Il gay canzonato.
Un elenco di canzonette
a tema l, g, b & t:
di: Giovanni Dall'Orto
1981
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Saggio
sull'omosessualità nella canzonetta (prima metà).
Saggio
sull'omosessualità nella canzonetta (seconda metà).
Schede
di canzonette italiane - 1920-1976.
Schede
di canzonette italiane - 1977-presente:
1981
1981 - Baiguera, Angelo - "Alto snello e cretino"
- da - Angelo Baiguera.
I responsabili del canale Youtube "Le
introvabili" mi segnalano questo autore (le cui canzoni sono purtroppo
di difficile reperimento) che a quanto pare ha inserito doppi
sensi gay ben occultati nelle proprie canzonette.
"Alto snello e cretino" è a loro
giudizio quella con il testo più esplicito, dato che parla senza
giri di parole d'un amore adolescenziale fra l'io narrante e un giovane,
idealizzato per la "liberazione" che ostentava, ma che col distacco del
poi si rivela essere stato nient'altro che quel che dice il titolo.
E già la prima stanza del testo
contiene un'allusione (alla data della Giornata
mondiale dell'orgoglio gay) che fornisce la chiave di lettura: questo
è un amore gay, e non un'amicizia di scuola: "Giovedì
28
giugno: / se il Sole sparisse / sarebbe la stessa cosa".
Il testo prosegue con la storia della relazione,
descrivendola a volte in modo chiaro, a volte invece velandola di metafore:
"La vecchia casa: / quanto amore ho
cercato / nei tuoi cassetti o sulle tue finestre. //
Lui, alto snello e cretino, / che parlava
di libertà, / liberazione e coppia aperta". // (...) //
"Lui aveva imparato a liberarsi / il
corpo e la mente / in una serie di meditazioni a puntate. //
E lui colpiva sempre / il suo bersaglio,
/ fra molta ammirazione".
Ma alla fine della storia, dopo avere anche
recitato nel "circo", di fronte a lui spettatore, l'io narrante scopre
di provare solo "rabbia o indifferenza".
Un brano strano, che è ancora più
strano riscoprire ora dopo tanti decenni, visto che all'epoca non fu notato
dagli ambienti gay che frequentavo, e che pure era avido di conoscere a
far circolare qualsiasi novità. Forse Baiguera era stato un attimino
troppo bravo a nascondere le sue allusioni...
1981 - Baiguera,
Angelo - "È proprio lui" - da - Angelo Baiguera.
Canzonetta rock-and-roll sul rapporto
d'un campione sportivo con i tifosi; secondo i curatori de "Le introvabili"
è "sicuramente autobiografica, dato che Angelo Baiguera, prima
che cantautore, è stato campione di pallacanestro".
Finché ci sono i successi, la gente
lo idolatra:
"Guardatelo che passa, / guarda che
bello, che tenebroso, / e chissà che passato avrà. /
(...) /
Per un suo bacio o un solo sguardo
/ chissà cosa darei".
Ma non appena le performances sportive
sono meno brillanti, arrivano critiche e insinuazioni, anche di omosessualità:
"Mangia, beve e dorme / con chi proprio
non si sa. / (...)
Non voltatevi a guardarlo, / guarda
che brutto, sembra frocio, / e poi chissà che passato avrà".
1981
- Banco [del mutuo soccorso] - "Baciami Alfredo" - da - Buone
notizie.
Il
mondo è così grigio ed inquadrato... E allora, per vivere
un po' meglio:
"Baciami,
Alfredo, / baciami, ti prego. /
Amami,
Alfredo / amami, ti prego. /
Chiudi
gli occhi / e non sognare, Alfredo".
1981 -
Banfi, Lino - "Benvenuti a 'sti frocioni" - dal film - Fracchia
la belva umana.
Breve
stornello pecoreccio estratto da un film comico, che ha circolato autonomamente
sul peer-to-peer:
"Benvenuti
a 'sti frocioni / belli e grossi e capoccioni / e tu che sei un po' fri-frì
/ e dimmi un po' che ci hai da di'".
Lo spezzone
del film con la scena si
trova con facilità su Youtube.
A
quanto pare, la scena, nonostante il suo cretinismo (o dovrei dire, "grazie
al suo cretinismo"?) ha incontrato il gradimento del popolo italiota.
Al
punto che nel 2010 è
stata creata anche una versione "dance" di questo stornello, dopo che
nel 2007 era già stato inglobato integralmente nel brano rap
"Benvenuti"
degli Zozzoni de noantri.
1981 -
Cattaneo, Ivan - "Coccinella (il primo travestito)" - da - 2060 Italian
graffiati.
Alla
ricerca d'un successo presso un pubblico meno elitario di quello che l'aveva
seguito fin lì, Cattaneo deve abbandonare la tematica gay, anche
perché questo Lp (che sbalzò inaspettatamente al successo
il cantante) è una raccolta di covers di canzoni degli anni
Sessanta, riarrangiate.
Cattaneo
non rinuncia però alle marachelle, e nel mazzo infila sbadatamente
- riscoprendola - questa canzone
di "Ghigo" Agosti, del 1959, ormai dimenticata, per la celebre transessuale
degli anni Cinquanta. L'arrangiamento è nuovo di zecca e i versi
sono stati ritoccati dall'esuberante cantante bergamasco, che ha aggiunto
di testa sua alcuni versi come:
"Tu mi piaci di più
se non ti vesti di blu:
se ti metti in minigonna
puoi sembrare anche una donna".
Questa
recensione segnala inoltre ulteriori marachelle più o meno subliminari
dell'Lp: nel brano "Una zebra a pois / Tintarella di Luna" è "memorabile
il ritornello in bergamasco: "ciàpel sotto e fa'l balà"
(ovvero: "piglialo sotto e fallo ballare").
Inoltre,
"alcuni
brani, cantati da Ivan, sembrano veri pezzi gay, come "Stessa spiaggia
stesso mare", brano che qui diventa un reggae, dove (sic) sembra
si aspettino due uomini, "Che colpa abbiamo noi" dove l'essere diversi
non è più essere capelloni ma essere diversi, appunto. Nel
testo "OK" diventa "OH GAY", per intenderci".
1981 -
Dalla, Lucio - "Ciao a te" - da - Q disk.
Riappare
più e più volte la frase: "Ciao a te, ed al tuo figlio
finocchio" (tant'è che, curiosamente, qualcuno pensa che sia
questo il titolo della canzone!), e inaspettatamente anche la frase: "Ciao
amore mio" (rivolta a un uomo).
Devo
dire che è curioso il modo in cui Dalla ha sempre fatto piccoli
cenni di coming out nelle sue canzoni, riuscendo nel contempo ad
evitare per tutta la sua carriera che la questione della sua sessualità
diventasse materia per il tritacarne dei settimanali di pettegolezzi.
Ma
credo che questo suo modo di affrontare la cosa, sia pur non immune da
una dose di compromessi, dimostri come, volendolo, i cantanti italiani
avrebbero potuto gestire con dignità la questione della loro vita
affettiva, senza essere costretti a ridicole esibizioni di eterosessualità
obbligatoria. Semplicemente, Dalla mantenne privata la sua vita privata,
evitando di costruire una falsa vita eterosessuale da ostentare in pubblico
e davanti ai paparazzi.
Della
sua relazione con un giovane cantautore si spettegolava lo stesso, vero.
Ma non mi risulta che la cosa abbia mai nuociuto a lui, o al giovane cantautore.
1981 -
Fortis, Alberto - "Sailor" - da - La grande grotta.
Invocazione
per un marinaio (in inglese: sailor) vagabondo:
"Sailor
mi mancherai, / sailor vela che vai / ti aspetterò / la notte sa.
/ (...) / Sailor abbi pietà, / sailor toccami e va', / dolce
verrai".
1981 -
Goggi, Loretta - "Assassina" - da - Il
mio prossimo amore.
Una
fag hag innamorata d'un gay, che le preferisce altri amori e la
trascura (il sole al tramonto promette amore, lamenta l'io narrante, ma
"non per me / magari non per me") prova il desiderio di sperimentare
a sua volta una scorreria sull'"altra sponda":
"E
mentre scrutavo il suo viso / truccato con poco colore / volevo scoprire
un mistero / e un altro tipo d'amore. /
E
sono sicura che lui / non mi avrebbe capita: / mi avrebbe guardato / chiedendomi
se ero cambiata".
E la protagonista
si giustifica spiegando di volerlo fare per meglio capire la visione del
mondo di lui:
"Non
che io sia assassina, / maliziosa, curiosa di amori un po' strani, /
non
che io sia perversa / (...)
/ non che io sia diversa, / ma vorrei capire il suo mondo domani".
In alternativa,
è possibile interpretare il testo come la giustificazione d'una
donna che desidera avere una relazione con un uomo che sa essere omosessuale,
e che spiega tale stranezza accampando il desiderio di voler "scoprire
un mistero / e un altro tipo di amore".
Se
si preferisce questa seconda lettura del testo (che come era comune all'epoca,
è allusivo e reticente, e mai esplicito) le allusioni a "curiosità
di amori un po' strani" eccetera si riferiranno allora proprio all'amore
d'una donna per un uomo dichiaratamente gay.
Ognuno
decida per sé quale sia l'interpretazione più plausibile.
1981 -
Greco, Gianni - "Donna
più donna" - (45 giri).
Questa
grossolana canzone, dal testo tranciato con l'accetta, esprime le
fantasie eterosessuali maschili sul lesbismo, con una crudezza e una chiarezza
che per motivi di decenza intellettiva oggi ben pochi oserebbero ormai
usare (anche se poi a pensarla come il cantante sono ancora in moltissimi).
La
sua "lei" è sempre più attratta dalle altre donne e si chiede
se possa passare dal desiderio all'atto, e il fidanzato le risponde che
si può fare, ma solo a patto che "lui" possa fare il guardone e
"toccare un po'".
Anche
perché una donna non è una "vera" donna senza la presenza
del Maschio:
"Essere
donna non ti dà il diritto di pensare / che un'altra donna ti può
dare quanto io ti posso dare. /
Ma
per un capriccio o per un errore tu non hai pensato a un trio / sarà
un pasticcio senza sapore, se non intervengo io. /
Tu
ricominci: "Vorrei..." / Io ti interrompo: "Senza
di me che donna sei?".
1981 -
Greco, Gianni - "Tommi"
- (45 giri).
Orribile
storiella pietosa del ragazzo che spregiando la ragazza che in classe langue
per lui ha deciso di bidonare il loro primo appuntamento, per vestirsi
da donna e andare a cercare uomini.
Ma
nello scendere da casa di corsa gli si spezza il tacco e deve fare marcia
indietro. Al che Greco lo consiglia:
"Tommi,
quella ragazza a scuola, / Tommi, non la lasciare sola, / Tommi, è
innamorata di te. / (...) /
Tommi,
il primo appuntamento, / Tommi, sarà forse un tormento, / Tommi,
ma poi ringrazierai / quel tacco rotto, Tommi".
Della
serie: basta fare un piccolo sforzo, poi all'eterosessualità ci
si abitua e non fa più tanto male come all'inizio...
Gianni
Greco qualche anno dopo avrebbe recidivato, scrivendo nel 1984 "L'elefante
gay", in cui riappare la sua equazione secondo cui gay = travestito.
1981 -
Guccini, Francesco, "Bologna" - da - Metropolis.
A
distanza di tanti anni è ovviamente troppo pretendere che sia apprezzato
ancora il piccolo cenno fatto da questo cantautore di sinistra alle
furiose polemiche in corso in quell'istante sulla concessione
di una sede al "Circolo 28 giugno" a Bologna (effettivamente ottenuta solo
il 24 giugno 1982), laddove nel descrivere la sua città si lascia
scappare un "Bologna bambina perbene / Bologna busona" (cioè,
in bolognese, "frocia").
Ma
questo piccolo cenno era insolito, all'epoca, e quindi tanto più
prezioso: riconosceva il fatto che anche "noi" esistevamo e facevamo parte
della vita delle nostre città.
1981 -
I semper alégher - "Metamorfosi" - da - Te offri ona canzon.
Gruppo
umoristico che cantava in dialetto milanese. La canzone, piuttosto stupidina,
descrive un uomo che per dolori al ventre va dal medico, il quale gli mette
un dito dietro.
Il
paziente ci prende talmente gusto, che una volta guarito gli resta "on
hobby ben definì": ora lo si trova la sera sotto un albero,
e chi lo vuole chiamare usi il suo nuovo nome: Maria...
1981 -
Malgioglio, Cristiano - Artigli.
Uno
degli Lp più gay (e camp, e kitsch) di quegli anni.
Se ne vedano le canzoni:
-
"Caro
direttore". Lettera al "direttore" che cura la "Posta del cuore" d'un periodico,
a cui lo scrivente racconta i suoi patemi d'animo per una donna... ma è
una donna? Sì, lo scrivente dice "Io bilancia, lei scorpione:
un segno che non va con l’amore", però è anche vero che
si rivolge al "caro direttore" dandogli del "lei"... quindi potrebbe essere
il direttore stesso l'oggetto delle sue attenzioni!
Del
resto è lo scrivente stesso ad ammettere di avere un "amico" (o
ex-amico), termine molto usato in quel periodo come eufemismo per "partner
fisso omosessuale":
"E
pensare che ho avuto tutto / una casa di sogno / un lavoro interessante
/ e un amico ce l'ho... / o forse no...".
(Nota:
nel 1992 la musica di questa canzone è stata riciclata per l'agghiacciante
"Caro Berlusconi"...)
-
"Giornalista".
Più che una canzone, una scheccata molto camp. Non si fatica
ad immaginare che la Diva che parla sia un alter ego del super-divistico
Malgioglio:
"Giornalista
per il tuo giornale / aggiungi pure ciò che ti pare / se tu credi
puoi prendere appunti, / ma ti prego, cerca tu gli spunti / altrimenti
non do l'esclusiva: / dopotutto io ti servo / sono una Diva, / una Diva".
E quando
sarà vecchia,
"avrà
un amore, la Diva famosa / pardon, ex famosa".
-
"Marlon".
Canzone d'amore per l'attore Marlon Brando, "tradito solo con James
Dean":
"Marlon
/ ho tentato un suicidio una sera per L'ultimo
tango / la mia mano toccava il mio corpo, stava quasi morendo; /
sto danzando col poster sul petto, a ritmo di mambo".
-
"Quale
appuntamento". Non è specificato il sesso della persona a cui il
cantante parla, e a cui dice:
"Hai
dato appuntamento / al solito uomo / al solito corpo / al solito Dio. /
Hai dato appuntamento / per un incontro fino a non poterne più".
1981 -
Vanoni, Ornella - "Per un'amica" - da - Duemilatrecentouno
parole; poi in - Noi, le donne, 2003.
Canzone
di sorellanza per un'amica sposata (ma non contiene nulla di esplicito).
1981 -
Zero, Renato - "La stazione" - da - Artide
Antartide.
Vi
appare
"una
checca simpatica che / vuole solo svoltare una notte d'amore / col suo
macchinista".
Qualunque
cosa voglia dire in lingua italiana "svoltare una notte"...
1981
- Zero, Renato - "L'ammucchiata" - da - Artide Antartide.
Tutti
i problemi della coabitazione a due, con un coinquilino, il cui sesso non
è comunque specificato.
<--- 1980
- vai al - 1982
--->
Inedito.
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