Il gay canzonato.
Un elenco di canzonette
a tema l, g, b & t:
di: Giovanni Dall'Orto
1987
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- vai al - 1988
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Saggio
sull'omosessualità nella canzonetta (prima metà).
Saggio
sull'omosessualità nella canzonetta (seconda metà).
Schede
di canzonette italiane - 1920-1976.
Schede
di canzonette italiane - 1977-presente:
1987
1987 -
Barbarossa, Luca - "Roberto" - da - Come
dentro un film.
Secondo
le dichiarazioni del cantante ai giornali il ragazzo protagonista di questa
canzone dovrebbe essere un omosessuale, ma a dire il vero qui si trova
solo amor di mamma eccessivo, timidezza morbosa, mancanza di virilità,
e soprattutto incapacità di rapporto con le donne.
Forse
il signor Barbarossa ha qualche pregiudizio su chi sia un omosessuale!
1987 -
CCCP - "Tu menti" - da - Socialismo
e barbarie.
Canzone
sfottente contro un ragazzo che contiene fra l'altro questi versi:
"ma
eri solo carino / proprio carino / pigro di testa / e ben vestito / senza
blue jeans / eri carino / proprio un amore di ragazzino".
Un internauta
mi ha scritto segnalandomi che questa canzone non è poi tanto gay,
dato che
"è
esplicitamente dedicata a Jonny Rotten dei Sex Pistols, che viene accusato
di non essere poi così trasgressivo come voleva. Infatti prima dice:
"non
fai niente di male / niente di ciò che credi / non sai quello che
vuoi / non riuscirai ad averlo / niente è gratis / niente è
a posto / le insegne luminose attirano gli allocchi",
che
è un chiaro riferimento a "I don't know what I want but I know how
to get it" (Anarchy in the UK dei Sex pistols)".
Questa
precisazione non mi pare fuori luogo. Ma...
Ma
a mio parere la frecciata con accusa finale c'è comunque: all'epoca
si lavorava di allusioni e cose dette-e-non-dette, e occorreva saper leggere
fra le righe...
Poi
ognungo deciderà da sé su come vederla.
1987 -
Malgioglio, Cristiano - "Casanova" - da - Casanova.
Invocazione
per un Casanova dalla presenza terapeutica.
A
parte il testo esplicito, la canzonetta, leggerina e ripetitiva, non ha
altro da segnalare:
"Ti
vorrei come ogni sera qui / Casanova, Casanova, Casanova, ah ah. /
Ma
tu chi sei? Perché cerchi di guarire le mie ferite? / (...)
Sei
una dose di serenità".
1987 -
Russo, Giuni - "Ragazzi al Luna Park" - da - Album.
Anche in 45 giri.
Ancora
una canzone di Giuni Russo con un testo ambiguo, che il suo pubblico
gay poteva interpretare come riferito a se stesso (i "ragazzi" sono i gay
durante il "battuage"), mentre il grande pubblico può leggerlo
in modo totalmente innocuo, per esempio come riferimento al "popolo della
notte" che va in discoteca a divertirsi. Scegliete voi la vostra interpretazione:
"Noi
di giorno non viviamo mai / ma la notte tutti insieme noi / noi cerchiamo
nuove mete, noi, /
ma
un deserto è tutto intorno a noi, / di notte al Luna Park. /
Ragazzi
senza ieri / uccidono la noia con / insoliti pensieri".
1987 - Schipa jr, Tito - "Centoquindicesimo
sogno di Bob Dylan" - da - Dylaniato.
Cover di "Bob
Dylan's 115th dream" (dall'album Bringing it all back home,
1965), ovviamente di Bob Dylan.
Si tratta del racconto d'un sogno nel
quale, com'era da attendersi, si susseguono eventi bizzarri.
La cosa notevole per il 1965 è
un paio di brevi allusioni lgbt: all'epoca erano estremamente rare in album
distribuiti commercialmente (cioè, non clandestini: in questo caso
addirittura dalla Warner Bros!). Certo, qui la cosa era resa tollerabile,
se non scusabile, per il carattere assurdo e semicomico del sogno.
Per iniziare, Dylan infilò nella
canzone un travestito, al quale faceva cenno in modo indiretto (ma inequivocabile),
e che nella traduzione italiana è definito espressamente come tale:
l'io narrante entra infatti in un ristorante, e qui:
"Chiedo trippa, e la cameriera / mi
sussurra un bruciante invito, / faccio appena in tempo a accorgermi / che
si tratta di un travestito".
L'originale di Bob Dylan diceva:
"The waitress, he was handsome,
/ he wore a powder blue cape".
(Letteralmente: "La cameriera, era aitante, / egli indossava una mantellina
azzurro pastello":
(Handsome in inglese si usa solo per
dire "bello" di uomini: una donna può essere pretty, cute,
gorgeous eccetera, ma non handsome. Per questo io ho tradotto
con "aitante", che in italiano ha un utilizzo similare, anche se in inglese
handsome significa proprio "bello, riferito ad un maschio").
Oltre a ciò, nella cover
italiana una pronuncia scheccheggiante alle parole "Corsaro Rosa" conferisce
un doppio senso gay a questi versi e al verbo "battere":
"Mi domandano il mio nome / io rispondo:
"Il Corsaro Rosa". /
E mi credono: mi credono!, / ma gli
serve qualch'altra cosa: /
io mi invento che batto i mari / per
il Ministro della Cultura".
Questo doppio senso gay non c'era nell'originale
(vi si parla solo di Captain Kidd).
L'originale conteneva poi un "mezzo" doppio
senso intraducibile nei versi che descrivono il corteo "Where people
carried signs around / saying, "Ban the bums'" (anziché "the
bombs"), che Schipa ha correttamente tradotto come: "Mi ritrovo
in mezzo ad un corteo / co' 'sti gran cartelli eretti, / con su scritto
"Giustizia ai poveri: / giustiziamoli proprio tutti", però se
negli Usa "bum"
è "barbone", "parassita", nel Regno Unito è fra le altre
cose anche termine volgare per "cu*attone".
Ovviamente queste allusioni erano estremamente
audaci nel 1965, quando il tema lgbt era assolutamente tabù,
mentre nel 1987 la loro dirompenza non si percepiva più, ma questa
ballata è spiritosa ed è stato comunque simpatico che qualcuno
l'abbia tradotta.
1987 -
Vanoni, Ornella - "Carmen" - da - O.
Anche in: AA.VV., Emozioni in musica - De Agostini 1997.
Delicata
e poetica canzone sulle difficoltà d'un amore fra donne:
"Ah...
cosa ci è capitato / e come avranno riso in platea /
del
nostro amore orgoglioso / del nostro amore indiscreto, arrabbiato, impietoso,
sfacciato /
del
nostro amore troppo affamato, / che s'inchinò a baciarci sul cuore
/ e a noi questo bastò. / (...)
Il
nostro amore (...) / che non si può raccontare, / che ci
rende insicure"...
La bellezza
della musica ricca d'insolite dissonanze, la cura dell'arrangiamento e
soprattutto l'interpretazione di altissima classe ne fanno una delle più
belle canzoni italiane sull'amore fra donne.
Ne
consiglio l'ascolto.
1987
- Vanoni, Ornella - "Il blu" - da - O.
Vi
si parla di una "Silvia" portata via da un "lui".
"Silvia
dov'eri la notte a settembre / nei nostri pensieri io non mi trovai /
e
l'anima / non ricordò, si addormentò, / si prosciugò
e finì./
Gli
scaldi il cuore adesso tu / però il celeste non è blu".
Niente
di più esplicito di così, tant'è che la relazione
fra l'io narrante e la donna partita può benissimo essere classificata
nei termini consueti dell'amicizia o, come andava di moda all'epoca, di
"sorellanza" fra donne.
1987 -
Zero, Renato - Zero.
Benché
questo Lp non contenga nessuna canzone espressamente a tema lgbt, sono
ben tre quelle che accennano comunque di passata al tema (evidentemente
i gentili clienti se le aspettavano):
-
"Danza
macabra".
La
canzone (che non è fra le migliori di questo cantante) riguarda
genericamente il senso della vita, ma contiene anche un paio di versi che
alludono alla bisessualità e al tradimento della persona amata (e
chissà perché in Italia "bisessualità" deve sempre
far rima con "infedeltà", e "tradimento"):
"Ci
sei solo se hai una carta di credito, / un motore che va, un po' di coca
e chissà, / una donna che aspetta là, e non sa / che tu hai
già scelto lui".
Esilarante
la finta pronuncia inglese (in realtà, anglociociara) con cui parte
la canzone.
-
"Facile".
Anche
questa è una canzone piuttosto tirata via, specie dal punto di vista
musicale.
Il
testo insiste sul fatto che l'io narrante è una persona "facile"
(a innamorarsi), e si rivolge all'ascoltatore con un "tu" nel quale non
è specificato mai il sesso. Dunque è corretto intendere sia
in senso eterosessuale sia in senso gay l'invito che rivolge nei versi:
"Io
che incontro facilmente, / pregiudizi, certo, non ne ho. /
Io,
che ti incoraggerò, / e piano io ti spoglierò / di complessi
e di paure / (...) /.
Sarò
una notte o eternità... / per chi mi vorrà! / Sarò
qua!"
-
"Vagabondo
cuore".
Dialogo
fra il cantante e il proprio cuore, che ha dovuto sopportare molte asprezze
e delusioni a causa della vita affettiva dell'io narrante, e al quale costui
reitera la propria disposizione alla bisessualità ("lui o lei" indifferentemente):
"Ti
darò, a chi non so... / E non chiederò / che sia tu, lui
o lei, / ma siano tanti cuori, /
malati
finché vuoi, / di principi o barboni, / ma cuori almeno un po'".
<--- 1986
- vai al - 1988
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