riguarda il numero di canzonette
"a tematica"... Tutti scoprono all'improvviso il tema, tutti ne
vogliono parlare...
L'omosessualità era ormai palesemente
"sdoganata" nel mercato discografico, e suscitava interesse (nonché
prurito e curiosità morbose) sia a destra che a sinistra...
1979 - Berto Pisano
e la sua orchestra - Sigla iniziale e conclusiva del film: Dove
vai se il vizietto non ce l'hai?
L'elenco
dei pezzi dell'Lp non permette di risalire
al titolo del brano della sigla, che comunque è
facilmente rintracciabile tramite Youtube. (Potrebbe essere "Tic nervoso",
che è il solo brano ripetuto due volte).
Il film è
il palese tentativo di approfittare del successo commerciale de Il
vizietto, messo in piedi accozzando una vicenda in cui due investigatori
devono fingersi gay per infiltrarsi in un palazzo come domestici, per un'indagine.
Da segnalare il
fatto che nella pellicola imitata, che aveva una sua folle dignità
artistica nonostante l'abuso di stereotipi, il "vizietto" era un "peccato
di gioventù", cioè una relazione eterosessuale da
cui era nato un figlio, mentre qui è l'omosessualità tout-court.
Tant'è che "fingersi gay" significa fondamentalmente sfrociare,
scheccare e buttarsi a pesce in qualsiasi stereotipo razzista antigay.
Conferma questa
visione di destra anche il testo di questo coretto (nato per essere ascoltato
come sottofondo una volta, e poi dimenticato per sempre) che sottoscrive
all'allarme sociale dei reazionari: e ormai stanno diventando tutti froci,
e ormai sono i normali a doversi vergognare, e dove andremo a finire di
'sto passo signora mia:
"Ce l'ho, io
ce l'hai tu, ce l'hanno tutti: / quelli belli, quelli bassi, quelli brutti
/ è una conquista della civiltà / e si preoccupa chi non
ce l'ha. / (...) /
E tu ma dove
vai, se il vizietto non ce l'hai?".
Squallido.
(P.S. Il vero
film Il vizietto ha
una colonna sonora firmata da Ennio Morricone, e scusate se è
poco. Non avendo testo, però, non può rientrare nei criteri
della presente discografia).
1979 - Il bagaglino
- Oh gay! (Cabaret).
Colonna sonora d'uno
spettacolo con tematiche buffonesche/omosessuali, con bravi interpreti,
ma dalla prospettiva inequivocabilmente pecoreccia e di destra. Fondamentalmente,
la visione dell'omosessualità che emerge dai testi è quella
d'anteguerra, del "terzo
sesso": essere "gay" significa travestirsi da donna, prostituirsi
la sera, e andare a Casablanca
per cambiare sesso!
Qui di seguito elenco
solo le canzoni espressamente a tema "gay".
-
01 - I cantori - "Evadamo".
Da quando esiste
la razza umana, cioè da seimila anni fa (!!!), l'amore si basa sul
rapporto fra Adamo ed Eva, ma ora questa legge non regge più. Oggi
uomini e donne vorrebbero essere ciascuno ciò che è l'altra,
in una specie di "terzo sesso": "Evadamo, così mi chiamerei /
in un paradiso tutto gay".
-
02 - I cantori e Zizì
Rien - "Ormoni".
Grazie agli ormoni
(utili "per aiutar le inclinazioni, / per far di questi amici miei /
tanti ragazzi gay") anche coloro che non possono permettersi l'operazione
a Casablanca possono almeno concedersi, con un po' di fantasia e una parrucca,
la realizzazione dei loro desideri, cioè travestirsi da donna e
prostituirsi la sera su un marciapiede:
"Ormoni, ormoni,
/ per acquistare altre funzioni, / per trasformare tutti i lui in lei,
/ per una vita gay! / Occhéi, oh gay".
-
03 - Oreste Lionello
- "Bamboline e soldatini".
L'infanzia di un
transessuale (che tanto per cambiare è confuso con un gay) che preferiva
le bambole ai soldatini, nonostante il disappunto del padre. E i soldatini
di piombo sono accusati di essere stati cattivi perché uccisero
le sorelline dell'io narrante, ossia le bamboline.
La musica suona
stranamente datata, tanto da sembrare dell'anteguerra, immagino per una
scelta deliberata.
-
05 - I cantori, Lionello,
Leonardi, Bombolo - "Fumetti gay".
Forse l'unico pezzo
riuscito di tutto l'Lp, che immagina il mondo dei fumetti trasformato in
senso gay. I supereroi, visto che i gay sono tutte femminucce, hanno ripudiato
cazzotti e botte, ed ora sono tutti amici.
Oltre a ciò
si sprecano le dichiarazioni d'amore, e questa sortita nel surreale è
finalmente divertente:
"Io sono Popeye
/ non scopo mai mai: / me so' stufato de magna' spinaci, / voglio carezze
e baci!", e Paperino risponde "O Popeye, Braccio di Ferro / voglio
starti sempre accanto, / che se tanto mi dà tanto... / chissà
cosa avrai laggiù!".
E anche il resto della
canzone è tutto su questo tono.
-
07 - I cantori - "Al
"Craxy horse".
Siparietto dei travestiti
che lavorano al locale "Craxy horse", che si esibiscono vestiti da donna,
"siccome travestirsi va di moda".
-
09 - Luciana Turina
e i cantori - "Un harem tutto gay".
Ipotizzo che la
Turina (che fra l'altro canta decisamente bene) interpreti qui un personaggio
maschile, dato che è al maschile che parla di sé. Da quanto
si inferisce dal testo il personaggio è il figlio gay di un ricco
emiro arabo, e sogna di avere un harem gay, mentre "papà, che
è di tendenze sane (sic) / mi compra sempre
e solo le puttane, / cercando inutilmente di cambiare i gusti miei, / che
sogno un harem gay".
Anche qui la visione
di cosa vada inteso per "gay" è demenziale: i mariti dovrebbero
essere "donnescamente travestiti"; essendo di "ambiguo sesso"
dovrebbero avere "i baffi ed il rossetto". Con quel che segue...
-
12 - I cantori - "Travéstiti".
In questo secolo
in cui crollano le opportune distinzioni fra classi sociali, sessi eccetera,
è ormai diventato giusto travestirsi da quel che non si è,
"metà così, metà cosà":
"Travéstiti,
travestiti, / strafogati di ormoni: /
è meglio
per i galli / truccarsi da capponi! /
Barabba si travesta
da Signore / e Gesù Cristo da rapinatore: /
questa è
lo sorte dell'umanità: / metà così, metà cosà".
-
13 - Lionello, Turina
ecc. - "Se fosse solo un sogno".
Nel corso della
canzone (che non ha tema gay) vengono elencati i sessi: "femmine, maschi,
e gay".
1979 - Bella, Marcella
- "Lady Anima" - da - Camminando e cantando.
Dopo il successo strepitoso di "Pensiero
stupendo" l'anno precedente, ecco rispuntare lo stesso tema "scabroso"
(due lei e una lui) in questa canzone. Che però non risvegliò
la medesima curiosità. Forse perché laddove il brano cantato
da Patty Pravo raccontava nel suo svolgersi qualcosa che stava effettivamente
succedendo, qui ci si limita a evocare qualcosa che potrebbe succedere,
e però alla fine non succede.
"Lady Anima" si basa sul classico tema
del lui che lascia lei (l'io narrante) per un'altra, ma il quadro è
complicato dal fatto che la seconda "lei" è innamorata dell'io
narrante:
"La situazione è chiara, / molto
chiara. /
Tu, innamorato di lei, / io, innamorata
di te, / lei, innamorata di me. /
Se potessi dividerei / anche il tuo
corpo con lei..."
Purtroppo però quello del ménage
à trois resta solo un sogno, col risultato pratico che l'io
narrrante è ridotta alla sola anima, dovendo rinunciare ai desideri
del proprio corpo:
"Lady Anima: / da quando non sei più
qui / devo chiamarmi così! /
Lady Anima / che fa l’amore a metà".
Il motivetto di questa canzone non è
malvagio, e pur non avendo bissato il successo di "Pensiero stupendo",
"Lady Anima" ha comunque goduto d'una buona notorietà.
Una cover di questa canzone è
stata anche incisa da
J.D. Vine nel 2005 nella Pride compilation.
1979 - Bosé, Miguel - "Super Superman"
(45 giri) - Poi in - Chicas!.
Ho esitato un po' prima d'inserire questa
canzone, dato che il cantante è italo-spagnolo e il testo è
in inglese, quindi non si tratta propriamente di "musica italiana". Tuttavia
Bosé ha cantato anche in italiano (anche in questo stesso Lp) e
in Italia ha avuto una brillante carriera, quindi può essere considerato
senza problemi un protagonista della scena musicale italiana. Perciò,
come si vede, ho infine optato per l'inclusione.
Fu questo motivetto
leggerino e disimpegnato a dare fama mondiale a questo efebico ragazzetto
dalla bellezza mozzafiato, ancora ben lontano dalla musica più raffinata
che avrebbe cantato nella
sua carriera successiva. Si tratta d'una canzoncina senza pretese,
con la solita musichetta accattivante e priva di sorprese che si richiede
a brani di questo tipo.
La vera sorpresa è semmai il testo,
che è un inno gay fatto e finito, ma che grazie all'autocensura
di quegli anni passò tranquillamente anche sulle reti televisive
più tradizionali. Leggere in chiave gay il testo, infatti, in quegli
anni era im-pensabile, e infatti nessuno lo pensò, o per lo meno
osò dirlo: chi l'avesse detto, sarebbe stato coperto di accuse di
"insinuare" calunnie "inaccettabili". (Viceversa, oggi i commenti
di Youtube sulla "frociaggine" di questa canzone appaiono con una tale
insistenza e cattiveria da far sospettare una certa intolleranza
da parte dei loro autori, che prendono di mira anche il cantante con una
veemenza francamente omofobica).
Rileggendo oggi il testo ci si chiede come
sia stato possibile lasciare che l'autocensura ci rendesse tutti tanto
ciechi.
La canzone sembra a prima vista una fra
le tante canzonette dedicate a un personaggio dei fumetti o del cinema.
Ma non lo è. Non è infatti dedicata a "quel"
Superman, bensì ad un superman molto terrestre,
il cui superomismo si esprime sulla... pista da ballo: "Super-ballerino
/ super-mosse / super-toccatore / super-amante".
Dopo aver reso ben chiaro questo concetto,
il cantante si lancia in una dichiarazione d'amore sfacciatissima:
"Super superman / non vedi che sono
il tuo più grande fan? /
Insegnami a combattere / io t'insegnerò
a ballare tutta la notte. //
(...) /
Vienimi a prendere prima di mezzanotte
/ super superman: / come ti trovi in mezzo ai giovani uomini?".
Wow.
Personalmente ritengo che questa canzone
sia il compromesso fra una precisa volontà di coming out da
parte del cantante, rimasta costante nel corso della sua carriera, e le
esigenze di marketing, che imponevano che fosse impacchettato e
venduto come "surrogato sessuale per ragazzine", inzeppando i suoi dischi
di lagne melense (oltre il limite del kitsch) per improbabili "lei".
Ricordo però d'aver visto di persona
negli anni Ottanta un calendario distribuito privatamente da Bosé
agli amici in occasione del Natale, traboccante di bellissimi nudi maschili,
che implicava che nella vita privata questo cantante fosse molto più
"sciallato" su certi temi di quanto la casa discografica esigeva
che fosse in pubblico.
Il caso di Tiziano Ferro ci ha del resto
mostrato quali mostruosi tiranni possano essere i manager delle case discografiche,
massimamente quelli gay "velati" e paranoidi, che impediscono ai loro cantanti
di dire ciò che hanno paura che un giorno qualcuno potrebbe poi
chiedere a loro.
Comunque sia, nonostante Bosé un
coming out in piena regola non l'abbia fatto mai, con gli anni qualcuno
s'è accorto dello scherzetto giocato quand'era un furbo giovinetto,
tant'è che in Rete ho trovato la copertina che riproduco qui sopra
(che immagino sia fan-art, essendo troppo rozza per essere stata
prodotta da una casa discografica seria) dove, guarda tu il caso, i fasci
di luce colorata della discoteca si uniscono per formare un simbolo
rainbow. Quando si dice la coincidenza...
1979 - Califano,
Franco - "Avventura con un travestito" - da - Ti perdo.
Testo recitato,
in romanesco. Come il nostro virile eroe si trovò malgré
lui sedotto e bidonato da un travestito, da lui scambiato per una donna...
e con il quale nonostante tutto il "fattaccio" avviene.
C'è chi dice
di trovarlo umoristico, io personalmente lo trovo solo pecoreccio e volgare.
De gustibus.
1979 - Cattaneo, Ivan
- Superivan.
Si veda l'rriverente
recensione che di questo Lp ha
proposto il sito "Orrore a 33 giri". L'album contiene le canzoni:
-
01 - "Boys
and boys". Parole in libertà con ritornello dedicato ai "wonderful
wonderful boys" e con frasi volanti come: "Te quiero te quiero muchacho".
Niente però di più esplicito di così. Il brano è
stato riproposto nel
1986 da Teo.
-
04 - "Su". Una canzone
dolce ma maliziosa, e terribilmente fallica:
"Vieni su e vai
in amore / io ti amo / dai, sali su / dai, vieni su / su entra, vai in
amore / sali e vai / sali e sei / il fiore che impazzisce".
-
05
- "Señorita torero". Canta di una "señorita torero" (transessuale)
che di sé dice:
"Dentro ai viali
e ai manicomi / qui finisce la mia vita / son pantera accovacciata / a
un vibratore mercenario".
Ma il ritornello la
rassicura:
"Prima o poi
anche tu sarai / donna agli occhi tuoi, / tu, señorita torero".
Una cover di questa
canzone è stata reincisa
dai Crystal Ltd nel 1990.
-
06 - "Superuomo". Sfottuta
dei "palestrati", che solo in quegli anni iniziavano a far capolino anche
nella comunità gay italiana:
"Il tuo torace
è il più possente / d'acciaio: Mister-muscolo sei / e del
2000 la pin-up tu diverrai, / e potrai esser Superman, / o Superwoman,
o Supergay! / E donne e uomini / fra le tue braccia avrai!".
-
09 - "Sexo!". Invocazione
al sesso libero: il cantante promette d'essere
"un po' pantera,
/ forse un poco tigre, / certo cagna sarò: / la tua cagna sarò!".
1979 - Cocco, Elio -
''Milano-Livorno'' (45 giri).
Storia tristissima
d'un ragazzo morto a 21 anni per overdose d'eroina nel cesso d'una
stazione o d'un treno, che riporta il commento d'un viaggiatore benpensante
alla notizia del ritardo causato al suo treno dal ritrovamento del corpo:
1979 - Cohen, Alfredo
[pseudonimo di Alfredo D'Aloisio] - "Valery"
- 45 giri. Riedita in Cd in - AA.VV.
- Gay right compilation.
Canzone del 1976,
dedicata a un personaggio
reale, la transessuale Valérie Taccarelli.
La musica è
di Franco Battiato, ed è stata riadattata nel 1982 ad "Alexanderplatz",
canzone portata al successo da Milva. Grazie alla musica, e a un testo
all'altezza della sfida posta dalla musica, questa è a mio parere
fra le due o tre canzoni più belle fra tutte quelle proposte da
militanti gay in quegli anni.
Il testo è
l'esaltazione d'un adolescente transessuale napoletano, cantato per quel
che è, con le sue contraddizioni e i suoi problemi, e a mio parere
esprime un affetto, una simpatia e soprattutto una complicità che
raramente ho trovato nelle molte altre canzoni dedicate a persone transessuali.
Qui non abbiamo né un "caso umano", né un mostro, né
un giocattolo erotico, ma un ragazzo/ragazza, che come tutti, per la sua
tenera età, va ancora a scuola (come dimostra a un certo punto l'allusione
a una bidella che l'aiuta con le ripetizioni).
Il testo riesce
anche ad affrontare il tema, delicatissimo, della sessualità degli
adolescenti, senza scadere nel morboso e nello scandalistico fine a se
stesso:
"Mi fermo più
volte a guardarti / coi miei occhi di ragazzo invecchiato, / Valery...
Valery! /
Valery, i tuoi
occhiali alla Minnelli, / il rimmel ben riuscito / sui tuoi occhi di quindicenne.
/ (...)
Valery, la solitudine
/ ha le ore troppo corte: / noi saremo catturati, / tra poco, dal dio crudele
/
che alza i cieli
/ per sapere se i ragazzi / hanno scippato la tua anima / nella salumeria,
/
o sognano di
arricchirsi / sfuggendo alla loro età / da quattro soldi. / Sì,
sì, proprio così! /
Valery, la tua
giornata a Napoli, / la tua sera, Valery, / il tuo playback, Valery / la
tua vittoria, Valery! /
Sei un ragazzo
molto in gamba: / sai che d'inverno si vive bene...
Immagino che il testo
poetico, a tratti piuttosto oscuro, contenga metafore relative alla vita
di Valery, ma anche se ci ho provato non saprei decifrarle (per esempio:
l'inverno si riferisce alla vera e propria stagione, oppure alla
terza età, per dire che Valery non ha paura d'invecchiare? Non so
dirlo...).
1979 - Cohen, Alfredo
- "Roma" - 45 giri. (Retro della canzone precedente).
Esaltazione alla
Pasolini
(poeta a cui alludono i versi: "Città grande / che parla per
amore, / conosce i suoi poeti, / e poi li affida agli assassini") della
città di Roma e dei suoi "ragazzi di vita":
"Roma, i tuoi
ragazzi / fanno i conti con la vita / coi soldi, con le vene, / con la
luna, con il vino; /
in cinemini luccicanti
/ buche di silenzio, / Roma".
Concludendo con una
dichiarazione d'amore per la città in quanto tale, ma anche come
luogo d'amore:
"Porto fra i
miei denti, / come bocca, come sogno, / Roma. /
C'è un
lampione: / è un destino. / Amor Roma".
Una visione un po' particolare
di questa città, ma pur sempre legittima, da un punto di vista artistico.
1979 - Collage - "Strano"
- da - Concerto d'amore.
Una favola alla rovescia, in cui una ragazza
preserva la sua castità fino alle nozze ed è premiata riuscendo
a sposare il principe. Che però è brutto, tanto che "così
appollaiato su quella poltrona / mi sembra una scimmia con scettro e corona!".
Ma c'è peggio:
"Strano! / Se hai l'esigenza il principe
fa l'indiano: / non teme attentarti la tua castità. //
Ma che strano! / Ti accorgi che il
vizio del dolce consorte / è il bacio proibito del buffone di corte".
Un motivetto allegro e sì, decisamente
strano, ma divertente.
1979 - Concato, Fabio
- "Porcellone" - da - Zio Tom. (Anche in 45 giri).
Andato a sgridare
il ragazzo del piano di fronte perché va sempre in giro per la casa
nudo, un marito scandalizzato viene "aggredito" sessualmente e... cede.
"Mi armo di coraggio,
attraverso e lo vado a trovare; / quel porco maledetto in qualche modo
me la deve pur pagare. /
Penso bene a
quel che devo dire, suono il campanello / sto per scaricargli un pugno
in faccia, ma è follemente bello. /
Mi prende per
la vita, mi aggredisce, mi bacia sulla bocca. / Io sto perdendo dolcemente
i sensi, è mano sapiente che mi tocca".
Questo brano è
stato riproposto nel 1994, con nuovo arrangiamento, nel Cd Scomporre
e ricomporre.
In
questo Lp viene ripubblicata anche: "Dedicato
a Dean Martin", del
1977.
1979 - Dalla, Lucio
- "Anna e Marco" - da - Lucio
Dalla.
In "un locale
che fa schifo" in cui Anna e Marco sono andati a ballare, c'è
"una checca che fa il tifo".
Nient'altro da segnalare.
1979
- Dalla, Lucio - "Stella di mare" - da - Lucio Dalla.
Ambigua canzone
d'amore il cui ritornello dice: "tu, come me", dedicata a una persona
di sesso volutamente ambiguo (gli aggettivi al femminile concordano tutti
per il genere con la parola "stella").
Quando uscì
si spettegolò e speculò addirittura sul fatto che Dalla avesse
inteso alludere a un prostituto, per la frase: "e se non ti avessi uscirei
fuori a comprarti".
1979 - Dalla, Lucio
e Francesco De Gregori - "Ma come fanno i marinai" - da - Banana
republic. (Anche in 45 giri) .
La canzone si chiede
di passata: "ma come fanno i marinai / a baciarsi fra di loro / ma rimanere
veri uomini, però?".
Per quanto un po'
nonsense, la domanda per qualche tempo diventò un vero "tormentone".
Un mio amico che ha fatto il militare in marina mi diceva che tutti gli
canticchiavano adosso questi due versi, di continuo...
1979 - Daniele, Pino
- "Chillo è nu buono guaglione" - da - Pino
Daniele.
Divertita descrizione
(per metà in dialetto napoletano) d'un transessuale che "fà
'a vita 'e notte sott'a nu lampione" per mettere da parte i soldi per
l'operazione di cambio di sesso.
In questo modo vuole
realizzare il suo sogno di normalità:
"E mi chiamerò
Teresa / scenderò a far la spesa /
me ffacce crescere
'e capille / e me metto 'e tacchi a spillo /
inviterò
gli amici a casa / a passare una giornata / (...) /
e uscire poi
per strada / e gridare: "SO' NORMALE!", /
e niscuno me
dice niente / e nemmeno la "stradale"."
Ancora una volta transessualità
e prostituzione sono presentati come se fossero la stessa cosa, e questo
non va certo bene, tuttavia questa canzone si riscatta grazie a una palese
volontà di "denuncia sociale" della condizione umana di Teresa,
che dopo tutto desidera unicamente poter "scendere a far la spesa" e "invitare
gli amici a casa" come chiunque altro, mentre è costretta a "fare
la vita" in assenza d'alternative.
Alla fin fine, tutto
quel che vuole la povera Teresa è solo che "nessuno le dica niente"...
1979 - Easy Going
- Fear.
Secondo Ep di musica
da discoteca, con testi in inglese, di un complesso italianissimo.
Il disco contiene:
-
01 - "I strip you".
Confessione d'omosessualità di un ragazzo gay a una donna.
Commento ancora
da scrivere.
-
02 - "Fear". Un ragazzo
si scopre gay corteggiando una ragazza.
Commento ancora
da scrivere.
-
03 - "To Simonetti".
Commento ancora
da scrivere.
-
04 - "Put me in the
deal".
Commento ancora
da scrivere.
1979 - Lipps, Inc.,
" Funkytown" (45 giri).
Nel bel mezzo di
questa analisi che - almeno nelle intenzioni - è seria, vorrei interrompere
per un attimo con una burla, relativa a un brano che è diventato
celebre (è stato usato anche come esempio, parlando di psicologia
della percezione e del "debunking" delle leggende urbane) a causa
del contenuto omosessuale del testo... che non contiene il minimo contenuto
omosessuale!
Prima di continuare
v'invito ad
andare ad ascoltare la canzone, e fare attenzione al ritornello che
la cantante, con la voce distorta dal Vocoder,
ripete più volte, e che dice: "gotta make a move to a town that's
right for me" ("Devo proprio trasferirmi in una città che sia
su misura per me"). Non leggete oltre e fate quel che vi dico, e solo dopo
tornate a leggere qui.
Fatto?
Ebbene, qualche
tempo dopo l'uscita di questa canzonetta (che ebbe un successo mondiale
e arrivò in cima alle classifiche), iniziò a circolare la
voce secondo cui i cantanti avevano nascosto molto abilmente un
"messaggio" in lingua italiana.
La cosa in sé
era ridicola, dato che non si vede perché mai in un disco
destinato a una distribuzione mondiale ci si dovesse preoccupare di "nascondere"
un messaggio proprio in lingua italiana. Eppure quando si faceva questa
banale ma definitiva obiezione, qualcuno ti portava la musicassetta o il
disco e ti diceva: "Ascolta bene, ascolta con attenzione il ritornello.
Non dice forse: "Caro amico mio, culattone, aspettami?" Qui si scoppiava
a ridere, si ascoltava la canzone e.. capperi! Il ritornello diceva proprio
così!
Non solo, ma una
volta imparato il ritornello del "culattone", diventa praticamente impossibile
riuscire a percepire di nuovo le parole del testo inglese, che pure prima
sembravano tanto chiare.
La "leggenda urbana"
si spense da sola dopo qualche anno, tuttavia da quando Internet ha fatto
risorgere dalle tombe decine di migliaia di canzoni abbandonate nel dimenticatoio,
fra cui questa, ha
ricominciato a circolare.
A questo punto il
Cicap (Comitato italiano
per il controllo delle affermazioni sul paranormale) fece una cosa intelligente:
usò
questo brano musicale per spiegare un fenomeno psicologico, la pareidolia,
ossia la tendenza innata
nel cervello umano a riconoscere messaggi familiari e di senso compiuto
nel "rumore bianco" dei dati che gli arrivano ininterrottamente.
Proprio come un
computer con un file .mp3 o una fotografia .jpg, infatti, anche il cervello
umano interpola continuamente dati nelle lacune o nelle zone "disturbate"
per ottenere un senso compiuto.
Questa è la
causa di tante pretese scoperte "paranormali". Come per esempio i casi
della signora
che sente il marito che le parla nelle scariche della radio mal sintonizzata,
o di chi "vede" il ritratto della madonna in una fetta di toast bruciacchiato,
o volti umani scolpiti sulla superficie di Marte... Per non parlare di
messaggi satanici nelle
canzoni rock suonate al contrario, via via fino alla paranoia,
che è la condizione di chi non riesce più a concepire che
un oggetto o un evento possa non contenere alcun "messaggio nascosto".
Nel caso in questione,
il fenomeno veniva reso "credibile" anche dal fatto che la tematica gay
era allora fortemente censurata, e quindi ascoltando le canzonette, le
nostre "antenne" erano protese al massimo per captare gli accenni anche
minimali, che erano deliberatamente costruiti in modo da permettere di
negarne la presenza, in caso di polemiche.
Eravamo dunque "tarati"
in modo "ipersensibile", col pericolo di scoprire ogni tanto un
messaggio dove non c'era (come mi è stato rimproverato a
proposito di alcune delle canzonette che ho inserito in questo elenco).
Il caso di "Funkytown"
è però smaccato: ora che Youtube consente il confronto, basterebbe
notare come nelle numerose cover che questo brano ebbe negli anni
successivi, per quanto ci si provi e riprovi, il messaggio in italiano
non si riesce più a percepirlo.
Forse perché,
banalmente, manca il vocoder a rendere confusa la frase, e i cantanti
scandiscono bene le parole... Un altro complotto misterioso sparito nel
nulla!
(A chi fosse interessato
a questo bizzarro fenomeno, segnalo anche "Piangerei
per un gay (storia di un amore contorto)" (2010), esilarante trascrizione
del testo italo-romanesco... d'una canzone iraniana del cantante
Shahram Shabpareh, nonché "Ascanio
e i trans" (2011), sempre su un brano dello stesso cantante!
In inglese questo
tipo di "dirottamento del testo" è stato battezzato "mondegreen"
se involontario, e "soramimi"
se intenzionale).
1979 - Gaetano,
Rino - "Resta
vile maschio dove vai" - da - Resta
vile maschio dove vai.
Canzone umoristica
basata su un triangolo lui+lei+lei: lui in viaggio si porta dietro, oltre
alla sua lei, un'altra lei per "farsela" con comodo; ma ecco che le due
iniziano a socializzare un po' troppo, e a questo punto lui ("Non ha
senso, in tre, non si può") cerca di svignarsela.
Ottenendo la risposta
che dà il titolo alla canzone.
Molto esplicita
la copertina...
Patty Pravo ha inciso
nel 2011 una
cover di questa canzone.
1979 - Laterza,
Antonietta - Le belle signore.
Lp di canzoni femministe,
con qualche puntata (finalmente!) anche nel lesbismo, per il quale si vedano
le canzoni:
-
"Carla è una
mia amica".
Parla dell'amicizia
amorosa fra due donne, spezzata dall'arrivo di un bel ragazzo che piace
ad entrambe e che fa innamorare una delle due, Carla.
Qualche stonatura...
-
"Dove guardi".
Il testo è
ambiguo e molto aperto ad una lettura lesbica, ma è scritto
con estrema prudenza:
"Dove guardi
così lontano / pensi all'amore lo so, /
se fossi un uomo
ti amerei / troppo in questo momento, /
mentre ti giri
e sembri tutta d'oro. / (...) /
E allora mi posso
abbandonare / sulle tue spalle per farmi accarezzare /
come un bambino
da stringere / e cullare in mezzo al tuo seno /
e finalmente
/ sognare".
-
"Simona".
Ripresa della canzone
edita
nel 1975 nell'Lp: Alle sorelle ritrovate.
1979 - Le streghe - "Ballerino" (45 giri).
Ennesima canzoncina sul tema del "Balla
balla ballerino, quanto sei bono mentre balli", che musicalmente è
un clone di "Mamy blue".
Il ragazzo in pista, oltre all'esplicito
desiderio del trio femminile che interpreta questa canzone, viene "lumato"
(parola dialettale lombarda che significa "guardato con attenzione" "fissato")
"persino" (sic) dai gay:
"Persino i gay / lumano quello che
fai. /
Coi passi così / sei fantastico
sì: / anche il dj fa il tifo per te".
1979 - Leone, Nino - "Ragazzo punk" (45 giri).
Signora maestra no, non sono stato io!
Ha cominciato lui! Io non volevo metterla, ma poi i curatori del canale
Youtube "Le introvabili" hanno insistito!
Io lì a dire: "questa canzone
parla di un ragazzo punk, non di un ragazzo gay",
ma loro a insistere: ma ti sembra che la descrizione sia quella di un punk,
scusa?
"Già il complimento che, per
ben due volte, nel ritornello Nino Leone rivolge al ragazzo - "Tu sei grande,
tu sei bello" - fa suonare qualche campanellino d'allarme. In più
la descrizione è tutto fuorché quella di un punk:
"Profumo un po' pesante / la giacca
di lamé / sorriso un po' scostante / in discoteca un re. //
Il viso da bambino / il passo da leone
/ il ciuffo sul nasino / per ogni situazione".
Un punk che si profuma e usa giacche di
lamé? Avesse cantato un "ragazzo alla moda", ancora ancora ci stava.
Ma hai mai visto un punk così affettato? E aggiungi che ascoltando
i versi "Evviva i punk / magari il mondo fosse punk", qualcosa
non torna: una cultura "contro" come quella punk non cerca l'omologazione
mondiale. Sceglie di essere diversa. Ma se invece sostituiamo "punk"
con "gay"... allora funziona, nell'ottica di un ragazzo".
E sì, messa così, in effetti
la cosa è parecchio strana, come se qualcuno avesse scritto la canzone
"Ragazzo gay" (Leone di Lernia nel 1997 ne ha pubblicato una piuttosto
simile a questa, come spirito del testo, e
s'intitola guarda caso proprio "Tu sei gay"), e la casa discografica
gli avesse poi d'imperio cambiato all'ultimo istante il titolo, presa da
spavento.
Voi cosa ne pensate?
1979 - Malgioglio, Cristiano
- Sbucciami.
Questo è
fra tutti i dischi di Malgioglio quello in cui si parla di più di
tematiche omosessuali. E uno dei dischi di quel periodo ad avere uno dei
contenuti più sfacciatamente gay. Cosa che sorprendentemente allora
passò inosservata (ma a volte il silenzio è solo sintomo
d'imbarazzo):
-
02 - "Luci a San Francisco".
Generica esaltazione
di San Francisco e della libertà che vi regna. Trattandosi di una
"Mecca gay", è facile immaginare in che senso possa essere intesa
questa liobertà, tanto più che ci pensa Malgioglio (che non
sarebbe mai più stato tanto "dichiarato" quanto in questo Lp!),
a rendere esplicita la cosa: "Lasciatemi dai un'identità: / l'amore
è un delitto se non va: / un amico mi cerco io, che difenda
l'asfalto mio".
-
03 - "Mentre fuori piove"
(anche in 45 giri). Descrizione per nulla velata d'un rapporto orale con
un uomo:
"Sento le tue
spalle calde come neve, / metto un fiore in bocca / mentre fuori piove,
/ scende la cerniera lungo il suo binario, / ecco che il sipario non separa
più, / bevo un altro poco / sei di pietra tu!".
-
04 - "Regina". Un capolavoro
del camp, fin dal titolo:
"Ehi tu non sai
quel che fai / quando strappi / l'amore ci muore se vai / ma chi sei, non
vorrai rovinarmi: / regina stasera mi fai".
-
05 - ...Io, la pantera.
(Anche in 45 giri, edito nel 1980).
Credo che questa
canzone negli anni a venire sarà riscoperta e rivalutata, perché
il suo potenziale camp è tale da fare scoppiare la colonnina
del checcometro di misurazione. Neppure "Elio e le storie tese" sono mai
riusciti a immaginare un delirio di queste dimensioni, fra doppi sensi
sessuali ("Ma muoviti, dai: / guardia sarai / dei miei gioielli, / dei
miei capelli!") e semplice delirio kitsch ("Ah, fossi io
/ la pantera del cielo: / lo tingerei / tutto rosa, davvero! / Sì,
mi farei / una casa nel sole!")
Il tutto condito
da inviti amoroso a quello che è designato espressamene dalle desinenze
come un uomo:
"Ne ho amati
di peggio, / io questo lo so. /
Ma dai, scendi
giù / che ce la fai: / non stare solo / lanciati in volo. /
(...)
Sì, incasinato
mi hai: / ti sparo ora un colpo: / ho sballato per te!".
-
06 - "Orientale". Fallica
e delirante, sicuramente camp:
"Orientale /
questo amore, / orientale, mi chiama, / orientale, la lancia che strazia.
/
Orientale, /
come lo amo: / se lo vedo lo abbraccio, / se mi lascia mi ammazzo, mi ammazzo".
-
07 - "Mi arrapa l'idea".
Esplicita e un po' folle:
"Mi arrapa l'idea
/ di venire con te; /
mi arrapa l'idea
/ di far l'amore con te; /
mi arrapa l'idea
/ di ballare con te / stasera e non domani; /
mi arrapa l'idea
/ di scovarti con lei; /
mi arrapa l'idea
/ di giocare coi gay, / regalandoti a lui / poi lasciarti con lui, / stasera
e non domani".
-
08 - "Io a...". La quotidianità
e la perversione nell'amore, descritte con tono camp:
"Io amo / quello
che per voi non è giusto, / io amo quello che a voi no, non piace,
/ io amo quello che per me poi si spara. / (...) /
Io amo farmi
un trucco in forma perfetta, / io amo fargli un buco sulla maglietta, /
io amo le sue giacche, quelle sbiadite. / (...) /
Io amo i pazzi
con i vizi dei sazi / e quel serpente che ora gira su me".
-
09 - "Ernesto". Canzone
d'amore per un ragazzo, dalle rime un po' balorde, scritta per il
film omonimo ma scartata:
"Ernesto / ma
che bordello fa la mia testa / non ragiona e si tortura / e ogni notte
è la mia cattura. /
Ernesto / quanta
agonia dirti "ti amo", / ed è questo che spaventa, / come un thrilling
se non si inventa. (sic)
1979 - Milva - "I suoi
vent'anni" - da - La mia età.
Canzone molto strana
(scritta da Mikis
Theodorakis), racconto d'una seduzione lesbica (per lo meno, se interpretata
come qui da una donna), passata praticamente inosservata alla comunità
gay nonostante fosse cantata da un'artista di gran fama:
"Sta lì
/ sorride appena un po' / nuda si muove come se / fra me / e lei / ormai
/ fosse deciso".
1979 - Mina - "Sensazioni"
- da - Attila.
Poi in: Del mio meglio, 1980.
Vaga atmosfera gay,
tutta da decifrare, intorno al non meglio specificato amante.
Niente di che...
1979 - Miro - Ambiguità.
I riferimenti sparsi
all'omosessualità e il clima di questo Lp di Miro sono tali che
i responsabili del canale Youtube "Le introvabili", discutendo con me di
questo autore, si sono fatti venire un sospetto:
"tutte le canzoni
dell'Lp Ambiguità dovevano essere in origine gay, ma alcune
hanno mutato all'ultimo istante la desinenza al femminile. I discografici
cercavano probabilmente una risposta rock a Renato Zero, che come l'originale
lanciasse la pietra e poi nascondesse la mano, però con questo Lp
hanno realizzato una copia decisamente maldestra. Esempio: nella canzone
"Spia", dove un guardone assiste a un accoppiamento eterosessuale e forse
si masturba (sì, viene detto esplicitamente), Miro esorta la sua
partner a non farci caso, e a "spingere". Spingere? E che è, deve
partorire? Oppure...?
Ma è inutile
mettersi in testa di fare dietrologie postume: credo che bastino le canzoni".
Dello stesso parere
anche il
sito "Orrore a 33 giri", che parlando di questo Lp afferma:
"Ambiguità
è quasi un concept album, dove il filo conduttore è
l'omosessualità maschile; in questo caso, però, il condizionale
è d'obbligo perché se il programma iniziale era ispirato
a simili precedenti, in corso d'opera qualcuno in seno alla vedette Records
deve aver avuto da ridire, al punto che metà canzoni sono diventate
eterosessuali, con risultati grotteschi".
E il recensore Vikk
si
spinge ancora più in là di così:
"Nel complesso
un lavoro da ascoltare più che altro per genuina curiosità,
vista l'epoca in cui è apparso, perché musicalmente convince
davvero poco. Tranne un paio di lodevoli eccezioni, il lavoro non si eleva
mai al di sopra dell'aurea mediocrità, affondando decisamente nei
brani meno caratterizzati dove Miro convince poco nella parte del gaio
menestrello, come ben raffigurato nell'artwork del vinile (immortalato
come una via di mezzo tra Tomas Millian nei panni de "Er Monnezza", finito
tra le grinfie del parrucchiere di Cristiano Malgioglio prima maniera).
Un'occasione
sprecata, a nostro avviso. Chissà, forse volevano giocare a quello
che lancia la pietra e poi nasconde la mano: "Chi? Io?!". Ma nel 1979 un
Renato Zero c'era già".
Fra le canzoni allora
segnalo:
-
"Ambiguità".
Il brano che dà
il titolo all'Lp è la solita menata dell'"ambiguità" sessuale
("Lo sarò o non lo sarò? Lo dico o non lo dico? Mi butto
o non mi butto? Mi state guardando o non mi state guardando? Mi si nota
di più se lo dico o se non lo dico? Mi........"), che ha anticipato
il queer come moda per evitare il coming out puro e semplice:
"Non ti va /
questa mia ambiguità / non lo sai già più / se mi
vuoi / in un colpo hai / di più.
Io, uomo io,
/ come tu mi senti; / io, donna io, / quando tu mi difendi".
Ecchappalle: a Miro,
macchisseneeefreee...!
-
"Ladrock".
Un ladro in calzamaglia
nera, clone di Diabolik, s'introduce nella casa del protagonista, il quale
immediatamente mette in chiaro che non c'è assolutamente nulla da
rubare:
Per dimenticarmi
/ un brutto passato / buttai tutto via. /
Tranne me / non
c'è niente / che puoi portar via. /
Sì, sono
solo: / a quest'ora / chi vuoi che ci sia?
E parte l'avance:
"Sai, sei carino,
/ tutto in nero: / farei una pazzia! /
Ladro, / non
temere: anch'io son stato un ladro: /
ho rubato amore
come un ladro / ed ho approfittato dell'oscuro / dove mi sentivo più
sicuro. / (...)
Se lo vuoi /
puoi derubare me che / non ho né l'onestà, e / né
la verginità: /
non saprei /
che cosa c'è / che ti va".
.
-
"Oh no dottore!". (Anche
in 45 giri).
Un povero paziente
deve subire le pesanti avances dello psicoanalista da cui è
andato a farsi visitare, con il quale peraltro civetta compiaciuto:
"Sai, puoi guardarmi
/ non ho idiosincrasie; / se vuoi / mi spoglierò: / non ho grosse
anomalie. /
Sai, puoi toccarmi
/ non ti attacco malattie, / ma, però, il sesso no: / ho maniere
troppo mie". / (...)
"Oh no dottore
/ tieni il camice allacciato / io non so curare / ciò di cui tu
sei malato" (sic!).
Non sappiamo dargli
torto: oggi fra l'altro lo stalking è pure un reato.
Ma Miro non poteva usare una terminologia un po' meno omofobica, magari?
(Post scriptum.
A "Le introvabili" mi fanno notare una curiosità. La scena descritta
da Miro è assolutamente incomprensibile: il dottore fa una visita
generale del fisico e indossa un camice, come un medico, però poi
sottopone il paziente al test
di Rorschach, come uno psicoanalista. Ma allora cosa è: un medico,
o uno psicoanalista? E a "Le introvabili" postillano:
"Forse ai tempi
di Freud i medici della psiche eseguivano anche visite mediche generali;
però nel 1979 non più. Insomma, personalmente non prenderei
alla lettera la descrizione della scena; la prima cosa a cui ho pensato
è un gioco di ruolo medico-paziente. :-)".
Forse questo scenario
non era effettivamente nelle intenzioni di Miro, però, mettendola
così, le contraddizioni spariscono...).
Nota: di
questa canzone esiste un video d'epoca, in cui il dottore è,
senza nessuna spiegazione, trasformato in una dottoressa.
1979 - Nannini, Gianna
- "America"
- da - California.
(Anche in 45 giri).
La canzone contiene un'allusione a un
gioco di parole piuttosto stupido, che in quel periodo andava di
moda, basato sull'assonzana tra l'Africa e la f(r)ica. La Nannini vi allude
di sghimbescio battezzando qui con il nome di "America" i genitali femminili
e maschili, o per meglio dire il piacere sessuale in senso ampio.
(Lo stesso gioco, ma in modo più
esplicito, lo
avrebbe fatto anche l'io narrante della canzone "Limonata cha cha cha",
cantata da Giuni Russo nel 1984, affermando che "Stasera mi manca
l'Africa, / mi guardo intorno e non ce n'è", e lo avrebbe poi
ripetuto la stessa Nannini nel
2006 nella canzone "Mi fai incazzare", nella quale è ancora
più trasparente: "Mi fai tremare l'Africa
/ con la tua bocca sulla mia").
La canzone inizia come esaltazione della
masturbazione ("per oggi sto con me, mi basto, e nessuno mi vede / e
allora accarezzo la mia solitudine") per poi descrivere "lui" e "lei"
che toccano piacevolmente la propria "America", concludendo infine con
la richiesta, rivolta tanto a lui quanto a lei, di far sognare l'io narrante:
"Fammi sognare! - Lei, le mani sui
fianchi, come fosse l'America. / Fammi volare! - Lui, che scende e che
sale, e si sente l'America".
Ad ogni modo, non mi pare che la canzone possa
essere catalogata fra quelle con tematica lesbica, dato che il testo è
attento a specificare che "lei", nel corso delle sue attività erotiche,
è a un "lui" che pensa: "Fammi l'amore! - Lei, che pensa ad un
altro, e si inventa l'America".
Salvo poi concludere, specializzandosi
nel contraddire nella frase dopo tutto quanto è stato affermato
nella frase prima, "forte, sempre più forte... ed io sono
l'America".
A me la Nannini più che una cantante
sembra una sibilla, e non comprendo perché le mie amiche
lesbiche la tengano in tanto alta considerazione. Forse perché non
hanno mai fatto caso ai testi delle sue canzonette. Anche se ammetto che,
se ci mettessimo ad ascoltare i testi delle canzonette delle icone gay
maschili, il risultato non sarebbe poi molto migliore...
1979 - Nannini, Gianna
- "Lei" - da - California.
Questa canzone parla
di una "lei" descritta mentre racconta all'io narrante di un figlio non
nato, di luoghi e persone...
Il rapporto fra
le due donne non è chiaro se sia d'amicizia o amore, ma di sicuro
ha conosciuto momenti d'intimità fisica, come lasciano intuire versi
come:
"Solo lei, gli
occhi suoi / come stelle sulle strade / mi portavano a viaggiare, / viaggiare,
ed ero vento. / (...) /
Ero notte sul
suo seno / e sfuggivano le mani / senza più paura".
Eppure sullo sfondo
incombe la figura di un "lui",
"Lui che è
tutto, lui che è niente / lui che è sempre più importante".
Dunque la canzone è
correttamente definibile come "a tematica bisessuale". Peraltro in perfetto
accordo con quanto la Nannini ha sempre dichiarato di essere.
1979 - Pareti, Renato
- Ansio-lexo-dormipoc.
Cantante di bella
voce ma ossessionato dai gay. In questo Lp si vedano le canzoni:
-
"Ansio-lexo-dormipoc".
Il cantante si lagna
del fatto che gli "altri" cantanti hanno successo solo perché sono...,
cosa che lui non è, e giù accuse: Miguel
Bosé, Renato
Zero, Sylvester...
Infine il cantante
annuncia che lui stasera mangerà minestra... senza piselli,
però!
Trovo questo attacco
ben poco condivisibile, perché mi pare che in esso invidia e
rancore vadano ben oltre il legittimo diritto alla critica.
-
"Barbie".
Nel testo si accenna
a certe donne che:
"facevano da
sé, / perché con l'uomo no / non c'è dolcezza, oggi
no!",
però:
"io certe cose
con un altro mai! / Il mio equilibrio lo perderei".
-
"Gay".
Testo che dimostra
cosa venga fuori quando un individuo cha ha pregiudizi verso i gay vuol
dimostrarsi a tutti i costi "di idee aperte", senza avere la minima idea
di cosa ciò voglia dire:
"Gay, rughe a
zampa di gallina mai! / Metti il tuo cerone quando vuoi... / non badare
a me! /
Gay, l'eroismo
è un senso e tu ce l'hai, / tu un commediante nato sei... / ingaggiarmi
vuoi... no, no, no, no! /
Ci risiamo, /
hai quel quid di strano... / come ce l'ha un divano"
(sic!).
Conclusione:
"Io ti accetto
ma, no, no, no, no!!!".
Come al solito, in Italia,
ogni frase come "io ti accetto" o "non ho pregiudizi contro i gay" o "non
ho nulla contro gli omosessuali", è immediatamente seguita
da un "ma...".
1979 - Pupo - "Gelato
al cioccolato" - da - Gelato al cioccolato. Reincisa da Malgioglio
nel 2008 in Papaya.
Non lo dico io che
questa canzone ha un doppio senso gay (sul quale si è peraltro spettegolato
a lungo): è stato Pupo in persona a svelarlo, in un'intervista a
"Repubblica" (Roberto Incerti, Porto a teatro la dannazione del gioco,
21 marzo 2008):
"Gelato al cioccolato
<è> una canzone che mi ha scritto Cristiano Malgioglio: il suo
vero significato? Racconta un suo rapporto orale con un ragazzo marocchino...".
Nella versione cantata
da Pupo il testo è eterosessualizzato con aggettivi esplicitamente
al femminile ("Bambina, ti voglio, ti sento"), ma il testo
assume tutto un altro aspetto una volta che si adoperi la chiave di lettura
suggerita da Pupo:
"Gelato al cioccolato
/ dolce e un po' salato, / tu gelato al cioccolato. / Un bacio al cioccolato
/ io te l'ho rubato, / tu gelato al cioccolato".
La rivelazione di Pupo
è interessante anche per chi, specialmente fra i più giovani,
fatica un poco a comprendere la logica delle canzoni "cifrate" tipica di
quegli anni. Ma in quel periodo le cose funzionavano così, e gli
ascoltatori erano allenati a cercare chiavi di lettura nascoste, proprio
come chi scriveva le canzoni era abituato a nasconderle...
1979 - Revolver - "Gay"
(demo tape, poi su 45 giri)
Un gruppo punk fa
una sortita (rara, per l'Italia) nel campo della trasgressione sessuale,
aiutato dai cori in falsetto di Ivan Cattaneo.
Il testo non è
molto significativo, e una volta di più identifica il gay col travestito
(che palle!), ma almeno in questo contesto la cosa ha il senso provocatorio
che avevano i travestimenti dei primissimi gruppi gay degli anni Settanta:
épater le bourgeois e fargli sapere che i suoi diktat sul
"dover essere" avevano perso valore:
"Ho deciso, cambio
vita, / spero di riuscire ormai: / quei vestiti grigi e seri / non voglio
portarli più. /
Mia sorella ha
quattro amanti. / (...) / Lei è così buona e dolce:
/ può prestarmi i vestiti suoi! /
Ma che cosa mi
succede? / Le mie mani stan tremando; / poco a poco (sic)
mi sto trasformando!".
Certo, l'ultima frase
citata fa pensare che, più che un gay, l'io narrante sia un licantropo
o Mr Hyde. Ma immagino che la provocazione fosse voluta...
1979 - Riondino, David
- "Samba '78" - da - David Riondino.
Canzone "impegnata"
che contraddittoriamente denuncia l'emergere di un "conformismo dell'anticonformismo"
negli anni del "riflusso" post-sessantottesco. Fra i bersagli del cantante:
lo chic della diversità obbligatoria:
"Esser diversi
è un vanto, è un prezioso vezzo quel certo neo, / sogni di
risvegliarti un mattino negro omosex ebreo, /
serpeggia l'imbarazzo
di esser scambiati per normali: / "Sai cara, sono diverso", "Sai caro anch'io,
come siamo uguali!"".
1979 - Tamara - "Tango
diverso" - Sigla finale del film: La
patata bollente. (Anche in 45 giri).
Il testo non contiene
nulla d'esplicitamente omosessuale anche se, nel contesto del film, assume
chiaramente un significato di questo tipo, dato che allude puntualmente
alle azioni che i due protagonisti stanno compiendo (lo si nota meglio
cercando su Youtube lo
spezzone in cui i due ballano proprio sulle note di questo tango):
"Tango languido,
e sia, / contro l'ipocrisia: / dare scandalo è l'unica via! /
Poi diverso chi
è? / posso dirlo di te / ma puoi dirlo di me? /
Tutti gli occhi
per noi: / metti un bacio all'occhiello e poi / rose rosa per te. /
Che male c'è:
/ quel rossore cos'è?".
Un bel brano, a suo
modo coraggioso nel contesto del film per cui è stato scritto, anche
se è inevitabilmente condannato a sembrare anodino se ascoltato
al di fuori di quel contesto.
1979 - Le Sorelle
Bandiera - "Rimmel & cipria" - (45 giri).
Anche in questo
45 giri delle "Sorelle
Bandiera" nulla di apertamente gay.
1
1979 - Le Sorelle
Bandiera - "Bella come me non hai avuto mai nessuno" - (45
giri).
Sigla tv de "L'altra
domenca". Non ha tema gay.
1979 - Timothy
e Luca - "Due" - (45 giri).
Uno dei prodotti
in assoluto più bizzarri di quel periodo.
Due uomini, palesemente amanti, stanno
in un'automobile. Questa è l'ennesima
"orgasmo song" all'italiana, dunque i due parlano e non
cantano, anche se sullo sfondo va per conto suo una fastidiosa musichetta
uacciuoniuoniuoni, che oltre tutto è a volume troppo alto,
al punto da rendere difficile capire cosa si stiano dicendo i due.
Vi aiuterò rivelando che uno sta
confessando all'altro di averlo appena reso felicemente cornuto:
"Mi ha fatto spogliare / e mi ha detto:
'Apri la bocca' / e ho fatto... ho fatto così! / Ti dispiace?
/ Io faccio quello che mi pare!" /
"Fammi scendere!" /
"Sono un fuoco!" /
"Si, sì, ho capito! Fammi scendere!"
Segue sclerata del neo-cornificato che riafferma
il principio che "Tu sei mio! Mio!", riconsacrazione forzata del
corpo violato ("Ci possono vedere!". "Mi frega: lo sanno tutti, di noi
due!"), gemiti di "Amore, perdòno", lacrime del colpevole
pentito (non scherzo!), e tarallucci e vino...
Tutto ciò mentre il pestilenziale
uacciuoniuoniuoni impesta le orecchie per conto suo, implacabile.
Esiste un limite oltre il quale l'assurdo
diventa sublime, e questo disco lo ha superato. La sua sola esistenza è
un mistero trascendentale.
Immaginate infatti di essere un produttore
musicale. Vi arriva un tizio e vi dice: "Ho un'idea per un disco. Due
finocchi stanno parlando in una macchina, e uno dei due dice all'altro
che lo ha reso cornuto andandosene in giro a spo***are la gente, e l'altro
si mette a piangere. Che ne dice, lo facciamo, questo disco?".
Il fatto che sia stato fatto, implica
che qualcuno abbia detto di sì. Come ciò sia stato possibile
va però al di là della comprensione umana.
Questo disco è perciò un
miracolo, e come tale è un segno dell'intervento divino nella realtà
umana.
Adoriamolo, quindi, come epifania dell'ineffabile.
La lingua umana non possiede parole per giudicare adeguatamente questo
prodotto, tanto è "fuori scala" nel campo dell'estetica (il kitschometro
esplode, se solo si prova a misurarlo).
Timothy e Luca santi subito!
1979 - Triangolo
- Triangolo.
Di questo raro Lp
il sito "Orrore a 33 giri" lascia intendere fra le righe che avrebbe un'ispirazioe
gay-kitsch, ma a parte il fatto che comprendere le parole è
piuttosto arduo, i testi sono per lo più demenzial-paradossali,
senza nessun vero e proprio riferimento alla tematica lgbt. Il testo stampato
sulla copertina contiene però aforismi, che vorrebbero essere nicciani
ma sembrano più frasi da anti-Baci Perugina, che esprimono una pesante
disprezzo verso le donne e che, insomma, qualche sospetto lo suscitano:
"Gli uomini sono
stupidi e le loro donne ancora di più. Gli uomini respirano
e non si chiedono perché, nemmeno cosa mangiano e cosa bevono.
(...)
Gli uomini parlano
d'amore, gli uomini parlano di Noi Esseri Triangolo, ma dicono cose strane
sul nostro conto, gli uomini sono matti, certo. Ci sputtanano per l'universo,
gli uomini pisciano, eiaculano, piangono come veri mostri, ma loro indifferenti,
loro si ricompongono. (....)
Gli uomini dormono
e si svegliano, come le loro donne, che sono ancora più oziose
e stupide".
Due sono le canzoni
che si avvicinano maggiormente a scoprire il gioco in senso lgbt:
-
02 - "Km 94".
Secondo
"Orrore a 33 giri" questo brano,
"uscito anche come singolo, è
il brano più accessibile e "radiofonico": una disco-rock dai forti
accenti new wave dominata da un'interpretazione vocale sopra le righe su
liriche psichedelico-visionarie".
E come chiarisce un post nello stesso sito,
il brano è dedicato a un motociclista,
"tale John Schmitt che, insieme al
suo amico Felipe Hugues, decise di suicidarsi il 27/10/79 lanciandosi nel
vuoto con la sua Harley dal Km 94 della Freeway 101 in California".
Il testo dice fra l'altro:
"Goodbye for now, caro John / non ti
dimenticherò, / magari ti scriverò, /
se posso telefonerò, / in un
modo o in un altro / qualcosa farò. /
Ma certamente... / il nostro super-volo
/ un supervolo, un supervolo è".
-
04 - "Wake up man".
Oddio, non è
che questo brano prenda proprio il toro per le corna, comunque anche girandoci
un po' attorno alla fine ci arriva, incitando un ragazzo o uomo, al grido
di "svegliati!" (questa è la traduzione del titolo), a verificare
"Cosa nasconde l'altra faccia della medaglia":
"Wake up man,
forza, dimostra a te stesso chi sei! / Wake up man, fuori la grinta, al
mondo cosa ci fai? / (...) /
Questa umanità
di razza / risplende di diversità! / Non avere più paura
di essere così come sei dentro... / Non avere paura!".
Il coretto, molto camp, è lievemente
stralunato, cosa che non rende propriamente agevole la comprensione del
testo...
1979 - Urgu, Benito
- "Filodiffusione" (45 giri).
Brano di cabaret,
destinato a un ascolto one-shot.
Più che una
canzone è una specie di sketch umoristico con sottofondo
musicale, interamente costruito sui doppi sensi.
Il titolo deriva
dal sottofondo di musichetta insulsa, del tipo di quelle (antenate della
musica Chillout)
che in quegli anni la filodiffusione
propinava negli studi professionali.
Su questo sfondo,
due persone si parlano. Uno dei due (molto effeminato e scheccante) promette
che sarà dolce e non farà male all'altro, per il quale è
"la prima volta", e che invece sente male. Allora si ricorre a un'opportuna
pomata che toglie il dolore e lascia solo un piacevole solletichino.
Alla fine la faccenda
arriva a conclusione, ed apprendiamo che era "grosso e lungo".
E che si trattava
in realtà di...
Non posso dirlo,
per non togliere la sorpresa, che è l'unico elemento che tiene in
piedi il brano, che non regge a un secondo ascolto (la musica è
insulsa, la registrazione decisamente sbilanciata e casereccia).
Però alla
fine una risata la suscita... a chi non avesse ancora capito di cosa si
trattava.
<---
1978
- vai al - 1980
--->
Inedito.
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