Il gay canzonato.
Un elenco di canzonette
a tema l, g, b & t:
di: Giovanni Dall'Orto
1985
<--- 1984
- vai al - 1986
--->
Saggio
sull'omosessualità nella canzonetta (prima metà).
Saggio
sull'omosessualità nella canzonetta (seconda metà).
Schede
di canzonette italiane - 1920-1976.
Schede
di canzonette italiane - 1977-presente:
1985
Dopo
l'interesse un po' anche morboso degli anni precedenti, il tema realtivamente
inflazionato dell'omosessualità inizia improvvisamente ad apparire
meno attraente per i cantanti, e a partire dal 1985 per tre o quattro anni
uscirà meno d'una decina di canzoni sul tema l'anno, con un picco
negativo nel 1988.
Poi il trend in ascesa ricomincerà.
1985 -
ACTH - "Transex" - da - L'Italia s'è desta.
Non
ho purtroppo rintracciato online il testo e neppure il Cd, ed ho
potuto ascoltare questa canzone solo attraverso "Youtube", col risultato
che non riesco a capire cosa dica il (breve) testo, tanto per cambiare
soffocato dal fracasso della batteria e (un po' meno) delle chitarre elettriche.
Comunque vi si parla di "trasgressione" e robe del genere.
[Sarò
grato a chi fosse in grado di
aiutarmi a procurarmi il testo].
1985 -
Alice - "Prospettiva Nevski" - da - Gioielli
rubati. (Anche su 45 giri).
Ripresa
della
canzone di Battiato.
1985 - Battiato, Franco - "Chan son egocentrique"
- da - Mondi
lontanissimi. (Nota: la canzone era
già stata incisa fin dal 1982 da Battiato in duetto con Alice
nell'Lp Azimut
di Alice).
Tutte le canzoni di Battiato che
affrontano i temi gay lo
fanno in modo "cifrato": per trovare la tematica occorre decifrare
gli indizi e mettere assieme il puzzle. In caso contrario, nisba.
Paradossalmente la presente canzone assume
un qualche significato solo se si usa la chiave di lettura gay,
permettendo alle frasi senza senso affastellate nel testo di ricomporre
un quadro grosso modo coerente, pur nel deliberato nonsense
di Battiato.
Si prenda l'inizio, che è in inglese:
"Avenue Park: / la mia vita nel buio.
/ Io, assieme a me. /
Tu sorridi / per lo stile arabo? /
A me piace. /
I ragazzi di Miami Beach: / bambini
con giocattoli"
(e in inglese "toys" indica anche l'oggettistica
sessuale).
Lo si sommi a frasi (sempre in inglese)
come:
"Central Park / faccio l'amore nel
buio".
E si concluda con le frasi finali:
"Mi dice: / "Sui seni nudi / muoio
d'amore. / Quando vedrai la mia ragazza / dille che io l'amo"".
che sembrerebbero un dialogo intimo con un
uomo eterosessuale. (E ci si chiede quanto "intimo", e quanto "eterosessuale").
Il senso di questo viavai nei parchi spiega
la
canzone "New frontiers", incisa nello stesso anno della versione
della presente canzone in duetto con Alice:
"Uomini
innocenti / dagli istinti un po' bestiali / cercano l'amore dentro i parchi
/ e lungo i viali".
Insomma,
stiamo parlando di "battuage" nei parchi di New York, ok?
Ovviamente neppure in questa canzone, come
in tutte le altre di Battiato, il tema gay è affrontato in modo
esplicito e chiaro. Ma ogni artista è fatto a modo suo.
1985 -
Borgia, Stefano - "Se ti senti veramente un amico" - (45 giri).
Canzone
per un amico, presentata al Festival di Sanremo 1985, che descrive un'amicizia
che sconfina nel sentimento amoroso o quasi.
All'epoca
passammo noiosissime ore a discutere sul tremendo quesito: ma è
una canzone gay, oppure non lo è? Ammicca, o non ammicca?
Be',
qualunque cosa volesse fare il cantante, alla fine una cosa almeno gli
riuscì benissimo: passare inosservato.
"E
se ti senti veramente un amico non tradirmi mai, / e se hai qualcosa dentro
al cuore da dirmi / dilla quando vuoi / (...) /
Però
stammi accanto sempre, ogni volta, / soprattutto se mi sento giù,
/
quando
la notte va tutta storta / una notte può trovare la svolta / se
con me ci sei tu".
1985 -
De Gregori, Francesco - "A Pa' " - da - Scacchi
e tarocchi.
Dedicata
all'uccisione di Pierpaolo
Pasolini da parte di un prostituto:
"Non
ricordo se c'era la luna / e né che occhi aveva il ragazzo /
ma
mi ricordo quel sapore in gola / e l'odore del mare come uno schiaffo".
De Gregori
ha scelto d'essere evocativo e di non descrivere o narrare l'episodio:
del resto la canzone è brevissima (dodici versi in tutto).
1985 -
Fornaciari, Zucchero - "Stasera se un uomo" - da - Zucchero
& the Randy Jackson band.
L'omosessualità
in questa canzone entra solo come gustosa iperbole, per descrivere a quale
livello sia arrivata la solitudine e lo spleen esistenziale dell'io
narrante della canzone:
"Stasera
se un uomo mi toccasse / forse non protesterei: /
è
tanta la mia delusione che / non c'è una scelta che è rimasta
in me, /
e
quindi se qualcuno mi accarezzasse un poco, / non saprei dire di no".
1985 -
Litfiba - "Lulù e Marlene" - da - Desaparecido.
A
quanto mi è stato detto la canzone dovrebbe parlare d'una relazione
lesbica, ma il testo è talmente ermetico (o forse, più banalmente,
scombinato) che sono costretto a credere sulla parola di chi me
l'ha detto per vederci qualcosa di allusivo al lesbismo: io personalmente
non ce lo trovo affatto.
"Lulù,
/ ogni ora persa / è una ferita / che si apre in volto a noi. //
Marlene,
/ quanto odio ho visto, / quante ferite. /
Alla
mia anima persa Marlene / suona la ribeca".
La canzone
è stata riproposta
da Dolcenera nel 2005.
1985 - Mingardi, Andrea - "Transessuale" -
da - Eccitanti
conflitti confusi.
I curatori del canale Youtube "Le introvabili",
nel segnalarmi questo brano, me lo hanno così commentato:
"Piccolo sfogo: Mingardi quando canta
"Pus", una presa in giro dei punk dell'epoca, oppure "C'è un boa
nella canoa", o quando fa i duetti in dialetto bolognese, lo reggo. Non
è un genio delle sette note, ma ha il suo perché. Quando
vuole fare il cantante serio, invece, sforna boiate inascoltabili come
questa. Quindi, se vuoi ascoltare ciò che dice il testo, prego.
Io ci rinuncio".
In effetti la canzone, che nel testo affastella
a casaccio frasi nonsense, si limita a tener fede al proprio titolo
solo in un paio di frasi, oltre tutto non molto dotate di significato:
"Un transessuale innamorato di un pianista
a Detroit / con dieci mogli belle grasse e sudate di petroil, /
in una casa senza numero a Hong Kong,
/ in un albergo crivellato a Beirut".
Eppure, nonostante il delirio, questa canzone
un qualche senso, apparentemente, dovrà pure averlo avuto, se Mina
ne ha voluto inciderne una
cover nel 2006 col titolo "Sull'Orient Express".
(Io però non ce lo trovo).
1985 -
Squallor - "Bagno Aurora" - da - Tocca
l'albicocca.
Canzone completamente dissennata in cui
viene rievocato uno stabilimento balneare dove i due cantanti che duettano
erano soliti vedersi da ragazzi e avere rapporti sessuali. Ovviamente nella
cabina sedici (che nella
"smorfia" del gioco del lotto è il numero corrispondente a 'o
cu*o):
"Nella spiaggia si verificò
lo sbarco di Anzio e qualche altro episodio terrificante, ma il Bagno Aurora
era un continuo
vaivaivaivaivaivaivaivaivaivaivaivaivai,
e il Bagno Aurora fu famoso per questo, e anche per altro".
La coppia termina chiedendosi:
"A: A sessant'anni si può amare...
B: ... per dire - come a diciotto o
forse più...
A: ... come a diciotto o forse più...
B: (Ma l'anca non ti fa male?) ...
ma la cabina tredici (No, è sedici... fa niente!), / il nostro buco,
non c'è più!
A: Vuoi questo?"
E tanto basti...
1985
- Squallor - "Trasporto d'amore" - da - Tocca
l'albicocca.
Splendido delirio nonsense, totalmente
"fuori di testa", su un uomo (anche se a tratti parla di sé al femminile)
che s'innamora d'un tranviere:
"Mi sono innamorato d'un tranviere.
Fa la linea ventiquattro. / Ogni giorno lo aspetto alla fermata obbligatoria...
e lui la salta. /
Ha preso quattro multe, anche il sindaco
l'ha voluto conoscere perché salta sempre le fermate dove sono io".
(...)
Quanta guaje ch'aggia passat' p'o tranviere,
mannaggia! / Questo sfogo me lo permettete, che viene fuori tutto il mio
Sud! / Altro che milanese e milanese... /
Ma all'anima 'e chi t'è mmuort',
m'è rovinat'a vita, tranviere 'e mmerda!".
Però adesso l'io narrante ha appena
incontrato un vigile.
"E io quasi quasi... ci sto... me lo
combino... / Ma ho paura del futuro. / Sono stata un po' sfortunata nella
mia vita, non vorrei rincorrere in un altro mezzo non mio. / Ma ch'amma
fa'... S'adda pure chiava'... / E allora io il vìggilo me lo tengo".
Esilarante!
1985 -
Vecchioni, Roberto (con O. Vanoni) - "Gaston e Astolfo" - "1099 " - da
- Bei tempi.
Si
tratta di due canzoni: l'una è il seguito dell'altra.
La
prima è una canzonetta scherzosa su due crociati:
"E
quando so' partiti li crociati / con mille e mille e mille bei vestiti
/ Gaston francese e Astolfo l'italiano / s'innamoraro d'un amore amaro"...
La seconda
("1099") è il seguito di "Gaston & Astolfo": Astolfo, ormai
vecchio, ricorda i giorni trascorsi con Gaston:
"Il
male non è stare senza donne / di puttane ne ho da non poterne più,
/ il male è quella finestra / dove dietro c'è la donna che
eri tu".
Ed è
stupefacente che un cantante della fama di Vecchioni abbia potuto pubblicare,
senza creare scandalo, canzoni esplicite come questa.
1985
- Vecchioni, Roberto (con O. Vanoni) - "Livingstone" - da - Bei
tempi.
Stavolta
la domanda che mi faccio sempre, "Ma come ha fatto Vecchioni a pubblicare
canzoni tanto sfacciate, senza che nessuno alzasse mai un sopracciglio?"
ha una risposta semplice, dato che la canzone è costruita sull'ambiguità
perfetta, utilizzando tre personaggi: un "lui" che canta, un "ragazzo
col costume da bagno arancione", ed una "lei" che gli stira le camicie
e stravede per lui. Che la contraccambia.
"E
lui ride beato d'amore / ed io non riesco a dormire / e ogni notte lo sento
cantare".
L'io narrante
sta male per questa situazione, ed ovviamente gli ascoltatori etero hanno
tutti immediatamente pensato al fatto che "lei" sia la compagna dell'io
narrante, anche se ciò non è mai detto nel testo,
e che "lui" soffra perché la vede corteggiare il ragazzo.
Tuttavia
il testo è costruito sapientemente, con un'ambiguità perfettamente
dosata, per suggerire che l'io narrante sia geloso di lui (che ha
"dimenticato un amico" per una donna) non certo di lei:
"E
corre col pallone di gomma / ma lo sa che è in età da marito
(sic!) / e in fondo / basterebbe una donna / per dimenticare un
amico".
E se forse
a qualcuno è sfuggito, faccio notare che in italiano l'"età
da marito" è quella in cui una ragazza (non un ragazzo!)
può legittimamente cercarsi un uomo... Applicata "sbadatamente"
a un ragazzo, questa definizione ci indirizza quindi più a una chiave
di lettura gay che a una chiave di lettura etero.
Insomma,
questa è una canzone dal motivetto simpatico, e molto divertente
per questo gioco di specchi costruito con abilità. Ascoltatela.
<--- 1984
- vai al - 1986
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